Elio e le storie tese più autorevoli dei docenti universitari
Come accade ciclicamente, più per autoconvincimento che per reale sforzo critico, alcuni oppositori hanno ritirato fuori dall'armadio l'accusa secondo cui la forma Geova sia attualmente utilizzata solo dai tdG.
"Elio e le storie tese usano Jahvè e non Geova", mentre a loro dire nessun intellettuale userebbe la forma Geova.
E' davvero così, o ci troviamo di fronte all'ennesima menzogna?
Curioso come la simpatica band venga catapultata improvvisamente nel gotha dell'autorevolezza linguistica: due pesi e due misure, dal momento che, quando i tdG producono fonti ben più autorevoli vengono immediatamente accusati di riportare fonti non abbastanza autorevoli.
In questo caso, invece, tutto fa brodo.
Partiamo dall'esame di alcuni testi prodotti in Italia negli ultimi decenni, escludendo qualsiasi riferimento ai testimoni di Geova, e limitando i testi esaminati ai soli libri conosciuti direttamente da alcuni utenti di questo forum, o ad alcuni testi presenti online (ergo, un campione limitato rispetto all'intera produzione italiana).
Umberto Eco, celeberrimo semiologo e scrittore, un caposaldo per la lingua e letteratura italiana. Non ha bisogno di presentazioni.
"Mi hanno fatto notare che non devo dire Geova per indicare il Dio dell'Antico Testamento, ma 'Iahveh' o 'Yahveh', perché Geova lo dicono solo i testimoni del medesimo. Questa è una balla, perché i dizionari registrano 'Geova' come la italianizzazione corrente di Iahveh"
Da
L'Espresso, 23 febbraio 1986
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Il linguista
Pittano Giuseppe, nel suo libro
La comunicazione linguistica, testo di lingua italiana per le scuole superiori (Mondadori Bruno Scolastica - 1988) utilizza la forma Geova. Alle pp. 115,116 c'è il sottotitolo
I figli di Geova, e spiega che "i nomi ebraici sono assai diffusi da noi...per l'influenza della tradizione biblica in tutta l'onomastica cristiana". Cita vari es. fra cui il nome "Elia (da El + Yahvè = Dio è Yahvè,
Dio è Geova)".
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L'italianista e docente universitario
Francesco Tateo, nel suo saggio
Simmetrie Dantesche (Palomar Edizioni, Bari - 2001) utilizza il nome Geova a p. 62
"Il famoso episodio biblico mostrava inoltre il re di Babilonia preso dall'ira e spinto dalla negazione di Dio all'ingiustizia e alla violenza contro
i devoti di Geova"
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Il critico letterario e scrittore
Giovanni Macchia cita il nome Geova nel suo saggio
Il teatro delle passioni (Milano, Adelphi, 1993)
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Mario Ghidelli, nel suo
Voglio ritornare a casa (Armando editore, 2009), riporta:
"Alcune traduzioni bibliche, che sono alla portata di ognuno di noi, traducono il nome "Signore" con Jahvè,
Geova"
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Eugenio Bucciol, scrittore, nel suo
Animali al fronte (2003), riporta:
"Lo stesso
Geova, nella sua reprimenda al povero Giobbe si è consentito una digressione sulla bellezza del cavallo in guerra"
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Gianni Rossi Barilli, giornalista, ne
Il movimento gay in Italia (1999) parla del "flagello inviato da
Geova sui sodomiti"
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Francesco Totaro, ordinario di Filosofia Morale nell'Università di Macerata, nel suo
Non di solo lavoro: ontologia della persona ed etica del lavoro nel passaggio di civiltà (1999) scrive:
"...da un lato l'uomo si sentirà liberato dalla "maledizione di
Geova", cioè dalla fatica di procurarsi i mezzi di sussistenza"
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Adriano Pessina, ordinario di Filosofia Morale presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, citando il biologo Lewontin, scrive nel suo Bioetica. L'uomo sperimentale (2006):
"Secondo Lewontin,
Geova, Clonatore Celeste, avrebbe infatti clonato Eva usando una costola di Adamo"
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Come già detto, ci fermiamo qui solo per non appesantire il thread: ma le citazioni potrebbero continuare a decine.
Che dire invece della presenza del nome Geova in opere straniere contemporanee, nelle cui traduzioni italiane - traduzioni non certo "sistemate" dai tdG ma da professionisti del settore - compare appunto la forma Geova?
Nadine Gordimer, scrittrice vincitrice del
premio Nobel per la Letteratura (1991), in Stories (2005) chiama Geova il dio degli ebrei.
"Ma
Geova rifiutava le offerte di Caino e gradiva quelle di Abele. Perché? Per quale ragione? Ne vedo soltanto una:
Geova detesta i legumi e adora la carne".
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Il filosofo camerunense
Achille Mbembe, considerato uno dei più importanti teorici del post-colonialismo viventi, cita più di una volta il nome Geova nel suo celebre saggio Postcolonialismo (2005), ad esempio a p. 253
"L'alleanza tra il popolo "eletto" e il proprio dio si fondava su due princìpi: che
Geova solo fosse oggetto di culto, e che fosse il solo re d'Israele"
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Manuel Vazquez Montalban, scrittore, poeta, giornalista e saggista catalano, cita il nome Geova nel suo
Ricette Immorali (1981).
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Lo scrittore
Torvald Faegre, nel saggio
Tende (1981) a p.9 riporta:
"Questo contrasto non è mai stato risolto ma il racconto biblico fa intendere che
Dio, o Geova, stesse dalla parte dei nomadi. Ciò non ci sorprende, considerando che Geova era originariamente un dio nomade"
E, ancora, in riferimento a Sodoma:
"
Geova distrusse la città del peccato"
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Josè Saramago,
premio Nobel per la letteratura nel 1998, nel suo
Una terra chiamata Alentejo, riporta diverse volte il nome di Geova, in riferimento al Dio biblico.
Le citazioni potrebbero continuare a decine, ci fermiamo qui.
Comicamente, i nostri detrattori sono costretti a oscurare e a ignorare volutamente tutte queste citazioni - realmente autorevoli - e ad esaltare invece una canzone di Elio e le storie tese.
E' questa vera obiettività? O è manipolazione delle fonti, negando esplicitamente l'esistenza di centinaia di citazioni del nome Geova nei testi contemporanei ed esaltandone altre dal valore letterario pari a zero?
Immaginiamo il nostro piccolo detrattore intento a scrivere un saggio sul nome Geova nella cultura e nella letteratura contemporanea.
Lo vediamo ignorare centinaia e centinaia di occasioni in cui il nome divino è utilizzato in ambito letterario, da scrittori, docenti universitari e via dicendo, e dedicare invece un capitolo alla canzone di Elio e le storie tese.
Chiunque si lascerebbe scappare una sonora risata, sia per l'ingenuità dell'approccio del detrattore, sia per lo scarso valore delle sue considerazioni, indegne persino del peggior blogger.
Questo thread è appunto dedicato a quanti si ostinano a negare l'evidenza, ai maghetti del "due pesi e due misure", ai manipolatori dell'informazione che, quando conviene loro, omettono la verità (nel caso specifico, l'ampio utilizzo della forma Geova nella cultura contemporanea) e spacciano menzogne come quella che "certamente nessun intellettuale utilizza la forma Geova".
[Modificato da admintdg3 24/02/2016 14:49]