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I Testimoni di Geova 1870-1879.

Ultimo Aggiornamento: 21/07/2017 23:20
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06/05/2014 17:44
 
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"Un'Identità Distinta" - indice dei capitoli del volume uno

- Saggio Introduttivo di B. W. Schulz

- Il Mio Turno: di R. M. de Vienne

- CAPITOLO UNO: Lo Sviluppo di una Voce Religiosa (circa 1840-1869)
In questo capitolo si parla dell'arrivo delle famiglie Russell e Birney in America qualche anno dopo il 1840, ci sono brevi biografie di tutti i suoi familiari, le attività commerciali dei Russell e dei Birney (la famiglia della madre di Charles), il contesto sociale, storico e religioso di quegli anni negli Usa, dettagli dell'infanzia di C. T. Russell, le superstizioni religiose del tempo, il desiderio giovanile di divenire un missionario, le scuole che frequentò e la sua istruzione, la sua affiliazione religiosa con la Chiesa Congregazionale, l'esposizione al pensiero millenarista in età adolescenziale, la sua predicazione con la YMCA (Associazione Giovanile Maschile Cristiana ecumenica), la sua crisi di fede, il suo studio di religioni non cristiane, la sua immersione negli affari commerciali, e infine il suo risveglio religioso

- CAPITOLO DUE: Fra i Secondi Avventisti, Millenaristi, e Credenti della Age-to-Come: 1869-1874
Vengono chiarite le differenze fra le dottrine avventista, millenarista e Age-to-Come, ci sono le biografie di persone che C. T. Russell conobbe personalmente, vien detto qual era il loro pensiero religioso e in che modo influenzarono la formazione teologica di C. T. Russell tra il 1869 e il 1874 cioè: Jonas Wendell, George Darby Clowes, George W. Stetson, John T. Ongley, George W. Cherry. Si parla sia della classe biblica di Allegheny in cui Russell e i suoi amici studiavano le scritture che di una congregazione sita in Allegheny, specificando le differenze fra le due.

- CAPITOLO TRE: Fra i Secondi Avventisti, Millenaristi, e Credenti della Age-to-Come: 1874-1876
Gran parte di questo capitolo è dedicato a una biografia su George Storrs e sulla significativa influenza che ebbe sul pensiero religioso del giovane Charles, viene detto che cosa Russell accettò e cosa rifiutò. Ci sono altre biografie di persone e gruppi che in misura minore influenzarono il pensiero di Russell in quegli anni come ad esempio Eleazar L. Owen. Viene spiegato perchè Russell e la Watch Tower non traggono le loro origini dagli Avventisti del Settimo Giorno, dai Cristadelfiani, da William Miller, e da altri piccoli gruppi millenaristi

- CAPITOLO QUATTRO: Un’Identità Distinta
Viene esaminata la classe biblica di Allegheny, la sua composizione, in cosa credevano, cosa studiavano, come studiavano. Biografie di alcuni componenti: William Henry Conley (in seguito sarebbe diventato il primo presidente della Watch Tower Society), George D. Clowes. Di quella classe di studio biblico Vengono esaminate le loro credenze in merito alla fine dei tempi, la Seconda Probazione, Parousia e restituzione, Restaurazione degli ebrei nel favore divino, il mondo distrutto nel fuoco, battesimo, risurrezione, cronologia biblica e profezie, trinità (interessante che Russell rifiutasse il trinitarismo ancora prima che la classe biblica fosse formata), sul diavolo e i demoni, piramidologia, dottrine minori, la loro dichiarazione di fede, il loro senso di riscoprire verità bibliche e la percezione di di diventare qualcosa di distinto.

- CAPITOLO CINQUE: Conoscere i personaggi principali: l’ingresso di Russell nel Movimento di Barbour
Viene esaminato la confluenza di Russel e della sua classe nel gruppo di Barbour, si prende in considerazione la dottrina del movimento Barbourita. Biografie, pensiero e influenza dei personaggi principali su Russell: John H. Paton, Benjamin W. Keith, Samuel H. Withington, Ira e Lizzie Allen, Avis, M. Hamlin, la loro estrazione sociale e la loro appartenenza alla classe media e istruita.

- CAPITOLO SEI: Barbour e Russell: Il Ministero Iniziale
La predicazione di Russell e Barbour, Peyton G. Bowman, le pubblicazioni del movimento Barbourita, scambio di idee fra i due gruppi, articoli del Bible Examiner scritti da Russell durante la sua aderenza al movimento Barbourita. La conferenza profetica di Rochester di febbraio 1877, opuscolo "Obiettivo e Maniera del Ritorno del nostro Signore", libro "I Tre Mondi", una predicazione continua, la predicazione in conferenze regionali, la predicazione a Pittsburgh, il messaggio che predicavano, I rapporti tra Storrs e Barbour e il rammarico di Storrs per l'adesione di Russel al movimento di Barbour, il costo in termini sociali per C. T. Russell della promulgazione delle sue idee.

- CAPITOLO SETTE: Russell e Barbour: I Risultati
Personaggi principali convertiti al movimento dalla predicazione e il loro ruolo nella teologia Watch Tower: Caleb Davies, William I. Mann, Charles Wesley e Emma Priscilla Buvinger, Joshua Tavender, John C. Sunderlin, Arthur P. Adams. Gran parte di questi personaggi confluirono poi nella Watch Tower scrivendovi articoli e dando il proprio contribuito alla sua teologia, erano persone istruite, due erano stati ecclesiastici della Chiesa Metodista, uno aveva un titolo universitario, uno era un rinomato oratore scrittore e medico, un'altra una scrittrice di talento. Non erano fanatici, ma dei credenti che trovarono nel 1877 quel sistema di credenze ragionevole e credibile. Tuttavia non erano ancora dottrinalmente uniti. Il processo di uniformità dottrinale ebbe il suo pieno compimento nel 1887.

- CAPITOLO OTTO: Le Conseguenze dell’Insuccesso
Le dichiarazioni di A. H. Macmillan nel suo libro "Fede in cammino", dubbi, un articolo di Russell sulle conseguenze del fallimento per l'attesa della traslazione nel 1878, il punto di vista di Keith, Withington e Adams, i preparativi per la collisione tra Russell e Barbour, il desiderio di Barbour di una teologia unificata e la sua esposizione della dottrina del riscatto e dell'espiazione, il dibattito sul riscatto e l'intervento di Paton, la Conferenza Profetica del novembre 1878 e l'emergere di tutte le differenze, la reazione di Barbour, la posizione di Hugh B. Rice. L'idea di una nuova rivista

- IL PROSSIMO VOLUME
Anticipazioni sul volume due che tratterà il periodo 1879-1887

- APPENDICE UNO: Russell e la Massoneria
Quando uno scorbutico testimone di Geova di 70 anni, storico e scrittore, ex direttore di un giornale, e con due lauree, risponde alle accuse di massoneria rivolte a Russell. Con un approccio scientifico e le evidenze storiche.

- APPENDICE DUE: Articoli Chiave sul Riscatto e L’Espiazione tratti dall’Araldo del Mattino

truthhistory.blogspot.com/

[Modificato da roberto.dahen 06/05/2014 17:57]


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29/05/2014 19:16
 
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Il materiale sottostante è un riassunto degli ultimi due post di WATCH TOWER HISTORY. Sono delle bozze di ciò che dovrebbe far parte del capitolo 2 del volume due del libro "Un'Identità distinta". Potete leggere per intero gli articoli andando sul blog

http://truthhistory.blogspot.com/

andateci anche se non conoscete l'inglese. Gli autori apprezzeranno sia la visita che eventuali commenti, osservazioni e domande, in inglese o italiano.

Visita alla città di Berwick
Si parla della visita di Russell alla città di Berwick Pennsylvania. Le lettere pubblicate in quella città ci aiutano a capire che tipo di interesse Russell incontrò. Nel volume uno del libro è stato spiegato il punto di vista di Russell riguardo alla Chiesa. Egli la vedeva divisa in due categorie: la prima composta da cristiani autentici e impegnati: la seconda da cristiani nominali che sono tali solo per una questione di rispettabilità e facciata. La secolarizzazione della religione era un cambiamento in atto che disturbava Russell e molti altri pensatori dell’epoca.
C’era un altro cambiamento in atto che contrariava Russell e altri. La teologia di Russell si basava sulla dottrina della redenzione. Tale dottrina si basa sulla credenza nel peccato adamico e la conseguente depravazione e decadimento della razza umana. L’evoluzionismo darwiniano suggeriva al contrario che la razza umana stava progredendo. Gli aderenti alla Watch Tower vedevano nelle invenzioni tecnologiche e nel progresso di quel tempo la prova che il millennio era già iniziato. Ma rifiutavano l’idea del progresso senza remissione dei peccati.
La sessualità disinvolta era un altro cambiamento in atto
Lettere e articoli di giornali pubblicati a Berwick dal 1864 in poi, attestano che questi argomenti -secolarizzazione della chiesa, darwinismo e sessualità - erano al centro dell’attenzione della popolazione e delle chiese della città. In quel contesto Russell visitò la città.

Commemorazione
Il tempo e la natura del Pasto Serale del Signore divenne una questione nel periodo tra la celebrazione del 1880 e quella del 1881. Alcuni obiettarono riguardo alla correttezza della datazione suggerita nella Watch Tower. Russell rispose nel numero di maggio 1881, sottolineando che la datazione non si deve basare su un calendario astronomico, ma sul sistema adottato dagli antichi ebrei, cioè sull’osservazione visiva. La maggioranza di coloro che in precedenza leggevano il Bible Examiner trovarono familiare il ragionamento di Russell.

Il ruolo delle donne
La correttezza o meno di avere donne che predicassero dal pulpito, non sembra essere stato oggetto di discussione da parte della classe biblica di Allegheny prima del 1876. Gli aderenti alla Chiesta Cristiana Avventista avevano donne che insegnavano, altri no. La questione giunse a Russell all’inizio del 1881 quando alcuni gli chiesero il senso di 1 Corinti 14:34. Russell rispose che non toccava a nessuno sapere le ragioni di un comando di Dio quando Egli non le dava, perciò bisognava semplicemente attenersi a quello che diceva la Bibbia. La sua risposta non pose fine alla questione che sorse di nuovo in una lettera pubblicata nella Torre di Guardia di maggio 1881 in cui si chiedeva di dare una spiegazione ai passi biblici di Filippesi 4:3, Atti 1:14 e 1 Corinti 11:5. La risposta che diede Russell probabilmente deluse gli aderenti alla Chiesa Cristiana Avventista e quelli della Life and Advent Union (Unione della Vita e dell’Avvento), ma aveva comunque una posizione più liberale di molti della sua era. Questioni riguardanti i diritti delle donne e le loro responsabilità in seno alla congregazione sarebbero persistiti, fomentati dal movimento per il diritto al voto delle donne e da una visione non corretta di Russell del matrimonio. Russell credeva che la frase “e i due diverranno una sola carne” significava che la personalità della donna era completamente sottomessa a quella del marito. Questo sarà trattato ampiamente nel volume tre di questa serie. Ciò nonostante cercò di trovare i modi per non andare agli estremi, ragionando che nelle riunioni più piccole, in privato, le donne potessero insegnare.

Anglo-israelismo
George Storrs credeva nella dottrina dell’anglo-israelismo. Ne abbiamo parlato nel volume uno. Russell scrisse che non era possibile sapere se gli anglo-sassoni (americani e britannici) erano i discendenti carnali delle dieci tribù del regno di Israele, ma osservò che la promessa dell’alta chiamata a regnare con Cristo riguardava il seme spirituale di Abraamo e non quello carnale. Se gli anglo-americani erano discendenti dell’Israele carnale avrebbero in generale ricevuto una ricompensa terrena come tutte le altre nazioni.


[Modificato da roberto.dahen 29/05/2014 19:19]


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08/06/2014 21:48
 
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1891 Un'edizione speciale del Divin Piano delle Età:

http://truthhistory.blogspot.it/2014/06/sometimes-all-we-have-to-do-is-wait.html


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19/06/2014 09:48
 
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UN'IDENTITA' DISTINTA è disponibile ora anche su Amazon. Quella che segue è la prima recensione del libro su quella piattaforma:
http://truthhistory.blogspot.it/2014/06/our-first-amazon-review.html

JOHN NEWTON FOX. Spulciando qua e là negli archivi disponibili su internet, a volte si scoprono pittoreschi personaggi come John Newton Fox. Di lui sono disponibili una foto, una lettera autografa in cui parlando delle sue credenze si identifica inequivocabilmente come Studente Biblico, e un necrologio in cui vien detto che apparteneva alla Chiesa dell'Aurora del Millennio (Questo è il nome con cui più spesso venivano identificati i primi Studenti Biblici)
http://truthhistory.blogspot.it/2014/06/john-newton-fox.html

THE CLEANING WAVE è un canto religioso citato da Russell nella Torre di Guardia di settembre 1880. Ecco la musica:
http://truthhistory.blogspot.it/2014/05/the-cleansing-wave-crimson-wave.html




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20/06/2014 00:00
 
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mmATERiale molto molto molto interessante.... [SM=g28002] [SM=g28002] [SM=g28002] [SM=g28002] [SM=g28002] [SM=g28002] [SM=g28002]
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forum Testimoni di Geova




Nella vita non ci sono problemi ma.....soluzioni.
25/06/2014 11:07
 
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sentire un cantico degli albori è stata un'emozione!
davvero un lavorone! [SM=g8920]

[SM=g2037512]
[Modificato da Giandujotta.50 25/06/2014 11:08]
30/06/2014 11:10
 
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Re:
Giandujotta.50, 25/06/2014 11:07:


sentire un cantico degli albori è stata un'emozione!
davvero un lavorone! [SM=g8920]

[SM=g2037512]



Eccone un altro: E' il cantico n° 4 del primo libretto dei cantici risalente al 1879. Il libretto dei cantici si intitolava "Songs of the Bride" (Cantici della Sposa). Russell lo citò nella Torre di Guardia del 1882. Questo cantico rimase in uso fino al 1928.

http://truthhistory.blogspot.it/2014/06/russell-quoted-from-this-hymn-in-1882.html


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30/06/2014 11:30
 
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30/06/2014 15:00
 
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Da parte di Bruce W. Schulz e Rachael de Vienne, una bozza, ancora molto bozza, di ciò che farà parte del volume 2 di "Un'Identità Distinta". Graditi e desiderati i commenti andando qua:
http://truthhistory.blogspot.it/2014/06/a-bit-more.html

Fuori da Babilonia

La natura delle congregazioni dell’era Russell viene erroneamente descritta da storici e sociologi biblicamente illetterati. Edward Abrahams affermava che Russell usava le parole “alienati” “isolati” e “ansiosi” per descrivere le sue congregazioni. Noi chiediamo: Dove?

Tra il 1879 e la fine del 1916, la parola alienati ricorre in 55 numeri della Torre di Guardia. Gli scrittori della Torre di Guardia e specialmente Russell la usavano quando dovevano commentare Colossesi 1:21-23 dove è scritto: “In realtà, voi che una volta eravate esclusi (alienati) e nemici perché la vostra mente era rivolta alle opere malvage, egli vi ha ora riconciliati di nuovo mediante il corpo carnale di lui per mezzo della sua morte, per presentarvi santi e senza difetto e non esposti a nessuna accusa dinanzi a sé, purché, naturalmente, rimaniate nella fede, stabiliti sul fondamento e saldi e non essendo smossi dalla speranza di quella buona notizia che avete udito, e che è stata predicata in tutta la creazione che è sotto il cielo”. Questa non è una dichiarazione di alienazione sociale, ma di necessità di riconciliarsi con Dio mediante Gesù.

La parola ricorre quando viene citata da altre fonti, di solito come commentario all’alienazione dei giovani verso le chiese dell’epoca e la Bibbia. Tali citazioni non erano applicate alle congregazioni della Watch Tower. Russell non usò mai la parola “alienati” nel senso inteso da un sociologo. L’unico posto in cui si potrebbe presumere che lui intendesse in quel senso si trova nella Torre di Guardia del 15 gennaio 1912. Russell scriveva:

“La Chiesa ha gridato nel deserto nel senso che è stata alienata e separata dal mondo. È stata chiamata sopra tutti coloro che vorrebbero sentire riguardo alla preparazione del Regno del Messia. La Chiesa, riguardo ai risultati che il regno del Messia porterà, ha detto più pienamente di Giovanni Battista, ha detto che ci sarà il livellamento delle valli (l’innalzamento del povero), la dirittura delle curve, lo spianamento dei luoghi scabrosi, così che tutte le carni possano vedere, apprezzare, comprendere, sperimentare la salvezza di Dio. Sia Giovanni che la Chiesa dichiarano che questa salvezza deve essere portata per mezzo di Gesù e la sua sposa glorificata nel potere del regno. Quello che vogliamo dire è che mentre Giovanni è un antitipo di Elia, e fu anche il precursore o araldo di Gesù, allo stesso modo ma in un senso più specifico, la Chiesa nella carne è un antitipo più alto di Elia, e in particolare un araldo del Regno Messianico”.

Russell stava forse suggerendo che le congregazioni erano socialmente alienate? Non nel senso che Abrahams e altri suggeriscono, e certamente questa unica ricorrenza non ne sta a indicare un uso continuo. Russell dice che la Chiesa non ha alcuna parte con le sollevazioni sociali del mondo e la sua essenziale immoralità. La Chiesa ha invece un obbligo nei confronti del mondo per elevarlo, dichiarando la salvezza e rimproverando la condotta sbagliata. I cristiani non devono approvare le vie del mondo. Questo non è per niente simile a quel tipo di alienazione che condusse alla rivolta di Haymarket o all’insurrezione della ferrovia (avvenimenti accaduti negli stati Uniti nella seconda metà dell’1800). È piuttosto un incitamento alla santità.

Ma che dire dell’uso della parola “isolati” da parte di Russell? Quando ne faceva uso applicandola agli aderenti della Watch Tower, specialmente nei primissimi tempi, Russell si riferiva a coloro che erano gli unici credenti nella loro area, e non che fossero isolati dalla loro comunità in altri sensi. Un esempio si trova nella Torre di Guardia di ottobre 1881. Russell fece un estensivo rapporto del progresso dell’evangelismo della Watch Tower per “rafforzare e incoraggiare quelli soli e isolati”. Nel fare un rapporto sulla commemorazione del 1884 accennò al piccolo numero di credenti, usando la parola “isolati” scrisse: “In alcuni luoghi solo in due o tre si sono riuniti, in altri posti sono stati di più, in altri ancora sono stati degli individui isolati, ma la testimonianza generale è che il Signore è stato presente almeno in spirito; e per quanto ne sappiamo era personalmente presente”. Questa vi sembra essere un riferimento all’isolamento sociale? Non a noi. Ma, come vedremo andando avanti, la loro peculiare credenza li lasciò parzialmente o completamente separati dalla comunità religiosa. Ancora nel 1884 Russell scriveva:

“È confortante per coloro che sono isolati nel loro proprio vicinato comprendere che ci sono molti altri che sono isolati, e tutti condividono la stessa esperienza – nel mondo tribolazione, in Cristo pace. È anche una fonte di incoraggiamento sapere che mentre comprendiamo che la messe è grande, gli operai si stanno moltiplicando, e per quanto noi comprendiamo, i santi realizzano la loro chiamata facendo conoscere la buona notizia, e quantunque i loro talenti siano molti o pochi non devono essere tenuti nascosti in un panno. Abbiamo imparato che ci sono così tanti modi di predicare il Vangelo quanti sono i talenti tra i santi. Ci rallegriamo con tutti coloro che sono stati in grado di afferrare il Vangelo al punto da capire che dall’abbondanza del cuore la nostra bocca deve parlare; e che l’amore di Cristo e la conoscenza della sua gloriosa verità ci costringe. Ma mentre tutti noi gioiamo così insieme, lo facciamo anche con timore sapendo dei segreti, abili, e continui sforzi del Principe del mondo di sopraffare i santi. Nessun artificio o sforzo vien tralasciato: opposizione, scherni, emarginazione, lusinghe, falsi ragionamenti per contraddire la verità, ansietà di questo mondo, la corruzione delle cose belle di questo mondo, e allettamenti di tutti i tipi, sono tutti usati secondo il caso specifico di ogni singolo individuo”.

Questo fa parte dell’esperienza cristiana. I primi metodisti, i primi battisti, e i cristiani del primo secolo tutti subirono l’isolamento a causa delle loro credenza. I ‘fratelli di Plymouth’ (nota roberto – vedi il seguente link: www.eresie.it/it/Darby.htm ) ne fecero una scelta di vita per amore di una credenza pura. Le prove di cui Russell parlava sono comuni a tutti quelli che vivono secondo gli standard del Nuovo Testamento. Alcuni sociologi credono che questo sia nocivo. Gli aderenti alla Watch Tower si rendevano conto dell’isolamento, ma il modo di combatterlo era suggerito nell’articolo. Poiché erano “’veri credenti’, erano anche evangelizzatori, che esprimevano le loro credenze ad altri. Non c’è alcuna alienazione in questo. Erano determinati a parlare come Dio aveva detto loro di parlare, a portare il vangelo a chiunque lo volesse sentire.

Russell era conscio di questa dicotomia. Isolati dalle credenze e pratiche “mondane” per il desiderio di santità e approvazione divina, gli aderenti si sentivano però in obbligo di portare il vangelo ad altri. Non c’è alcuna alienazione in questo. Attingendo alla sua personale esperienza con i credenti della Watch Tower Russell scrisse:

“Ma dov’è questa chiesa fedele così che si possa trovare? – questo popolo che si contraddistingue da mondo, così fedele, così leale e così vera? – così sempre pronta a riconoscere e accettare l’aiuto del Signore? Si raduna qua, là, o laggiù? Ed è Dio manifestamente in mezzo alla sua congregazione come evidenziato dai gioiosi cantici e dalle fervide preghiere? Ahimè, no! È un gregge disperso; così tanto disperso che il mondo non si accorge neppure che esiste un tale popolo. Il mondo li conosce solo come isolati e peculiari individui che non possono neanche essere assimilati fra coloro che portano il nome di Cristo. Se ne riesce a trovare appena uno nella quiete della vita della campagna il cui principale interesse non è nella mietitura della sua messe terrena, ma piantare e mietere solo quello che gli permette di dedicarsi il più possibile alla raccolta della messe del Signore. Egli ha gloriose notizie sia per i vicini di casa che per quelli lontano riguardo al regno che sarà presto stabilito sulla terra. E si riesce a trovare appena una moglie di un agricoltore che nel mezzo delle sue faccende presta attenzione al benedetto suono della grazia del vangelo che ha raggiunto le sue orecchie. Lei sente subito il desiderio di lasciare perdere le faccende domestiche e andare fuori a divulgare la buona notizia. Ma no; lei rammenta l’insegnamento del Signore, che colui che non provvede per la sua propria casa è peggiore di un incredulo; e così lei dice: ‘Farò risplendere la mia luce qua. Questi miei bambini che vedo attorno a me impareranno la gioia della verità; le mie compagne, le mie vicine, le mie salariate, e tutte coloro che posso raggiungere per mezzo di lettere e stampa sapranno riguardo a essa; e tutte queste faccende domestiche che io comprendo il Signore non vuole che io trascuri, da ora in poi saranno fatte con l’occhio semplice che guarda alla sua gloria’.
Qua c’è un invalido e là un santo di età avanzata. La loro fede nella Parola di Dio, senza riguardo alle vane filosofie e tradizioni così comunemente accettate, portano su di loro molti biasimi che nascono solo per il loro mansueto amore per Cristo, perché umilmente si sono sforzati di far risplendere la loro luce su quelli attorno a loro. E laggiù in una popolosa città ci sono alcuni che osano essere peculiari – separando sé stessi dai costumi e dalle abitudini della vita sociale, rinunciando ai piaceri e vantaggi dei precedenti legami sociali, per parlare la nuova e celeste lingua, per cantare i loro canti di speranza e lode e per mezzo di ogni azione alla loro portata spandere il glorioso messaggio del regno veniente. E poi sparsi qua e là ci sono alcuni liberi da preoccupazioni terrene che gioiosamente rinnegano sé stessi, stimando essere un privilegio dedicare tutto il loro tempo ed energia alla grande opera della mietitura. Si, ‘il Signore conosce quelli che sono suoi’ e lui è in mezzo a loro. Egli conosce la loro lealtà ed essi conoscono la sua voce e sono sempre pronti a seguire la sua guida. Perciò nessun danno può coglierli di sorpresa. Staranno in piedi e non cadranno, e alla fine riceveranno la corona della vittoria. Mille cadranno al loro fianco e diecimila alla loro destra nel giorno di prova, ma saranno custoditi nel bel mezzo del più furibondo disordine. Essi potrebbero, mentre la prova procede e i codardi e gli infedeli cadono, rimanere quasi o completamente soli nelle loro diverse località; ma capiranno pienamente la preziosità di rimanere soli ma con Dio”.


Una stretta aderenza agli standard della Bibbia, non ha importanza quale dottrina, ha sempre prodotto qualcosa come questo. È difficile per noi vedere gli aderenti della Watch Tower dell'era Russell come dei disadattati nello stesso senso degli estremisti del movimento dei lavoratori e altri gruppi privi di diritti. Ex schiavi e i loro figli, agricoltori poveri, lavoratori sottopagati e sfruttati, ragazze che lavoravano nei negozi ma che si prostituivano perché non veniva loro pagato un giusto salario soffrivano a causa di forze al di fuori del loro controllo. Ma la separazione dal 'mondo' su basi dottrinali e di santità era una scelta. Detto in termini apostolici, o uno serviva Dio o era parte del mondo.

Nel 1892, Russell scrisse un commento nelle pagine dell’International Sunday School Lesson sul primo Salmo. Russell disse che l'uomo giusto del Salmo uno raffigurava "l'uomo il cui cuore è perfezionato nella santità, il puro di cuore". Questi era preminentemente un quadro di Gesù, ma "secondariamente ... di quelli ... giustificati per fede ... nuove creature, che camminano nelle orme del Maestro". Essi erano "ancora imperfetti" a causa delle debolezze carnali. Il Salmo descrive "tre cose" che il giusto evita: (1) l'empio - letteralmente il malvagio, (2) i peccatori o trasgressori, e (3) gli schernitori o presuntuosi e ineducabili". "Il corso appropriato è di non avere amicizia (partecipazione e interessi comuni) con persone di una di queste classi” scrisse Russell. Egli spiegò che questo “non significa trattarli crudelmente o scortesemente, né che nessuno ci debba mai vedere camminare, stare o sederci con tali persone; ma implica che le nostre compagnie dovrebbero essere, per quanto possibile, selettive, e scelte fra coloro che hanno riverenza verso il nostro Dio, e che altre amicizie non dovrebbero essere incoraggiate”.

Dei tre tipi di malfattori che Russell identificò, egli si sentiva di dovere principalmente evitare quelli che erano incontestabilmente malvagi e peccatori abituali. I più erano in “pericolo di stringere amicizia con gli schernitori e gli ineducabili”. L’associazione con loro avrebbe condotto “allo stesso spirito, e quello gradualmente alla violazione del patto con Dio; e quello alla aperta malvagità e volontario peccato”. Il corso sicuro è quello di non avere “alcuna amicizia con le tenebre perché non è mai profittevole”. I princìpi del primo salmo interessavano l’affiliazione alla chiesa:

“In tutte le chiese nominali ci sono molti che hanno una forma di religiosità, ma che sono realmente irreligiosi – lontani dall’essere in armonia con Dio e col suo piano. Nelle chiese nominali ci sono anche molti peccatori, che vivono in aperta violazione del loro patto con Dio. E là anche si posso trovare, ahimè, talvolta anche sui pulpiti, coloro che sono di spirito ribelle e orgoglioso, che si prendono anche scherno della Parola di Dio e la rendono vuota per mezzo delle loro tradizioni. Usciamo fuori da loro; e neanche sediamo, né stiamo, né camminiamo in compagnia di costoro (Riv. 18:4; Isa. 52:11). Stiamo con Dio, anche se dovesse sembrarci che ciò implica rimanere da soli. Il Signore conosce quelli che sono suoi e ha già più che settemila che non si piegano all’idolo del settarismo”.

Ubbidienza ai princìpi della buona amicizia portava felicità invece che isolamento:

“Alcuni potrebbero pensare che uno così isolato avrebbe un destino infelice; ma non è così, piuttosto è veracemente scritto che egli ha un'esperienza piacevole. Si delizia giorno e notte meditando sulla volontà di Dio e il suo piano. Nel far questo egli prova una gioia e una pace che il mondo e la chiesa mondana non possono dare, né portare via. Uno così consacrato e pieno dello spirito del Signore vede che le leggi di giustizia di Dio non sono restrittive e neanche si sognerebbe di esserne liberato, e come il Signore egli può dire: 'Mi diletto nel fare la tua volontà, o mio Dio: la tua legge è incisa nel mio cuore'. ... Questi figli di Dio che hanno raggiunto tale grado di sviluppo non si inaridiscono e non diventano morti e infruttiferi, ma poiché la radice della loro nuova vita è nutrita dal fiume della grazia di Dio e dalla verità, essi sono sempre freschi, gioiosi e fruttiferi. Essi, aggiungendo alla fede virtù, affetto fraterno, e amore, non sono infruttuosi in quella conoscenza o sapienza che sicuramente arriva su tutti quelli che hanno comunione e amicizia con Dio. Qualunque cosa fanno avranno successo. Non hanno piani per sé stessi: desiderano che sia fatta la volontà di Dio. E poiché il piano di Dio avrà successo (Isa. 55:11) anche il loro piano riuscirà; perché è lo stesso”.

Possiamo notare ancora che questa non è quella mancanza di diritti che Abrahams e altri usano come immagine preconfezionata. È un impegno su termini regolati dalla santità. Se il mondo è volgare ed empio i cristiani non ne ricercano l’associazione, ma è comunque popolato da persone che hanno bisogno di udire il vangelo e a cui devono manifestare un atteggiamento cortese. Alcuni storici e numerosi sociologi citano questo commento e altri simili per far intendere che gli associati alla Watch Tower erano privati di qualcosa e depressi. Essi fraintendono lo spirito religioso del tempo.

Samuel L. Beiler, che era professore al Boston College, un'istituzione metodista, scrisse anche lui un commento su questo Salmo suggerendo per lo più le stesse cose di Russell:

“Gli schernitori sono quelli che si fanno apertamente beffe della religione, dicono blasfemie, la scherniscono. Questi … sono uguali a quelli menzionati ai giorni del salmista. Hanno ancora un posto dove si ‘siedono’ cioè si radunano per formare una deliberata cospirazione nella malvagità. ‘Sedersi’ dove si ‘siedono’ loro non significa essere necessariamente un aperto blasfemo, ma potrebbe significare essere un membro silente di tale compagnia che sta a sentire e condivide quei sentimenti. Guardatevi dallo scherno, dalla derisione, dal disprezzare le cose sacre. Tale spirito indica un cuore vuoto di cose buone e di Dio, ed è vicino alla distruzione. … L’empio … sarà come la pula soffiata via dal vento. … nel grande giorno del giudizio i cuori che sono come vuoti involucri saranno considerati mancanti …”

Quei moderni scrittori che suggeriscono che i credenti della Watch Tower erano specialmente alienati dal mondo, sono significativamente avulsi dallo spirito religioso dell’epoca. La teologia della Watch Tower – in merito alla santità e alle obblighi degli associati – si inserisce perfettamente nelle fede comune dell’epoca. Tornando alle evocazioni di Abrahams, dovremmo osservare che il terzo termine da lui suggerito “ansiosi”, non ci sembra che sia mai stato usato nel senso che egli propone. Poiché egli non cita alcun riferimento, non ci è nemmeno possibile seguire la traccia della sua ricerca.

La rivista Zion’s Watch Tower e gli evangelizzatori viaggianti fungevano da punto di contatto fra i “due o tre” e quelli che erano isolati. Hamilton Lincoln Gillis, dopo il memoriale della cena del Signore del 1887 scrisse a Russell dalla contea di Preston, nella West Virginia,mettendo in evidenza l’interesse per i piccoli gruppi. Russell pubblicò la sua relazione nella Torre di Guardia di maggio 1887:

“Ho il grande piacere di relazionare di un grande interesse e di incontri profittevoli, nella sera del giorno sette del corrente mese, di una piccola compagnia, sedici di numero, che hanno ‘osservato il convito’ in ricordo del ‘nostro agnello pasquale, scannato per noi’. Abbiamo ricordato i più che sono isolati, che non sono stati così privilegiati; anche i piccoli gruppi di due o tre, e le compagnie come la nostra, qua e là sparsi per tutta la terra. Abbiamo pregato anche per i cari fratelli e sorelle di Allegheny; e non abbiamo dubitato che anche noi siamo stati ricordati, e questa convinzione ci ha dato coraggio e forza nel nostro glorioso privilegio. Tutti noi siamo uniti nell’inviare il nostro amore e simpatia a voi e alla sorella Russell, e a tutta la famiglia della fede che ha il privilegio di stare in vostra compagnia”.

[1] E. H. Abrahams: Charles Taze Russell and the Jehovah’s Witnesses, American Studies, 1977, pagina 61.
[2] C. T. Russell: Prepare Ye for the Kingdom, The Watch Tower, 15 gennaio 1912, pagine 32-33.
[3] C. T. Russell: In the Vineyard, Zion’s Watch Tower, ottobre/novembre 1881, pagina 5.
[4] C. T. Russell: View from the Tower, Zion’s Watch Tower, agosto 1884, pagina 1.
[5] C. T. Russell: God is in the Midst of Her, Zion’s Watch Tower, agosto 1891, pagine 108-109.
[6] C. T. Russell: The King of Zion, Zion’s Watch Tower, 15 marzo, 1892, pagine 90-91.
[7] Il commentario di Beiler si trova nel : Boston Homilies: Short Sermons on the International Sunday School Lessons for 1892, pagina 113ff.
[8] Lettera di H. L. Gillis a Russell, Zion’s Watch Tower, May 1887, pagina 8. [Non presente nella ristampa] Gillis era nato a Pittsburgh, Pennsylvania, nel giugno 1836 da Ander e Isabelle Gillis. Circa nel 1857 sposò Isabel Crawford. Ebbero Quattro figli. Durante la Guerra Civile servì come soldato semplice nel 6° reggimento di cavalleria West Virginia (per l’Unione). Sebbene alcune genealogie online dicono che morì nel 1916, in realtà morì nel 1906. Gillis era in Australia tra il 1895 e 1897 come cercatore di Opale. Al suo ritorno, lui e altri furono derubati da un certo Aleck Cramer [Articolo: ‘Raggirato dal suo amico’, San Francisco Call, 10 marzo 1898). Fece ritorno nella West Virginia
[Modificato da roberto.dahen 30/06/2014 15:04]


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30/06/2014 15:24
 
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Finalmente mi ricordo di ringraziarti, caro Roberto, per il materiale che posti: per un appassionato studioso della storia dell'Organizzazione come me, sono la manna, anzi.... la
Manna Celeste Giornaliera! [SM=g7350]


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30/06/2014 22:35
 
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Re:
Jacopo Belbo, 30/06/2014 15:24:

Finalmente mi ricordo di ringraziarti, caro Roberto, per il materiale che posti: per un appassionato studioso della storia dell'Organizzazione come me, sono la manna, anzi.... la
Manna Celeste Giornaliera! [SM=g7350]



Grazie a te. Il complimento è girato Bruce W. Schulz, autore dell'articolo.

C'è qualcuno interessato a essere iscritto a Watch Tower History 2 (il blog è solo in inglese). Se qualcuno ha un interesse storico, conosce l'inglese, e pensa di poter contribuire qualcosa mi mandi una mail in privato per ulteriori informazioni.


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01/07/2014 07:29
 
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Straordinario articolo!
Oltre a fare un'analisi logica delle assurde critiche mosse a Russell ed agli Studenti Biblici, ne fa rivivere il clima genuino e fresco nel quale sbocciava e si sviluppava l'amore per la Verità e quel desiderio , immutato ancora oggi, che ti motiva ad essere diverso dalla massa e a cercare occasioni e modi di trasmettere al prossimo la buona notizia del Regno.

Grazie Roberto!

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01/07/2014 21:07
 
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Questa casa è in vendita. Per 400 mila dollari (300 mila euro) è vostra e nel prezzo è inclusa la ristrutturazione a vostro piacimento. Era la casa di Charles T. Russell e di suo padre.
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i cattolici lo comprerebbero per farne un santuario
poi organizzerebbero tour e pellegrinaggi..
un investimento [SM=g27987]
08/07/2014 12:03
 
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Questa che segue è la parte iniziale dell'opuscolo "L’OBIETTIVO E LA MANIERA DEL RITORNO DEL NOSTRO SIGNORE" scritto da Russell nel 1877. Non ci saranno altre parti a seguire.



L’OBIETTIVO E LA MANIERA DEL RITORNO DEL NOSTRO SIGNORE, 1877

__________________________________
di C. T. RUSSELL PITTSBURGH, PA.
__________________________________


“Badate a voi stessi, che talora i vostri cuori non siano aggravati . . . . dalle ansiose sollecitudini di questa vita, e che quel giorno non vi venga addosso all’improvviso come un laccio”. – Luca 21:34


ROCHESTER, N. Y. UFFICIO DELL’ARALDO DEL MATTINO, 1877


CAPITOLO 1 - L’OBIETTIVO DEL SECONDO AVVENTO

Che il nostro Signore si proponesse che noi come suoi discepoli capissimo, che per qualche scopo, in qualche maniera, e in qualche tempo, egli sarebbe ritornato, è, presumiamo, ammesso e creduto da tutti coloro che hanno familiarità con le Scritture. Ma l’obiettivo di questa sua venuta è visto da così tante differenti posizioni, e contemplato in così tanti colori, quanti sono i binocoli; e con ogni osservatore che onestamente e sinceramente desidera vedere e capire l’argomento in modo corretto. Non proveremo in queste poche pagine a dire tutto quello che può essere detto sull’argomento, ma semplicemente offriremo una descrizione di ciò che noi intendiamo saranno gli eventi e l’ordine in cui accadranno; e daremo, per quanto lo spazio ci consentirà, l’evidenza scritturale a sostegno. Nel far ciò, ci sforzeremo di esercitare cortesia cristiana quando ci riferiremo alle vedute di fratelli che differiscono dalle nostre.

Lo scrittore crede che per avere una giusta comprensione di questo argomento, è necessario avere qualche chiaro concetto del piano di Dio per la salvezza del mondo del genere umano. Se riusciremo a farlo, incontestabilmente avremo informazioni molto preziose nella considerazione del nostro argomento; poiché in quel piano, non solo il primo ma anche il secondo avvento riveste un compito importante. Ecco allora che sorge una domanda vitale, e cioè:

DIO HA UN PIANO?

Oppure, in un momento di ozio, diede forma a questo mondo e portò all’esistenza noi, sue creature, semplicemente per esercitare il suo potere creativo; completamente incurante e disinteressato di ciò che avrebbe comportato per noi quell’esistenza? Molti che amano il Signore parlano dal profondo del loro cuore di lui e delle sue opere come se fosse proprio questo il caso. Pensano alla caduta di Adamo, a causa di cui “il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo [o come risultato] del peccato v’è entrata la morte”, come a un’emergenza completamente inaspettata e inattesa dal Creatore.

Ciò naturalmente considera la salvezza provveduta tramite il nostro Signore Gesù Cristo come un pensiero successivo. Dio, essendo stato frustrato da un agente della sua stessa creazione, - il Diavolo,- ora deve riparare al danno provvedendo un mezzo tramite cui alcune di queste creature possano essere salvate. Essi considerano la lotta passata e presente tra il bene e il male, come una corsa tra Dio e il Diavolo, in cui, alla lunga, il Diavolo ha avuto finora maggiore successo. Loro comunque sperano e confidano, che prima che finiscano tutte le cose, il numero dei salvati sarà maggiore di quelli persi: e così Dio, anche senza alcun piano, vien fuori come un conquistatore.

Ma, amici cristiani, Colui che ha voluto rimproverare un uomo per aver costruito una torre senza prima calcolare il costo, edificherà e popolerà un mondo senza conteggiare il costo? No, davvero; Dio ha, e ha sempre avuto, un piano – un proposito; e il suo proposito si realizzerà. Egli “opera tutte le cose secondo il consiglio della propria volontà”.

Non solo questo è vero, ma Egli ha rivelato il suo piano negli “Scritti sacri, i quali possono renderti savio” e ci ha dato il suo spirito santo per illuminare la nostra comprensione “affinché conosciamo le cose che ci sono state donate da Dio” (1 Cor. 2:12). Queste cose, né il mondo né i cristiani con una mente carnale sono in grado di vedere (v. 14); sono rivelate dallo spirito in risposta a una diligente ricerca. “Figliuol mio, se ricevi le mie parole e serbi con cura i miei comandamenti, prestando orecchio alla sapienza e inclinando il cuore all’intelligenza; sì, se chiami il discernimento e rivolgi la tua voce all’intelligenza, se la cerchi come l’argento e ti dai a scavarla come un tesoro, Allora intenderai il timor dell’Eterno, e troverai la conoscenza di Dio”. Quando lo spirito sarà venuto, vi guiderà in tutta la verità.

Lo spirito fa questo, come abbiamo visto, per mezzo della Parola, la lampada. Ma la parola di Dio, la Bibbia, è una rivelazione non intesa semplicemente per un decennio o per un secolo; ma per le circostanze del suo popolo, in ogni tempo e in tutte le epoche. Ci è continuamente rivelata qualche nuova, fresca bellezza, di cui solo qualche attimo prima neanche ci sognavamo. Ciò accade a causa del continuo svelamento della verità, quando diventa “cibo a suo tempo” per la “famiglia della fede”; con un’altra illustrazione la stessa parola è comparata a una “lampada ai nostri piedi”; perché “il sentiero dei giusti è come la luce che spunta e va sempre più risplendendo, finché sia giorno perfetto”. Risplendeva in una certa misura ai giorni di Enoch, e da allora ha continuato a crescere: non che la luce di ieri sia ora tenebre; ma, c’è molta più luce oggi, con la quale possiamo meglio apprezzare quella di ieri.

Abbiamo, come chiesa, tutta la luce ora? Certamente no; né l’avremo fino al giorno perfetto. Mentre ricordiamo, allora, che

“Dio si muove in un modo misterioso
Per adempiere le sue meraviglie”


dovremmo essere pronti e prestare attenzione al più immediato barlume del prossimo svelamento della sua rivelazione di sé stesso e del suo piano: ricordando che:

“I suoi propositi maturano rapidi
Schiudendosi ogni ora”


Vedremo ora che possiamo trovare il piano di Dio rivelato nella sua parola e che mediante quella stessa parola possiamo farci un’opinione dell’obiettivo del ritorno del nostro Signore.

Deponiamo un fondamento quindi, e chiediamoci se il piano è rivelato a tal punto che possiamo pienamente comprenderlo, e vedere la relazione che esiste fra i modi di agire di Dio nel passato e nel presente, oppure no: Noi crediamo che: Primo; Dio ha un proposito, o un piano. Secondo; che quel piano è basato sull’amore, poiché “Dio è amore”. – 1 Giov. 4:8.

Non vogliamo mettere da parte la giustizia di Dio; piuttosto vogliamo capire se il suo piano si accorda con la sua personalità – basata sull’Amore – perché Dio “non può rinnegare se stesso”.

La chiesa cristiana è pressappoco equamente divisa sulla questione dell’Elezione contro la Libera Grazia, o Calvinismo contro Arminianesimo; un piccolo numero, in proporzione, crede all’Universalismo o nella finale salvezza eterna di tutto il genere umano. Indubbiamente tutti coloro che sono familiari con le Scritture sanno che ognuna di queste posizioni è sostenuta da molte scritture; eppure, possono essere tutte vere? Non ci dovrebbe essere qualche collegamento che le armonizzi e le concili? Certamente questo è il caso, poiché la Parola di Dio non è si e no. Prendiamo separatamente in esame le prime due, Calvinismo e Arminianesimo; la terza, l’Universalismo, è così recisamente contraddetta da molte dirette scritture, che la lasceremo da parte. E quello che abbiamo da proporre sulle prime due non è con l’intenzione di scagliarci contro alcuno dei “tralci della vera vite”; ma espressa con vigore, per richiamare speciale attenzione agli aspetti più sconvenienti di quelle dottrine, che i loro più valenti avvocati, concederanno, sono punti deboli.

...............



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17/07/2014 12:18
 
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Nel mio blog personale, potete leggere un altro pezzo dell'opuscolo di russell del 1877 "L'obiettivo e la maniera del ritorno del nostro Signore"

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roberto.dahen, 2014/07/17 12:18 PM:

Nel mio blog personale, potete leggere un altro pezzo dell'opuscolo di russell del 1877 "L'obiettivo e la maniera del ritorno del nostro Signore"

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Ma questo blog è una miniera d'oro! [SM=g27987]
12/08/2014 22:11
 
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Molti hanno già letto questo post sul mio blog personale, ora lo metto a disposizione anche sul mio forum preferito.

C. T. Russell 1877 - L’OBIETTIVO E LA MANIERA DEL RITORNO DEL NOSTRO SIGNORE - 2
. . . Continuazione del post precedente

Alla morte di Gesù avviene un altro cambiamento. La Legge finisce. Dio pose fine alla Legge, “inchiodandola sulla croce” e introducendo una nuova dispensazione, il vangelo della grazia sotto la legge dello Spirito. Questo non è ristretto a una sola nazione, come accadeva per la legge, ma accessibile a tutti, per essere “predicato per tutto il mondo, onde ne sia resa testimonianza” prima che quest’età finisca (Matt. 24:14). Ma sebbene possiamo esserne inconsapevoli mentre la presentiamo a tutte le persone, Dio ha guidato e diretto il suo corso. Sotto tale direzione, noi dell’Europa e dell’America, siamo stati maggiormente favoriti degli abitanti di altre parti della terra. Perché la luce di verità e salvezza, partì dal nostro Signore e dai suoi apostoli in Palestina, viaggiando a nord e occidente attraverso l’Europa e l’America, piuttosto che a sud e oriente attraverso l’Africa e l’Asia? È accaduto così per caso? Oh no! Il nostro Padre è al comando; non guida Egli la sua verità?
Vero, ora la Bibbia è stampata nelle lingue di ogni nazione. Ora è stata “predicata in tutto il mondo” (non a tutti i singoli individui), e possiamo anche dire che è stato compiuto durante il secolo presente. Eppure oggi, quattro persone su cinque degli abitanti della terra non sanno che Gesù morì per loro. Ecco qui un senso in cui Dio sta anche oggi eleggendo. Ha eletto di mandare il vangelo a voi e a me e ai nostri padri. Ma, potrebbe dire qualcuno, Dio non opera per mezzo dell’opera di altri? Si, Egli ha voluto che il suo popolo si mettesse all’opera anche con quel denaro e capacità che così liberamente ci ha donato, in modo che possiamo, per mezzo di missioni che Egli benedirà, avere il privilegio di essere suoi collaboratori.
A gran parte di questo noi possiamo profondamente assentire. Crediamo che per mezzo di noi Dio stia operando: che si compiace del nostro zelo messo al suo servizio. Ma noi non possiamo per un solo momento supporre che il benessere eterno di quattro quinti della famiglia umana dipenda unicamente dallo zelo e liberalità dell’altro quinto. No! No!! Il Dio d’amore non sperimenta a spese dell’eterna felicità della gran parte delle sue creature.
Vediamo quindi, che in un certo senso Dio ha finora eletto la chiesa. Ma perché? Egli deve avere un proposito e un obiettivo nel fare così. Dio ha un piano, e senza dubbio è più grande e nobile di qualsiasi altro mai concepito dal cuore dell’uomo. Cosa dicono le Scritture?
Dicono che il piano di Dio è dichiarato in una frase nella promessa fatta ad Abraamo: “In te e nel tuo seme tutte le famiglie della terra saranno benedette”. Paolo, in un ispirato commento su questa promessa, afferma: “Non dice ai semi come se si trattasse di molti; ma come parlando di uno solo, al tuo seme, ch’è Cristo” (Gal. 3:16). È a Gesù Cristo singolarmente che si riferisce come al seme? No: riferendosi alla promessa fatta originariamente ad Abraamo l’apostolo continua al versetto 29 dicendo: “Se [voi la chiesa] siete di Cristo, siete dunque progenie d’Abramo; eredi, secondo la promessa”. Comprendiamo quindi che quando Dio parlava ad Abraamo ci aveva incluso nel suo piano. Non si parla solo di Cristo Gesù, che è il capo di questo seme, ma anche di coloro che sono di Cristo – il piccolo gregge – descritti come membra del corpo. Questo unico seme sarà completo solo quando l’ultimo membro di quel corpo sarà reso perfetto. Questo pensiero è espresso in tutte le epistole in cui Cristo è descritto come il capo del corpo, che è la chiesa (Col. 1:18; Ef. 4:12; 5:25-32; 1 Cor. 12:12,27; Rom. 12:5; ecc.) L’illustrazione è sviluppata ulteriormente. Noi, che siamo suoi discepoli, veniamo descritti nell’atto di completare quello che mancava alle sofferenze del Cristo (Col. 1:24; 2 Cor. 1:5; 2 Tim. 2:10). E abbiamo la promessa “che se soffriamo con lui, regneremo anche con lui”.
La promessa, secondo cui noi siamo eredi, ci dice che quando questo seme sarà completato, tutte le nazioni saranno benedette in esso. La promessa fatta al tempo dell’Eden che il seme della donna avrebbe schiacciato la testa del serpente, annientato il male e il peccato, è un’altra di cui noi siamo eredi associati. Ma Gesù non schiacciò Satana quando morì? No; la morte di Cristo e la conseguente persecuzione della chiesa significarono “lo schiacciamento del calcagno”. Paolo disse: “Satana sarà presto schiacciato sotto i piedi della chiesa,” – chiesa composta sia dalla testa che dal corpo (Rom. 16:20). Ancora lo stesso pensiero è espresso con l’illustrazione de

LA SPOSA E LO SPOSO
La chiesa è rappresentata come una casta Vergine promessa in sposa a Cristo ( 2 Cor. 11:2). In quanto tali siamo ora promessi in sposi, e abbiamo ricevuto il suggello di quella promessa – i primi frutti dello Spirito. Non sposati, non sposa già, ma spettando e desiderando ardentemente l’unione con lo sposo. Quando egli andò via disse: “Tornerò e v’accoglierò presso di me”. Lo espresse nella parabola delle “Dieci Vergini”. Quando “lo Sposo venne, quelle che erano pronte entrarono con lui in matrimonio”. Là e allora inizieremo la piena realizzazione delle “cose che Dio ha riservato per coloro che lo amano”.
Tutti, supponiamo, sono d’accordo con noi, quando diciamo, che non ha importanza quanta immensa gioia abbiamo prima della risurrezione, perché certamente aspetteremo fino ad allora per afferrarne la piena misura: Tutta la chiesa o il corpo sarà completato prima che le finali ricompense siano date. Perciò, quando rammenta gli antichi degni, l’Apostolo dice: “non ottennero quello ch’era stato promesso . . . ond’essi non giungessero alla perfezione senza di noi” (Eb. 11:39, 40). E di se stesso, quando stava per morire, disse: “Io ho combattuto il buon combattimento . . . mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione” (2 Tim. 4:8). Vero, noi ora abbiamo e gioiamo di molte benedizioni in Cristo. Ora noi abbiamo la pace che il mondo non può mai dare né portare via. Ma tutto questo non è che un assaggio; il valore della gloria va oltre. Noi ora, in un certo senso, abbiamo iniziato il nostro ufficio, come re e sacerdoti, vincendo su noi stessi e sulla concupiscenza della carne, e “offrendo sacrifici spirituali a Dio”; ma è solo nello stesso senso che di noi viene anche detto che siamo risorti con Cristo, e sediamo con Lui in luoghi celesti. Grazie alla fede nelle sue promesse noi anticipiamo la gloria e il resto che deve ancora adempiersi; e sebbene ridotti alle strette da sofferenze e guai della vita, abbiamo una pace che il mondo non conosce.
Quando il Signore promette, dicendo: “A chi vince concederò di sedere con me sul mio trono”, e “A chi vince e persevera nelle mie opere sino alla fine, darò potere sulle nazioni”, intende dire proprio così? Deve egli “sedere sul trono della sua gloria?” Eserciterà il suo gran potere e regnerà sulle nazioni? Certo. La sua parola non può fallire; ci sarà un regno reale sulle nazioni governato da noi (la chiesa) e da Gesù. Dio diede “Cristo per essere il capo del corpo”, e “Colui che ci ha dato liberamente Cristo, non ci darà liberamente insieme a lui anche tutte le cose?” Si, in verità, fratelli, non abbiamo ancora conseguito “la nostra alta chiamata che è di Dio in Cristo Gesù”. Noi siamo chiamati ‘la figliolanza di Dio’, e non solo per appartenere a lui, ma per essere anche eredi associati a Gesù Cristo nostro Signore. Questa è la piccola compagnia che Dio previde in Eden, mediante la quale fra breve egli schiaccerà Satana e “benedirà tutte le famiglie della terra”. È questa compagnia di cui parla dicendo “Dio ha visitato i Gentili per prendere fra loro un popolo per il suo nome”. Noi siamo la Vergine, che presto riceverà il nome del nostro Signore, “un nuovo nome scritto che nessun uomo conosce tranne colui che lo riceve”.
È per loro che Gesù pregò: “Non prego per il mondo, ma per quelli che mi hai dato” e “non solo per questi, ma anche per tutti quelli che crederanno in me per mezzo della loro parola” “affinché siano tutti uno, come tu, Padre, sei unito a me ed io sono unito a te, anche loro siano uniti a noi” (Giov. 17). Questa unione e unità il Signore non l’aspettava per il tempo presente. Egli ci dice che è venuto per portare la divisione. Conseguentemente non è deluso né impedito nei suoi piani. Nella parabola del grano e delle zizzanie, ci dice che il nemico avrebbe seminato le zizzanie in mezzo al grano, e questi due sembrano così uguali che non possono essere separarli. “Lasciateli crescere insieme fino alla mietitura – la mietitura è la fine del mondo” [aion, cioè età] allora li separerà per mezzo degli angeli.
Inoltre, poiché Gesù dice: “Il Padre mi ascolta sempre”, potremmo sapere che in un certo tempo tutti noi saremo uno in lui. Quando? Alla risurrezione, quando saremo uniti al nostro capo, divenendo un “unico seme”, al matrimonio quando saremo uniti allo Sposo e diventeremo uno. Ma sebbene questa preghiera fosse principalmente per la chiesa, Gesù amava anche il mondo intero. Si, egli morì per il mondo, e coloro che lo abitano hanno un posto in questa preghiera. Ma notate dove. Egli prega prima per la chiesa, affinché coloro che la compongono possano essere uno in Lui; quindi l’oggetto dell’unione è “che il mondo possa credere”. Ma la credenza del mondo e la preghiera affinché ciò avvenga, avvengono dopo il matrimonio della casta Vergine. Per questo matrimonio “noi, che abbiamo le primizie dello spirito, anche noi stessi gemiamo in noi medesimi, aspettando l’adozione, la redenzione del nostro corpo”; questo unico corpo di cui ognuno di noi è membro.
Quando noi (la chiesa del vangelo) saremo redenti, il piano di Dio sarà stato completato? No. Sarà solo l’inizio. C’è un piano più grande e nobile. Non solo noi gemiamo per il compimento del matrimonio, ma abbiamo visto dalla preghiera del nostro Signore che il mondo ha un posto in esso, e Paolo positivamente afferma che: “tutta la creazione geme insieme ed è in travaglio”. Cosa stanno aspettando? Certamente non quello che aspettiamo noi. Non si aspettano di far parte del corpo. No: “la creazione con brama intensa aspetta la manifestazione dei figliuoli di Dio” (Rom. 8:19). Non del Figlio di Dio, ma dei figli. “Diletti, ora siamo figli di Dio”.
Quale interesse ha il mondo nella nostra manifestazione o risplendore? Semplicemente questo: Che finché non saremo manifestati, sebbene siamo già “la luce del mondo”, e il mondo è benedetto da questa luce, come è scritto “così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli”, tanto più il mondo sarà benedetto quando “risplenderemo come il sole nel regno”, quando saremo separati dal mondo e dalle zizzanie durante la mietitura (Matteo 13:43). Se ora siamo una benedizione per il mondo come portatori di luce, per quanto povera e debole spesso sia questa luce, perché dovremmo sorprenderci se la speranza del mondo è che la chiesa risplenda pienamente? Paolo ci dice il motivo per cui le persone del mondo aspettano e gemono per la nostra manifestazione: “La creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella gloriosa libertà dei figli di Dio”. Questo significa che quando la chiesa sarà stata liberata dalla condizione attuale di schiavitù alla corruzione (soggetta alla morte), allora il mondo in gran parte avrà una medesima opportunità, perché l’obiettivo è che “il mondo possa credere” affinché possano “entrare nella gloriosa libertà dei figli di Dio”. Saranno figli, ma non coeredi. Questa sarà la sola distinzione tra loro e noi che siamo la chiesa del vangelo.
Dio ama tutte le sue creature, non perché noi amiamo lui, ma per pura benevolenza. “Dio amò così tanto il mondo” mentre noi eravamo ancora peccatori. Ma Egli è un Dio di ordine. Ha un piano e lo sta realizzando. Durante i passati seimila anni di storia ha predisposto preparando i mezzi mediante cui benedire il mondo. Il tempo sembra lungo a noi mortali, ma non così a lui che è dall’eternità all’eternità.
Questo “piccolo gregge” che riceve il Regno è composto da primizie delle creature di Dio ( Giac. 1:18; Riv. 14:4). Se ci sono le primizie, ci deve essere anche un raccolto più grande, altrimenti il linguaggio è privo di senso. Efesini 2:7 dichiara qual è l’obiettivo della nostra salvezza: “per mostrare nelle età a venire l’immensa ricchezza della sua grazia”. . .
[Modificato da roberto.dahen 12/08/2014 22:13]


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