151) Kazuhiro Kunimochi (1951-vivente)
Torre di Guardia 1/4/11 pag.29
indice di notorietà: **
paese:
Giappone
ciclista
sei volte vicecampione del Giappone
Ha proseguito nella sua attività professionale dopo il battesimo?
NO
La letteratura Watch Tower ha mai fatto cenno a questo VIP?
SI (Torre di Guardia 1/4/2011 pagg. 29-30)
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Nativo di Shizuoka, viene introdotto sin da giovanissimo dal padre (un venditore di biciclette) nell'ambiente del ciclismo, per il quale rivela un talento ragguardevole già negli anni delle scuole superiori. Raccoglie presto i primi frutti, vincendo il titolo di miglior esordiente al debutto nel ciclismo professionistico. Nel 1971 Kunimochi (che si guadagnerà il soprannome di 'gambe d’acciaio del Tokai') partecipa al suo primo campionato nazionale. Il sito
Memoire du Cyclisme (
link) lo registra per 17 anni consecutivi, e cioè fino al 1987, come partecipante individuale (ossia non legato ad uno specifico club o sponsor) al campionato nazionale del Giappone, durante i quali si classifica per ben sei volte al secondo posto. Lo sport gli procaccia fama e ricchezze, ma non la serenità di spirito, che consegue solo dopo la conversione ai testimoni di Geova, avvenuta probabilmente nel 1987 / 1988.
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Kazuhiro Kunimochi ha narrato la sua vita nella Torre di Guardia del 01 aprile 2011, pagine 29-30, che si riporta di seguito.
Esperienza di Kazuhiro Kunimochi (Torre di Guardia 1/4/2011, pagg. 29,30 - CLICCA PER VISUALIZZARE
“Mi sentivo insoddisfatto, solo e vuoto”. — KAZUHIRO KUNIMOCHI
NATO NEL 1951
PAESE DI ORIGINE: GIAPPONE
TRASCORSI: CICLISTA DALLO SPIRITO COMPETITIVO
IL MIO PASSATO: Sono cresciuto in una tranquilla cittadina portuale della prefettura di Shizuoka, in Giappone. Eravamo otto in famiglia e vivevamo in una piccola casa. Mio padre aveva un negozio di biciclette. Sin da quando ero piccolo mi aveva portato a vedere gare ciclistiche e aveva fatto nascere in me l’interesse per lo sport. Poi cominciò a fare piani perché diventassi un corridore professionista. Frequentavo ancora le scuole medie quando cominciò ad allenarmi sul serio. Alle superiori vinsi per tre anni consecutivi dei titoli a livello nazionale. Mi venne offerta la possibilità di andare all’università ma decisi di frequentare direttamente una scuola di ciclismo. A 19 anni diventai un ciclista professionista.
A quel tempo lo scopo della mia vita era diventare il miglior ciclista del Giappone. Volevo fare un sacco di soldi per dare alla mia famiglia sicurezza e stabilità. Mi buttai a capofitto negli allenamenti. Quando mi sentivo scoraggiato per la severità degli allenamenti o per la difficoltà di un tratto di gara, mi ripetevo continuamente che ero nato per correre in bicicletta e che in un modo o nell’altro dovevo andare avanti. Così feci, e il mio duro lavoro cominciò a dare i suoi frutti. Il primo anno vinsi il titolo di miglior esordiente. L’anno successivo mi qualificai per il campionato nazionale del Giappone. Per sei volte arrivai secondo in quella gara.
Nel periodo in cui ero fra i migliori corridori nipponici, ero chiamato “le gambe d’acciaio del Tokai”, una zona del Giappone. Avevo uno spirito molto competitivo. Col tempo iniziai a essere temuto perché durante le gare ero spietato. Guadagnavo sempre di più e potevo permettermi qualsiasi cosa. Comprai una casa con una palestra dotata degli attrezzi migliori e un’automobile straniera che costava quasi quanto una casa. Per mettere al sicuro i miei soldi feci investimenti nel mercato immobiliare e in borsa.
Nonostante ciò, mi sentivo insoddisfatto, solo e vuoto. Ero sposato e avevo figli, ma spesso perdevo la pazienza con loro. Davo in escandescenze con mia moglie e i miei figli per delle inezie. Così cominciarono a scrutare ansiosamente le mie espressioni facciali per vedere se ero di cattivo umore.
A un certo punto però mia moglie iniziò a studiare la Bibbia con i testimoni di Geova. A ciò seguirono molti cambiamenti. Quando mi disse che voleva assistere alle adunanze dei Testimoni decisi che ci saremmo andati tutti insieme. Ricordo ancora la sera in cui un anziano venne a casa e cominciò a studiare la Bibbia con me. Quello che imparai mi colpì profondamente.
LA BIBBIA HA CAMBIATO LA MIA VITA: Non dimenticherò mai l’effetto che ebbe su di me Efesini 5:5, dove si legge: “Nessun fornicatore o impuro o avido — che significa essere idolatra — ha alcuna eredità nel regno del Cristo e di Dio”. Mi rendevo conto che le gare erano collegate al gioco d’azzardo e incoraggiavano l’avidità. La mia coscienza cominciò a esserne turbata. Sentivo che se volevo piacere a Geova Dio dovevo smettere di gareggiare. Fu però una decisione difficile.
Avevo appena terminato l’anno migliore della mia carriera, e aspiravo ad avere ancora più successo. Notavo che studiare la Bibbia mi dava un senso di calma e pace, qualcosa di ben diverso da quello che ci voleva per vincere le gare! Dopo aver iniziato a studiare gareggiai solo tre volte, ma le corse erano ancora nel mio cuore. Inoltre non avevo la più pallida idea di come avrei provveduto alla famiglia. Mi sentivo come bloccato, incapace di prendere una decisione, e i miei parenti cominciarono a rendermi la vita davvero difficile a motivo della mia nuova fede. Mio padre era amaramente deluso. Ero combattuto e sempre più stressato, per cui mi venne un’ulcera.
Ciò che mi aiutò in quel periodo difficile fu continuare a studiare la Bibbia e ad andare alle adunanze dei testimoni di Geova. Poco a poco la mia fede diventò più forte. Chiesi a Geova di ascoltare le mie preghiere e di aiutarmi a capire che le ascolta davvero. Lo stress si ridusse ulteriormente quando mia moglie mi assicurò che per essere felice non aveva bisogno di vivere in una casa grande. Lentamente feci progresso.
I BENEFÌCI: Constatai la veracità delle parole di Gesù riportate in Matteo 6:33: “Continuate dunque a cercare prima il regno e la Sua giustizia, e tutte queste altre cose vi saranno aggiunte”. Non ci sono mai mancate le “altre cose” a cui si riferiva Gesù, le cose necessarie per vivere. Anche se guadagno circa un trentesimo di quanto guadagnavo quando ero un corridore, in questi vent’anni non è mancato niente a me e alla mia famiglia.
Ciò che più conta, quando lavoro o sono impegnato in attività religiose con i miei compagni di fede, provo una gioia e una soddisfazione che non avevo mai provato prima. I giorni volano. Anche i rapporti in famiglia sono migliorati parecchio. I miei tre figli e le loro mogli sono diventati tutti fedeli servitori di Geova.
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[Modificato da EverLastingLife 22/05/2020 23:32]