mariodedde, 11/01/2017 19.24:
La poesia di Carducci in cui vi si trova il nome "Geova" si intitola "Inno a Satana"...non esiste alcuna poesia intitolata "Inno a Geova"...
Non mi pare...
Inno a Geova
Inno a Geova: a lui non tesse inganno
Il tempo da sua vita irradiato.
Ei sta su ‘l fertil ozio de 'l creato
Latamente tiranno.
Elettro il soglio; folgore di folta
Luce è l'amor che inneggia e lo incorona:
Lo aspetto è nube che corrusca tuona
E caligine molta.
Allor che il carro de lo sdegno ascende,
Com'ebro il suol sotto i suoi pié traballa,
E l'etra orrendamente s'incristalla
E folgori risplende.
È in suo sentier l'inferno e la paura;
Distruzion lo annuncia alto ululando;
E fischia il fuoco de l'immenso brando
Alta morte e sciaura.
Son d'acque molte romoreggiamento,
E quasi suono de lo Iddio sublime
I Cherubini: e de' monti le cime
Liquefa lo spavento.
Su l'asse incerto il sol si annotta e muore:
Urlando l'oceano alza le braccia,
Geme lo abisso, e la notturna faccia
Improfonda d'orrore.
Tal ti mirava il giovinetto mondo
Allor che la tua lancia il ciel coprio,
E suon rosso di folgori ruggìo
Per te l'etra profondo.
E da la luce ch'eternal s'india
Per là 've la sulfurea notte alberga
L'angiol voltò le abbrustolate terga
Per cui natura è ria.
Voltò: e Michel de la stellata spada
A vol ferocemente lo travaglia:
Tempestata de l'ali a la battaglia '
Tuona l'aerea strada.
Lungo incendio fischiante i giovinetti
Negri boschi divora; e spenti ed arsi
Stridendo i fiumi si esalar, disparsi
Pe' fumiganti letti.
Fuggì urlando l'oceano: e in monti immani
Impaurate s'alzar l'onde immense:
S'abbassarono i monti: ed i vulcani
Ghiaccio spavento spense.
O Re de le vendette, o de le pugne
Spirto sovrano, o tu primo e supremo,
O de l'inferno accenditor, ti tremo
E a te l'alma non giugne.
O tremendo, io che son? Polvere ed ombra
E vermi e pianto i' son: tu ne' tuo' rai
Eternamente immerso godi e stai:
Me cieca notte ingombra.
E pur ti canto: e l'anima rapita
Vede il terror di tanta tua vendetta;
E sotto il volo de la tua saetta
Si oscura impaurita.
E peste e fame e solitudin nera
In su le vie de 'l tempio gavazzanti
E 'l viso de la morte e i figli infranti
E la ruina fiera.
Struggi, uccidi, o tremendo. Il tempo cade
Nel vacuo de 'l passato: il mondo è nulla.
Tu sol gioisci in braccio a la fanciulla
Vergine eternitade.
Ahimè! li angioli sette! ahimè! la prova
De' scoppi e 'l suon di sangue e di portenti.
Deh! cessa, o mente, gl'infernal tormenti!
E viva a te, o Geòva.
Giosué Carducci 1852