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Yazidismo

Ultimo Aggiornamento: 12/12/2014 22:09
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17/08/2014 09:24
 
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Lo Yazidismo è la fede religiosa praticata dagli Yazidi o Yezidi (in curdo ئێزیدی, Ēzidī, Īzidī, in in arabo: ﻳﺰﻳﺪﻱ, Yazīdī, in turco Cyrāǵ Sândëren, prop. "spegnitori di lampade", in persiano Shaiôān peresht, "adoratori del diavolo"[1]), un popolo di origine curda, costituito da circa 300.000 individui[2]. Il gruppo principale, costituito da 150.000 yazidi, vive in due aree dell'Iraq: i monti del Gebel Singiār (al confine con la Siria) ed i distretti di Badinan (o Shaykhān) e Dohuk (nord-ovest del Paese). Il nord-ovest dell'Iraq è l'area originaria del popolo yazidi, insieme all'Anatolia sud-orientale (province di Diyarbakir e Mardin). Però la maggior parte degli yazidi residenti in Turchia sono emigrati in Germania negli anni '80 del XX secolo. Almeno 50.000 Yazidi vivono nell'ex Unione Sovietica (Armenia e la regione di Tiblisi in Georgia). Vivono anche in Siria, soprattutto nei dintorni di Aleppo (ca. 5000 nel Monte Simeone), e infine in alcune zone dell'Iran. Si stima che circa 50.000 yazidi sono emigrati verso l'Europa occidentale, soprattutto in Germania, in cerca di asilo e di occupazione.

Come nell'ebraismo la stessa parola indica una religione e un popolo, anche il termine yazidi identifica sia una religione sia il popolo che la professa.

Le origini

La religione Yazidi è una combinazione sincretistica di zoroastrismo, manicheismo, ebraismo e cristianesimo nestoriano sui quali sono stati successivamente aggiunti elementi islamici sciiti e sufi. Fanno parte della religione yazidi il battesimo, il divieto di mangiare certi cibi, la circoncisione, il digiuno, il pellegrinaggio, l'interpretazione dei sogni, e la trasmigrazione delle anime[3]. L'influenza sufi può essere notata nel vocabolario religioso, soprattutto nella terminologia della letteratura esoterica. Gran parte della mitologia è preislamica e risente delle dottrine dello gnosticismo; la cosmogonia ha molti punti in comune con le antiche religioni persiane.

La figura centrale dello yazidismo è Melek Ṭāʾūs, un angelo dalle sembianze di un pavone (Melek vuol dire appunto "angelo" e Ṭāʾūs significa "pavone"). Il culto di Melek Ṭāʾūs sembra contenere elementi propri di mitraismo, mazdeismo, manicheismo, islam e giudaismo. Con tutta probabilità, esso deriverebbe dall'antico culto preislamico proprio del popolo curdo.

Gli yazidi credono in un dio primordiale, la cui azione è terminata con la creazione dell'universo. Melek Ṭāʾūs, invece, è un'entità divina attiva, in origine un angelo ribelle che, dopo essere decaduto, si pentì e decise di ricreare il mondo che era stato distrutto. Riempì perciò alcune giare con le sue lacrime e se ne servì per estinguere il fuoco dell'Inferno. Con questo atto l'angelo si è riconciliato con Dio.

L'Angelo Pavone, padrone del mondo, è l'origine del Bene e del Male. Il compito degli uomini è di aiutare il Bene a prevalere. Secondo gli Yazidi, anche il Male è stato creato da Dio, ma ugualmente Dio vuole la vittoria del Bene. Gli uomini possono inavvertitamente compiere azioni malvagie, atte a favorire la vittoria del Male.[4] Immagini di pavoni, in bronzo o ferro, sono oggetti rituali devozionali.

Oltre a Melek Ṭāʾūs, altre sei divinità minori possono essere adorate. Dio, infatti, ha posto l'universo sotto la cura di sette "esseri santi" o angeli; Melek Ṭāʾūs è il "capo" (arcangelo) di essi[2].

Le sacre scritture dello Yazidismo sono Kitab al-Jilwa ("Libro della Rivelazione") e Mishefa Res ("Libro nero"), entrambi scritti in kurmanji, un dialetto della lingua curda.
Il mausoleo di Adi ibn Mustafa a Lalish.

Gli yazidi sono piuttosto diffidenti verso le persone di altre religioni e gran parte del loro credo è caratterizzato da un'accentuata riservatezza, che non consente agli studiosi di tracciarne compiutamente e soddisfacentemente i contorni. Per esempio, la preghiera (da effettuare due volte al giorno sempre in direzione del sole) non può essere recitata in presenza di persone estranee al culto di Melek Ṭāʾūs. Il mercoledì è il giorno sacro, sebbene sia il sabato ad essere considerato il giorno di riposo. A dicembre vi è poi una lunga festività della durata di tre giorni. Vi sono altri giorni sacri definiti dal Libro Nero, ad esempio il 20 luglio (indipendentemente dal fatto che cada di sabato) è definito di riposo perché sacro. Il significato di molte di queste ricorrenze non è però comunemente divulgato e tutto ciò ammanta di mistero la religione degli yazidi.

Lo yazidismo crede nella metempsicosi (le anime dei malvagi trasmigrano nel corpo di esseri inferiori fino al giorno del giudizio), mentre ai giusti è destinato il paradiso.

La riforma dello sceicco 'Abi

La forma con cui è conosciuto attualmente lo Yazidismo è il risultato della predicazione di 'Adi bin Mosāfer, teologo e religioso vissuto nell'XI secolo. Discendente della dinastia omayyade, studiò a Bagdad con Abu’l-Ḵayr Ḥammād al-Dabbās. Successivamente si stabilì non lontano da Mosul, dove iniziò la sua predicazione. In quella zona vivevano curdi nomadi che professavano una religione di origine persiana. 'Adi bin Mosāfer la riformò introducendo elementi dell'islam. Dopo la sua morte, la sua anima si unì a quella dell'Angelo Pavone attraverso la trasmigrazione. Da allora la tomba di 'Adi bin Mosāfer a Lālish (a nord di Mossul) è meta di un pellegrinaggio devozionale cui sono chiamati tutti i fedeli dello yazidismo.

Il pellegrinaggio rituale si svolge una volta all'anno e dura sei giorni. Durante la celebrazione, i fedeli si immergono nelle acque di un fiume, lavano le statue raffiguranti Melek Ṭāʾūs e accendono centinaia di lampade sulle tombe di ʿAdi e degli altri santi[2]. Nel corso della cerimonia viene anche sacrificato un bue, ragione per cui lo Yazidismo è talvolta associato al mitraismo.
17/08/2014 09:25
 
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Re: Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Non li avevo mai sentiti nominare, ma adesso sono tristemente alla ribalta, perche gli estremisti arabi li stanno massacrando...

Simon
12/12/2014 22:09
 
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Re: Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
"Gli yazidi vengono spesso definiti dai musulmani con l'appellativo spregiativo di 'adoratori del diavolo' (shaytan-parast), epiteto che diverse nazioni di viaggiatori europei hanno poi contribuito a diffondere. La definizione è sicuramente impropria, almeno se diamo all'espressione il senso piu' volgare di 'satanismo', ma è indubbio che le dottrine degli yazidi, nelle quali ha una parte centrale la figura dell''angelo caduto', hanno assunto delle connotazioni 'luciferine' particolarmente suscettibili di creare l'equivoco;

...

I testi yazidi ammettono la caduta in disgrazia di questo principe degli angeli, ma sostengono che Malak Ta'us avrebbe poi manifestato per settemila anni il suo pentimento, riempiendo di lacrime le sette anfore che hanno estinto i fuochi dell'inferno e hanno cancellato il male da tutto l'universo creato."

Islam - Giovanni Filoramo - Editori Laterza (p. 374-5)

Simon
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