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Mentana-Segre, la Memoria rende liberi

Ultimo Aggiornamento: 20/02/2015 15:27
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20/02/2015 12:53
 
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La vita interrotta di una bambina nella Shoah
(ANSA) - ROMA, 20 FEB - ENRICO MENTANA-LILIANA SEGRE - LA MEMORIA RENDE LIBERI. LA VITA INTERROTTA DI UNA BAMBINA NELLA SHOAH. (RIZZOLI; PAG. 227: Euro 17,50).
"E' questione di pochi anni e poi non ci saranno più testimoni della vita della shoah. E peraltro già oggi il loro racconto, la storia della loro esperienza nel girone infernale più raccapricciante della storia contemporanea, suscita una crescente indifferenza, come se fosse l'ennesima riproposizione di una vicenda già archiviata. E' quasi inevitabile che sia così, perchè la memoria (compreso il giorno dell'anno in cui essa viene ritualmente sollecitata) ormai si focalizza solo all'interno del perimetro di Auschwitz, il punto terminale della soluzione finale. E In questo modo la più spaventosa politica sistematica di persecuzione che il mondo abbia conosciuto perde il suo contesto, e diviene, una sorta di questione privata". Enrico Mentana, giornalista direttore e conduttore del TgLa7 raccoglie le memorie di una testimone d'eccezione Liliana Segre in un libro crudo e commovente, ripercorrendo l'infanzia di una donna coraggiosa: "Un conto è guardare e un conto è vedere, e io per troppi anni ho guardato senza voler vedere". "La mia era una famiglia di ebrei laici, come lo era la maggior parte delle famiglie di ebrei italiani: non ci attenevamo alla kasherrut, in casa nostra si mangiava di tutto, e non frequentavamo mai la sinagoga.
Liliana ha otto anni quando, nel 1938, le leggi razziali fasciste si abbattono con violenza su di lei e sulla sua famiglia, è cresciuta con suo padre Alberto, sua madre era morta quando lei aveva pochi mesi per un tumore. Discriminata come "alunna di razza ebraica", viene espulsa da scuola e a poco a poco il suo mondo si sgretola: diventa "invisibile" agli occhi delle sue amiche, è costretta a nascondersi e a fuggire fino al drammatico arresto sul confine svizzero che aprirà a lei e al suo papà i cancelli di Auschwitz. "Arrivati a Birkenau, fummo separati, uomini e donne, e io nei miei tredici anni spauriti, non conoscendo nessuna lingua straniera, senza capire dove mi trovavo lascia per sempre la mano di mio papà". Dal lager ritornerà sola, ragazzina orfana tra le macerie di una Milano appena uscita dalla guerra, in un Paese che non ha nessuna voglia di ricordare il recente passato né di ascoltarla. Dopo trent'anni di silenzio, una drammatica depressione la costringe a fare i conti con la sua storia e la sua identità ebraica a lungo rimossa. "Scegliere di raccontare è stato come accogliere nella mia vita la delusione che avevo cercato di dimenticare di quella bambina di otto anni espulsa dal suo mondo. E con lei il mio essere ebrea". Enrico Mentana raccoglie le memorie di Liliana, una testimone d'eccezione in un libro crudo e commovente, ripercorrendo la sua infanzia, il rapporto con l'adorato papà Alberto, le persecuzioni razziali, il lager, la vita libera e la gioia ritrovata grazie all'amore del marito Alfredo e ai tre figli. ''Tornata da Auschwitz ho vissuto mezzo secolo senza raccontare quasi nulla della mia storia. Ho affrontato anni da disadattata, disperata di essere viva, sentendo che la banalità dell'esistenza non poteva accogliere l'enormità di quanto avevo subito''. Oggi sa che non è possibile ''non si può dimenticare di essere ebrei".
Perchè, scrive Mentana "il ritorno di Liliana dall'inferno, come il ritorno di tutti gli altri scampati. E' una seconda condanna del mito degli Italiani 'bravi gente'. Semplicemente non si voleva sapere, e men che meno si voleva ricordare, come e da chi, era stato reso possibile tutto questo". La stessa capacità di enucleare con apparente distacco gli elementi indispensabili per capire la sequenza di fatti, ferocia, connivenze e casualità, sul piano inclinato di quella cacciata da scuola fino a Auschwitz e ritorno, che ha reso ancor più indispensabili le opere di Primo Levi. "Mai nessuno si è scusato con Liliana Segre. Parlare per lei è ancora duro, ascoltarla per voi è vitale".
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20/02/2015 15:27
 
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Ben vengsno libri e testimonnianze di questo tipo!

Purtroppo nonostante le inconfutabili prove e l'esistenza ancora in vita di migliaia di testimoni di quella barbarie, c'è ancora chi si ostina ad indulgere in teorie negazioniste.

Se lo fanno adesso, possiamo solo immaginare quello che diranno e faranno quando questi testimoni dell'olocausto non ci saranno più.
Chi insegnerà alle generazioni future quel pezzo di storia umana? chi aiuterà le coscienze dei giovani a respingere il razzismo, la discriminazione verso i diverso, etc.?

Personalmente ritengo che l'Olocausto sia ancora troppo poco approfondito e studiato nelle scuole.

Le scuole fanno i "viaggi di istruzione" a Rimini (con tutto il rispetto per Rimini) o le settimane bianche: perchè invece non portare tutti gli studenti a Dachau, Auschwitz, etc.? Forse le loro giovani coscienze sarebbero "toccate" e sensibilizzate... e ci sarebe più rispetto per i "diversi"...




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2 Sam. 22:26-27
Con qualcuno leale agirai con lealtà;
Col potente senza difetto ti comporterai senza difetto; con chi si mantiene puro ti mostrerai puro e con chi è perverso agirai come da sciocco.....
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