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Confutazione trasmissione radio Maria del GRIS di aprile 2015...

Ultimo Aggiornamento: 15/05/2015 19:26
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19/04/2015 13:54
 
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...sulla trasfigurazione/ palo o croce?
19/04/2015 14:01
 
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Apre la trasmissione don Fiorino, come di consueto, che da la parola ad Alessandro Spoto che affronta il tema della Trasfigurazione di Gesù.

Spoto afferma: "Il Corpo direttivo, fino al 1997, insegnava quel che insegna in cristianesimo tradizionale, cioè che Mosè ed Elia rappresentavano, nella Trasfigurazione, la Legge e i profeti".

Spoto cita poi il dizionario biblico PERSPICACIA NELLO STUDIO DELLE SCRITTURE, a pagina 1935:

"Nella trasfigurazione Mosè ed Elia rappresentavano evidentemente la Legge e i Profeti, che additavano Cristo e si adempirono in lui. Mentre in passato Dio aveva parlato per mezzo dei profeti, ora indicava che avrebbe parlato per mezzo di suo Figlio. — Gal 3:24; Eb 1:1-3".

"Russell stesso scrisse le stesse cose nella Torre di Guardia dell' 1/7/1900", aggiunge Spoto.

Dopo il 1997 ecco, però, il mutamento dottrinale.

Il corpo direttivo, nella Torre di Guardia del 15/5/1997, riporta in nuovo intendimento che contraddice quello che da sempre, fin dalle origini, era stato insegnato.

Spoto fa questa citazione dalla Torre di Guardia del 15/5/1997:

"12 Chi raffigurano dunque Mosè ed Elia nel contesto della trasfigurazione? Luca dice che apparvero insieme a Gesù “con gloria”. (Luca 9:31) Evidentemente raffigurano i cristiani che sono stati unti con lo spirito santo quali “coeredi” di Gesù e che pertanto hanno ricevuto la meravigliosa speranza di essere “glorificati” insieme a lui. (Romani 8:17) Gli unti risuscitati saranno con Gesù quando verrà nella gloria del Padre suo per ‘ricompensare ciascuno secondo la sua condotta’. — Matteo 16:27".

I testimoni di Geova che non accettato tale intendimento vengono espulsi come apostati!

E' sconcertante, per chi osserva dall' esterno, vedere che verità che erano state sostenute per decenni, vengono di punto in bianco cambiate.

Termina con il solito appello ai testimoni di Geova:
"invito sempre ogni singolo testimone di Geova ad analizzare con la sua ragione ciò che gli viene proposto dal corpo direttivo e poi fare un' attenta analisi e valutazione".

Lascio la parola a chi desidera replicare...
[Modificato da viceadmintdg1 19/04/2015 19:14]
21/04/2015 20:14
 
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Re:
Grazie Admin,

viceadmintdg1, 19/04/2015 14:01:

Apre la trasmissione don Fiorino, come di consueto, che da la parola ad Alessandro Spoto che affronta il tema della Trasfigurazione di Gesù.

Spoto afferma: "Il Corpo direttivo, fino al 1997, insegnava quel che insegna in cristianesimo tradizionale, cioè che Mosè ed Elia rappresentavano, nella Trasfigurazione, la Legge e i profeti".

Spoto cita poi il dizionario biblico PERSPICACIA NELLO STUDIO DELLE SCRITTURE, a pagina 1935:

"Nella trasfigurazione Mosè ed Elia rappresentavano evidentemente la Legge e i Profeti, che additavano Cristo e si adempirono in lui. Mentre in passato Dio aveva parlato per mezzo dei profeti, ora indicava che avrebbe parlato per mezzo di suo Figlio. — Gal 3:24; Eb 1:1-3".

"Russell stesso scrisse le stesse cose nella Torre di Guardia dell' 1/7/1900", aggiunge Spoto.

Dopo il 1997 ecco, però, il mutamento dottrinale.

Il corpo direttivo, nella Torre di Guardia del 15/5/1997, riporta in nuovo intendimento che contraddice quello che da sempre, fin dalle origini, era stato insegnato.

Spoto fa questa citazione dalla Torre di Guardia del 15/5/1997:

"12 Chi raffigurano dunque Mosè ed Elia nel contesto della trasfigurazione? Luca dice che apparvero insieme a Gesù “con gloria”. (Luca 9:31) Evidentemente raffigurano i cristiani che sono stati unti con lo spirito santo quali “coeredi” di Gesù e che pertanto hanno ricevuto la meravigliosa speranza di essere “glorificati” insieme a lui. (Romani 8:17) Gli unti risuscitati saranno con Gesù quando verrà nella gloria del Padre suo per ‘ricompensare ciascuno secondo la sua condotta’. — Matteo 16:27".

I testimoni di Geova che non accettato tale intendimento vengono espulsi come apostati!

E' sconcertante, per chi osserva dall' esterno, vedere che verità che erano state sostenute per decenni, vengono di punto in bianco cambiate.

Termina con il solito appello ai testimoni di Geova:
"invito sempre ogni singolo testimone di Geova ad analizzare con la sua ragione ciò che gli viene proposto dal corpo direttivo e poi fare un' attenta analisi e valutazione".

Lascio la parola a chi desidera replicare...





caro Spoto, Lei conclude sempre le sue argomentazioni con una sorta di “appello” ai singoli testimoni di Geova ad “analizzare con la propria ragione”.

Bene, questo è il forum dei cristiani testimoni di Geova e ognuno di noi “analizza singolarmente” le sue parole.

Traendone quale conclusione?

Che non si può in alcuna maniera confondere la "verità", che è solo la Rivelazione ispirata da Dio, cioè a dire la Sacra Scrittura, con il "cibo a suo tempo" di Mt. 24:45, ogni testimone di Geova, anche il più piccolo, sa operare questa distinzione....

Lo schiavo fedele e discreto (Mt. 24:45-47) non è chiamato a dare “verità” o “dogmi” inossidabili: quelli ve li lasciamo molto volentieri....

Il suo compito è uno solo: dare "cibo a suo tempo".

Caro Spoto, non basta dire, come fa Lei:

Corpo Direttivo? NO GRAZIE!

Bisogna rispondere alla domanda: "chi è lo schiavo fedele e discreto che il suo signore ha costituito sopra i propri domestici per dar loro cibo a suo tempo?"

A cosa ambisce questo “schiavo fedele e discreto”? Risponde lo stesso Gesù in Mt. 24:47: ad essere costituito “sopra tutti gli averi” di Cristo.

Il Corpo Direttivo dei cristiani testimoni di Geova si sta concentrando, in primis, sull’ opera di predicazione del Regno prima che sopraggiunga la fine (Mt. 24:14)?

Sta dirigendo il popolo di Geova verso quella direzione, o si sta trastullando, ad esempio, In vicende di carattere politico, come fa la sua chiesa?

Fornisce buon cibo spirituale, quello che studiamo alle adunanze?

Permette al popolo di Geova di mantenere, complessivamente, un' elevata condotta morale?

Permette al popolo di Dio di restare vigilante e con la mente rivolta al ritorno del Signore e al Regno di Dio che ne seguirà (Luca 21:29-31)?

Noi crediamo in tutta onestà e in perfetta buona fede, che il Corpo Direttivo stia svolgendo il suo compito affidatogli e che possa ambire ad essere costituito su tutti gli averi di Cristo.

Viene quindi a crearsi un rapporto di fiducia nell'azione e non basato su dogmi né sull'infallibilità dello stesso: lo "schiavo" (o "il servo", se preferisce) non è dichiarato "fedele e discreto" perché ha un'intendimento infallibile ma perché nel complesso ha eseguito efficacemente e fedelmente il compito affidatogli dal suo Signore.


Rapporto di fiducia basato non sul fatto che il cristiano testimone di Geova si aspetti dal Corpo Direttivo “verità”, come le ho spiegato sopra.
Non è quello il compito per cui è stato preposto e come sappiamo la Verità è solo la Rivelazione divina ispirata!

Il Corpo Direttivo ci ha permesso di comprendere dottrine essenziali, per cui noi per esempio, a differenza sua, non ci mettiamo ad adorare lo spirito santo, giusto per fare un esempio....

Il resto sono solo affinamenti che avvengono nel tempo: non esistono affinamenti che abbiano provocato disagi o problemi ai domestici se non quelli derivati dall'essere cristiani e non far parte del mondo. Se gli "affinamenti" vanno nella direzione di essere più aderenti agli insegnamenti del Signore Gesù, non si può che benedire quelle decisioni.
Le verità bibliche fondamentali, grazie al Corpo Direttivo, le conosciamo e riguardo all'adempimento delle profezie, diventerà sempre più chiaro nel loro dipanarsi.

Le ho parlato sopra del rapporto di fiducia che si crea nell’ azione dello schiavo fedele e discreto: tale rapporto impedirà al singolo cristiano testimone di Geova di mettersi ad apostatare all’ interno della Congregazione Cristiana, perché questo non solo romperebbe quel rapporto, ma sarebbe contrario alla Sacra Scrittura stessa (2 Tim. 2:16-18).

Se il singolo cristiano testimone di Geova fosse perplesso circa un cambiamento di intendimento?
Può benissimo esserlo e il Corpo Direttivo non chiede di accogliere ogni cambiamento come “verità” giacchè la “verità”, come le ho detto sopra, è una sola.

Il Corpo Direttivo ci chiede di accogliere il cibo a suo tempo e la sua guida sulla base di quel rapporto di fiducia che si è creato all’ interno del popolo di Dio.

L’ umiltà del singolo cristiano testimone di Geova lo porterà a saper aspettare, se un’ intendimento non è granchè chiaro in apparenza.

Perché ciò che il cristiano testimone di Geova ha ben chiaro nella propria mente e nel proprio cuore è la meta finale, che è quella di cui ci parla l’ apostolo Pietro in 2 Pt. 3:13!



Vede, caro Spoto, lei chiede ai cristiani testimoni di Geova di ragionare con la propria mente e i cristiani testimoni di Geova lo hanno fatto.
Noi chiediamo anche a lei di ragionare con la sua mente e non con quella del GRIS: pertanto, ci farebbe piacere ricevere una sua risposta riguardo alle parole di cui sopra.

Le chiediamo troppo?



[Modificato da Aquila-58 21/04/2015 20:18]
23/04/2015 22:35
 
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L'intervento successivo e' di Rocco Politi. Circa l'attendilita' delle critiche dei fuoriusciti rimandiamo al seguente articolo del nostro sito:

I FUORIUSCITI DEI TESTIMONI DI GEOVA: TRA FENOMENOLOGIA E STATISTICA – Cosa dicono gli esperti?

www.tdgonline.it
[Modificato da viceadmintdg1 23/04/2015 22:37]
30/04/2015 09:24
 
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L'ultimo intervento e' a cura di don Battista Cadei che affronta il tema:

Gesù morì su un palo o su una croce? dicendo::



In ‪questa settimana i cristiani commemorano la morte di Gesù. Il Vangelo, anzi tutto il NT, sottolinea il ruolo fondamentale della morte di Gesù: dice ripetutamente che siamo salvati grazie al sangue versato da Gesù sulla croce. Ma nella traduzione dei tdG, la parola croce è sostituita da palo di tortura. Tale versione è conservata anche nella Nuova Traduzione inglese del 2013 (quella italiana non è ancora disponibile).
I tdG infatti sostengono che Gesù morì non su una croce a due bracci, ma su un palo (per la verità fino all'anno 1931 la croce compariva sul frontespizio della rivista La Torre di Guardia). Gli argomenti da loro portati per dimostrare la morte di Gesù non sulla croce ma su un palo (Perspicacia vol. II, pp. 472-473; Ragioniamo pp. 85-86) non sono convincenti, in quanto citano vecchi autori, senza tener presenti studi storici più recenti: Lipsius (anno di pubblicazione 1629), Fulda (1878), Parsons, (1896), Schmidt (1904).

Noi rispondiamo, alla critica dei tdG secondo i quali la Bibbia non supporterebbe la croce, che in realtà il Vangelo non descrive la forma del legno su cui fu inchiodato Gesù. Quindi non siamo d’accordo che la Bibbia dice di no, perché essa non dice nulla, né sì né no.
Ciò premesso, va detto che la forma più probabile del patibolo di Gesù era la croce a forma di + oppure T perché così per lo più usavano i Romani, e così la descrive la Lettera di Barnaba, uno scritto cristiano della fine del I secolo o dell'inizio del seguente:

–Barnaba interpreta Mosè che stende le braccia come simbolo di Gesù in croce, con ‪queste parole:
« Lo Spirito parla al cuore di Mosè di rappresentare la figura della croce».
– Barnaba fa un altro riferimento alla croce a forma di T, quando interpreta in maniera simbolica il numero dei Trecento. Il numero 300 in greco si scriveva: tau maiuscolo, che aveva la forma di una T maiuscola. Quindi Barnaba, un padre apostolico, cioè uno scrittore cristiano che ha conosciuto gli apostoli, afferma che il T è simbolo della CROCE.

Gli studi storico-antiquari indicano che nel mondo romano normalmente la crocifissione avveniva come segue:

«Il condannato... veniva inchiodato con le braccia aperte, steso a terra, al legno trasversale che egli stesso aveva dovuto portare sino al luogo del supplizio. La traversa veniva poi issata con il corpo e assicurata al palo infisso verticalmente nel terreno, e sul palo venivano inchiodati i piedi».

I tdG sono contrari alla croce, e lo motivano dicendo che la croce è un simbolo pagano, introdotto nella cristianità dai sistemi ecclesiastici apostati. Come prova portano simboli a forma di croce riscontrabili presso alcune religioni pagane (per es. la «chiave della vita» della religione egiziana) talora addirittura con significato fallico, cioè sessuale.

Rispondiamo che lo studio comparato delle religioni insegna che ogni fenomeno religioso va visto internmente al sistema a cui appartiene. In altre parole: anche se c'è una somiglianza esteriore, il significato è totalmente diverso. Lo spieghiamo con un esempio: l'immersione in acqua a scopo di purificazione spirituale era in uso presso la religione hindù molti secoli prima del battesimo cristiano, ma, nonostante l'’analogia, nessuno dice che il battesimo in acqua è un simbolo pagano.

Chiediamo ai tdG di citare, se possono, anche solo un antico autore cristiano che riveli parentele pagane o addirittura sessuali riguardo alla croce.

La croce è oggetto di avversione o di vanto?
Per noi cattolici non è importante la forma di quel legno, che poteva essere a forma di +, X, T, o anche altro. D'altronde gli artisti hanno sempre rappresentato la croce nelle forme e proporzioni più diverse, e la Chiesa non ha mai fatto obiezioni di sorta. Ciò che importa non è la forma, ma il senso della croce, che per noi è oggetto di venerazione, mentre per i tdG dev’essere eliminata...

Dietro all'’atteggiamento dei tdG, sta la loro tendenza a demonizzare tutto ciò che appartiene alla cristianità. Leggendo le loro opere, vediamo che essi sono contrari alla croce, ma più ancora a ciò che essa rappresenta:

Scrivono in Ragioniamo p. 88: «Cosa provereste se un vostro carissimo amico fosse messo a morte dietro false accuse? Vi fareste una copia dello strumento con cui è stato ucciso? Lo considerereste un oggetto caro o lo aborrireste?». Quindi, secondo loro, la croce è da odiare, perché è servita ad uccidere Gesù.

Noi rispondiamo che questo è un argomento umano, contrario alla Bibbia:

─ Noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio. Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini (1 Cor 1,23-25).

Gal 6,14: "Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo".

Evidentemente la Parola di Dio parla della croce non nei termini (umani) usati dai tdG (strumento di supplizio da odiare), ma in termini di esaltazione e vanto, poiché la croce è il segno più grande dell'amore di Dio per gli uomini.



Lascio la parola a chi desidera replicare...
06/05/2015 10:23
 
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TdG

In ‪questa settimana i cristiani commemorano la morte di Gesù. Il Vangelo, anzi tutto il NT, sottolinea il ruolo fondamentale della morte di Gesù: dice ripetutamente che siamo salvati grazie al sangue versato da Gesù sulla croce. Ma nella traduzione dei tdG, la parola croce è sostituita da palo di tortura. Tale versione è conservata anche nella Nuova Traduzione inglese del 2013 (quella italiana non è ancora disponibile).
I tdG infatti sostengono che Gesù morì non su una croce a due bracci, ma su un palo (per la verità fino all'anno 1931 la croce compariva sul frontespizio della rivista La Torre di Guardia). Gli argomenti da loro portati per dimostrare la morte di Gesù non sulla croce ma su un palo (Perspicacia vol. II, pp. 472-473; Ragioniamo pp. 85-86) non sono convincenti, in quanto citano vecchi autori, senza tener presenti studi storici più recenti: Lipsius (anno di pubblicazione 1629), Fulda (1878), Parsons, (1896), Schmidt (1904).
Noi rispondiamo, alla critica dei tdG secondo i quali la Bibbia non supporterebbe la croce, che in realtà il Vangelo non descrive la forma del legno su cui fu inchiodato Gesù. Quindi non siamo d'accordo che la Bibbia dice di no, perché essa non dice nulla, né sì né no.



In realtà noi non siamo fervidi sostenitori di una qualche forma della croce, ma siamo possibilisti in merito. Infatti debbo dire che mi trovo particolarmente in linea con l'ultimo periodo qui citato. La nostra posizione è da vedersi non in un'ottica di contrapposizione, ma di semplificazione. Visto che la forma più semplice di stauròs è il palo, abbiamo preferito addottare quello.

Un altro motivo è il forte significato feticista usato da molti: si vede la croce appesa al collo, si fa il segno della croce prima di una partita, si appende col rosario allo specchietto dell'auto, ecc. Quest'uso tipico dei portafortuna è odioso per qualsiasi persona si definisca cristiana. Per questo si è deciso, vista la mancanza di indicazioni chiare, di addottare la forma più primitiva dello strumento di tortura su cui morì Gesù.


Ciò premesso, va detto che la forma più probabile del patibolo di Gesù era la croce a forma di + oppure T perché così per lo più usavano i Romani, e così la descrive la Lettera di Barnaba, uno scritto cristiano della fine del I secolo o dell'inizio del seguente:

Barnaba interpreta Mosè che stende le braccia come simbolo di Gesù in croce, con ‪queste parole:
« Lo Spirito parla al cuore di Mosè di rappresentare la figura della croce».
Barnaba fa un altro riferimento alla croce a forma di T, quando interpreta in maniera simbolica il numero dei Trecento. Il numero 300 in greco si scriveva: tau maiuscolo, che aveva la forma di una T maiuscola. Quindi Barnaba, un padre apostolico, cioè uno scrittore cristiano che ha conosciuto gli apostoli, afferma che il T è simbolo della CROCE.



In realtà, se andiamo a vedere fonti extrabibliche come Seneca (Dialogo 6) o Giuseppe Flavio (Antichità Giudaiche) ci accorgiamo che le fonti non sono così spudoratamente a favore di una croce a due bracci. Quella addottata qui è una chiara tecnica induttiva per metterci in una posizione differente da quella effettiva.

La Cyclopædia di M’Clintock e Strong dice in merito a Barnaba:

Evidentemente lo scrittore non conosceva le Scritture Ebraiche, e commise [anche] l’errore di supporre che Abraamo conoscesse l’alfabeto greco alcuni secoli prima che esso venisse all’esistenza.

Pare strano che ci si affidi ad una fonte come questa per avallare la propria posizione...


Gli studi storico-antiquari indicano che nel mondo romano normalmente la crocifissione avveniva come segue:

«Il condannato... veniva inchiodato con le braccia aperte, steso a terra, al legno trasversale che egli stesso aveva dovuto portare sino al luogo del supplizio. La traversa veniva poi issata con il corpo e assicurata al palo infisso verticalmente nel terreno, e sul palo venivano inchiodati i piedi».



Pare assolutamente fuori luogo essere così dogmatici su tale punto. Per esempio il “Dizionario Biblico” a cura di Giovanni Miegge, seconda edizione riveduta e aggiornata a cura di Bruno Corsani e J.Alberto Soggin e Giorgio Tourn alla voce “Croce” dice:

La croce aveva generalmente la forma di una T.

Mi chiedo quindi quale sia la fonte citata da Cadei che si esprime in modo così apodittico.


I tdG sono contrari alla croce, e lo motivano dicendo che la croce è un simbolo pagano, introdotto nella cristianità dai sistemi ecclesiastici apostati. Come prova portano simboli a forma di croce riscontrabili presso alcune religioni pagane (per es. la «chiave della vita» della religione egiziana) talora addirittura con significato fallico, cioè sessuale.

Rispondiamo che lo studio comparato delle religioni insegna che ogni fenomeno religioso va visto internmente al sistema a cui appartiene. In altre parole: anche se c'è una somiglianza esteriore, il significato è totalmente diverso. Lo spieghiamo con un esempio: l'immersione in acqua a scopo di purificazione spirituale era in uso presso la religione hindù molti secoli prima del battesimo cristiano, ma, nonostante l'analogia, nessuno dice che il battesimo in acqua è un simbolo pagano.

Chiediamo ai tdG di citare, se possono, anche solo un antico autore cristiano che riveli parentele pagane o addirittura sessuali riguardo alla croce.



In realtà, quella riportata da Cadei non è il perché noi ci teniamo tanto a non usare questo simbolo, ma il perché il clero ci tenga così tanto a giustificare l'uso della croce!

E' noto che prima dell'imperatore Costantino non esisteva alcun culto della croce in seno al cristianesimo. Poi, con grande maestria fu addottato questo simbolo giustificando tale scelta con una visione mistica da parte dell'imperatore. In merito, citando il libro "Strange Survivals" una nostra Torre di Guardia dice:

Non c’è dubbio che il suo comportamento rispondeva ad una strategia: il simbolo che innalzò soddisfaceva da una parte i cristiani del suo esercito e dall’altra i Galli [pagani]. . . . Per questi ultimi esso era la garanzia del favore della loro divinità solare”, il dio-sole che adoravano. No, il ‘segno celeste’ di Costantino non aveva nulla a che fare con Dio o con Cristo, bensì è intriso di paganesimo.


La croce è oggetto di avversione o di vanto?
Per noi cattolici non è importante la forma di quel legno, che poteva essere a forma di +, X, T, o anche altro. D'altronde gli artisti hanno sempre rappresentato la croce nelle forme e proporzioni più diverse, e la Chiesa non ha mai fatto obiezioni di sorta. Ciò che importa non è la forma, ma il senso della croce, che per noi è oggetto di venerazione, mentre per i tdG dev’essere eliminata...

Dietro all'’atteggiamento dei tdG, sta la loro tendenza a demonizzare tutto ciò che appartiene alla cristianità. Leggendo le loro opere, vediamo che essi sono contrari alla croce, ma più ancora a ciò che essa rappresenta:

Scrivono in Ragioniamo p. 88: «Cosa provereste se un vostro carissimo amico fosse messo a morte dietro false accuse? Vi fareste una copia dello strumento con cui è stato ucciso? Lo considerereste un oggetto caro o lo aborrireste?». Quindi, secondo loro, la croce è da odiare, perché è servita ad uccidere Gesù.



Noi ribadiamo che non è la forma della croce che noi aborriamo, ma il suo uso idolatrico-feticista. La croce viene adorata, baciata, tatuata, portata, ecc. Alcuni arrivano a farcisi appendere. Noi contestiamo questo atteggiamento.


Noi rispondiamo che questo è un argomento umano, contrario alla Bibbia:

─ Noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio. Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini (1 Cor 1,23-25).

Gal 6,14: "Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo".

Evidentemente la Parola di Dio parla della croce non nei termini (umani) usati dai tdG (strumento di supplizio da odiare), ma in termini di esaltazione e vanto, poiché la croce è il segno più grande dell'amore di Dio per gli uomini.



Ma anche per noi è un vanto la morte di Cristo! Caro Cadei, le faccio una domanda: se lei chiede cosa sia la croce e quale sia il suo significato profondo ad un cattolico qualunque, uno di quelli che noi TdG incontriamo per la strada o a cui andiamo a suonare, cosa risponderà? E questo sarebbe "un vanto"? Ma siamo più legati a quel che rappresenta la croce o al simbolo?

Concludo con una citazione evangelica:

(Giovanni 17:3) Questo significa vita eterna, che acquistino conoscenza di te, il solo vero Dio, e di colui che tu hai mandato, Gesù Cristo.

L'uso che fate della croce rispetta superstizione o conoscenza?
15/05/2015 19:26
 
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viceadmintdg1, 30/04/2015 09:24:



─ Noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio. Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini (1 Cor 1,23-25).

Gal 6,14: "Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo".

Evidentemente la Parola di Dio parla della croce non nei termini (umani) usati dai tdG (strumento di supplizio da odiare), ma in termini di esaltazione e vanto, poiché la croce è il segno più grande dell'amore di Dio per gli uomini.

Lascio la parola a chi desidera replicare...




Cadei dice che "la croce è il segno più grande dell'amore di Dio per gli uomini".

Converrà quindi vedere anzitutto in cosa è consistito l' amore più grande di Dio per gli uomini:

"16 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. " (Gv. 3:16 CEI)

"9 In questo si è manifestato l'amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. 10 In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati. " (1 Gv. 4:9-10 CEI).

L' aver dato il Suo Figlio Unigenito per la salvezza dell' umanità è stato, quindi, l' atto di amore sublime di Dio.

Prendiamo per esempio Gal. 3:1:

"O stolti Gàlati, chi vi ha incantati? Proprio voi, agli occhi dei quali fu rappresentato al vivo Gesù Cristo crocifisso! " (Gal. 3:1 CEI)
La nota in calce della cattolicissima Bibbia di Gerusalemme afferma:

"Gesù Cristo crocifisso: la dottrina della redenzione mediante la morte e la risurrezione di Cristo costituisce la base della catechesi Paolina (confronta Gal. 6:14 ; 1 Cor. 1:17-25)" [i richiami sono della Bibbia di Gerusalemme, non certo miei! [SM=g27985] ].

Come visto, la cattolicissima Bibbia di Gerusalemme cita allo scopo proprio i due passi evidenziati da Cadei.

Riprendiamo Gal. 6:14: I coeredi di Cristo erano morti, messi allo stauros rispetto al kosmos della sfera della vita umana, in cui erano state in vigore regole quali la circoncisione della carne; erano divenuti “una nuova creazione”. (2 Cor. 5:17; Col. 2:11-12, 20-23; Gal 6:12-15).
Certamente non dovevano tornare ai “deboli e miserabili elementi” della sfera umana (Gal 4:9 CEI).

Il passo va letto nel suo contesto (Gal. 6:12-14) e non estrapolato: poiché dichiarava che la morte di Gesù sullo stauros era l’unico mezzo per avere la salvezza, Paolo fu perseguitato dagli ebrei. In conseguenza di tale dichiarazione il mondo era per l’apostolo come qualcosa di messo allo stauros, condannato, morto, mentre il mondo considerava Lui con odio, come un criminale messo allo stauros.

Il "vanto" paolino consisteva non nello stauros in se come "segno dell' amore di Dio", ma perchè per mezzo del sacrificio di Cristo il mondo precedente era stato "messo allo stauros", cioè non esisteva più, in questo consisteva il "vanto" paolino non nello stauros in se come "segno dell' amore di Dio" !

Riguardo a 1 Cor. 1:23-25, Paolo dice "Noi annunciamo Cristo crocifisso (CEI)", ma confrontiamo Rom. 3:25:
"25 È lui che Dio ha stabilito apertamente come strumento di espiazione, per mezzo della fede, nel suo sangue, a manifestazione della sua giustizia per la remissione dei peccati passati " (Rom. 3:25 CEI).

Non si ripone fede in un oggetto o nel sangue in se stessi (infatti, si confronti Rom. 3:26), così come non si predica un oggetto o il sangue di Cristo: queste espressioni tratte dal corpus paolino indicano che ciò che si predica è il sacrificio salvifico di Cristo e che in Cristo e nel suo sacrificio di riscatto dobbiamo riporre fede.
Questo significa "annunciare Cristo crocifisso (CEI)": la morte su un stauros costituiva la più terribile delle umiliazioni. un totale disonore.

Dal momento che Cristo era morto in questo modo, tutti coloro che nel I secolo volevano essere cristiani erano esposti al pubblico ludibrio.
Per la maggioranza delle persone era assurdo che qualcuno si identificasse come seguace di un uomo che era stato messo allo stauros, di qui lo "scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani" (1 Cor. 1:23 CEI)....
[Modificato da Aquila-58 15/05/2015 19:42]
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