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Crozza su Parigi: "Piangiamo solo le città di cui abbiamo un souvenir attaccato al frigo?"

Ultimo Aggiornamento: 20/11/2015 19:37
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18/11/2015 20:29
 
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Crozza su Parigi: "Piangiamo solo le città di cui abbiamo un souvenir attaccato al frigo?"

"Quanto deve essere vicina una barbarie perché ci colpisca come esseri umani? Cioè piangiamo solo le città di cui abbiamo un souvenir attaccato sul frigo?". Parla così Maurizio Crozza in merito agli attentati di Parigi, durante la copertina di 'di Martedì', in onda ieri su La7. Il comico genovese aggiunge inoltre: "A gennaio dopo la strage di Charlie Hebdo, te la potevi cavare con un 'Je suis Charlie'. Adesso sulle magliette cosa ci scriviamo 'Je suis Paris'? Sì, però due giorni prima in Libano c'è stato un attentato, 44 vittime e 239 feriti".

"Quindi bisogna anche scriverci 'Je suis Beirut' - prosegue Crozza - E 10 giorni prima era esploso un aereo sul Sinai, 224 morti per cui bisogna anche aggiungere 'Je suis Airbus 321 avec les turistes russes'. Se qualcosa accade a Parigi giustamente ci sentiamo tutti coinvolti, se accade sul Sinai meno. A Beirut quasi nulla. L'unica maglietta che mi sentirei veramente bene addosso è 'Je suis un cretin totalment brancolant dans la nuit ', un perfetto cretino brancolante nel buio'.
18/11/2015 20:29
 
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Re:
Come dargli torto? [SM=g2037509]

Simon
18/11/2015 21:43
 
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Re: Re:
(SimonLeBon), 18/11/2015 20:29:

Come dargli torto? [SM=g2037509]

Simon




infatti, non gli si può dare nessun torto...forse ci sono morti di serie A e di serie B?
19/11/2015 09:27
 
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C'è sicuramente un motivo per cui la sovraesposizione dell'avvenimento-Parigi è stato senza paragoni rispetto agli altri attentati.
19/11/2015 10:13
 
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Si fondamentalmente ha ragione, tuttavia c'è un motivo antropologico, purtroppo direi quasi fisiologico del perchè accade questo.

é la stessa identica situazione quando muore un amico o un parente oppure quando muore una persona che conosciamo solo di nome.

E' naturale che con il parente ci sarà molta più partecipazione emotiva, maggior impegno nell'andare a trovare i parenti, sentirsi utili, essere attivi, versare calde lacrime.

Nel caso del conoscente ci sarà dolore ma molto più passeggero e facilmente attenuabile. Anche la partecipazione sarà più a livello rappresentativo che non emotivo.

Ma meno male che siamo così, altrimenti dovremmo essere sempre in lutto, e cospargerci di cenere la testa ogni giorno. E' come una forma di protezione. Per esempio, in questi minuti che scrivo, stanno morendo molti bambini innocenti di inedia e di dissenteria in Asia ed Africa, questa barbarie solo perchè i loro governi indegni acquistano armi anzichè cibo e medicinali per loro.

Io ci penso spesso a loro ma non potrei certo fare lo stesso cordoglio che farei con qualcuno che conosco bene o col quale sono imparentato.

Per gli stati è più o meno la stessa cosa. La Francia, come paese europeo ha molta rilevanza per gli europei. Come se fossimo stati colpiti anche noi, quindi la reazione è quasi diretta. Come se ci fosse una parentela.

Per il Libano il discorso cambia. Quanti anni sono che in Libano ci sono i kamikaze islamici? Quanti anni sono che c'è la guerra? Dovrebbero gli stati del mondo vestirsi sempre con magliette del Libano? Purtroppo, e ripeto purtroppo, c'è una forma di abitudine alla violenza in alcuni paesi che non dovrebbe esserci e la conseguenza è che qualsiasi strage è ormai la regola e non fa più notizia nè impressione.

Molto triste ma la parzialità è una caratteristica di questo mondo marcio e putrefatto, dove la politica sporca porta a comportamenti difficili da giustificare.

19/11/2015 11:41
 
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il dolore e lo sgomento sembra proprio essere parziale
una parzialità voluta dal nazionalismo
che ovvviamente sappiamo tutti che si aggrega alla povertà d'animo delle masse

e pompato fino all'esaltazione dell'occidente come protettorato
del mondo civile(e quì schifo questo termine considerato che i popoli più arretrati sono tali per volontà o mancanza di volontà degli stati dominanti)


del resto Cristo morì per tutti
quello che venne dopo fu la cristianizzazione
ed in ultima fase

la cretinizzazione

si può dire o forse è meglio scriva lo stesso ma con termini in francese?

visto che la Francia,oltre che essere la patria del pensare positivo
(immagina puoi)è portatrice di cultura

[Modificato da Lungosonno 19/11/2015 12:05]
19/11/2015 13:13
 
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In ogni caso per far guerra, con i connessi e gli annessi, occorre il sostegno popolare.
19/11/2015 22:39
 
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in un mondo senza religione

sarà sorprendente constatare l'esistenza di un popolo consensuale alla volontà divina

sarà esso una finzione scenografica,
perchè indotto a pensare accondiscendente alla medianicità contemporanea?

potranno dirsi:risultati del "buon uso"che fanno i governi della "narrazione strategica"
al fine di ottenere appunto approvazione
agli scopi apparentemente consensensuali?

io non piango solo per Parigi
ovviamente



[Modificato da Lungosonno 19/11/2015 22:41]
20/11/2015 14:34
 
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A mio avviso, se ti sparano per strada c'è un significato, ma se ti entrano in casa una altro.

Vi ricordate quando si parlave della "banda delle ville", assassini che entravano nelle ville isolate uccidendo chi vi trovassero dentro per derubare qualsiasi cosa? Questo episodio scatenò una psicosi di massa: nessuno era più al sicuro nemmeno a casa. Sono decenni ormai che si considera l'Europa la bambagia del mondo e sentire che arrivano qui a casa nostra uccidendo in maniera pseudocasuale, innesca una seria preoccupazione. È questo, e non le vittime, a destare preoccupazione. Non sono vittime di serie A, ma vittime in un posto considerato "di serie A".


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«Una mente debole è come un microscopio: ingrandisce le piccolezze, ma è incapace di comprendere le cose grandi.»

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20/11/2015 16:38
 
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Purtoppo. Si Vogliono vendicare del colonialismo . Che colpa Abbiamo noi? Se a quell'epoca il mondo faceva cosi?
20/11/2015 18:49
 
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Re:
Barnaba1977, 11/20/2015 2:34 PM:

A mio avviso, se ti sparano per strada c'è un significato, ma se ti entrano in casa una altro.

Vi ricordate quando si parlave della "banda delle ville", assassini che entravano nelle ville isolate uccidendo chi vi trovassero dentro per derubare qualsiasi cosa? Questo episodio scatenò una psicosi di massa: nessuno era più al sicuro nemmeno a casa. Sono decenni ormai che si considera l'Europa la bambagia del mondo e sentire che arrivano qui a casa nostra uccidendo in maniera pseudocasuale, innesca una seria preoccupazione. È questo, e non le vittime, a destare preoccupazione. Non sono vittime di serie A, ma vittime in un posto considerato "di serie A".



Eh si, infatti hanno appena "macellato" 27 persone in Mali e si pensa già al prossimo attentato.
Nel frattempo non so quante bombe sono piovute in Siria e Iraq.

Simon
20/11/2015 19:37
 
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Dio e denaro,nel Mali il Jahismo si è fatto pratico
così titola un giornale online

prosegue:Dopo aver sbaragliato i tuareg e combattuto contro Bamako, gli islamisti maliani si sono riconvertiti all’unico vero business della regione: il contrabbando. Le rotte dei traffici. Le complicità politico-istituzionali. Nel Sahel le frontiere non convengono a nessuno.

a voglia di lacrime
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