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Confutazione servizi denigratori sui tdG delle Iene (2016)

Ultimo Aggiornamento: 02/02/2016 15:38
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30/01/2016 11:16
 
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#17 "E' vietato per un testimone di Geova - pena l'espulsione - ricorrere alle vie legali, se ciò implicasse la denuncia per un altro testimone di Geova; gli abusi sessuali sono compresi nella 'regola'".

Il Pelazza sventola a più riprese, sia davanti al suo cameraman che sotto il naso del malcapitato anziano pugliese, un ignoto pizzino sostenendo che le intransigenti direttive dell'organizzazione dei testimoni di Geova vieterebbero qualsiasi ricorso al tribunale nei riguardi dei compagni di fede. Ciò renderebbe possibile perpetrare una messe di abusi da parte di predatori sessuali, protetti da un regolamento rigido e anti-etico e dal conseguente muro di omertà che ne verrebbe prodotto.



GIUDIZIO DI MERITO: menzogna inqualificabile.


REALTA' DI FATTO: Il Pelazza si diverte a sventolar fogli, ma si guarda bene dal mostrarli alla cinepresa in modo che l'infame codicillo di cui parla sia ben visibile. Perché mai? La ragione è sempre la stessa: non esiste nessuna regola del genere, né scritta, né orale. E' abbastanza verosimile che il Pelazza ne sia a conoscenza e che, non essendo stupido, abbia preferito evitare di esporre all'occhio impietoso della camera scritti facilmente controvertibili; non si rende conto però che si possono comunque rintracciare altre prove che lo contraddicono, e, francamente, nemmeno questo è segno di grande prontezza.

C'è effettivamente nella Bibbia un ben noto passo paolino che stigmatizza la risoluzione delle controversie nei tribunali secolari; e ciò varrebbe poi non solo per i testimoni di Geova, ma per tutti quanti si professano cristiani:


PRIMA LETTERA AI CORINTI 6:1-8 (CEI): 1 Quando uno di voi è in lite con un altro, osa forse appellarsi al giudizio degli ingiusti anziché dei santi? 2 Non sapete che i santi giudicheranno il mondo? E se siete voi a giudicare il mondo, siete forse indegni di giudizi di minore importanza? 3 Non sapete che giudicheremo gli angeli? Quanto più le cose di questa vita! 4 Se dunque siete in lite per cose di questo mondo, voi prendete a giudici gente che non ha autorità nella Chiesa? 5 Lo dico per vostra vergogna! Sicché non vi sarebbe nessuna persona saggia tra voi, che possa fare da arbitro tra fratello e fratello? 6 Anzi, un fratello viene chiamato in giudizio dal fratello, e per di più davanti a non credenti! 7 È già per voi una sconfitta avere liti tra voi! Perché non subire piuttosto ingiustizie? Perché non lasciarvi piuttosto privare di ciò che vi appartiene?



Come applicano i testimoni di Geova questo passo? La risposta è semplice: esso NON RIGUARDA, NE' HA MAI RIGUARDATO, GLI ABUSI SU MINORI.

L'unica possibilità di contestare questo punto sarebbe di mostrare una pubblicazione ufficiale che vieti esplicitamente ai fedeli di chiamare in causa le autorità giudiziarie se vengono a conoscenza di questi eventi. Siamo qui, in attesa che qualcuno lo tiri fuori.

Esistono invece varie pubblicazioni dei testimoni di Geova che provano l'esatto opposto. In questi giorni si è detto falsamente che il ks10 (il 'manuale per anziani', cui fa riferimento anche il Pelazza, uscito nel 2010) conterrebbe una 'novità', consegnando nelle mani dei singoli adepti un nulla osta per la denuncia nei confronti dei predatori sessuali. Questo non risponde al vero, primo perché, come si è detto, non c'era alcuna novità da istituire, non essendo veritiero che in precedenza i testimoni di Geova non potessero querelare i confratelli in casi come questo, secondo perché indicazioni del genere sono di molto antecedenti al 2010.

Ecco per esempio una circolare del 2003, inviata a tutti i corpi degli anziani, che toglie ogni dubbio; ne riporto la parte saliente (la sottolineatura è mia):



1 Corinti 6:1-7. Questo principio stabilisce che, in caso di divergenze personali, dovute per esempio a divergenze di natura finanziaria, la pace fra i compagni di fede è più importante che dimostrare chi ha ragione e chi ha torto. Anziché rendere pubbliche nei tribunali del mondo le loro divergenze finanziarie, Paolo esortò i cristiani di Corinto a risolvere i contrasti nell’ ambito della congregazione. Anche in caso di divergenze personali invece di ricorrere ai tribunali e alla giustizia di questo mondo i cristiani dovrebbero risolvere le questioni entro la congregazione, in armonia con le procedure scritturali. - La Torre di Guardia 15 agosto 1977, pagina 499; 15 luglio 1975, pagina 447.

Quando ci sarebbe una violazione del principio di 1 Corinti 6:1-7? Quando, per controversie finanziarie con un compagno di fede, invece di seguire il consiglio di Matteo 18:15-17 si porta il fratello in tribunale. In questi casi (di presunta disonestà e frode) il discernimento cristiano aiuterà il cristiano a evitare di compiere un’ azione che causerebbe biasimo alla congregazione. Piuttosto che portare un fratello in tribunale non sarebbe meglio lasciarsi fare un torto o persino defraudare? La Torre di Guardia 1 novembre 2002, pagina 6; 15 agosto 2001, pagina 22-3; 15 marzo 1997, pagina 21; 15 novembre 1986, pagina 20.

Nei casi di reati gravi. Che dire se il ‘peccato’ del nostro fratello riguardasse un crimine, una violazione sia della legge di Dio che di quella dello Stato, come ad esempio casi di furto, abusi sessuali o simili? Matteo 18:15-17 non si riferisce a questi gravi reati. Il contesto di 1 Corinti 6:1-7 è messo in diretta relazione con questioni di natura personale che andrebbero affrontate secondo Matteo 18:15-17. Ne consegue quindi che quando c’ è di mezzo un grave reato, la decisione di denunciare il trasgressore alle autorità non è certo una violazione di 1 Corinti 6:1-7.

Ricordiamo che le “ autorità secolari sono poste nelle loro rispettive posizioni da Dio”. (Romani 13:1) Esse stabiliscono le leggi e le fanno rispettare. Paolo scrisse: “ Essa è ministro di Dio per te per il bene. Ma se fai il male, abbi timore: poiché non senza scopo essa porta la spada; poiché è ministro di Dio, vendicatrice per esprimere ira su chi pratica il male” . (Romani 13:1-4; Tito 3:1) È vero che, a seguito di una denuncia, la polizia indagherà e chiamerà alcuni, forse anche fra i componenti della congregazione, ma eserciterà soltanto una funzione di pubblica utilità. La Torre di Guardia 1 aprile 1997, pagina 28.




La scansione delle pagine originali:

[IMG]http://i65.tinypic.com/v2z884.png[/IMG]

[IMG]http://i64.tinypic.com/2yvsz8x.jpg[/IMG]

[IMG]http://i68.tinypic.com/2eex6ra.jpg[/IMG]


Sottolineo che questa circolare (datata, come si è detto, 2003) non è certamente la prima ad affrontare l'argomento; ma diversamente posso solo fare affidamento sulla mia memoria, dato che la Società ha preso l'abitudine di diffondere le circolari in elettronico solo qualche anno dopo il 2000, e quelle in formato cartaceo vengono gettate via man mano che sono sostituite dalle più aggiornate.


Questa direttiva, semplice nella forma, ma potente nell'applicazione, è stata ripresa varie volte negli anni successivi; incluse le due citazioni la cui esistenza i dissidenti sono stati costretti ad ammettere e che riporto qui (grassetto mio):


Mantenetevi nell'amore di Dio (anno 2008), pag. 223: "Potrebbe anche accadere che un cristiano commetta un reato grave ai danni di un altro, come stupro, aggressione, omicidio o furto di una certa entità. In tali circostanze non sarebbe contrario alle norme cristiane denunciare la cosa alle autorità, anche se questo potrebbe sfociare in una causa o in un procedimento penale."


Pascete il Gregge, § 12:19 (anno 2010): "19. Gli abusi su minori costituiscono un reato. Non suggerite mai di non denunciare un caso di abusi su minori alla polizia o ad altre autorità. Se venite interpellati, spiegate chiaramente che denunciare o meno il caso alle autorità è una decisione personale e che, qualunque decisione si prenda al riguardo, non si sarà soggetti a provvedimenti disciplinari da parte della congregazione. Gli anziani non criticheranno chi denuncia alle autorità un caso di abuso su minori. Se la vittima intende sporgere denuncia, ne ha tutto il diritto. — Gal. 6:5."


La scansione di questa pagina, che appartiene ad una pubblicazione riservata:

[IMG]http://i67.tinypic.com/2uzt6iv.jpg[/IMG]



Non c'è dunque nessun 'comportamento omertoso' dei testimoni di Geova in materia di abusi sessuali su minorenni; tale comportamento non possiede alcun fondamento nelle istruzioni ufficiali, e infatti non esiste.

Ancora una volta il Pelazza ci ha dimostrato di che pasta è fatto il suo 'giornalismo di denuncia'.
[Modificato da EverLastingLife 15/12/2016 13:32]
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