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Confutazione servizi denigratori sui tdG delle Iene (2016)

Ultimo Aggiornamento: 12/03/2016 21:35
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05/03/2016 12:12
 
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Le esternazioni dell'eroico tdG mascherato, scandalizzato per la nostra gestione del problema degli abusi, ma che, chissà come, 'ci crede assolutamente e non rinnega nulla', meritano ancora un quarto d'ora della nostra attenzione.


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Notate questo scampolo di conversazione:



Pelazza: La linea è che se dovesse accadere un abuso sessuale non informare l’autorità giudiziaria ma di informare...

Anonymous: gli anziani sono tenuti ad informare la filiale

Pelazza: scusami la filiale vuol dire solamente Roma

Anonymous: Esatto Roma, non le autorità. Non penso che gli Anziani abbiano capacità o qualifiche professionali per poter valutare dei casi di questo tipo. Non è normale comportarsi così




D) Gli anziani 'dovrebbero informare le autorità'?

NO: gli anziani non hanno nessun obbligo, in nessuna accezione del termine, di informare le autorità di casi di abusi su minori.

Obbligo legale. In molti paesi del mondo agli anziani dei testimoni di Geova è stato riconosciuto il diritto di non rivelare a nessuno, nemmeno ad un magistrato, le confidenze raccolte nell'esercizio della cosiddetta confessione, anche se queste riguardano fatti aventi rilevanza penale. In Italia il segreto confessionale (che in diritto ecclesiastico è più propriamente chiamato sigillo sacramentale) è stato riconosciuto con sentenza della Procura della Repubblica (Milano, 10/06/96).

Nel luglio dello stesso anno il sostituto procuratore della Repubblica circondariale di Milano ha disposto l'archiviazione di un procedimento contro due anziani che si erano rifiutati di deporre davanti al giudice in un caso di violenza sessuale. Da sottolineare che il reato in parola era proprio un abuso su minore. Ecco un articolo di Repubblica (21 febbraio 1997) sul caso:


Anche i ministri di culto dei Testimoni di Geova possono legittimamente appellarsi al segreto confessionale, così come fanno i preti cattolici. Con questa motivazione il sostituto procuratore della Repubblica circondariale Laura Pedio ha chiesto e ottenuto l' archiviazione di un procedimento contro gli Anziani Giorgio Borsati, 51 anni, e Pasquale Mastruzzo, 41, che si erano rifiutati di testimoniare davanti al magistrato in un caso di violenza sessuale che vedeva coinvolto un fedele della loro comunità. I due, che avevano ricevuto un avviso di garanzia per favoreggiamento e falsa testimonianza, non avevano cercato di sviare le indagini - ha sostenuto il magistrato - ma solamente "tenuto fede al vincolo della confessione al quale entrambi si sentivano obbligati in ragione del loro incarico di Ministri di Culto Anziani". La vicenda risale a luglio scorso quando era scoppiato il caso di una tredicenne che aveva subito molestie da parte del padre. Nel corso dell' inchiesta, il pm Pietro Forno aveva scoperto che l' uomo si era confidato - in quella che per i testimoni di Geova è la confessione - con i ministri di culto ma questi si erano poi rifiutati di deporre davanti al magistrato. Ne era nato un caso che aveva visto finire sul banco degli imputati i due ministri, accusati di favoreggiamento. "Il provvedimento - secondo i Testimoni di Geova - conferma ancora una volta la correttezza dei due ministri e conferma il fatto che i Testimoni di Geova sono considerati a tutti gli effetti una confessione riconosciuta dallo Stato".



fonte



I tentativi di mettere in dubbio il diritto degli ecclesiastici delle varie fedi a non rivelare i fatti raccolti in confessione sono considerati dei veri e propri attentati alla libertà religiosa: persino laddove (e non è il caso dell'Italia) la legge sembra dare indicazioni contrarie. C'è a questo proposto una sentenza, freschissima, che arriva dallo stato americano della Louisiana: per la legge di quel paese i sacerdoti sarebbero obbligati a riferire all'autorità i casi di abusi su minori. Questo aveva portato ad un processo a carico di un sacerdote cattolico che aveva omesso di denunciare un abuso compiuto da un suo anziano parrocchiano ai danni di una minore.

Ebbene: il giudice gli ha dato ragione, sentenziando che quella legge violi di fatto il Primo emendamento. Ecco un articolo sul caso:

www.ilsussidiario.net/News/Esteri/2016/3/2/STATI-UNITI-Louisiana-la-legge-non-puo-obbligare-i-sacerdoti-a-violare-il-segreto-confessionale...


Obbligo morale. Legge e morale non vanno sempre d'accordo, si sa: che un comportamento sia inattaccabile dal punto di vista legale non lo qualifica automaticamente come etico o condivisibile. Si può dunque asserire che gli anziani di congregazione dei testimoni di Geova, che come ripetiamo (malgrado lo strabuzzar d'occhi di Pelazza e i suoi amici) non hanno alcun obbligo giuridico di riferire alle autorità anche fatti gravi come gli abusi sui minori, avrebbero almeno un obbligo morale di farlo?

Questa domanda è un fulgido esempio della stucchevole retorica dei fuoriusciti dissidenti, dato che essi, facendo leva su un tema scottante e odioso e sull'inevitabile fardello di esecrazione popolare che si porta dietro, immaginano di sollevare lo sdegno della platea a furia di proclami forcaioli e sillogismi infantili, letteralmente tagliati con l'accetta. Omettono cioè di considerare l'infinità di variabili in gioco in questa tristissima materia, specie quelle che rendono questo ragionamento privo di senso e di aderenza con la realtà dei fatti.

In primo luogo dobbiamo colmare un salto logico che gli apostati commettono di proposito: il fatto che gli anziani non vadano a denunciare, non significa necessariamente che la denuncia non avrà luogo e il colpevole non subirà conseguenze, perché, come rimarchiamo, la vittima e la sua famiglia hanno piena libertà di portarlo in tribunale.

In secondo luogo, chi pensa che gli anziani siano criticabili perché non si ritengono obbligati a denunciare dovrebbe pensarlo automaticamente di tutti, compreso il Pelazza (in qualità di persona informata dei 'fatti' di cui parla nei suoi servizi) e gli anonimi intervistati. Una anonima intervistata afferma: "TUTTI quelli che vengono a sapere e non fanno niente sono complici". Ciò però deve valere, appunto, per tutti. Ciascuno dei fuoriusciti che 'coraggiosamente' vanno in TV coi volti oscurati a spalar letame in faccia ai testimoni di Geova potrebbe a sua volta andare in polizia a denunciare i fatti e le persone cui fa cenno.

Perché possiamo senz'altro concludere che nessuno di questi lo faccia? Perché in caso contrario dovremmo avere, nella sola Italia, centinaia o migliaia di reali denunce penali a carico di testimoni di Geova molestatori, con il prammatico seguito di articoli di giornale, servizi televisivi (seri, non certo le pelazzate) e soprattutto, di ridacchianti discussioni dei fuoriusciti nelle loro piccole comunità virtuali, che vedrebbero in questo 'fiume' di casi da tribunale altrettanti inviti a nozze. Come mai non vediamo niente di tutto ciò, e per i casi documentati di abusi & relative denunce ci vuole il contagocce?

La ragione è presto detta: non siamo in presenza di un fiume, ma di un torrentello di paese. Lo stesso Pelazza in mezz'ora di girato non è stato in grado di dimostrare un solo caso reale di abusi; ha esibito solo tre storielle anonime, dunque senza valore di prova documentale; per giunta:

- una di queste storie anonime aveva per presunto colpevole uno che non era testimone di Geova (nella prima puntata: vedi qui);

- un'altra era riferita solo ad un tentativo di abuso.

Rimane dunque un solo caso di abuso su minori che si suppone realmente perpetrato: anche quest'ultimo è però anonimo al cento per cento, e quindi, di nuovo, non abbiamo alcun mezzo per dire che ciò che ci viene raccontato corrisponda effettivamente al vero. Davvero poca cosa, per chi vorrebbe far credere che i testimoni di Geova (250.000 in Italia) vi sarebbero molti casi di pedofilia.

E' peraltro facile giudicare da spettatori di una platea televisiva di terza serata. Bisognerebbe 'trovarsi' in una situazione del genere (ovvero, di un anziano che ha raccolto confidenze di abusi) per avere una pallida idea della tempesta di emozioni che può scatenarsi nella psicologia di un uomo, invece di lanciare puerili, e astratti, pistolotti di critica, stabilendo da moralisti da strapazzo cosa gli altri dovrebbero 'fare' o 'non fare'. Ma tutti questi ragionamenti funzionano poco con i fuoriusciti dissidenti, essi collegano le cose come gli scolaretti degli elementari, saltando a pié pari qualunque considerazione che tenga conto dei reali sentimenti coinvolti, o che sia semplicemente logica. Ad esempio: non è nemmeno detto che la vittima o i suoi genitori preferiscano denunciare il presunto reato. Anche in questo caso gli anziani dovrebbero andare difilati in questura?


Considerate il seguente scenario:

La bambina A viene (presumibilmente) molestata da B. Il padre C va dall'anziano D e dice che la figlia gli ha riferito di aver subito una "molestia", ma non vuole denunciare B alle autorità perché non ne è sicuro.

Gli anziani D ed E parlano con B che nega ogni cosa. A quel punto gli consigliano di stare lontano da A e da altri minori, benché i fatti che gli vengono addebitati siano dubbi. Il consiglio protegge i minori (se il caso lo richiede) e non nuoce alla reputazione di B.

Torniamo al momento in cui B nega tutto. Per i fuoriusciti, gli anziani D ed E dovrebbero ora rivolgersi alle autorità perché esiste un sospetto di molestia. La polizia a quel punto è costretta ad intervenire e chiama ovviamente il molestatore B ed il padre C a testimoniare.

C però, timoroso di ritorsioni da parte di B, minimizza l'accaduto e non sporge denuncia.

B continua a negare e dice anzi (consigliato da un avvocato) di aver subito accuse non provate da parte di D e E.

La bambina A viene fatta parlare con uno psicologo, ma quest'ultimo deduce che A aveva verosimilmente interpretato male un'azione di B.

Morale della favola:

- per A e C nulla è cambiato, salvo il disagio d'essere stati costretti a riferire a degli estranei dei fatti che forse essi stessi preferivano rimanessero in famiglia e nel corpo degli anziani.

- B rimane al suo posto. Se è innocente, potrebbe querelare D ed E per diffamazione. Se è colpevole, adesso è libero di muoversi liberamente, ad esempio cambiando congregazione e reiterando l'abuso.

- D ed E devono sorbirsi le conseguenze di un'azione legale avventata e non concordata con la famiglia.
[Modificato da EverLastingLife 29/04/2016 13:34]
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