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Le vittime della violenza della polizia a Oš otterranno giustizia?

Ultimo Aggiornamento: 10/03/2016 09:21
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10/03/2016 09:21
 
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Le vittime della violenza della polizia a Oš otterranno giustizia?







Per la terza volta il procuratore generale del Kirghizistan ha ordinato al pubblico ministero della città di Oš di valutare la possibilità di aprire un’inchiesta penale nei confronti di dieci ufficiali di polizia. Quest’ultima aveva fatto illegalmente irruzione in un raduno religioso dei Testimoni di Geova nell’agosto 2015, picchiando con violenza molti dei presenti. Nonostante le chiare prove della cattiva condotta da parte della polizia, il pubblico ministero della città di Oš sì è rifiutato di aprire un’inchiesta penale.
Irruzione illegale e azione violenta della polizia

La domenica mattina del 9 agosto 2015, 10 agenti del 10° Reparto * della polizia di Oš fecero irruzione in un raduno religioso tenuto in un caffè affittato per l’occasione, dove oltre 40 persone si erano radunate per una pacifica funzione religiosa. Uno degli agenti urlò a Nurlan Usupbaev, che stava conducendo l’incontro, di terminare immediatamente la funzione religiosa perché questa era “illegale”. La polizia minacciò più volte di sparare a tutti i presenti. Uno di questi, Tynčtyk Olžobayev, tentò di videoregistrare le azioni violente degli agenti, ma fu portato in un’altra stanza e picchiato con ferocia.

Gli agenti condussero alla stazione di polizia dieci uomini tra i Testimoni, picchiandone brutalmente sei e quasi strangolandone tre, incluso Usupbaev. Gli uomini furono rilasciati lo stesso giorno, e chi aveva riportato ferite gravi si recò all’ospedale per accertamenti.

Due giorni dopo, l’11 agosto, Kožobek Kozubayev e Nurbek Šerikbayev (gli stessi ufficiali di polizia che avevano guidato l’irruzione e i pestaggi) arrestarono Usupbaev con l’accusa di aver preso parte ad attività religiose illegali. L’udienza fu fissata per i giorni 20 e 21 agosto davanti al tribunale della città di Oš.
I tribunali difendono il diritto dei Testimoni a esercitare il culto

Nel corso dell’udienza chi rappresentava il 10° Reparto sostenne che il raduno religioso del 9 agosto era stato illegale perché a Oš i Testimoni di Geova non erano legalmente riconosciuti a livello locale. L’accusa asserì pure che il fatto che all’incontro fossero presenti bambini insieme ai genitori Testimoni costituiva una violazione della legge kirghisa in materia di religione, la quale vieta di reclutare bambini a far parte di organizzazioni religiose.

Il 21 agosto il presidente del tribunale della città di Oš dichiarò Usupbaev innocente rispetto alle accuse di attività religiosa illegale. Il tribunale ritenne che contro di lui non vi fosse ragione di procedere perché non esistevano prove che avesse preso parte ad attività religiose illegali o che “reclutasse” bambini.

Il pubblico ministero della città di Oš fece istanza di appello presso il tribunale regionale di Oš obiettando all’assoluzione di Usupbaev. Il tribunale regionale rigettò l’appello del pubblico ministero e confermò la decisione del tribunale di primo grado di assolvere Usupbaev, reiterando il concetto che in Kirghizistan i Testimoni di Geova sono un’organizzazione religiosa propriamente riconosciuta; osservò inoltre che la sezione costituzionale della Corte Suprema aveva già dichiarato incostituzionale quella parte della legge che esigeva dalle organizzazioni religiose un riconoscimento a livello locale. * Ciò nonostante, il pubblico ministero si è ora appellato alla Corte Suprema, che ha fissato udienza per il 2 marzo 2016.
Al pubblico ministero locale viene ordinato di indagare sulla polizia

Mentre il procedimento a suo carico era ancora in corso, Usupbaev, insieme alle altre vittime dei feroci pestaggi compiuti durante l’irruzione del 9 agosto, presentò una denuncia presso il pubblico ministero della città di Oš chiedendo che i dieci agenti coinvolti fossero perseguiti penalmente. Ciò diede corso a una serie di istanze e appelli. Per ben tre volte il pubblico ministero della città di Oš si rifiutò di aprire un’inchiesta, e ogni volta le vittime fecero appello al procuratore generale. Per due volte questi ribaltò la decisione del pubblico ministero della città di Oš, ordinandogli di esaminare il caso. Tuttavia, dopo aver ricevuto la terza istanza di appello da parte delle vittime, invece di esaminarlo lui stesso, il procuratore generale ha deferito nuovamente l’appello al pubblico ministero della città di Oš perché prenda una decisione in merito. Quest’ultima direttiva del procuratore generale, datata 21 gennaio 2016, spinge a chiedersi se le vittime otterranno mai giustizia.

I Testimoni di Geova in Kirghizistan sono grati sia di aver ottenuto il riconoscimento a livello nazionale che delle recenti decisioni dei tribunali di Oš. Apprezzano il fatto che giudici imparziali spianino coraggiosamente la strada alla libertà religiosa applicando la legge e sostenendo l’impegno dichiarato del governo in merito alla libertà di culto e di credo. Ciò nonostante, sono molto preoccupati per il fatto che funzionari dello Stato non abbiano agito con risolutezza al fine di portare davanti alla giustizia i membri della polizia che hanno partecipato a quella brutale aggressione. I Testimoni di Geova fanno appello al procuratore generale affinché agisca in modo chiaro e deciso perseguendo coloro che hanno perpetrato tali violenze.


www.jw.org/it/news/sviluppi-legali/per-area/kirghizistan/o%C5%A1-violenza-della-...
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