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Terrorismo

Ultimo Aggiornamento: 23/12/2016 21:42
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22/07/2016 14:37
 
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Un punto di analisi
Ancora un’esplosione inaudita di violenza. Ancora un atto di terrore in questa tragedia che sembra non finire mai. I fatti di Nizza ci hanno ancora una volta trovati impreparati, a pochi chilometri di distanza dai confini con il nostro Paese. Il copione sembra leggermente variato quanto all’esecuzione, ma non quanto alle reazioni. Compito di un pensiero autenticamente critico deve essere, in questi casi, non lasciarsi inibire nella capacità di riflettere senza barriere e a distanza di sicurezza dal “si dice”di circostanza.

Il terrorismo vince quando ci priva della libertà, compresa quella di pensare in forma radicale. Senza curarsi dell’opinione pubblica e del coro politicamente corretto nonché corrotto, che demonizza e silenzia chiunque osi pensare altrimenti. Proviamo, allora, a problematizzare e a esercitare il pensiero radicale senza seguire il “si dice” e i tracciati del pensare convenzionale. Da questo osceno e vile atto terroristico trarrà giovamento, ancora una volta, il potere, cioè l’élite neofeudale e ultracapitalistica che regge il mondo che potrà restringere le libertà in nome della sicurezza, bombardare in nome della lotta al terrorismo, spostare l’attenzione dal movimento dei lavoratori che in Francia si stavano sollevando uniti contro la loi travail.‎ E’ sempre il potere a uscirne vincitore, non dimentichiamolo: le masse di disperati perdono sempre, da Nizza a Damasco, cristiane o islamiche che siano. Il terrorismo, quali che siano i suoi reali mandanti, giova sempre e solo all’élite dominante, alla classe del signore neofeudale uscito vincente dal 1989.






Il terrorismo, quando pure si proclama islamico, non ha nulla a che vedere con l’Islam: uccidere in nome di Dio è la più grande bestemmia. Il terrorismo è l’apice del nichilismo tecnico: il vuoto assoluto di chi uccide e distrugge senza nulla creare. L’emblema della nostra epoca e della vacuità che la contraddistingue strutturalmente. Ecco il nostro mondo: hic Rhodus, hic salta. Francia, 14 luglio 1789: Liberté, Égalité, Fraternité. Francia, 14 luglio 2016: terrore, massacro, barbarie. Chi crede ancora nella fiaba del progresso? Chi crede ancora nella lieta novella della belle époque post-1989? Chi ancora non ha capito che mai come oggi il binomio di violenza e nichilismo è divenuto il protagonista assoluto?‎ Chi non ha capito, soprattutto, che a rimetterci sono sempre le masse riplebeizzate e neofeudali? Del resto, non può essere sfuggito che queste esplosioni di violenza – condannabili senza se e senza ma – si abbattono sempre nei luoghi più popolari: mai nei centri del potere finanziario.

www.ilfattoquotidiano.it/2016/07/16/nizza-terrorismo-e-nichilismo-a-chi-giova-il-terrore/...

[Modificato da PARIGI23 22/07/2016 14:38]
22/07/2016 20:45
 
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Fratelli spero di darvi buone notizie qui a Monca ( Germania )
22/07/2016 20:49
 
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22/07/2016 21:20
 
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Se non ho capito bene non si sa ancora se é un attacco terroristico, giusto?
Anche se rimane una cosa terribile.
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"Benché io cammini nella valle della profonda ombra,
Non temo nulla di male,
Poiché tu sei con me..." Salmo 23:4
23/12/2016 13:57
 
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Ed è subito terrore. Ancora una volta. Secondo modalità che ritornano sempre invariate, sempre le stesse. Quasi come se si trattasse di un copione già scritto, un orrendo copione da mettere in scena a cadenza regolare. Questa volta è stato il turno di Berlino. Permettetemi, allora, di svolgere alcune considerazioni generalissime sul terrorismo e sulla sua funzione nel quadro storico post 1989.
1) Gli attentati si abbattono sempre e solo sulle masse subalterne, precarizzate, sottopagate e supersfruttate. L’ira delirante dei terroristi non si abbatte mai, curiosamente, sui luoghi reali del potere occidentale: banche, centri della finanza, ecc. I signori mondialisti non vengono mai nemmeno sfiorati. I terroristi avrebbero dichiarato guerra e poi attaccherebbero solo le masse schiavizzate, rendendo – guarda caso – un buon servizio ai signori mondialisti della finanza sradicata: i quali vedono il loro nemico di classe (le masse sottoproletarie, precarizzate e pauperizzate) letteralmente bombardato e fatto esplodere da agenzie terze;
2) Il terrorismo produce un grandioso spostamento dello sguardo dalla contraddizione principale, il nesso di forza classista finanziarizzato. A reti unificate ci fanno credere che il nostro nemico sia l’Islam e non il terrorismo quotidiano del capitalismo finanziario (guerre imperialistiche, ecatombi di lavoratori, suicidi di piccoli imprenditori, popoli mandati in rovina);
3) Ci fanno ora credere che il nemico, per il giovane disoccupato cristiano, sia il giovane disoccupato islamico e non il delocalizzatore, il magnate della finanza, l’apolide e sradicato signore del mondialismo che sta egualizzando il pianeta nella disuguaglianza del libero mercato. Per questa via, il conflitto servo-signore è, ancora una volta, frammentato alla base. Si ha l’ennesima guerra tra poveri, della quale a beneficiare sono coloro che poveri non sono. Il terrorismo frammenta il conflitto di classe e mette i servi in lotta tra loro (islamici vs cristiani, orientali vs occidentali);
4) Il terrorismo permette l’attivazione di quel paradigma securitario che, ancora una volta, giova unicamente al signore globalista e finanziario. Si attiva il modello Patriot Act Usa: per garantire sicurezza, si toglie libertà. Meno libertà di protesta, meno libertà di organizzazione, più controlli, più ispezioni, più limitazioni. La massa terrorizzata accetta ciò che in condizioni normali mai accetterebbe: la perdita della libertà in nome della sicurezza;
5) Si prepara il terreno – prepariamoci – per nuove guerre: guerre terroristiche e criminali contro i crimini del terrorismo. Come accadde in Afghanistan (2001) e recentemente in Siria. Il terrorismo legittima l’imperialismo occidentale, l’interventismo umanitario, il bombardamento etico, le guerre giuste, e mille altre pratiche orwelliane che, chiamate col loro nome, rientrerebbero esse stesse nella categoria del terrorismo. L’imperialismo occidentale coessenziale al regime capitalistico viene legittimato e fatto accettare alle masse terrorizzate e subalterne.
A differenza di Pasolini, io non so i nomi. Credo, tuttavia, di sapere che cos’è davvero il terrorismo. È la fase suprema del capitalismo. È il momento culminante di un capitalismo che, avendo la propria egemonia in crisi (per dirla con Gramsci), deve adoperarsi in ogni modo (letteralmente: in ogni modo) per favorire il consenso, per riallineare le masse, per disarticolare il dissenso, per sincronizzare le coscienze, per fare sì che l’odio e l’amore delle masse siano indirizzati, secondo le debite dosi, dove i signori del mondialismo hanno deciso debbano essere indirizzati.

www.ilfattoquotidiano.it/2016/12/20/attentato-berlino-vi-spiego-cose-davvero-il-terrorismo-in-5-punti/...
23/12/2016 16:43
 
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Più in generale da noi temo per le libertà fondamentali, non ultima la libertà di professare la propria religione e di manifestare le proprie opinioni. Facile che eventi eccezionali spingano i governi a promulgare leggi speciali, nelle cui maglie facilmente si inciampano di diritti dell'uomo. Certamente è in corso un riassestamento del quadro geopolitico mondiale con i relativi equilibri, l'Europa in cui viviamo non pare esattamente preparata e lucida, almeno in apparenza. Come dice Paolo: "La scena di questo mondo cambia".

Shalom
[Modificato da barnabino 23/12/2016 17:01]
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Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

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23/12/2016 17:55
 
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«Una mente debole è come un microscopio: ingrandisce le piccolezze, ma è incapace di comprendere le cose grandi.»

Lord Chesterfield
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PARIGI23, 23/12/2016 13.57:

Ed è subito terrore. Ancora una volta. Secondo modalità che ritornano sempre invariate, sempre le stesse. Quasi come se si trattasse di un copione già scritto, un orrendo copione da mettere in scena a cadenza regolare. Questa volta è stato il turno di Berlino. Permettetemi, allora, di svolgere alcune considerazioni generalissime sul terrorismo e sulla sua funzione nel quadro storico post 1989.
1) Gli attentati si abbattono sempre e solo sulle masse subalterne, precarizzate, sottopagate e supersfruttate. L’ira delirante dei terroristi non si abbatte mai, curiosamente, sui luoghi reali del potere occidentale: banche, centri della finanza, ecc. I signori mondialisti non vengono mai nemmeno sfiorati. I terroristi avrebbero dichiarato guerra e poi attaccherebbero solo le masse schiavizzate, rendendo – guarda caso – un buon servizio ai signori mondialisti della finanza sradicata: i quali vedono il loro nemico di classe (le masse sottoproletarie, precarizzate e pauperizzate) letteralmente bombardato e fatto esplodere da agenzie terze;
2) Il terrorismo produce un grandioso spostamento dello sguardo dalla contraddizione principale, il nesso di forza classista finanziarizzato. A reti unificate ci fanno credere che il nostro nemico sia l’Islam e non il terrorismo quotidiano del capitalismo finanziario (guerre imperialistiche, ecatombi di lavoratori, suicidi di piccoli imprenditori, popoli mandati in rovina);
3) Ci fanno ora credere che il nemico, per il giovane disoccupato cristiano, sia il giovane disoccupato islamico e non il delocalizzatore, il magnate della finanza, l’apolide e sradicato signore del mondialismo che sta egualizzando il pianeta nella disuguaglianza del libero mercato. Per questa via, il conflitto servo-signore è, ancora una volta, frammentato alla base. Si ha l’ennesima guerra tra poveri, della quale a beneficiare sono coloro che poveri non sono. Il terrorismo frammenta il conflitto di classe e mette i servi in lotta tra loro (islamici vs cristiani, orientali vs occidentali);
4) Il terrorismo permette l’attivazione di quel paradigma securitario che, ancora una volta, giova unicamente al signore globalista e finanziario. Si attiva il modello Patriot Act Usa: per garantire sicurezza, si toglie libertà. Meno libertà di protesta, meno libertà di organizzazione, più controlli, più ispezioni, più limitazioni. La massa terrorizzata accetta ciò che in condizioni normali mai accetterebbe: la perdita della libertà in nome della sicurezza;
5) Si prepara il terreno – prepariamoci – per nuove guerre: guerre terroristiche e criminali contro i crimini del terrorismo. Come accadde in Afghanistan (2001) e recentemente in Siria. Il terrorismo legittima l’imperialismo occidentale, l’interventismo umanitario, il bombardamento etico, le guerre giuste, e mille altre pratiche orwelliane che, chiamate col loro nome, rientrerebbero esse stesse nella categoria del terrorismo. L’imperialismo occidentale coessenziale al regime capitalistico viene legittimato e fatto accettare alle masse terrorizzate e subalterne.
A differenza di Pasolini, io non so i nomi. Credo, tuttavia, di sapere che cos’è davvero il terrorismo. È la fase suprema del capitalismo. È il momento culminante di un capitalismo che, avendo la propria egemonia in crisi (per dirla con Gramsci), deve adoperarsi in ogni modo (letteralmente: in ogni modo) per favorire il consenso, per riallineare le masse, per disarticolare il dissenso, per sincronizzare le coscienze, per fare sì che l’odio e l’amore delle masse siano indirizzati, secondo le debite dosi, dove i signori del mondialismo hanno deciso debbano essere indirizzati.

www.ilfattoquotidiano.it/2016/12/20/attentato-berlino-vi-spiego-cose-davvero-il-terrorismo-in-5-punti/...



[SM=g1861209] Già con il fatto che i terroristi se la prendono con le masse popolari e non con la finanza questo la dice lunga...tutto volge x limitare sempre di più le libertà fondamentali dei popoli.

themegasabry
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