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Confutazione trasmissione radiomaria del gris di dicembre 2016...

Ultimo Aggiornamento: 31/12/2016 19:01
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14/12/2016 17:50
 
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La distinzione tra 144.000 e ‘grande folla’
14/12/2016 18:01
 
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Dopo il preambolo di don Fiorino, il conduttore, prendono la parola Tatiana Politi (figlia di Rocco Politi) prima e Rocco Politi successivamente.

Circa l'attendilita' delle critiche dei fuoriusciti rimandiamo, come di consueto, al seguente articolo del nostro sito:

I FUORIUSCITI DEI TESTIMONI DI GEOVA: TRA FENOMENOLOGIA E STATISTICA – Cosa dicono gli esperti?
14/12/2016 20:05
 
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viceadmintdg1, 14/12/2016 18.01:

Dopo il preambolo di don Fiorino, il conduttore, prendono la parola Tatiana Politi (figlia di Rocco Politi) prima e Rocco Politi successivamente.





La famiglia Politi si è ormai - praticamente - accasata a Radio Maria....ora anche la figlia, dopo la moglie.

Ognuno è libero di fare le proprie scelte, s' intende: c' è chi va a predicare la buona notizia del Regno di Dio (Mt. 24:14), chi preferisce andare a Radio Maria per parlare (ovviamente in senso rigorosamente negativo) dei propri ex fratelli.

Come dice la Scrittura, "ciascuno porterà il proprio fardello" (Gal. 6:5 CEI).
[Modificato da Aquila-58 14/12/2016 20:05]
19/12/2016 16:02
 
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Il successivo e ultimo intervento è di don Battista Cadei che affrona il tema:

La distinzione tra ‘piccolo gregge’ (144.000) e ‘grande folla’ non è biblica
dicendo:


Riguardo al numero di soli 144.000 destinati al cielo, i tdG si basano su questi due passi:

Apocalisse 7;2-8: Vidi poi un altro angelo che saliva dall'oriente e aveva il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli ai quali era stato concesso il potere di devastare la terra e il mare: «Non devastate né la terra, né il mare, né le piante, finché non abbiamo impresso il sigillo del nostro Dio sulla fronte dei suoi servi». Poi udii il numero di coloro che furon segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila, segnati da ogni tribù dei figli d'Israele: dalla tribù di Giuda dodicimila; dalla tribù di Ruben dodicimila… Il testo continua enumerando le 12 tribù d’Israele, in ciascuna delle quali ci sono 12.000 segnati con il sigillo di ‪Dio, facendo un totale di 144 mila individui.

Apocalisse 14:1-5: Poi guardai ed ecco l'Agnello ritto sul monte Sion e insieme centoquarantaquattromila persone che recavano scritto sulla fronte il suo nome e il nome del Padre suo. Udii una voce che veniva dal cielo, come un fragore di grandi acque e come un rimbombo di forte tuono. La voce che udii era come quella di suonatori di arpa che si accompagnano nel canto con le loro arpe. Essi cantavano un cantico nuovo davanti al trono e davanti ai quattro esseri viventi e ai vegliardi. E nessuno poteva comprendere quel cantico se non i centoquarantaquattromila, i redenti della terra. Questi non si sono contaminati con donne, sono infatti vergini e seguono l'Agnello dovunque va. Essi sono stati redenti tra gli uomini come primizie per Dio e per l'Agnello. Non fu trovata menzogna sulla loro bocca; sono senza macchia.

I tdG dicono: le “altre pecore” non sono destinate al cielo, ma alla terra ritrasformata in paradiso terrestre. Che i più siano esclusi dal cielo, i tdG lo motivano così:

a) Davide non andò in cielo, poiché leggiamo in Atti 2,34-35:

Davide infatti non salì al cielo; tuttavia egli dice: Disse il Signore al mio Signore: siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici come sgabello ai tuoi piedi.

Rispondiamo che Atti 2,34-35 dice che Davide, quando compose il salmo: Disse il Signore al mio Signore... non parlava di se stesso, ma di Gesù, risuscitato e intronizzato alla destra di Dio. Per dimostrarlo, At 2,34-35 dice che Davide è tuttora nella tomba, At 2,29 (a quei tempi ancora visibile a Gerusalemme). Ma dire che non è risuscitato, non significa che non risusciterà e non salirà al cielo in futuro. Su questo la Bibbia tace.

b) Giobbe non andò in cielo.

Rispondiamo che la Bibbia non ha rivelato tutto subito. Il concetto di sopravvivenza e vita eterna è accennato nell'Antico Testamento, e detto con chiarezza nel Nuovo.

c) Neppure Giovanni il battezzatore andò in cielo. Infatti Gesù disse:
«In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui» (Mt 11,11).

Rispondiamo in merito che il contesto afferma l’assoluta superiorità di Gesù rispetto all’AT. Il battezzatore supera tutti i precedenti profeti, che l’hanno preannunciato a distanza, mentre egli ha indicato Gesù di presenza. Eppure chi entra nel regno dei cieli è più grande di lui. Cioè: diventare discepolo di Gesù val più che essere il massimo profeta. Detto questo del suo ruolo di precursore, la Bibbia dice che Giovanni testimoniò Gesù (Gv 1,15) e annunciò il regno dei cieli (Mt 3,2): la sua fede in Gesù e la testimonianza fino al martirio, bastarono per fare di lui un cristiano.

d) Gesù disse: «Ho altre pecore che non sono di quest'ovile» (Gv 10,16); quindi ci sono due ovili.

Anche qui, mettiamo la frase nel suo contesto, e comprenderemo che i due ovili sono chiamati a confluire in uno solo. Gesù ha la missione di radunare in unità non solo cristiani provenienti dal giudaismo, ma anche dalle genti pagane (cf. Gv 11,52: [Il sommo sacerdote] profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi.

e) Apocalisse 7, dopo avere menzionato i 144.000 in cielo, aggiunge:

"Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani" (Ap 7,9-15).

Rispondiamo che se è così, dovrebbe essere letterale anche il resto:

tutti gli "unti" dovrebbero appartenere alle dodici tribù d'Israele (nominate in Ap 7,5-8), ed essere tutti maschi e vergini (Ap 14,4).

Si noti inoltre che anche la moltitudine immensa stava in cielo davanti al trono e davanti all'Agnello (Ap 7,9). In base a quale principio un elemento di un brano è letterale, mentre tutti gli altri sono simbolici? Noi partiamo dalla constatazione che l’Apocalisse è un libro prettamente simbolico da non predere alla lettera, specialmente per quel che riguarda i numeri.

Nel nostro caso i 144.000 sono il nuovo Israele di Dio, presente come primizia per Dio (Ap 14,4), come Israele lo fu rispetto alla chiamata universale. La primizia viene prima, ha valore paradigmatico, ma non è di qualità diversa rispetto al successivo raccolto. D’altronde già ad Abramo era stata promessa una discendenza non numerabile (Genesi 15,5), e quindi superiore ai 144.000. In seguito quello che è detto dei 144.000 viene poi applicato alla folla immensa: sono tutti i cristiani.
Possiamo quindi concludere che la distinzione tra ‘piccolo gregge’ (144.000) e ‘grande folla’ non è biblica!



Lascio la parola a chi desidera replicare...
[Modificato da viceadmintdg1 19/12/2016 16:02]
22/12/2016 09:08
 
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viceadmintdg1, 19/12/2016 16.02:

Nel nostro caso i 144.000 sono il nuovo Israele di Dio, presente come primizia per Dio (Ap 14,4), come Israele lo fu rispetto alla chiamata universale. La primizia viene prima, ha valore paradigmatico, ma non è di qualità diversa rispetto al successivo raccolto. D’altronde già ad Abramo era stata promessa una discendenza non numerabile (Genesi 15,5), e quindi superiore ai 144.000. In seguito quello che è detto dei 144.000 viene poi applicato alla folla immensa: sono tutti i cristiani.
Possiamo quindi concludere che la distinzione tra ‘piccolo gregge’ (144.000) e ‘grande folla’ non è biblica!

Lascio la parola a chi desidera replicare...






"1 E vidi: ecco l'Agnello in piedi sul monte Sion, e insieme a lui centoquarantaquattromila persone, che recavano scritto sulla fronte il suo nome e il nome del Padre suo" (Apoc. 14:1 CEI).



"4 E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d'Israele:



9 Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani
". (Apoc. 7:4-9 CEI)



Affermazione perentoria di don Cadei:



"Possiamo quindi concludere che la distinzione tra ‘piccolo gregge’ (144.000) e ‘grande folla’ non è biblica"!



Non vi è alcuna distinzione biblica tra i 144.000 israeliti spirituali e la moltitudine immensa descritti nell' Apocalisse?



O, al contrario, a non essere biblica è la drastica conclusione a cui giungono gli amici di Radio Maria?





A presto.....



[Modificato da Aquila-58 22/12/2016 09:11]
22/12/2016 12:44
 
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viceadmintdg1, 19/12/2016 16.02:

Il successivo e ultimo intervento è di don Battista Cadei che affrona il tema:

La distinzione tra ‘piccolo gregge’ (144.000) e ‘grande folla’ non è biblica
dicendo:

Riguardo al numero di soli 144.000 destinati al cielo, i tdG si basano su questi due passi:

Apocalisse 7;2-8: …..Il testo continua enumerando le 12 tribù d’Israele, in ciascuna delle quali ci sono 12.000 segnati con il sigillo di ‪Dio, facendo un totale di 144 mila individui.


Apocalisse 14:1-5:, i redenti della terra.

Questi non si sono contaminati con donne, sono infatti vergini

e seguono l'Agnello dovunque va. Essi sono stati redenti

tra gli uomini come primizie per Dio






Perché “redenti”?

Il testo greco (“egorasmenoi apo tes ges”), alla lettera significa “comprati dalla terra” e non “i redenti della terra”, come da traduzione fuorviante della CEI, in quanto qui troviamo il verbo greco agorazo, che secondo l'autorevole Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento di Balz e Schneider significa “comperare, acquistare” (vol. I. pag. 60).

Per “redimere” o “riscattare”, il greco neotestamentario usa altri verbi, non agorazo!

Stabilito che – come vedremo nel seguito della trattazione - in cielo si va per uno scopo ben preciso e non perchè sia la destinazione di tutti i cristiani o di tutti i giusti, dobbiamo capire perchè determinati uomini sono stati "comprati dalla terra".

L' uomo non è stato creato per vivere in cielo ma sulla terra e il proposito originale di Dio espresso nella Genesi (Gen. 1:28) è immutabile come è immutabile Dio stesso (Giacomo 1:17).

Se vogliamo capire il disegno divino, dobbiamo leggere la Bibbia (sia l' A.T. che il N.T.), alla luce di quello che è accaduto nell’ Eden e riguardo alla fondamentale profezia del seme di Gen. 3:15.

Questa è la condicio sine qua non per comprenderne il significato, pena falsarlo....

Se Dio ha preordinato prima della fondazione del mondo l' Israele di Dio (Efes. 1:4-5, 11), ecco che Dio ha "comprato dalla terra" degli uomini perchè possano essere Re (quindi Governanti), sacerdoti, giudici celesti, in una sola parola coeredi di Cristo (Rom. 8:15-17).

Per vivere in cielo, i "comprati dalla terra" devono subire una mutazione, una trasformazione e acquisire l' athanasia, l' immortalità di cui si parla in 1 Cor. 15:50-54 e una vita indistruttibile come Cristo, giacchè sono suoi coeredi (Ebrei 7:16).

Questo sarà fondamentale - nel seguito della trattazione - anche per comprendere che cos’ è realmente il Regno di Dio…



(segue, a presto......)
[Modificato da Aquila-58 22/12/2016 12:49]
22/12/2016 18:47
 
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viceadmintdg1, 19/12/2016 16.02:


e per l'Agnello. Non fu trovata menzogna sulla loro bocca; sono senza macchia.

I tdG dicono: le “altre pecore” non sono destinate al cielo, ma alla terra ritrasformata in paradiso terrestre.




Perché “ritrasformata”?

La terra – nella sua interezza – non è ancora mai stata un Paradiso.

A parte il giardino di Eden (Gen. 2:15), il proposito originale di Dio – immutabile (che vi piaccia o no) – espresso in Gen. 1:28, non si è ancora realizzato (in quella condizione originaria stabilita dal Creatore)

Quindi attendiamo l’adempimento pieno del proposito di Dio espresso nella Genesi.

Sotto il Regno Messianico, tutta la terra diventerà per la prima volta, interamente, un Paradiso….


viceadmintdg1, 19/12/2016 16.02:



Che i più siano esclusi dal cielo,





Sembra quasi che l’ uomo, per godere della felicità, debba esclusivamente andare in cielo, ma non è una dottrina biblica!

La stessa Apocalisse, parlando della “nuova terra” (Apoc. 21:1), afferma in Apoc. 21:3-4 che la "morte non ci sarà più", questo significa che prima c' era.

Tuttavia, non ci si può riferire al cielo, dove la morte non è mai esistita, ci si riferisce alla nuova terra, dove non ci sarà mai più “lutto né lamento né affanno” (Apoc. 21:4 CEI).

Lo stesso Adamo fu creato per vivere sulla terra in una condizione di piena felicità e armonia con il Creatore e con il creato [e dove evidentemente non c’era il peccato, con le sue conseguenze deleterie….sarebbe bastato un semplice gesto di ubbidienza e di amore leale dei nostri progenitori verso il Creatore... ], avendo anche un piacevole compito da svolgere, e infatti Dio stesso disse che tutto ciò “era cosa molto buona” (Gen. 1:31 ; 2:15 CEI).

Il racconto della Genesi le fa forse supporre che, in quella condizione umana di perfezione (assenza del peccato), Adamo, Eva e la loro progenie non sarebbero stati felici?
Mi chiedo cosa glielo faccia pensare...



Entriamo quindi nel vivo della trattazione...




(segue, a presto....)


[Modificato da Aquila-58 22/12/2016 18:51]
23/12/2016 18:24
 
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viceadmintdg1, 19/12/2016 16.02:



i tdG lo motivano così:

a) Davide non andò in cielo, poiché leggiamo in Atti 2,34-35:

Davide infatti non salì al cielo; tuttavia egli dice: Disse il Signore al mio Signore: siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici come sgabello ai tuoi piedi.





Mah. A dire il vero, è uno dei passi che usiamo di meno…..


viceadmintdg1, 19/12/2016 16.02:



Rispondiamo che Atti 2,34-35 dice che Davide, quando compose il salmo: Disse il Signore al mio Signore... non parlava di se stesso, ma di Gesù, risuscitato e intronizzato alla destra di Dio. Per dimostrarlo, At 2,34-35 dice che Davide è tuttora nella tomba, At 2,29 (a quei tempi ancora visibile a Gerusalemme). Ma dire che non è risuscitato, non significa che non risusciterà e non salirà al cielo in futuro. Su questo la Bibbia tace.





Pertanto, se la Bibbia tace, anche noi dobbiamo tacere, non aggiungere nostre inferenze e restare al testo, che afferma – nero su bianco – che Davide non ascese ai cieli...

Scusate, non è la vostra dottrina che afferma che in Mt. 27:51-52 si è avuto la risurrezione dei giusti dell’ A.T.?

Per esempio, la cattolicissima Bibbia di Gerusalemme, nella nota in calce a Mt. 27:52, afferma che “la risurrezione dei giusti dell’ A.T. è un segno dell’ era escatologica. Liberati dall’ Ade con la morte di Cristo, attendono la sua risurrezione per entrare con lui nella città santa, Gerusalemme”!

Ma come! I giusti dell’ A.T. – secondo voi – vengono risuscitati nell’ episodio di Mt. 27:51-52 mentre Davide (la cui discendenza è depositaria delle promesse messianiche) non lo è?

Strano, a dir poco…



viceadmintdg1, 19/12/2016 16.02:




b) Giobbe non andò in cielo.

Rispondiamo che la Bibbia non ha rivelato tutto subito. Il concetto di sopravvivenza e vita eterna è accennato nell'Antico Testamento, e detto con chiarezza nel Nuovo.




A dire il vero, nel caso di Daniele, la risurrezione è pienamente espressa (non accennata) in Dan. 12:13:

13 Tu, va' pure alla tua fine e riposa: ti alzerai per la tua sorte alla fine dei giorni». “ (Dan. 12:13 CEI)…..

Nulla di diverso - nella sostanza - dalla risurrezione nell' ultimo giorno giovannea:

"40 Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno». " (Gv. 6:40 CEI)...



(segue......)





[Modificato da Aquila-58 23/12/2016 18:26]
23/12/2016 20:06
 
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viceadmintdg1, 19/12/2016 16.02:



c) Neppure Giovanni il battezzatore andò in cielo. Infatti Gesù disse:
«In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui» (Mt 11,11).

Rispondiamo in merito che il contesto afferma l’assoluta superiorità di Gesù rispetto all’AT. Il battezzatore supera tutti i precedenti profeti, che l’hanno preannunciato a distanza, mentre egli ha indicato Gesù di presenza. Eppure chi entra nel regno dei cieli è più grande di lui. Cioè: diventare discepolo di Gesù val più che essere il massimo profeta. Detto questo del suo ruolo di precursore, la Bibbia dice che Giovanni testimoniò Gesù (Gv 1,15) e annunciò il regno dei cieli (Mt 3,2): la sua fede in Gesù e la testimonianza fino al martirio, bastarono per fare di lui un cristiano.







bastarono per fare di lui un cristiano”, pertanto, secondo questa interpretazione, anche Giovanni Battista farà parte del Regno dei cieli, giacchè per voi tutti i cristiani sono destinati al cielo, dico bene?

Mi accorgo, però, che questo contrasta con quanto leggo, per esempio, in una importante Bibbia cattolica, la Bibbia di Gerusalemme, che nella nota in calce a Mt. 11,11, afferma quanto segue:

è più grande: per il solo fatto che appartiene al Regno, mentre Giovanni, in quanto precursore, è rimasto sulla porta. Questa parola oppone due epoche dell’ opera divina, due economie, senza per nulla svalutare la persona di Giovanni”!

Mi pare ben diverso da quello che afferma lei…

Anche Luca sottolinea quest’ aspetto:

“16 La Legge e i Profeti fino a Giovanni: da allora in poi viene annunciato il regno di Dio e ognuno si sforza di entrarvi. “ (Luca 16:16 CEI)

L’equivoco sorge perché per voi il Regno dei cieli è il luogo dove vanno tutti i cristiani, ma biblicamente parlando non è così.

Converrà quindi vedere prima perché si va in cielo e che cos’ è il Regno dei cieli o Regno di Dio.

Il N.T. è chiarissimo al riguardo: si è chiamati in cielo per regnare con Cristo:

12 se perseveriamo, con lui anche regneremo;
se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà;
“ (2 Tim. 2:12 CEI)

Chi riceve l’ adozione a figlio - sulla base dell’ attestazione insindacabile dello spirito santo (e del proprio spirito) e non di qualche teologo o di qualche teologia - ha di fronte a se la prospettiva di divenire un coerede di Cristo (Rom. 8:15-17).

Lo spirito, come il vento, soffia dove vuole e fa nascere (di spirito) chi vuole, per il regno (Gv. 3:3-8):

8 Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito» “ (Gv. 3:8 CEI)

O pretendiamo di dirigere l’ operato dello spirito santo?

Pertanto, sulla base di Rom. 8:15-17, il coerede di Cristo – come dice la parola stessa - avrà la stessa eredità di Cristo: sarà un Re (quindi un Governante), un Sacerdote e un Giudice celeste!

Il Regno dei cieli è quindi un Regno, un Governo celeste, formato da Cristo e dai suoi santi coeredi, era già stato tutto profetizzato molto tempo prima in Daniele 7:13-14, 27:

13 Guardando ancora nelle visioni notturne,
ecco venire con le nubi del cielo
uno simile a un figlio d'uomo;
giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui.
14 Gli furono dati potere, gloria e regno;
tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano:
il suo potere è un potere eterno,
che non finirà mai,
e il suo regno non sarà mai distrutto………… 27 Allora il regno, il potere e la grandezza dei regni che sono sotto il cielo saranno dati al popolo dei santi dell'Altissimo, il cui regno sarà eterno e tutti gli imperi lo serviranno e gli obbediranno
». “ (Dan. 7:13-14, 27 CEI).

E Giovanni il Battista?

Giovanni Battista morì prima che il Cristo stabilisse un patto per un Regno, come si può leggere in Luca 22:29-30, non farà quindi parte del Regno, quindi del Governo celeste come i coeredi di Cristo.
Costoro - i coeredi di Cristo, quindi Governanti celesti, Re, Sacerdoti e giudici come Lui e con Lui – sono nient’ altro che “le cose nei cieli radunate in Cristo” secondo l’ economia o amministrazione divina di Efes. 1:9-10, mentre il Battista sarà una delle “cose sulla terra” radunate in Cristo, nella pienezza dei tempi, secondo la medesima “economia” divina….


8 Egli l'ha riversata in abbondanza su di noi
con ogni sapienza e intelligenza,
9 facendoci conoscere il mistero della sua volontà,
secondo la benevolenza che in lui si era proposto
10 per il governo della pienezza dei tempi:
ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose,
quelle nei cieli e quelle sulla terra.
“ (Efes. 1:8-10 CEI)





(segue, a presto....)



[Modificato da Aquila-58 23/12/2016 20:10]
23/12/2016 20:40
 
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Scusate, non è la vostra dottrina che afferma che in Mt. 27:51-52 si è avuto la risurrezione dei giusti dell’ A.T.?

Per esempio, la cattolicissima Bibbia di Gerusalemme, nella nota in calce a Mt. 27:52, afferma che “la risurrezione dei giusti dell’ A.T. è un segno dell’ era escatologica. Liberati dall’ Ade con la morte di Cristo, attendono la sua risurrezione per entrare con lui nella città santa, Gerusalemme”!



Non mi pare corretta la risposta, i cattolici dicono che con la mort di Cristo sono stati liberati dall'Ade, ma non che sono stati risorti, essi "attendono la risurrezione" per entrare nella città santa. Forse il problema è che questo preticello confonde risurrezione con stato intermedio? Noi non neghiamo che alcuni vadano in cielo, neghiamo che ci vadano tutti e soprattutto che ci vadano le loro anime immortali in attesa delle risurrezione.

Shalom
[Modificato da barnabino 23/12/2016 21:07]
23/12/2016 21:43
 
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Re:
barnabino, 23/12/2016 20:40:


Scusate, non è la vostra dottrina che afferma che in Mt. 27:51-52 si è avuto la risurrezione dei giusti dell’ A.T.?

Per esempio, la cattolicissima Bibbia di Gerusalemme, nella nota in calce a Mt. 27:52, afferma che “la risurrezione dei giusti dell’ A.T. è un segno dell’ era escatologica. Liberati dall’ Ade con la morte di Cristo, attendono la sua risurrezione per entrare con lui nella città santa, Gerusalemme”!



Non mi pare corretta la risposta, i cattolici dicono che con la mort di Cristo sono stati liberati dall'Ade, ma non che sono stati risorti, essi "attendono la risurrezione" per entrare nella città santa. Forse il problema è che questo preticello confonde risurrezione con stato intermedio? Noi non neghiamo che alcuni vadano in cielo, neghiamo che ci vadano tutti e soprattutto che ci vadano le loro anime immortali in attesa delle risurrezione.

Shalom



Noi neghiamo l'anima, in senso ellenistico.
Il resto è un corollario. [SM=g2037509]

Simon
23/12/2016 21:50
 
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Quello che dicevo è che per la religione cattolica (come per noi) nel I secolo non c'era stata alcuna risurrezione, dunque si potrebbe dire che Davide non è andato in cielo come Gesù. Boccio la risposta di Aquila perché posta in quel modo non confuta nulla, bisogna parlare non di risurrezione ma di stato intermedio: se Davide non è andato in cielo è ovvio che non è quello lo stato intermedio dove attendere la risurrezione dei corpi.

Shalom
23/12/2016 21:53
 
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Noi neghiamo l'anima, in senso ellenistico



Ho parlato di immortalità dell'anima. Neppure l'anima cattolica è perfettamente sovrapponibile a quella ellenistica, è più una sorta di sincretismo tra concetti biblici, platonici e aristotelici rielaborati dai filosofi medievali per armonizzarla con le idee cristiane. Come detto quando Cadei parla di risurrezione in cielo pare avere le idee confuse sulla SUA dottrina, oltre che la nostra!

Shalom
[Modificato da barnabino 23/12/2016 22:25]
23/12/2016 22:48
 
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Re:
barnabino, 23/12/2016 21.50:

Quello che dicevo è che per la religione cattolica (come per noi) nel I secolo non c'era stata alcuna risurrezione, dunque si potrebbe dire che Davide non è andato in cielo come Gesù. Boccio la risposta di Aquila perché posta in quel modo non confuta nulla, bisogna parlare non di risurrezione ma di stato intermedio: se Davide non è andato in cielo è ovvio che non è quello lo stato intermedio dove attendere la risurrezione dei corpi.

Shalom




Si, giusta correzione e osservazione!
Infatti, in Atti 2:34 viene usato il verbo anabaino, ascendere, "andar su, salire", non anistemi, "risuscitare, alzarsi" e neppure egeiro e exegeiro, altri verbi usati nel N.T. per indicare la risurrezione.
Il verbo potrebbe quindi indicare, di per se, l’ ascendere di un’ “anima spirituale” immortale in cielo di Davide, ma Pietro dice che Davide non è asceso al cielo.
Quindi è ovvio che non è questo lo stato intermedio, nè ovviamente Davide era risorto.
Per cui Davide era semplicemente nell' Ades nel "sonno" della morte in attesa della risurrezione nell' ultimo giorno...

Grazie per la correzione, proseguirò domani con la trattazione...

[Modificato da Aquila-58 23/12/2016 22:51]
24/12/2016 18:59
 
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Vi è distinzione tra piccolo gregge (Luca 12:32 ) e altre pecore (Gv. 10:16)?

Se vi è, in cosa consiste?





a presto...
24/12/2016 19:34
 
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viceadmintdg1, 19/12/2016 16.02:



d) Gesù disse: «Ho altre pecore che non sono di quest'ovile» (Gv 10,16); quindi ci sono due ovili.

Anche qui, mettiamo la frase nel suo contesto, e comprenderemo che i due ovili sono chiamati a confluire in uno solo. Gesù ha la missione di radunare in unità non solo cristiani provenienti dal giudaismo, ma anche dalle genti pagane (cf. Gv 11,52: [Il sommo sacerdote] profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi.




Il punto non è questo: è ovvio che tutti i cristiani debbano divenire un unico gregge, con un unico Pastore, Gesù Cristo.

Come abbiamo visto sopra, tutti i cristiani, sia le cose nei cieli che le cose sulla terra, sono radunati in Cristo (Efes. 1:10) e non hanno altri pastori che Cristo!

Il punto è un altro: perché Gesù parlò di altre pecore che sono di un altro ovile?
Infatti, il punto riguarda il Regno e non l' unità o meno dei cristiani, nè il fatto che abbiano un unico Pastore!

Lo abbiamo già visto nella puntata di Novembre 2016, lo ribadiamo:

Luca 12:31-32 CEI:

31 Cercate piuttosto il suo regno, e queste cose vi saranno date in aggiunta.
32 Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno
”.

Il tema del contesto lucano è quello del Regno di Dio e qui Gesù ci fa una rivelazione: che i componenti di questo Regno sono pochi, non molti…..

Con lo specifico uso dell’aggettivo mikros, “piccolo”, e non megas, “grande” (ci tornerà estremamente utile quando parleremo della grande folla o moltitudine….).

Da qui ci riallacciamo a Gv. 10:16: Gesù disse anche di avere “altre pecore che non sono di questo ovile: anche quelle devo guidare” (Gv. 10:16 Nuovo Testamento interlineare P. Beretta, edizioni San Paolo.....)? Secondo le parole di Cristo, a queste "altre pecore" non viene dato alcun Regno...

Perchè questa distinzione?

Il “piccolo gregge” si riferisce forse ai giudei, mentre le “altre pecore”, a cui non viene dato alcun Regno (Gv. 10:16), ai pagani, i gentili, cioè agli etnico-cristiani?

La risposta è no, poiché Pietro dice, nella sua prima lettera:

9 Voi invece siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa. 10 Un tempo voi eravate non-popolo, ora invece siete popolo di Dio; un tempo eravate esclusi dalla misericordia, ora invece avete ottenuto misericordia. “ (1 Pt. 2:9-10 CEI)


I Co-regnanti celesti di Cristo (Re e Sacerdoti, il regal sacerdozio di cui parla Pietro) vengono da tutte le nazioni:

e cantavano un canto nuovo:
«Tu sei degno di prendere il libro
e di aprirne i sigilli,
perché sei stato immolato
e hai riscattato per Dio, con il tuo sangue,
uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione,
10 e hai fatto di loro, per il nostro Dio,
un regno e sacerdoti,
e regneranno sopra la terra
».
“ (Apoc. 5:9-10 CEI).

Il piccolo gregge è l' Israele di Dio o Israele spirituale (Gal.6:15-16 ; Apoc. 7:4-8).

Il portiere del primo ovile è Giovanni Battista che aprì a Gesù rivelandone l' identità alle pecore che avrebbe condotto fuori dal pascolo.

Le pecore che Gesù conduce fuori entrano in un altro ovile (Gv. 10:7), costoro divengono figli adottivi di Dio e quindi israeliti spirituali e la cosa non riguarda solo gli ebrei carnali ma anche i gentili (Gv. 1:11-13 ; Rom. 8:15-17).

Tra i due popoli non vi è più alcun muro di separazione, perché Cristo lo ha abbattuto e ha fatto dei due popoli un uomo nuovo (Efes. 2:14-15)

Pertanto, le altre pecore non appartengono a quell' ovile, l' ovile del regno e dell' adozione a figli per essere coeredi di Cristo e qui dobbiamo riallacciarci – come detto - al piccolo gregge di Luca 12:31-32).

Ciò che li distingue è quindi unicamente l’ appartenenza al Regno Celeste, per questo avviene una distinzione di ovili che non riguarda la natura del cristiano, ma la prospettiva futura del medesimo, chi sarà un coerede di Cristo – quindi un Re, Sacerdote e Giudice celeste - una delle cose nei cieli radunate in Cristo e farà parte dei nuovi cieli e chi sarà una delle cose sulla terra radunate in Cristo e farà parte della nuova terra (2 Pt. 3:13).

Questa è la duplice prospettiva escatologica - scritturale - dei radunati in Cristo!

Come è stato detto, il piccolo gregge non si riferisce solo agli ebrei carnali e quindi le altre pecore non possono essere solo i gentili, giacchè solo il piccolo gregge ha in eredità il regno, mentre le altre pecore no.

Ma anche i gentili hanno in eredità il regno (1 Pt. 2:9-10 ; Apoc.3:21 ; 5:9-10), per cui la altre pecore (a cui non è stato dato alcun regno celeste) non possono indicare i gentili.


Pertanto, la distinzione degli ovili non riguarda il fatto che Cristo dovesse riunire in unità sia i giudeo cristiani che gli etnico cristiani, su questo davvero non ci piove....

Il punto riguarda il Regno, che è dato a un piccolo gregge ma non alle altre pecore, sulla base della Scrittura…






(segue, a presto.....)




[Modificato da Aquila-58 24/12/2016 19:42]
24/12/2016 22:02
 
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Alla grande non C'e' un numero! Ma, zone celestiale in numero Si Che c'e' !!!


Revelazione 6:

C.E.I.:

Apocalisse 6:11
Allora venne data a ciascuno di essi una veste candida e fu detto loro di pazientare ancora un poco, """""""" finché fosse completo il numero """"""""""dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli che dovevano essere uccisi come loro.

[SM=g27987] [SM=g2037506]
25/12/2016 13:31
 
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Tutto simbolico nel capitolo 7 dell' Apocalisse?


E la grande folla (o moltitudine immensa) sta anch' essa in cielo?




A presto....



[Modificato da Aquila-58 25/12/2016 13:31]
25/12/2016 15:44
 
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Re:
Aquila-58, 12/25/2016 1:31 PM:

Tutto simbolico nel capitolo 7 dell' Apocalisse?


E la grande folla (o moltitudine immensa) sta anch' essa in cielo?




A presto....






La chiesa Cattolica e'piena di simbolismi incominciando da Pietro . Dopo faccio una lista di alcuni Misteriosi simbolismi .
[SM=g10765]
25/12/2016 20:13
 
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viceadmintdg1, 19/12/2016 16.02:



e) Apocalisse 7, dopo avere menzionato i 144.000 in cielo, aggiunge:

"Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani" (Ap 7,9-15).

Rispondiamo che se è così, dovrebbe essere letterale anche il resto:

tutti gli "unti" dovrebbero appartenere alle dodici tribù d'Israele (nominate in Ap 7,5-8), ed essere tutti maschi e vergini (Ap 14,4).






Suvvia, amici di Radio Maria!
Cerchiamo di essere seri….

Nell’ Israele terrena non c’ è mai stata una tribù di Levi né una tribù di Giuseppe, ulteriore prova che non si parla dell’ Israele terrena…..

L ’elenco di Apoc. 7:4-8 ha lo scopo di mostrare l’esistenza di una struttura organizzativa equilibrata in seno all’Israele spirituale, giacchè il numero dodici indica un ordinamento completo, equilibrato, costituito da Dio e così fu per le 12 tribù (reali) dell’ Israele terrena. Non a caso, parimenti, Gesù scelse 12 (reali) apostoli come pietre di fondamento della Nuova Gerusalemme.

Non è corretto dire che si tratti di tribù simboliche, sono le tribù (spirituali) di una nazione (spirituale).

E’ la vera Israele, l’ Israele Spirituale o Israele di Dio (Gal. 6:15-16), preordinata con Cristo prima della fondazione del mondo, poiché gli israeliti spirituali vengono visti sul celeste Monte Sion, che indica il potere reale, la regalità (Salmo 2:6-9; Apoc. 2:26-27).

Eredi preordinati come Governanti celesti con Cristo (Rom. 8:15-17), la vera Israele, la cui appartenenza non dipende più dalla discendenza carnale, ma dalla promessa, dalla chiamata e dall’ elezione (Rom. 9:6-8, 11 , 23-24; 2:28-29)…..

La presenza di una tribù di Levi, assente nel novero delle tribù dell’ Israele terrena, vuol evidenziare anche il ruolo sacerdotale (1 Pt. 2:9) degli israeliti spirituali.

La “verginità” biblica può essere intesa anche in senso spirituale, lo afferma la nota in calce della cattolicissima Bibbia di Gerusalemme:

sono vergini, in senso metaforico, i 144.000 sono integri e fedeli, hanno respinto l’ idolatria e possono essere fidanzati dell’ Agnello”,

per questo “seguono l’ Agnello dovunque vada”, perché sono la Sposa di Cristo, la Nuova Gerusalemme, la “città” celeste.

Si confronti, per la “verginità” in senso spirituale dei promessi “sposi” celesti dell’Agnello, 2 Cor. 11:2.

La verginità in senso spirituale ha evitato loro di commettere adulterio spirituale con il mondo e con le sue istituzioni (Giac. 4:4; Apoc. 17:5) Come sposa promessa a Cristo, si sono mantenuti puri, “senza macchia in mezzo a una generazione perversa e storta”. (Filip. 2:15).

E' così difficile da comprendere?
Non mi pare....


(segue, a presto.....)




[Modificato da Aquila-58 25/12/2016 20:17]
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