Re: I culti praticati in Italia sono oltre 800.
(Novellara, Reggio Emilia. Qui sorge uno dei più grandi templi Sikh in Europa. La comunità sikh è molto integrata nel territorio e tanti lavorano nei vicini stabilimenti per la produzione del Parmigiano. I fedeli del culto sikh in Italia sono oltre 85 mila e pregano un Creatore, che si manifesta attraverso il Creato, raggiungibile con la preghiera e l’aiuto di una guida, o guru)
I copricapo arancioni
Il tempio è fra i capannoni industriali nel distretto del parmigiano. Moltissimi lavoratori sono di fede sikh. Una religione che il custode del tempio spiega in questo modo: «Abbiamo cinque simboli. La barba deve essere lunga, perché così ci ha creato dio e non sarebbe rispettoso tagliarla. Portiamo un pugnale sotto la camicia, teniamo questo braccialetto, una pietra custodita nel turbante e indossiamo delle mutande particolari». Chi vuole entrare, deve lasciare scarpe e calze all’ingresso, coprirsi il capo con un velo arancione. I sikh sono devoti del Guru Granth Sahib, i principi sacri sono: ricordare il Creatore in ogni momento, guadagnare lavorando onestamente, condividere il guadagno. Ognuno qui riceve un pasto al giorno senza dover pagare, in qualsiasi momento. «Abbiamo il riso per una persona come per mille», dice orgogliosamente il custode Iqbal Singh. Al piano superiore c’è la stanza della preghiera con i paramenti sacri esposti e la stanza, circondata da vetri blindati, per riporli «a riposare». Al piano di sotto una cucina e una gigantesca stanza con lunghi tappeti su cui sedersi a mangiare.
(Funo, Bologna. Festa del Raccolto della Celestial Church of Christ, religione fondata in Benin nel 1947. Questo culto fa parte del cosiddetto “cristianesimo Aladura” in cui si presta particolare enfasi a preghiera, profezie, visioni e sogni)
«Devo ringraziare l’Italia che mi ha accolto e dato da mangiare, non ho mai sentito razzismo contro di me», dice Singh. «Adesso sono un po’ preoccupato, però. C’è molta crisi anche qui in Emilia-Romagna. Negozi che chiudono, fabbriche che vanno a produrre altrove. Mio figlio è andato a cercare fortuna a Londra. Speriamo che l’Italia si tiri fuori da questa situazione. Il mio lavoro per adesso va bene. Appena finisco il turno al pastificio, vengo qui. Le nostre porte sono sempre aperte».
Il villaggio degli asceti
È l’Italia dei piccoli Comuni. Bisogna percorrere duecento chilometri in direzione Nord-Ovest, per arrivare a Chignolo d’Isola, nella zona di Bergamo. Un piccolo paese conosciuto soprattutto per una ragione tragica: a febbraio del 2011, in un campo incolto venne ritrovato il corpo senza vita di Yara Gambirasio. Ma proprio lì vicino, oltre i capannoni della zona industriale, c’è anche un villaggio unico in Europa. Quello degli Hare Krishna.
È così grande da essere una frazione del paese, con un codice d’avviamento postale e strade interne. Nelle villette disseminate sulla collina vivono 160 persone. Quasi tutte sono seguaci del culto di Sua Grazia Divina, Bhaktivedanta Swami Prabhupada, l’asceta induista originario del Bengala Occidentale che fondò il culto nel 1966 a New York. Pace, ferree regole alimentari e il mantra: Krishna Krishna Hare Hare, Hare Rama Hare Rama, Rama Rama Hare Hare.