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Terremoti - I terremoti dell'Appennino

Ultimo Aggiornamento: 11/05/2020 12:55
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02/01/2017 11:44
 
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Dal 24 Agosto 2016, il Centro Italia ha avuto un'intensa attività sismica, che sembra non avere fine. E' un evento strano, mai accaduto nella storia dei terremoti d'Italia. Un'enorme quantità di energia è stata liberata fino adesso in oltre 40.000 scosse. Quel che è triste è che tutte queste scosse stanno caricando energia ad altre faglie. E' stato definito questo un terremoto, molto contagioso.

Le scosse sembra che stiano cercando di aprirsi nuovi canali dove possano incontrare altre faglie attive. Non hanno attaccato faglie dove il terremoto c'è già stato in tempi recenti. Come ad esempio Colfiorito e L'Aquila. Ma dà proprio l'impressione che queste scosse stiano cercando nuovi canali dove invogliare tutta questa energia che si sta liberando.

Proprio questa notte, 2 Gennaio 2017, alle ore 4:36, una forte scossa di magnitudo 4.1 della scala Richter, è avvenuta nei pressi di Spoleto, con epicentro a Campello Sul Clitunno. Con ipocentro a 8 km di profondità. La zona è ad alta pericolosità sismica.

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anto_netti
02/01/2017 12:04
 
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Cominciamo con una lista dei terremoti dell'Appenino dagli inizi del 1900. Appartengono alla placca Appenninica anche i terremoti che hanno interessato la Calabria e la Sicilia.

Calabria
08/09/1905
Magnitudo X – XI scala Mercalli. Magnitudo 7.1 scala Richter. Zona colpita: Calabria centrale tirrenica, tra Cosenza e Nicotera. Epicentro a Nicastro ora Lamezia Terme. Il sisma provocò un maremoto. 557 morti.

Calabria
23/10/1907
Magnitudo IX scala Mercalli. Magnitudo 5.9 scala Richter. Zona colpita: Calabria sud ionica. Provincia di Reggio Calabria. Epicentro a Canolo e San Luca. Epicentro non molto profondo. Fu preceduto da una scossa abbastanza forte 3 minuti prima con epicentro più profondo. Il sisma provocò un maremoto. Il comune di Ferruzzano ebbe 158 morti.

Stretto di Messina
28/12/1908
Magnitudo XI scala Mercalli. Magnitudo 7.2 scala Richter. Zona Colpita: Messina e Reggio Calabria. Calabria e Sicilia. Epicentro nello stretto di Messina. Ipocentro a 10 km di profondità. Il sisma provocò un maremoto. Circa 120.000 morti.

Irpinia
07/06/1910
Magnitudo IX scala Mercalli. Magnitudo 5.9 scala Richter. Zona colpita: Campania orientale e Basilicata centro – settentrionale. Epicentro a Calitri. Circa 50 morti.

Garfagnana
27/10/1914
Magnitudo VII scala Mercalli. Magnitudo 5.8 scala Richter. Zona colpita: Garfagnana. Toscana.

Marsica
13/11/1915
Magnitudo XI scala Mercalli. Magnitudo 7.0 scala Richter. Zona colpita: Marsica. Avezzano. Abruzzo. Circa 30.519 morti.

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anto_netti
02/01/2017 15:50
 
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Il terremoto nei pressi di Spoleto del 2 Gennaio 2017 alle ore 4:36, secondo i dati dell'Ingv.

cnt.rm.ingv.it/event/12269701

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anto_netti
09/01/2017 10:31
 
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Nel pomeriggio di ieri 8 Gennaio 2017 alle ore 14:48, terremoto con epicentro a Fabriano in provincia di Ancona. Magnitudo 3.2 della scala Richter. Ipocentro a 49 km di profondità.

www.ansa.it/marche/notizie/2017/01/08/scossa-terremoto-3.2-a-fabriano_bfa7cee4-3d53-422f-92ef-7e44b6ddf...

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anto_netti
12/01/2017 09:34
 
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Da diversi giorni una sequenza sismica con numerose scosse di piccola e media intensità stanno interessando la provincia di Campobasso.

La più forte è stata quella di questa notte 12 Gennaio 2017 alle ore 1:32. Magnitudo 3.1 della scala Richter. Epicentro a Vinchiaturo. Ipocentro a 10 km di profondità.

www.inmeteo.net/blog/2017/01/12/terremoto-molise-nuova-scossa-moderata-nella-notte-avvertita-cam...

www.greenme.it/approfondire/interviste/22555-terremoti-molise-faglia-mates...

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anto_netti
13/01/2017 09:22
 
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C’è molta preoccupazione per la sequenza sismica che si sta verificando nella provincia di Campobasso. Alcuni temono che si stia risvegliando la faglia del Matese. Una zona altamente sismica. Vicino alla regione dell’Irpinia, anch’essa altamente sismica. Interessata da diversi terremoti. E vicino alla regione del Molise, dove nel 2002 ci fu un violento terremoto di magnitudo 6.0 della scala Richter. Con epicentro a San Giuliano di Puglia. Diverse faglie esistono il quella zona. Che sia sempre colpa del sisma contagioso del centro Italia? Gli esperti dicono che anche a molta distanza, in genere, i terremoti possono influenzare le faglie. E ultimamente, dopo i terremoti del centro Italia, in tutto il territorio italiano c’è stata un’intensa attività sismica. Anche in Sicilia, da diversi mesi c’è un’intensa attività sismica. Alcuni sono preoccupati anche per la Sicilia.

Terremoti, il risveglio della faglia del Matese che preoccupa i geologi

www.centrometeoitaliano.it/terremoti-e-geofisica/terremoti-il-risveglio-della-faglia-del-matese-che-preoccupa-i-geologi-12-01-201...

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anto_netti
[Modificato da anto_netti 13/01/2017 09:22]
25/01/2017 11:06
 
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Il punto della situazione del sisma del centro Italia a partire dal 24 Agosto 2016.

Al 24 Gennaio 2017 superate le 49.000 scosse dal primo evento del 24 Agosto 2016.

www.meteoweb.eu/foto/terremoto-24-agosto-2016-24-gennaio-2017-5-mesi-sequenza-sismica-italia-centrale-mappe-gallery/id/8...

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anto_netti
26/01/2017 11:13
 
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Il sisma del centro Italia, sembra che in realtà non sia iniziato il 24 Agosto 2016. Ma in realtà secondo alcuni esperti sia collegato al sisma del 1997 di Colfiorito e dell'Aquila del 2009. Gli eventi sembrano collegati in un'unico grande evento molto complesso. Le faglie di Colfiorito e dell'Aquila erano diverse da quelle del sisma attuale. Ma sembra che si sollecitano le une con le altre, in un contagio senza precedenti.

Nel periodo tra il 1905 e il 1908, avvenne una cosa simile tra la Calabria e la Sicilia, con terremoti fortissimi.

Il contagio sembra una cosa normale e dove si incontrano faglie instabili, inevitabilemente accade un terremoto.

Nel sisma attuale il contagio sembra interessare di più le zone dell'Italia centrale. Ma il contagio può svegliare anche faglie distanti. Per questo i terremoti si possono verificare per contagio in tutto l'arco appenninico a partire dall'Emilia Romagna e la Toscana, fino alla Sicilia. Come sta avvenendo con tutte le scosse di piccola entità su tutto l'arco appenninico. Tutto questo lo dimostrano i recenti terremoti del Molise del 2002 e dell'Emilia del 2012.

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anto_netti
27/01/2017 11:05
 
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E' da diverso tempo che tra Calabria e Sicilia, si assiste ad un'intensa attività sismica. Per fortuna fino adesso senza eventi significativi. Ma si teme per un evento significativo.

Il 26 Gennaio 2017 alle ore 19:23, scossa di terremoto a Catanzaro. Magnitudo 2.9 scala Richter. A 10 km di profondità.

www.meteoweb.eu/foto/terremoto-catanzaro/id/843897/#1

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anto_netti
[Modificato da anto_netti 27/01/2017 11:05]
30/01/2017 09:59
 
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Sciame sismico in provincia di Arezzo, in Toscana.

Il 29 Gennaio 2017, decine di scosse nell’entroterra di Arezzo. Paura intorno al Lago di Montedoglio. La più forte di magnitudo 2.7 della scala Richter.

www.meteoweb.eu/foto/terremoto-decine-di-scosse-nellentroterra-di-arezzo-paura-intorno-al-lago-di-montedoglio-mappe-e-dati-ingv/id/8...

Continua l'attività sismica tra la Sicilia e la Calabria.

Il 29 Gennaio 2017, una scossa di terremoto di magnitudo 3.5 della scala Richter, a Pietra Sottana. Con ipocentro a 7 km di profondità.

Il 30 gennaio 2017, due scosse di terremoto, rispettivamente di magnitudo 2.7 e 3.2 della scala Richter, in provincia di Catania, a Ragalna. Con ipocentro a 12 e 14 km di profondità.

Dal 25 al 29 Gennaio 2017 diverse scosse anche in mare. Vicino la costa siciliana. Sia nel mar Tirreno che nel mare Ionio. Con magnitudo comprese tra 2.0 e 3.2 della scala Richter.

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anto_netti
28/02/2017 11:01
 
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Terremoto Centro Italia: 9 sistemi di faglie nel solo Appennino Centrale

"Nel solo Appennino Centrale abbiamo nove sistemi di faglie. Le faglie più lunghe sono quelle di Pizzoli-L'Aquila e di Preci-Cittareale"

A cura di Filomena Fotia

12 febbraio 2017

”Nel solo Appennino Centrale abbiamo nove sistemi di faglie. Le faglie più lunghe sono quelle di Pizzoli – L’Aquila, ben 34 km; e di Preci – Cittareale, lunga circa 27,5 km“. Così il geologo Dino Gazzani, aprendo i lavori della convention “Io non tremo” a Cupra Marittima. Ma cos’è una faglia? “La faglia è una frattura della crosta terrestre che separa due blocchi di roccia che scorrono uno rispetto all’altro dando origine alle onde sismiche“, spiega il geologo ricordando che “non possiamo ridurre la pericolosità sismica in quanto non possiamo attenuare i movimenti tettonici che sono alla base dei terremoti, ma possiamo ridurre il rischio sismico“. Come? “Una corretta progettazione non può e non deve avvenire senza una caratterizzazione geosismica del terreno tramite lo studio degli effetti di sito. Spesso – sottolinea Gazzani – le cause dei danni provocati dal sisma vanno ricercate in una differente pericolosità sismica locale, determinata anche dal diverso modo in cui si propaga il terremoto o dall’instabilità del suolo“. Per questo, sono fondamentali gli studi di Microzonazione Sismica perché individuano e caratterizzano le zone stabili, le zone stabili suscettibili di amplificazione locale e le zone soggette a instabilità, quali frane, rotture della superficie per faglie e liquefazioni dinamiche del terreno.

www.meteoweb.eu/2017/02/terremoto-centro-italia-9-sistemi-di-faglie-nel-solo-appennino-centrale...

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anto_netti
28/02/2017 11:24
 
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Ecco come le faglie stanno spaccando i sentieri dell’Appennino Centrale: le FOTO delle guide AIGAE

I geologi AIGAE hanno fatto vedere il mutamento del territorio

A cura di Filomena Fotia

12 febbraio 2017

“A Cupra Marittima danneggiati monumenti ed edifici strategici come ad esempio il Palazzo Municipale. Il Governo deve dare ai sindaci la possibilità di ripartire subito e bisogna sburocratizzare l’iter delle pratiche”. L’appello è del sindaco di Cupra Marittima Domenico D’Annibali, intrattenutosi con i giornalisti, oggi, a margine della conferenza con i geologi AIGAE. La situazione drammatica denunciata dal sindaco di Sant’Angelo sul Nera. “Tutto il comune è in zona rossa. Non c’è più nessuno – ha dichiarato Riccioni Antonio, Consigliere delegato dal sindaco Mauro Falcucci, primo cittadino di Castelsantangelo sul Nera – abbiamo addirittura il 98 per cento degli edifici inagibili e molti di questi edifici dovranno essere rasi al suolo. La situazione è drammatica con i bambini costretti ad andare a scuola sulla costa marchigiana. Non c’è più nessuno. E’ rimasto solo un gruppo di allevatori che sta resistendo in modo eroico accampato in roulotte. Oggi il sindaco è a Roma per una serie di incontri istituzionali”.

I geologi AIGAE hanno fatto vedere il mutamento del territorio

“Oramai le faglie hanno spaccato interi sentieri. L’Italia ha una pericolosità sismica medio-alta per frequenza e intensità dei fenomeni – ha affermato oggi il geologo dell’AIGAE, Dino Gazzani, aprendo i lavori della convention – IO NON TREMO – voluta ed organizzata da AMOCUPRA con la collaborazione di numerose associazioni e svoltasi sulla costa marchigiana ad Cupra Marittima – una vulnerabilità molto elevata per fragilità del patrimonio edilizio, infrastrutturale, industriale, produttivo e dei servizi e un’esposizione altissima per densità abitativa e presenza di un patrimonio storico, artistico e monumentale unico al mondo. La nostra Penisola è dunque ad elevato rischio sismico, in termini di vittime, danni alle costruzioni e costi diretti e indiretti attesi a seguito di un terremoto”. “Nel solo Appennino Centrale abbiamo 9 sistemi di faglie. Le faglie più lunghe – ha proseguito Gazzani – sono quelle di Pizzoli – L’Aquila ben 34 km, di Preci – Cittareale che è lunga circa 27,5 km. Per far capire alla gente comune cosa sia un terremoto, dobbiamo anche spiegare cosa è una faglia. La faglia è una frattura della crosta terrestre che separa due blocchi di roccia che scorrono uno rispetto all’altro dando origine alle onde sismiche. Poi dobbiamo dire alla gente che non possiamo ridurre la pericolosità sismica in quanto non possiamo attenuare i movimenti tettonici che sono alla base dei terremoti, ma possiamo ed anzi dobbiamo, ridurre il rischio sismico, quindi la vulnerabilità degli edifici e, dove necessario, l’esposizione del tessuto antropico. Come? Una corretta progettazione non può e non deve avvenire senza una caratterizzazione geosismica del terreno tramite lo studio degli effetti di sito. Spesso, le cause dei danni provocati dal sisma vanno ricercate in una differente pericolosità sismica locale, determinata anche dal diverso modo in cui si propaga il terremoto o dall’instabilità del suolo. Sono fondamentali gli studi di Microzonazione Sismica perché individuano e caratterizzano le zone stabili, le zone stabili suscettibili di amplificazione locale e le zone soggette a instabilità, quali frane, rotture della superficie per faglie e liquefazioni dinamiche del terreno”.

I geologi dell’AIGAE conducono e condurranno la gente su frane e faglie per far capire e narrare l’evoluzione del territorio e collaborano con i più importanti enti di ricerca

“I geologi che appartengono al mondo variegato di Aigae sono geologi che esercitano ogni giorno in modo competente la professione di geologi – ha concluso Gazzani – in alcuni casi magari insegnano anche, collaborano con i più importanti enti di ricerca del Paese e con l’attività di guida ambientale conducono direttamente sul posto i cittadini per far capire e vedere. Questa doppia figura è un valore enorme in più, per l’opinione pubblica, per la stampa, in quanto da una parte il geologo che ha studiato e studia proprio la geologia in tutti i suoi aspetti e la vive ogni giorno e dall’altra la guida che può raccontare in tempo reale tutti i luoghi, sentieri, le storie vive della gente, l’evoluzione del territorio e del paesaggio. Siamo esperti, molto esperti e non solo geologi ma anche biologi, archeologi, naturalisti, agronomi”.

La Giornata Nazionale delle Guide sarà in tutte le zone terremotate

“La Giornata Nazionale delle Guide si terrà a breve in tutte le zone terremotate – lo ha annunciato oggi in conferenza stampa a Cupra Marittima, Leonardo Perrone, Coordinatore delle Guide Ambientali Escusionistiche delle Marche – e lo possiamo annunciare con grande chiarezza. Siamo determinati come AIGAE, ho sentito il Presidente Nazionale Stefano Spinetti, a dare un nostro, forte contributo concreto. Nelle zone terremotate sarà la Giornata Nazionale delle Guide Ambientali Escursionistiche e lo faremo con Marche, Abruzzo, Lazio, Umbria tutte le regioni insieme saranno unite da importanti escursioni e momenti formativi di straordinario valore umano e sociale. Dobbiamo risollevare le Marche, dobbiamo risollevare l’Abruzzo, dobbiamo risollevare l’Umbria ed il Lazio. Si rischia un danno economico anche per quelle zone che non sono state colpite. Nelle strutture alberghiere si sta registrando un calo di prenotazioni di circa il 60 per cento”.
A cura di Filomena Fotia


www.meteoweb.eu/2017/02/ecco-come-le-faglie-stanno-spaccando-i-sentieri-dellappennino-centrale-le-foto-delle-guide-aigae...

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anto_netti
08/03/2017 10:27
 
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I terremoti del bacino di Gubbio

Il 2013 fu interessato da diversi sciami sismici che colpirono il bacino di Gubbio dove esiste una faglia molto attiva. Soprattutto nel Dicembre 2013. Gli eventi più importanti raggiunsero la magnitudo 3.9 della scala Richter il 18 Dicembre 2013 e la magnitudo 4.0 della scala Richter il 22 Dicembre 2013.

Sequenza sismica in Umbria (Gubbio): approfondimento

La sequenza sismica che sta interessando l’area di Gubbio in particolare dal 18 dicembre, dopo l’evento di magnitudo 3.9, si inquadra in un’area dell’Appennino umbro-marchigiano che ha un rilascio sismico pressoché continuo. La zona è nota per alcuni terremoti di magnitudo tra 5 e 6 avvenuti in passato, l’ultimo dei quali a fine aprile del 1984 a sud di Gubbio. In quell’occasione il terremoto principale fu stimato di magnitudo locale (ML) 5.2 (Haessler et al., 1988), mentre la magnitudo momento (Mw) determinata successivamente è pari a 5.6. Il terremoto del 1984 non provocò vittime ma produsse danni del VII grado Mercalli (MCS) in numerose località in provincia di Perugia. La figura sotto mostra la distribuzione dei risentimenti in Umbria e nelle Marche.

ingvterremoti.wordpress.com/2013/12/22/sequenza-sismica-in-umbria-gubbio-approfon...

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anto_netti
13/03/2017 15:00
 
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Il 13 Marzo 2017 alle ore 2:32 terremoto di magnitudo 3.0 della scala Richter a Campello sul Clitunno vicino Spoleto. Ipocentro a 8 km di profondità.

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anto_netti
30/03/2017 10:27
 
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I terremoti sono ciclici?

Gli scienziati stanno cominciando a capire sempre di più sui terremoti. Come si sviluppa un terremoto è spesso di grande complessità. Perché non tutti i terremoti sono uguali. Tanti sono i fattori che lo provocano. E sembrerebbe che alcuni sono ciclici. Uno scienziato giapponese ha studiato un tipo di terremoto che si sviluppava nel nord del Giappone con epicentro in mare. Con intensità 4.8 della scala Richter. In maniera ciclica ogni 40 anni. Ha potuto così prevedere l'ultimo avvenuto. Diceva che si sarebbe generato un terremoto in tale regione di magnitudo 4.8 della scala Richter. E puntualmente quel terremoto è avvenuto. Alcuni scienziati sono convinti che fra breve forse si riuscirà a prevedere i terremoti. Le statistiche e lo studio del territorio sottostante alle zone altamente sismiche sono la chiave per poter leggere il verificarsi dei terremoti.

Nell'appenino sembra che il verificarsi di un terremoto nella stessa zona dove già è avvenuto un precedente terremoto osservi una specie di ciclicità. In genere sembra andare dai 200 ai 300 anni. Ma nella val Nerina e nell'Irpinia, sembrano avere una ciclicità di 40 anni. Ma chi può dirlo con precisione? Ancora c'è molto da comprendere.

Vediamo alcuni terremoti che nel 1703 sembrano avere questa caratteristica ciclica.

Perché i terremoti in Italia sembrano non finire mai?


La sequenza sismica ancora in corso ha visto, fino ad ora, tre terremoti principali:

quello del 24 Agosto 2016, ad Amatrice avente magnitudo momento (MW) 5,97,
quello del 26 Ottobre 2016, a Visso, con MW 5,87,
e l’evento del 30 Ottobre 2016, nelle vicinanze di Norcia, con MW 6,33.
La sequenza è stata estremamente produttiva: 9 terremoti con magnitudo locale (ML) maggiore di 5,0; 55 con magnitudo locale tra 4,0 e 4,9, un migliaio con ML tra 3,0 e 3,9; circa 9.000 con ML tra 2.0 e 2.9, e, infine, circa 40.000 con ML tra 1.0 e 1.9.

Ma in passato è andata anche peggio

Studi storici ci dicono tuttavia che che la sequenza di questi mesi non è nemmeno confrontabile con quella del 1703, il cui impatto sul territorio fu sensibilmente più grave di quello che sta emergendo ora. Il 14 Gennaio 1703 la Valnerina fu infatti colpita da un terremoto avente magnitudo momento MW 6,9 che ebbe effetti disastrosi (intensità 11 all’epicentro, praticamente distruzione totale di gran parte dei centri abitati).

Un paio di settimane dopo, il 2 Febbraio 1703, un altro evento catastrofico colpì l’Aquilano, con magnitudo momento MW 6.7 e intensità 10 all’epicentro. Per il recente terremoto di Norcia ho personalmente calcolato una magnitudo momento MW 6.33; ne consegue che gli eventi del 14 Gennaio e del 2 Febbraio 1703 hanno dimensioni circa 10 e 5 volte maggiori, rispettivamente.

La storia sismica delle zone colpite tra il 24 Agosto e il 30 Ottobre 2016 è stata caratterizzata di terremoti sotto elencati (I0 è l’intensità all’epicentro; MCS è l’acronimo di Mercalli-Cancani_Sieberg):
Amatrice:

luglio 1627 (Accumoli, intensità all’epicentro 7-8; MCS; MW 5.3)
7 ottobre 1639 (Amatrice, intensità all’epicentro 9-10; MCS; MW 6.2)
1646 (Monti della Laga, intensità all’epicentro 9; MCS, MW 5.9)
1672 (Amatrice, intensità all’epicentro 7-8; MCS, MW 5.3).
Valnerina (localizzazioni prossime a quella del 30 ottobre):
1 dicembre 1328 (Valnerina, intensità all’epicentro 10; MCS, MW 6.5);
27 giugno 1719 (Valnerina, intensità all’epicentro 8; MCS, MW 5.6);
12 maggio 1730 (Valnerina, intensità all’epicentro 9; MCS, MW 6);
22 agosto 1859 (Valnerina, intensità all’epicentro 8-9; MCS, MW 5.7).

L’intensità del 26 Ottobre 2016 rappresenta forse il massimo storico.È interessante osservare come le regioni dell’Appennino Centrale e Settentrionale siano sempre interessate da sequenze sismiche con caratteristiche di sciame: aventi, cioè, una serie di terremoti principali.

Più comunemente, le sequenze hanno un solo forte terremoto seguito da una serie di repliche di magnitudo nettamente inferiori a quella dell'evento principale, la cui frequenza si dirada nel tempo in maniera regolare. Nelle sequenze italiane e in special modo in quelle dell' Appennino Centrale e Settentrionale, frequenti e snervanti “riprese” della sismicità, seguono una serie di eventi sismici principali aventi magnitudo tra loro confrontabili

Pensiamo soltanto alla già dimenticata sequenza sismica dell’Umbria-Marche del 1997 (Assisi e Colfiorito), oppure a quella, più recente, di Ferrara-Mirandola del 20-29 Maggio 2012 (anch’essa, come ogni serie italiana di terremoti che si rispetti, viaggia spedita sulla via dell’oblìo). La sequenza sismica dell’Aquilano del 2009 ha pure dimostrato chiare caratteristiche di sciame.

Se pensiamo ad altre sequenze italiane particolarmente importanti, la presenza di più terremoti principali sembra essere una caratteristica piuttosto comune. Basti pensare ai terremoti friulani del 1975 e del 1976, con due eventi di magnitudo momento tra 6,1 e 6,5, o quella molisana di San Giuliano di Puglia del 2002, in cui due terremoti quasi gemelli (MW 5.7) colpirono San Giuliano il 31 Ottobre e il 1 Novembre: qualcuno forse ricorderà che il primo di essi fece strage di bambini.

Abbiamo una precisa idea del motivo per cui le catene dell’Appennino Centrale e Settentionale siano generalmente colpite da sciami sismici. Pensiamo anche che lo stesso meccanismo sia responsabile delle rotture multiple delle sequenze molisana e friulana. Il motivo di questo comportamento sembra essere legato alla presenza o meglio, al movimento, per diffusione, di fluidi ad alta pressione nella crosta appenninica. Questi ultimi hanno origine profonda e sono legati alla subduzione della placca adriatica al di sotto dell’Appennino.


La lezione che abbiamo imparato è che, generalmente, i forti terremoti italiani arrivano in “grappoli” e le nostre azioni devono sempre tenere conto di questa caratteristica.

www.agi.it/blog-italia/scienza/2017/03/15/news/terremoto_centro_italia_grappoli-...

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anto_netti
[Modificato da anto_netti 30/03/2017 10:52]
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Il terremoto dell'aquila del 1703

Il terremoto dell'Aquila del 1703, conosciuto come il Grande Terremoto, è stato un insieme di eventi sismici verificatisi durante l'anno 1703 nell'alta Valle dell'Aterno e nell'intera parte settentrionale dell'Abruzzo Ulteriore Secondo (che oggi corrisponde alle province dell'Aquila e a parte di quella di Rieti). La prima scossa si verificò il 14 gennaio 1703, con una magnitudo momento di 6,8, devastando i comuni del Distretto di Cittaducale (XI grado della Scala Mercalli). La seconda scossa si ebbe il 2 febbraio, giorno della Candelora, e si stima che abbia avuto una magnitudo momento di 6,7 causando devastazioni del X grado della Scala Mercalli; L'Aquila venne praticamente rasa al suolo, con danni gravissimi per quel che riguarda il patrimonio artistico e architettonico del capoluogo abruzzese, e le vittime furono oltre 6.000.

it.wikipedia.org/wiki/Terremoto_dell%27Aquila_del_1703

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anto_netti
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Terremoti storici

I terremoti umbro-abruzzesi del 1702-1703

Il terremoto di Aquila del 2 febbraio 1703 fu uno degli eventi principali di una serie di sequenze sismiche che si manifestarono nell'Appennino umbro-reatino-abruzzese tra il 1702 e il 1703. Nel corso del II millennio, quella del 1702-1703 fu una delle più gravi crisi sismiche dell'Italia centrale per numero di vittime, numero dei centri abitati distrutti o gravemente danneggiati, estensione dell'area di risentimento delle scosse. I danni più gravi si registrarono in un'ampia regione che si estende da Norcia (bassa Umbria) ad Aquila (alto Abruzzo) mentre danni minori o semplice percezione delle scosse furono registrati dalla Romagna fino a Napoli con danni importanti in diverse città come ad esempio Roma e Spoleto. Sul dettaglio dei danni di ciascun centro abitato così come per le conseguenze socio-economiche di questi accadimenti è stato scritto molto e pertanto si rimanda ad apposita bibliografia. Per Aquila si possono ricordare, a titolo di curiosità, l'adozione dei colori civici nero e verde e lo slittamento dell'inizio del Carnevale al 3 febbraio ossia il giorno successivo alla ricorrenza del grave terremoto.

Il 14 gennaio 1703 un forte terremoto stimato in Mw 6.8 distrusse Norcia e il suo circondario così come molti centri della valle del Velino, in particolare Cittareale; parzialmente distrutti o gravemente danneggiati anche i centri delle aree di Campotosto e Montereale. Gli effetti massimi vengono stimati intorno al grado XI della scala MCS (Mercalli-Cancani-Sieberg) [nota 1]; la distribuzione geografica dei danni fa supporre una direttrice di propagazione del terremoto verso sud. Danni importanti si registrarono anche ad Aquila con lesioni e crolli parziali ed isolati sia di edifici privati sia di alcuni campanili. Danneggiata anche Spoleto mentre danni rilevanti ma meno gravi si registrarono a Roma [nota 2]. Il 16 gennaio seguì una replica, con epicentro non localizzato ma con effetti massimi stimati al grado VIII MCS (Mercalli-Cancani-Sieberg) [nota 3], che provocò altri crolli nell'area di Norcia e ulteriori danneggiamenti nei centri al confine umbro-abruzzese [nota 4]. Ancora oggi, camminando per le vie di Norcia, come di altri centri dell’area interessata, è possibile vedere i segni indiretti di questi e di altri terremoti: tra gli elementi che risaltano maggiormente, oltre alle testate delle catene sui muri degli edifici, si notano costruzioni basse frequentemente con muri 'a scarpa' dallo spessore e dalle pendenze molto pronunciate, come ad esempio i muri perimetrali della concattedrale di Santa Maria Argentea a Norcia; altro indice della ricostruzione sono gli interni settecenteschi con copertura lignea delle chiese ‘innestati’ negli involucri più antichi risparmiati dai crolli, soluzioni che richiamano molto da vicino, anche nel linguaggio, quelle adottate nella ricostruzione successiva al 1703 di molti edifici di culto della nostra città.

In questo quadro di precarietà materiale, politica e socio-economica si verificò la scossa di terremoto che il 2 febbraio 1703, intorno alle ore 12,00 (CPTI04), andò a colpire una città resa più vulnerabile dalle precedenti scosse del 14 e del 16 gennaio precedenti, sorprendendo centinaia di persone radunate nelle chiese per le celebrazioni della 'Candelora' (secondo alcune fonti si contarono circa 600 vittime nella sola chiesa di San Domenico). L'epicentro ipotetico del terremoto è stato localizzato nell'alta Valle dell'Aterno, nell'area tra Montereale e Pizzoli, con probabile propagazione verso sud-est, potenza stimata in Mw 6.7 ed effetti massimi intorno al grado X della scala MCS (Mercalli-Cancani-Sieberg) [nota 8]. In base alla magnitudo momento si può parlare di un terremoto quattro volte più potente sia di quello del 1461 sia di quello recente del 2009. L'impatto sul territorio fu molto pesante e si andò a sommare a quello del terremoto di Norcia di 19 giorni prima: i centri tra Amatrice, Cittareale, Posta, Borbona e Montereale, già semidistrutti dalle scosse di gennaio, vennero rasi al suolo così come Pizzoli, Barete ed altri castelli dei dintorni vicini all'epicentro. Nella città di Aquila, semidistrutta dall'evento, oltre al crollo di gran parte delle chiese, sono stati stimati crolli totali per il 35% degli edifici privati,con danni particolarmente concentrati nei Quarti di San Giovanni (o San Marciano) e San Pietro. Importanti danni si registrarono nella città di Roma come raccontano le cronache dell'epoca, nel reatino, ancora in Umbria, e nell'Abruzzo costiero [nota 9].


www.archeoclublaquila.it/news/44-i-terremoti-umbro-abruzzesi-del-1702-1...

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anto_netti
31/03/2017 09:36
 
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I terremoti umbro-abruzzesi del 1702-1703

Abbiamo potuto vedere quindi che un evento simile a quello iniziato nell'Appennino del centro Italia il 24 Agosto 2016, è avvenuto tra il 1702 e il 1703. Con carattere di sciame sismico e con alcuni eventi principali devastanti. Ma quello tra il 1702 e il 1703 è stato peggiore.

E' un terremoto ciclico? Che avviene ogni 300 anni? Ha la caratteristica di contagio sismico interessando diversi sistemi di faglie?

Tra il 1702 e il 1703 nel giro di pochi giorni si susseguirono 3 terremoti devastanti che colpirono il centro Italia; le distruzioni maggiori toccarono a Norcia, Cittareale e L’aquila; vi furono gravi danni fino a Roma, Camerino, Orvieto e Sulmona. In totale le vittime furono oltre 10.000.

Iniziò come sciame sismico e il primo terremoto di una certa intensità fu a Norcia il 18 Ottobre 1702 ed ebbe magnitudo 5.2 scala Richter.

La prima scossa distruttiva si verificò il 14 gennaio 1703 (qui una testimonianza storica), con una magnitudo momento di 6.8, causò devastazioni del XI grado della Scala Mercalli e fu, per intensità, il maggiore tra gli eventi della sequenza sismica. Epicentro in Umbria, sempre nei pressi di Norcia. Tra Norcia, Amatrice e Accumoli. Ma data l'intensità distrusse diverse città del centro Italia tra le quali Norcia, Cittareale, Leonessa, Amatrice, Accumoli. Danneggiò L'Aquila.

Il 2 febbraio del 1703, un altro sisma si verificò a nord della città di L’Aquila causando forti danni in tutta la regione. Dall’analisi dell’INGV, dall’intensità massima legata al terremoto del 1703 si deduce che l’energia rilasciata è superiore a quella del terremoto del 2009. Confrontando, infatti, le magnitudo momento Mw attribuite, 6.7 al 1703 e 6.3 al 2009, il terremoto del 1703 ha rilasciato un’energia di 5 volte maggiore di quella del terremoto del 2009.

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anto_netti
[Modificato da anto_netti 31/03/2017 09:43]
01/04/2017 13:10
 
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Il 23 marzo 2017 terremoto di magnitudo 3.1 della scala Richter nella Provincia di Potenza. Ipocentro a 21 km di profondità.

Potenza/ Una scossa di terremoto di moderata entità è stata registrata in nottata, esattamente alle 01.08, in Lucania, esattamente nel potentino.

Stando ai sismografi della rete sismica dell’INGV, il sisma ha raggiunto la magnitudo 3.1 sulla scala richter con ipocentro fissato a circa 21 km di profondità. Epicentro individuato esattamente nell’area tra Satriano di Lucania e Tito, circa 9 km ad ovest di Potenza. Il sisma è stato avvertito distintamente nel capoluogo lucano con tremori e boati durati pochi attimi. Segnalazioni giunte anche da Picerno, Pignola, Avigliano e Genzano Lucano. Non ci sono danni a cose o persone.


www.inmeteo.net/blog/2017/03/23/terremoto-potenza-scossa-avvertita-nella-notte-tito-picerno-pignola-av...

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anto_netti
01/04/2017 13:22
 
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Il 25 Marzo 2017, alle 22:57, terremoto di magnitudo 3.4 a San Marco la Catola in provincia di Foggia. Vicino Campobasso. Ipocentro a 29 km di profondità.

cnt.rm.ingv.it/event/14411351

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anto_netti
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