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Il business della carità. Ottanta euro su 100 bruciati in stipendi e corruzione

Ultimo Aggiornamento: 31/01/2017 08:56
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30/01/2017 23:00
 
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L’Italia ha donato 3 miliardi per la cooperazione tra il 2008 e il 2013.
L’Italia ha donato 3 miliardi per la cooperazione tra il 2008 e il 2013. Esperienza Burkina: “L’unico aiuto utile è quello che uccide l’aiuto”

sandro cappelletto
OUAGADOUGOU (Burkina Faso)

«La vostra urina vale oro!» assicura un cartello arrugginito piantato in un parco di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso; accanto, una latrina in cemento armato ormai crollata su se stessa e ricoperta da un rampicante. Era questo l’imperativo slogan di un progetto destinato al riuso dell’urina come fertilizzante agricolo. Finanziato anche dall’Unione Europea, è morto prima ancora di nascere, dopo aver inghiottito risorse e arricchito gli ideatori.

Soltanto loro. Accade troppo spesso nel mondo della cooperazione.

Le cifre destinate all’aiuto ai “paesi in via di sviluppo” impressionano: 135 miliardi di dollari all’anno. Nel periodo 1960-2010 la Cooperazione internazionale ha potuto disporre di 1 trilione di dollari. Come se, per mezzo secolo, ogni cittadino dei paesi donatori abbia contributo per 100 dollari ogni anno.

Dal 2008 al 2013 l’Italia ha stanziato per la cooperazione 2,9 miliardi di euro e figura al quarto posto, dopo Germania, Francia e Regno Unito, tra i paesi donatori europei.

Tuttavia, mentre la quota stabilita dall’Ocse per gli aiuti allo sviluppo è lo 0,7% del Prodotto Interno Lordo, noi ci fermiamo allo 0,16%.

Il problema non è la quantità di denaro disponibile, ma l’utilità della spesa, se negli ultimi trent’anni i paesi più dipendenti dagli aiuti hanno registrato tassi di crescita negativi: -0,2%.

Secondo lo Human development report dell’Onu l’Africa subsahariana, dove si concentra la gran parte dei paesi beneficiari dei progetti di cooperazione, rappresenta oggi un terzo della povertà mondiale rispetto a un quinto del 1990.

Circa l’80% delle somme stanziate finanzia il funzionamento delle strutture, o si perde per strada per quella che i professionisti del settore chiamano, con un eufemismo, la “volatilità”: la corruzione, o la non disponibilità ad abbassare il proprio tenore di vita.

Quattrocentomila euro l’anno era l’affitto pagato a Roma per una villa sull’Appia Antica dal nigeriano Kanayo Nwanze, presidente dell’Ifad, l’agenzia dell’Onu che ha come missione quella di sradicare la povertà. Ma in un mondo in cui aumentano, contestualmente, diseguaglianze, conflitti e profughi - 60 milioni solo nel 2016, la cifra più alta mai registrata - esistono alternative alla cooperazione?
30/01/2017 23:01
 
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Re: L’Italia ha donato 3 miliardi per la cooperazione tra il 2008 e il 2013.
Le storie qui raccontate si svolgono tutte in Burkina Faso, una nazione di 17 milioni di abitanti, grande poco meno dell’Italia, che gli indicatori economici collocano ai primi posti nella graduatoria della povertà mondiale.

La vita media non supera i 45 anni, la fertilità è di 6,9 figli per donna. Il Burkina, nel mondo della cooperazione, è considerato un importante laboratorio di tolleranza e di dialogo: qui convivono 60 diverse etnie, altrettante lingue, e tre religioni, la cristiana, la musulmana e l’animista. I conflitti interetnici e interreligiosi erano sconosciuti, almeno fino ai sanguinosi attentati del gennaio 2016, compiuti nella capitale. Ora, nel Nord del Paese è attivo un gruppo jihadista composto da circa 200 militanti. Nonostante la povertà, la vita culturale è vivacissima: in Burkina Faso si tiene il più importante festival del cinema africano e gli spettacoli prodotti dalla scuola di teatro Gambidi vincono spesso riconoscimenti internazionali.

La visita al Museo etnografico è indispensabile per entrare in colloquio con il pensiero animista e il Museo della Musica, da poco restaurato, ricorda la fondamentale, e ancora vivissima, funzione rituale della musica e della danza.

I fagiolini di Kongoussi

«Possiamo mandarvene anche mille tonnellate» dice l’agricoltore Sylvain Sawadogo, mentre osserva le contadine raccogliere i fagiolini da terra.

Nei supermercati italiani ne arriveranno in questi giorni cento tonnellate e sarà già un risultato notevole.

Il progetto nasce nel 2007 per soddisfare la richiesta di una cooperativa che nel villaggio di Kongoussi, raggruppa 1500 famiglie: ampliare il mercato senza danneggiare i colleghi europei, facendo arrivare i fagiolini «controstagione», quando da noi non se ne producono. Valter Ulivieri, agronomo attivo nel mondo della cooperazione, perfeziona l’iniziativa, che piace al punto da attirare l’interesse dell’Unido, l’Agenzia delle nazioni unite per lo sviluppo industriale.

«E’ stato l’inizio del disastro», ricorda Ulivieri. Il progetto è premiato come modello di cooperazione a New Delhi nel 2009, nel 2010 a Ouagadougou una conferenza internazionale ne celebra il successo, mentre viene creata un’apposita struttura organizzativa affittando uffici, automezzi, assumendo personale.

Ma nel frattempo tutto si è fermato: l’Unido compra sementi sbagliate, i fagiolini sono invendibili, nessuno paga i contadini. «Un fiume di danaro si era perso nei meandri ministeriali e agli agricoltori di Kongoussi non arrivò neanche una goccia. E’ la dimostrazione che nella cooperazione il rapporto tra grandi organismi governativi o istituzionali spesso non funziona», dice Ulivieri. «C’è voluto del tempo per riprenderci dallo sconforto, ora siamo ripartiti».
30/01/2017 23:02
 
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Re: L’Italia ha donato 3 miliardi per la cooperazione tra il 2008 e il 2013.
(SimonLeBon), 30/01/2017 23:00:

...

Quattrocentomila euro l’anno era l’affitto pagato a Roma per una villa sull’Appia Antica dal nigeriano Kanayo Nwanze, presidente dell’Ifad, l’agenzia dell’Onu che ha come missione quella di sradicare la povertà. ...



Notizie come queste distruggono la credibilità dei progetti di aiuto umanitario. [SM=g7347]

Simon
31/01/2017 05:37
 
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Ma non si dice fo4se aiutati è il ciel ti aiuta?
Lui un aiutino se l'è dato...

[SM=g27993]

Mi piacerebbe fare leggere questo articolo ai procacciatori di denaro che lavorano per fare andare avanti la macchina delle ONG

Ma chiaramente ti diranno che la loro è diversa....
31/01/2017 07:12
 
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Re:
I-gua, 31/01/2017 05:37:

Ma non si dice fo4se aiutati è il ciel ti aiuta?
Lui un aiutino se l'è dato...

[SM=g27993]

Mi piacerebbe fare leggere questo articolo ai procacciatori di denaro che lavorano per fare andare avanti la macchina delle ONG

Ma chiaramente ti diranno che la loro è diversa....



Ci ho pensato anch'io, cambiero' il mio modo di contribuire.

Simon
31/01/2017 08:56
 
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ciao Simon!

in che senso lo cambierai?

[SM=g1871112]

I-gua
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