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Terremoti - I terremoti del Tirreno

Ultimo Aggiornamento: 07/10/2023 17:59
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31/01/2017 09:14
 
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I terremoti che interessano il Tirreno, sono di natura diversa da quelli dell’Appennino e dell’Adriatico, essendo il Mar Tirreno appartenente ad una placca interamente di origine vulcanica.

L’origine del Tirreno si inquadra in un ampio processo geologico che ha interessato tutta l’area mediterranea, legato alla convergenza tra la placca tettonica Eurasiatica e quella Africana.
Il processo, iniziato 10 milioni di anni fa, contemporaneamente alla costruzione dei rilievi montuosi della catena appenninica, è contraddistinto da vulcanismo.

www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/vulcani_sottomarini.wp

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anto_netti
31/01/2017 09:19
 
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Nel Mar Tirreno vi sono numerosi vulcani interamente sottomarini. Il gigante sottomarino più pericoloso è il supervulvano Marsili, molto al largo delle coste della Sicilia, della Calabria e della Campania.

www.nauticareport.it/dettnews.php?idx=3723&pg=4166

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anto_netti
31/01/2017 09:22
 
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Il supervulcano Marsili

Il Marsili è un vulcano sottomarino localizzato nel Tirreno meridionale e appartenente all'arco insulare Eoliano. Si trova a circa 140 km a nord della Sicilia ed a circa 150 km ad ovest della Calabria ed è il più esteso vulcano d'Europa.

È stato indicato come potenzialmente pericoloso, perché potrebbe innescare un maremoto che interesserebbe le coste tirreniche meridionali.

Nel settembre 2016, in concomitanza con le numerose attività telluriche in Appennino centrale, il vulcano ha originato un sisma di magnitudo 3.2, con ipocentro a circa 4 km di profondità.

it.wikipedia.org/wiki/Marsili

www.meteoweb.eu/foto/vulcano-marsili-quello-ce-sapere-sul-gigante-sommerso-nel-basso-tirreno/id/7...

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anto_netti
[Modificato da anto_netti 31/01/2017 09:25]
31/01/2017 09:33
 
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I vulcani sottomarini

Non tutti sanno, invece, che a due passi dalle coste dell’Italia si nasconde il vulcano più esteso d’Europa: il Marsili. E’ un vulcano sottomarino localizzato nel Tirreno meridionale e appartenente all’arco insulare delle Eolie. Si trova a circa 140 km a Nord della Sicilia e a circa 150 km a Ovest della Calabria. Il vulcano Marsili misura 70 km di lunghezza e 30 di larghezza, pari a 2.100 km quadrati di superficie.
Il Marsili è inserito fra i vulcani sottomarini pericolosi del Mar Tirreno, insieme ad altri due: il vulcano Magnaghi e ilvulcano Palinuro. Il Magnaghi è un vulcano sottomarino italiano sempre nell’Arco eoliano. Ha un’età stimata in tre milioni di anni e si trova 220 km a Sud-Est di Napoli. Si eleva in profondità fra 1.465 e 3.000 m per un’altitudine equivalente di poco più di 2.500 metri. Il Palinuro è un vulcano sottomarino a circa 65 km dalle spiagge del Cilento. La sommità del Palinuro è visibile a 100 metri sotto il livello del mare. E’ un vulcano attivo che potrebbe essere molto dannoso per la costa tirrenica meridionale in caso di eruzione.

siviaggia.it/varie/vulcani-piu-pericolosi-mondo-non-si-vedono-ma-sono-atti...

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anto_netti
31/01/2017 09:45
 
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Il 30 Gennaio 2017, 60 eventi sismici sull'Etna e nelle zone vicine l'Etna. Ci troviamo tra la congiunzione tra la placca dell'Appeninino e la placca vulcanica del Tirreno.

Qualcuno dice: "Per fortuna che L'Etna, fa da valvola di sfogo e ogni tanto libera tutta quell'energia, che se non fosse liberata, potrebbe far esplodere i vulcani più pericolosi"

Terremoto, 60 eventi sismici sull’Etna: evacuate scuole ma per Ingv “l’attività nella norma”

www.ilfattoquotidiano.it/2017/01/30/terremoto-60-eventi-sismici-sulletna-evacuate-scuole-ma-per-ingv-attivita-nella-norma/...

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anto_netti
[Modificato da anto_netti 31/01/2017 09:46]
06/02/2017 13:25
 
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Il 28 Ottobre 2016 alle ore 22:02 è avvenuto un terremoto di magnitudo 5.7 della scala Richter, nel Tirreno ad una profondità di 470 km. Nelle vicinanze del vulcano Marsili. Ma da non attribuire al Marsili.

Il 29 Ottobre 2016 alle ore 13:58 è avvenuto un terremoto di magnitudo 4.3 della scala Richter, in provincia di Potenza ad una profondità di 270 km.

La grande profondità, caratterizza questi terremoti tipici del Tirreno. A differenza di quelli dell'Appennino e dell'Adriatico che sono superficiali. Possono raggiungere anche una profondità di 600 km.

Terremoti profondi nel mar Tirreno, 28 e 29 ottobre 2016

ingvterremoti.wordpress.com/2016/10/29/terremoti-profondi-nel-mar-tirreno-28-e-29-ottob...

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anto_netti
[Modificato da anto_netti 06/02/2017 13:26]
06/02/2017 13:44
 
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Il 3 Febbraio 2017, é avvenuta una sequenza sismica sul Tirreno della costa laziale meridionale (Latina), interessando l'isola di Ponza. La più forte scossa è avvenuta alle ore 22:33 ed è stata di magnitudo 3.7 della scala Richter. Ipocentro ad una profondità di 12 km.

Il terremoto si è avvertito nel Lazio, paura a Latina, Terracina, Formia, Gaeta e Sabaudia.

Terremoto nel mare pontino: scosse al largo dell'isola di Ponza

www.latinatoday.it/cronaca/terremoto-mare-ponza-3-febbraio-2...

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anto_netti
[Modificato da anto_netti 06/02/2017 13:54]
28/02/2017 10:49
 
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Il 27 Febbraio 2017 alle ore 6:20 terremoto di magnitudo 4.0 della scala Richter nelle Isole Eolie provincia di Messina. Ipocentro a 12 km di profondità.

cnt.rm.ingv.it/event/13851131

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[Modificato da anto_netti 28/02/2017 10:51]
10/03/2017 09:06
 
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Terremoti, 4 scosse in pochi minuti in mare in Calabria

Quattro scosse di terremoto, una delle quali di magnitudo 3.3, sono state registrate in mare, a pochi minuti l’una dall’altra, al largo della Calabria, ad una settantina di chilometri da Lamezia Terme

Quattro scosse di terremoto, una delle quali di magnitudo 3.3, sono state registrate in mare, a pochi minuti l’una dall’altra, al largo della Calabria, ad una settantina di chilometri da Lamezia Terme. Le scosse non hanno creato problemi. Secondo i rilevamenti della sala sismica dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, le scosse si sono verificate alle 18.13, 18.21, 18.23 e 18.34 con magnitudo, rispettivamente, di 2.7, 3.3, 2.3 e 2.3 con epicentro a oltre 20 chilometri di profondità.

www.strettoweb.com/2017/03/terremoti-4-scosse-in-pochi-minuti-in-mare-in-calabria-mappe-e-dati-ingv...

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[Modificato da anto_netti 10/03/2017 09:08]
04/04/2017 09:18
 
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Il 26 Marzo 2017, alle ore 8:11, terremoto di magnitudo 3.5 della scala Richter, nel Tirreno meridionale. Ipocentro a 29 km di profondità.

Possiamo vedere che nelle coste tirreniche i terremoti sono superficiali. Mentre al largo del Mar Tirreno sono molto profondi. Interessando le zone vulcaniche sottomarine. Anche se non sempre la loro origine può essere vulcanica. Spesso è dovuto anche al movimento di faglie.

cnt.rm.ingv.it/event/14418901

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09/05/2017 13:52
 
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Il 7 Maggio 2017, alle ore 9:42, scossa di terremoto nel Mar Tirreno Meridionale di magnitudo 2.6 della scala Richter. Ipocentro a 30 km di profondità.

Il 7 Maggio 2017, alle ore 13:57, scossa di terremoto nelle Isole Eolie di magnitudo 3.0 della scala Richter. Ipocentro a 189 km di profondità.

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anto_netti
13/06/2017 09:30
 
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Il 13 Giugno 2017, alle ore 7:17, scossa di terremoto nella Costa Calabra Nord Occidentale. Magnitudo 3.2 della scala Richter. Ipocentro a 275 km di profondità.

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[Modificato da anto_netti 13/06/2017 09:31]
23/08/2017 10:24
 
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Il 21 Agosto 2017, alle ore 20:57, scossa di terremoto a Ischia e costa flegrea in provincia di Napoli. Magnitudo 4.0 scala Richter. Ipocentro a 5 km di profondità.

Il 22 Agosto 2017, alle ore 1:44, scossa di terremoto nel Tirreno Meridionale. Magnitudo 2.8 della scala Richter. Ipocentro a 296 km di profondità.

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anto_netti
25/08/2017 09:27
 
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Terremoti e vulcani, il binomio che complica i calcoli degli scienziati

In via teorica, spiega l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, le scosse possono destabilizzare Ischia e i Campi Flegrei. Per il momento tutto è tranquillo, ma gli occhi degli scienziati sono concentrati su quest'area imprevedibile e difficile da studiare

di ELENA DUSI

Un terremoto su un vulcano non è un evento come gli altri, per i sismologi. L’origine è più incerta, la magnitudo difficile da calcolare, gli sciami imprevedibili. Gli strati di terreno leggeri e franosi, in superficie, possono amplificare gli effetti della scossa. “E sismi importanti, in linea teorica, possono anche destabilizzare i vulcani. Nel caso dei Campi Flegrei siamo già in uno stato di attenzione dal 2012” spiega Francesca Bianco, direttrice dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia). “In queste ore non ci sono stati segnali anomali. Ma abbiamo avuto casi nel mondo, ad esempio a Yellowstone, in cui una scossa a centinaia di chilometri ha scatenato sciami sismici sui vulcani” prosegue Bianco.

Il primo assaggio di quanto insidiosi possano essere i terremoti in queste zone l’ha avuto Antonio Piersanti. Il sismologo dell’Ingv era il funzionario che lunedì sera, con i suoi colleghi di turno, per primo ha notato il sismografo che oscillava. “Non mi ero allarmato in modo particolare” racconta. “Pensavo di avere di fronte un terremoto normale, di magnitudo bassa. Quando la Protezione Civile ha chiamato per dire che c’erano palazzi crollati e persone sotto alle macerie sono rimasto di sasso. Ad Amatrice il senso del dramma ci è piovuto addosso immediatamente. Qui no, ci sono voluti molti minuti prima di realizzarne la portata”.

Anche il ricalcolo delle magnitudo nelle prime ore dopo la scossa, in una situazione così “magmatica”, fa parte della norma. “La prima stima arriva in pochi minuti dagli algoritmi” spiega Piersanti. “Poi il calcolo viene di nuovo effettuato a mano, ed è in genere più preciso”. La prima stima dell’Ingv, lunedì sera, parlava di una magnitudo locale di 3.6. Un paio d’ore più tardi, per misurare l’energia sprigionata dalla scossa si è passati (ragioni tecniche) a un tipo di misurazione “sorella”: quella magnitudo durata che è usata pochissimo nei terremoti che avvengono in ambienti normali. Il dato è stato rivisto al rialzo, passando a 4.0 e avvicinandosi ai valori misurati dai sismografi americani dell’Usgs (4.2 di magnitudo momento, un altro tipo di misurazione simile) e da quelli europei dell’Emsc (4.3 di magnitudo volume). “La magnitudo durata – spiega Piersanti – rispetto alle altre due tiene anche conto della durata della scossa registrata dai sismogrammi. Nel caso di Ischia la durata del segnale è stata dell'ordine dei cento secondi. Ovviamente un uomo è meno sensibile degli strumenti. La sua percezione delle scosse è molto più breve”.

Per definire con accuratezza ancora maggiore il punto d’origine della scossa e l’energia liberata bisogna conoscere la velocità con cui le onde sismiche hanno raggiunto i sismografi. E questa velocità è funzione del tipo di rocce che le onde attraversano. “I modelli informatici più semplici usano un valore medio per ogni tipo di roccia” spiega Piersanti. “Quelli più accurati distinguono, zona per zona, come sono composti superficie e sottosuolo. Nel caso dei vulcani, dove la propagazione delle onde sismiche è molto, molto complessa, si usano modelli ancora più avanzati”. Più il software è raffinato, però, più richiede tempo, capacità di calcolo e attenzione da parte dell’uomo. “Per operare al massimo della rapidità, in sala sismica, dobbiamo per forza accettare una certa approssimazione. Nei prossimi mesi non smetteremo di studiare ancora più a fondo il terremoto di Ischia per svelarne tutti i dettagli” prosegue Piersanti.

Il futuro dello sciame - imprevedibile sempre - lo è ancora di più in presenza di un vulcano. “Quello di Ischia è un sistema in genere molto stabile” spiega Bianco. “Scosse rare e piccole, solo una leggera subsidenza dell’isola, specialmente nella parte sud. Nessuna anomalia delle emissioni geochimiche. Poi, lunedì, è arrivata la scossa”. Alla stessa subdola maniera il terremoto-vulcano aveva piazzato la sua zampata nel 1883 e poi ancora nel 1980, quando sismi anche allora relativamente modesti (le case in Italia cominciano a crollare sopra a una magnitudo 5.5) fecero diverse migliaia di vittime. “Il giorno successivo alla scossa principale – prosegue Bianco – abbiamo avuto una trentina di scosse di assestamento di magnitudo minima, intorno a 1. Poi siamo tornati al silenzio normale. Ma per i prossimi giorni non sappiamo fare previsioni”.

Gli epicentri di queste scosse, in mare, circa 3 chilometri a nord di Lacco Ameno, sono esattamente al confine fra le aree vulcaniche di Ischia e dei Campi Flegrei. Se i due sistemi siano in comunicazione non è chiaro. “Sappiamo che sotto ai Campi Flegrei, attorno a 7-8 chilometri, c’è una camera magmatica profonda” prosegue Bianco. “Ma ci è ignoto quanto sia estesa in orizzontale e se raggiunga anche Ischia. Di certo da domani questa zona sarà l’osservata speciale di tutti noi”.


www.repubblica.it/scienze/2017/08/22/news/terremoti_e_vulcani_il_binomio_che_rende_i_calcoli_degli_scienziati-17...

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anto_netti
18/09/2017 16:10
 
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Il 12 Settembre 2017, alle ore 00:44, scossa di terremoto nel Tirreno Meridionale. Magnitudo 2.9 della scala Richter. Ipocentro a 11 km di profondità.

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25/09/2017 16:39
 
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Il giorno 19 Settembre 2017, alle ore 13:36, scossa di terremoto nella Costa Cilentana in provincia di Salerno. Magnitudo 2.8 della scala Richter. Ipocentro a 9 km di profondità.

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anto_netti
29/09/2017 09:50
 
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Il giorno 27 Settembre 2017, alle ore 8:57, scossa di terremoto a Sermoneta in provincia di Latina. Magnitudo 2.8 della scala Richter. Ipocentro a 5 km di profondità.

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anto_netti
13/10/2017 09:38
 
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Vulcano Marsili, l’ultimo allarme dei geologi: “E’ attivo, rischio tsunami per l’Italia”

2 Ottobre 2017

Pericolo tsunami se il Marsili eruttasse? Un geologo dell’INGV spiega la situazione

Vulcano Marsili, l’ultimo allarme dei geologi: “E’ attivo, rischio tsunami per l’Italia” – Qual è lo stato di attività del Marsili, il più grande vulcano d’Europa e del Mediterraneo? È vero che è attivo? Esiste un pericolo tsunami legato al possibile distacco di una grande frana (collasso laterale)? Il web è in continuo fermento su questo argomento, ma qual è lo stato attuale delle conoscenze su questo vulcano? Ciò che sappiamo sul Marsili è legato a dati geofisici e campioni prelevati dalla sua sommità. Sappiamo che è interessato da un’attività idrotermale e da una attività sismica legata ad eventi di fratturazione superficiale e a degassamento. Sappiamo anche che esiste una zona centrale più “leggera” rispetto a quella di altri vulcani, come per esempio l’Etna; questa zona è più leggera perché interessata da fratture e circolazione di fluidi idrotermali. «Il Marsili è un vulcano attivo che sta nel mare. Il pericolo di una esondazione è reale. Il vulcano c’è e non è spento. Siamo a rischio». Ne è convinto il professore Francesco Dramis dell’università Roma tre. L’esperto di geomorfologia ha lanciato l’allarme a chiusura di un incontro che si è svolto nei giorni scorsi a Ceraso. Una scossa di terremoto di magnitudo 3.2 con epicentro vicino al vulcano è stata registrata mercoledì mattina a poche ore dall’intervento del professore Dramis a Ceraso. Altre scosse erano state registrate nei giorni scorsi. Il sisma avvenuto in mare aperto non è stato avvertito sulla costa o dagli abitanti delle isole vicine ma preoccupa per la vicinanza dell’epicentro al Marsili. Come evidenziato dal Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli e dell’Ingv, il Marsili ha una natura esplosiva e viste le sue dimensioni un’eruzione violenta provocherebbe uno tsunami che in meno di trenta minuti colpirebbe le coste di Campania, Calabria e Sicilia. «È una realtà – ribadisce il professor Dramis – in merito alla quale ci sono diverse posizioni da parte degli studiosi. […]

Secondo un altro studio effettuato dal geologo dell’Ingv Guido Ventura le due eruzioni più recenti hanno età di circa 5000 e 3000 anni fa, sono stati eventi a basso indice di esplosività, e sono avvenute nel settore centrale dell’edificio a circa 850 m di profondità da coni di scorie con raggio minore di 400 metri. In caso di eruzione sottomarina a profondità di 500-1000 metri sul Marsili, l’unico segno in superficie sarebbe l’acqua che bolle legata al degassamento e galleggiamento di materiale vulcanico (pomici) che rimarrebbe in sospensione per alcune settimane (come accadde per l’eruzione del 10 ottobre 2011 al largo dell’isola di El Hierro alle Canarie).[…]

Il rischio associato a possibili eruzioni sottomarine è quindi estremamente basso, e un’eruzione a profondità maggiore di 500 metri comporterebbe probabilmente soltanto una deviazione temporanea delle rotte navali. Una cosa che ancora non conosciamo sono i tempi di ritorno delle eruzioni del Marsili perché tali stime si basano su calcoli statistici su un gran numero di datazioni. Purtroppo per il Marsili ci sono solo 4 datazioni disponibili. In altre parole, è come se del Vesuvio conoscessimo solo le eruzioni del 1631 e del 1944 e dicessimo che i tempi di ritorno sono di 400 anni, mentre, in realtà, l’attività del Vesuvio tra queste due date è stata pressoché continua.


www.centrometeoitaliano.it/terremoti-e-geofisica/vulcano-marsili-l-ultimo-allarme-dei-geologi-e-attivo-rischio-tsunami-per-l-italia-26-09-201...

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17/10/2017 13:32
 
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Il giorno 12 Ottobre 2017, alle 3:15, scossa di terremoto nel Tirreno Meridionale. Magnitudo 2.7 della scala Richter. Ipocentro a 40 km di profondità.

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Il giorno 15 Ottobre 2017, alle 5:17, scossa di terremoto a Massa di Somma, nei pressi del Vesuvio. Magnitudo 2.5 della scala Richter. Ipocentro a 2 km di profondità.

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anto_netti
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