www.lastampa.it/2017/03/12/cultura/opinioni/larispostadelcuore/amicizia-e-sesso-elisir-di-lunga-vita-per-un-matrimonio-VzAIt4CaDVo9WSfUlf8I2M/pag...
a cura di maria corbi
Cara Maria, sono un vecchio scugnizzo senza titoli né studi, nato settantasei anni fa in un vicolo di Napoli. Nel 1956 mi innamorai follemente di una ragazza che mi «rubò» il cuore e poi lo calpestò. Un grande dolore che mi fece fare solo scelte sbagliate fino a quel 23 maggio 1981 quando, con l’aiuto di Dio, avvenne il miracolo: incontro Francesca, mia moglie. Oggi, dopo trentasei, voglio scriverle per dirle quello che provo: «Della mia vita cancellerei gli anni senza di te. Ti amo da quella mattina incantata». Sono un vecchio scugnizzo senza studi, cresciuto nei vicoli di Napoli e di Afragola e non trovo le parole per descrivere quella magia. Ti amo, Francesca, perché ancora oggi, a settantasei anni, mi fai sentire come uno studentello esultante per la conquista della sua prima fidanzatina. Ti amo per la gioia infantile che provi a fare con me le piccole cose come sorridere alla luna piena e mangiare i panini preparati da me seduti su una panchina. Ti amo per la dolcezza del bacio che ci scambiamo appena svegli e per la tenerezza della buonanotte prima di addormentarci. Ti amo perché al primo bacio sappiamo chiedere reciprocamente «scusa» se la sera prima c’è stata qualche incomprensione. Ti amo per l’emozione che ancora mi regalano i tuoi sguardi maliziosi. Ti amo perché sai guardare con indulgenza alle mie debolezze. Ti amo, Francesca, per tutto ciò che mi dai, ma ti amo sopra ogni cosa perché mi hai fatto ritrovare il mio cuore bambino che la vita mi aveva rubato. Tu lo hai raccolto con delicatezza, lo hai guarito con la purezza dei tuoi sentimenti, lo hai riempito del tuo amore. Ti amo.
IL TUO RAFFAELE