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La pericope dell'adultera e luca 23:34

Ultimo Aggiornamento: 27/06/2017 14:54
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27/06/2017 14:54
 
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E questo riguardo alle "conclusioni" di Marco:

*** Rbi8 Marco 16 ***
CONCLUSIONE BREVE
Alcuni recenti manoscritti e versioni contengono dopo Marco 16:8 una conclusione breve, come segue:
...
CONCLUSIONE LUNGA
Certi antichi manoscritti (ACD) e versioni (VgSyc,p) aggiungono la seguente conclusione lunga, che è però omessa da אBSysArm:

*** Rbi8 Marco 16:8 ***
Il manoscritto L 019 (Codex Regius, dell’VIII sec.) contiene dopo il v. 8 entrambe le conclusioni lunga e breve, riportando prima la conclusione breve e premettendo a ciascuna conclusione una nota dove si dice che in alcuni ambienti questi brani sono noti, pur non riconoscendo esplicitamente né una conclusione né l’altra come autorevole.

*** w14 1/9 p. 15 La Pescitta siriaca: una finestra sul mondo delle prime traduzioni della Bibbia ***
la cosiddetta conclusione lunga del Vangelo di Marco, che in alcune Bibbie è riportata dopo Marco 16:8. Compare nel codice greco Alessandrino del V secolo, nella Vulgata latina e in altre versioni. Tuttavia, i due autorevoli manoscritti greci del IV secolo (il codice Sinaitico e il codice Vaticano) si concludono entrambi con Marco 16:8. Nemmeno il Sinaitico siriaco ha la conclusione lunga, a riprova del fatto che questa conclusione è un’aggiunta posteriore e che in origine non faceva parte del Vangelo di Marco.

*** rs p. 180 par. 5 Guarigioni ***
Questi versetti compaiono in alcuni manoscritti e versioni della Bibbia del V e VI secolo E.V. Ma non compaiono nei manoscritti greci più antichi, il Sinaitico e il Vaticano 1209, del IV secolo. Il dott. B. F. Westcott, un’autorità in materia di manoscritti biblici, scrisse che “i versetti . . . non fanno parte della narrazione originale ma sono un’aggiunta”. (An Introduction to the Study of the Gospels, Londra, 1881, p. 338) Nel V secolo il traduttore biblico Girolamo disse che ‘quasi tutti i codici greci non avevano questo passo’. (The Last Twelve Verses of the Gospel According to S. Mark, di J. W. Burgon, Londra, 1871, p. 53) La New Catholic Encyclopedia (1967) afferma: “Il suo vocabolario e il suo stile differiscono così radicalmente dal resto del Vangelo che sembra quasi impossibile che Marco stesso l’abbia composta [con riferimento alla conclusione riportata nei versetti 9-20]”. (Vol. IX, p. 240)

*** it-2 p. 212 Marco, La buona notizia secondo ***
Conclusioni lunga e breve. Alcuni hanno pensato che la conclusione di Marco 16:8 con le parole “e non dissero nulla a nessuno, poiché avevano timore”, sia troppo improvvisa per essere la conclusione originale di questo Vangelo. Ma non è necessariamente così, considerato lo stile generale di Marco. Anche scrittori del IV secolo come Girolamo ed Eusebio convennero che lo scritto autentico termina con le parole “avevano timore”. — Girolamo, Le lettere, Roma, 1963, vol. IV, p. 84; Eusebio, “Ad Marinum”, I, in J. P. Migne, Patrologia Graeca, vol. 22, col. 937.
Alcuni manoscritti e versioni aggiungono a queste parole una conclusione lunga o una breve. La conclusione lunga (12 versetti) si trova nel manoscritto Alessandrino, nel Codex Ephraemi Syri rescriptus e nel Codex Bezae Cantabrigiensis. Compare anche nella Vulgata latina, nel Codex Curetonianus e nella Pescitta siriaca. Invece è omessa nel Sinaitico, nel Vaticano 1209, nel Siriaco Sinaitico e nella versione Armena. Alcune versioni e manoscritti più tardi contengono la conclusione breve. Il Codex Regius dell’VIII secolo E.V. le riporta entrambe, mettendo prima la più breve. Ciascuna conclusione è preceduta da una nota che avverte che questi brani sono accettati in certi ambienti, benché nessuno dei due sia ritenuto autentico.
A proposito delle conclusioni lunga e breve del Vangelo di Marco, il traduttore Edgar J. Goodspeed osserva: “La conclusione breve si ricollega molto meglio di quella lunga con Marco 16:8, ma nessuna della due può essere considerata parte originale del Vangelo di Marco”. — The Goodspeed Parallel New Testament, 1944, p. 127.

*** si p. 183 par. 10 Libro biblico numero 41: Marco ***
la conclusione lunga e quella breve che a volte sono aggiunte dopo il capitolo 16, versetto 8, non sono da ritenersi autentiche. Mancano infatti nella maggioranza dei manoscritti antichi, come il Sinaitico e il Vaticano 1209. Eusebio e Girolamo, eruditi del IV secolo, concordano nel dire che il racconto autentico termina con le parole “avevano timore”. Le altre conclusioni furono probabilmente aggiunte allo scopo di attenuare la maniera brusca con cui termina questo Vangelo.

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*** g74 22/1 pp. 6-7 Maneggiano i serpenti nell’adorazione: Lo approva Dio? ***
tutto ciò che è contenuto in Marco 16:9-20 — non furono scritte da Marco ma furono aggiunte da una mano posteriore. In base a che cosa gli studiosi traggono tale conclusione? Sia in base a prove esterne che interne.
Anzitutto, c’è il fatto significativo che i più antichi e più stimati manoscritti biblici, il Vaticano 1209 e il Sinaitico, non contengono questa parte; concludono il Vangelo di Marco col versetto otto. Ci sono anche alcuni antichi manoscritti contenenti una breve conclusione di solo un versetto circa oltre l’ottavo; e altri manoscritti contengono entrambe le conclusioni. Quindi, alcuni manoscritti terminano col versetto otto, altri hanno una conclusione breve, altri hanno una conclusione lunga, e alcuni contengono perfino entrambe le conclusioni. Oltre a questa testimonianza dei manoscritti greci, la quale contribuisce tutta a mettere in dubbio che Marco scrivesse qualcosa oltre il versetto otto, ci sono alcune delle più antiche versioni (o traduzioni) che non contengono i versetti in questione. Fra queste vi sono le antiche versioni siriaca, armena ed etiope. Non c’è da meravigliarsi che il dott. Westcott, nota autorità nel campo dei manoscritti, dichiari che “i versetti successivi [9-20] non fanno parte della narrazione originale ma sono un’aggiunta”. Altri noti studiosi come Tregelles, Tischendorf, Griesbach e Goodspeed sono della stessa opinione.
Questa testimonianza dei manoscritti greci e delle versioni è sostenuta dallo storico ecclesiastico Eusebio e da un traduttore della Bibbia, Gerolamo. Eusebio scrisse che la conclusione lunga non era nelle “copie accurate”, poiché “a questo punto [versetto 8] la fine del Vangelo secondo Marco è determinata in quasi tutte le copie del Vangelo secondo Marco”. E Gerolamo, scrivendo nell’anno 406 o 407 E.V., disse che “quasi tutti i MSS. greci non hanno questo passo”.
Ciò che la New Catholic Encyclopedia (1966), Volume 9, pagina 240, dice di questi versetti è molto pertinente: “La tradizione dei manoscritti indica che in origine il Vangelo finiva a 16.8, ma la conclusione lunga incorporata nella Vulgata fu aggiunta in seguito, essendo estesamente accettata nel corso del 5° secolo. . . . Il suo vocabolario e il suo stile differiscono così radicalmente dal resto del Vangelo che sembra quasi impossibile che Marco stesso la componesse. . . . Marco 16.1-8 è una soddisfacente conclusione del Vangelo in quanto dichiara l’adempimento della profezia della Risurrezione di Gesù”.
Lo stile di Marco?
Notate che la New Catholic Encyclopedia sostiene che il vocabolario e lo stile di Marco 16:9-20 differiscono così radicalmente dal Vangelo di Marco che sembra quasi impossibile che Marco stesso scrivesse quei versetti. Sì, lo stile di Marco è semplice, diretto; i suoi paragrafi sono brevi e i collegamenti sono semplici. Ma in questa conclusione, come osserva l’Encyclopedia, “abbiamo una serie di dichiarazioni attentamente predisposte, ciascuna con la sua propria espressione introduttiva”. È stata opportunamente paragonata a un pezzo di raso strappato attaccato a un rotolo di stoffa tessuta in casa.
C’è anche il fatto del vocabolario. Nei versetti da 9 a 20 sono usate parole che non ricorrono in nessun’altra parte del Vangelo di Marco, alcune che non si trovano in alcuno degli altri Vangeli, alcune che non ricorrono in nessuna parte delle Scritture Greche Cristiane. Questi versetti consistono di 163 parole greche, e, di esse, 19 parole e 2 periodi non ricorrono in nessun’altra parte del Vangelo di Marco. O, detto altrimenti, in questi versetti ci sono 109 diverse parole, e, di queste, 11 parole e 2 periodi si trovano soltanto in questi versetti.
Ma il fatto più decisivo indicante che Marco non poté scrivere questi versetti e che non sono parte dell’ispirata Parola di Dio è il loro contenuto. Come si è già notato, non c’è nessuna prova che i seguaci di Cristo potessero bere micidiale veleno senza danneggiarsi, come dichiara il versetto 18. Anche in quanto a maneggiare serpenti è del tutto evidente che quelli che li maneggiano fanno tutto ciò che possono per impedire ai serpenti di mordere, e li maneggiano solo per cinque minuti alla volta.
Inoltre, questi versetti discutibili dichiarano che gli undici apostoli rifiutarono di credere alla testimonianza di due discepoli che Gesù aveva incontrato per la via e ai quali si era rivelato. Ma, secondo il racconto di Luca, quando i due discepoli trovarono gli undici e quelli che erano con loro, essi dissero: “Di certo il Signore è stato destato ed è apparso a Simone!” — Luca 24:13-35.
Pertanto, in considerazione di tutto quanto è stato detto sopra che cosa concludiamo? Che Marco 16:9-20 non fa parte dell’ispirata Parola di Dio, e per le seguenti ragioni: (1) Questi versetti non si trovano in due dei più antichi e più stimati manoscritti greci e nemmeno in altri. (2) Non si trovano in molte delle più antiche e migliori traduzioni o versioni della Bibbia. (3) Antichi studiosi come Eusebio e Gerolamo li dichiararono spuri. (4) Lo stile di questi versetti è interamente diverso da quello di Marco. (5) Il vocabolario usato in questi versetti è diverso da quello di Marco. (6) E, fatto più importante, il contenuto stesso di questi versetti contraddice i fatti e il resto delle Scritture.
Riguardo a questi versetti discutibili, si potrebbe notare che non solo quelli che li aggiunsero fecero un pessimo lavoro ma può darsi benissimo che partissero da una premessa errata. In che senso? In quanto Marco poté effettivamente concludere il suo Vangelo con quello che è ora il versetto otto. Che potesse essere effettivamente così, specialmente se si considera lo stile brusco di Marco, è stato notato da Eusebio, Gerolamo e dalla New Catholic Encyclopedia nonché dall’Ausiliario per capire la Bibbia (inglese).
Derivano senz’altro gravi conseguenze, addirittura la morte per alcuni, quando si fanno aggiunte alla Parola di Dio nonostante ripetuti avvertimenti. (Deut. 4:2; 12:32; Prov. 30:6; Riv. 22:18) D’altra parte, “la parola di Geova dura per sempre”. — 1 Piet. 1:25.

FINE
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