L’iniziativa della parrocchia del paese in che fornisce anche le preghiere e una busta per le offerte. Don Magni: «Sempre meno famiglie aprono casa ai preti»
«Non capisco chi vuole fare polemica, la nostra scelta ha motivazioni profonde». Taglia corto don Walter Magni, ma le decisioni a cui si riferisce, seppure non del tutto nuove nella Chiesa cattolica, hanno suscitato un certo interesse, o stupore, a seconda dei casi. La chiesa parrocchiale di Castellanza, quest’anno, ha deciso di non effettuare le benedizioni a casa dei fedeli, ma ha distribuito un kit per una benedizione «fai da te»: a casa propria, senza prete e dedicata espressamente alle famiglie con figli. Da recitare dunque sotto la guida dei genitori, seguendo un apposito cerimoniale.
Il kit è stato distribuito, nei giorni scorsi in oratorio ed è ancora in procinto di arrivare a tanti cittadini. È una busta di cellophane contenente una bottiglia di acqua già benedetta, un lumino, un libretto con la preghiera dell’arcivescovo di Milano e una busta per l’offerta. Mamme e papà non devono far altro che versare l’acqua santa in una ciotola, tenerla a disposizione per il segno della croce, e leggere la scaletta della preghiera. Il rito va compiuto entro il 24 dicembre e si raccomanda un clima consono, nonché il posizionamento di fronte al presepe. «È anche un modo per tenere unita la famiglia», osserva il sacerdote della Comunità pastorale dei Santi Giulio e Bernardo. Chi non ha famiglia storce il naso. Don Walter ha esposto la sua idea con una lettera ai fedeli.
Le famiglie sono sempre meno aggregate, si sta poco a casa, la visita di un sacerdote non è più attesa come un tempo. La parrocchia, negli anni scorsi, aveva già ridotto le visite a casa. Le benedizioni erano state accorpate a gruppi ed effettuate nei cortili. Ma non è andata bene: «Siamo giunti a questa scelta — racconta don Walter Magni — dopo che l’esperienza degli ultimi due anni aveva mostrato qualche fatica. C’era il disagio di incontri organizzati all’aperto, col freddo di dicembre. Il problema è che le famiglie finiscono per ritrovarsi al completo in casa solo la sera, in genere non prima delle ventuno. Del resto — continua il sacerdote — neppure era possibile tornare alla tradizionale benedizione delle case.
Come assicurano anche molti parroci solo 4 famiglie su 10 aprono la porta per una preghiera. Ne risulta un incontro spesso affrettato e con poche persone, in genere anziani». Sulla scorta di queste considerazioni, i cinque preti della comunità pastorale di Castellanza hanno informato le famiglie e organizzato anche dei training per spiegare, per tempo, in che clima deve avvenire la benedizione «fai da te» tra i genitori e i loro bambini.
E per tutti gli altri? Una soluzione c’è: la chiesa riceve su appuntamento. «Le persone anziane e gli ammalati, le scuole, le istituzioni civili e i gruppi che ne fanno esplicita richiesta, saranno comunque raggiunti per la benedizione natalizia» afferma don Walter. Anche la mancanza di sacerdoti spesso costringe la chiesa a soluzioni alternative. Ad esempio ad Arluno, e in altre parrocchie, un kit simile è stato utilizzato a Pasqua. Esiste infine un precedente curioso in tema di benedizioni nella stessa Castellanza: c’è chi è riuscito a farsela fare al telefono.
La sindaca Mirella Cerini, a maggio, ha avuto la prontezza di passare il suo smartphone a papa Bergoglio durante una visita a San Pietro. Il Pontefice ha salutato e benedetto dal cellulare la madre della prima cittadina.
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