Dal fatto che ne parliate anche voi TdG, se ne deduce che il fascino del Natale è ormai un groviglio di pensamenti e ripensamenti, di abbandoni e di tensioni, di speranze future e ANCESTRALI richiami. C'è il credente che vi vede (SBAGLIANDO DI BRUTTO...) una data fondante e c'è il ... consumista che porta al parossismo il suo "sbracarsi" di buon senso dilatando stomaco e portafoglio...
Tutto vorrebbe essere incentrato al mystero archetipale della Nascita, per il quale si abbelliscono chiese ed intere città. Nascita vista pur da altre angolazioni da tutti i popoli antichi, dagli Aztechi agli Indonesiani, attratti dal fascino inspiegabile e, per certi versi, perturbabile del mYstero della Nascita dell'Uomo e del Mondo. Trasuda in questo senso la frase biblica che interpreta come un trauma la nascita del Mondo: " e Dio separò la luce dalle tenebre".
Inutile però negare i complessi rapporti di presenza - assenza all'interno del Natale/Nascita di Gesù. La nascita di Cristo, definito nei Vangeli "luce del mondo" e "Sole che nasce dall'alto" si contrappone sempre meno, non tanto alla festività pagana del "Dies natalis Solis invicti", che era la celebrazione del solstizio d'inverno e alla nascita di Mithra, festeggiato appunto il 25 dicembre, ma agli strani presepi con calciatori al posto dei pastori, e ad alberelli natalizi adornati con Trilli campanellino e con personaggi del wrestling. Mah! meno male che alla fine della fiera qualche bottiglia di BEL BRUT si stappa...
Un saluto