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....: Scrittura del Giorno :....

Ultimo Aggiornamento: 31/12/2018 08:04
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08/06/2018 00:01
 
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Venerdì 8 giugno
Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore (Atti 13:22)
Geova amava Davide perché lo considerava un uomo “secondo il suo cuore” (1 Sam. 13:13, 14). Ma successivamente Davide commise adulterio con Betsabea, che rimase incinta. Il marito della donna, Uria, stava prestando servizio nell’esercito; quando rientrò per qualche tempo, Davide cercò di convincerlo ad andare a casa, sperando che avesse rapporti sessuali con la moglie. In questo modo si sarebbe potuto pensare che il figlio di Betsabea fosse di Uria. L’uomo però non si lasciò convincere, e così Davide fece in modo che morisse in battaglia. Davide e i suoi familiari subirono terribili conseguenze a causa di quei gravi peccati (2 Sam. 12:9-12). Dio, però, mostrò misericordia a quell’uomo che nel complesso camminò con Geova “con integrità di cuore” (1 Re 9:4). Se fossimo stati servitori di Dio a quel tempo, come avremmo reagito? Il comportamento sbagliato di Davide ci avrebbe fatto inciampare? w16.06 4:7
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Sabato 9 giugno
Continuate a stare in guardia, siate svegli, poiché non sapete quando è il tempo fissato (Mar. 13:33)
I Testimoni di Geova prendono seriamente gli avvertimenti di Gesù. Sanno che il “tempo della fine” è iniziato già da tanti anni e che non può mancare molto allo scoppio della “grande tribolazione” (Dan. 12:4; Matt. 24:21). In tutto il mondo si combattono terribili guerre e dilagano immoralità, illegalità e confusione a livello religioso. Terremoti, pestilenze e carenza di generi alimentari sono all’ordine del giorno. Inoltre i servitori di Geova stanno compiendo una straordinaria opera di predicazione del Regno in tutta la terra (Matt. 24:7, 11, 12, 14; Luca 21:11). Attendiamo con ansia di vedere l’effetto che la venuta del Signore avrà su di noi e sull’adempimento del proposito di Dio (Mar. 13:26, 27). Per quanto riguarda la grande tribolazione, però, non possiamo in alcun modo indicare l’anno esatto in cui inizierà, e ancor meno il giorno e l’ora. w16.07 2:2-4
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Domenica 10 giugno
Accostiamoci con libertà di parola al trono dell’immeritata benignità (Ebr. 4:16)
Nella sua immeritata benignità Geova ci concede il privilegio di accostarci in preghiera al suo trono celeste. Ci ha dato questo privilegio per mezzo di suo Figlio “mediante il quale abbiamo questa libertà di parola e accesso con fiducia per mezzo della nostra fede in lui” (Efes. 3:12). È meraviglioso che Geova abbia espresso la sua immeritata benignità permettendoci di comunicare liberamente con lui in preghiera. Paolo ci incoraggia ad accostarci liberamente a Geova in preghiera “affinché otteniamo misericordia e troviamo immeritata benignità per ricevere aiuto al tempo opportuno” (Ebr. 4:16b). Ogni volta che affrontiamo prove o difficoltà possiamo supplicare Geova perché ci aiuti. Anche se non lo meritiamo, Dio risponde alle nostre invocazioni, spesso servendosi dei nostri compagni di fede. Di conseguenza “possiamo aver coraggio e dire: ‘Geova è il mio soccorritore; non avrò timore. Che mi può fare l’uomo?’” (Ebr. 13:6). w16.07 3:12, 13
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Lunedì 11 giugno
Sara ubbidiva ad Abraamo, chiamandolo “signore”. E voi siete divenute sue figlie (1 Piet. 3:6)
Anche se Noè e i suoi tre figli ebbero una sola moglie, in epoca patriarcale si praticava la poligamia. In molte culture l’immoralità sessuale era la norma, tanto che divenne parte dei riti religiosi. Quando Abramo e sua moglie Sarai (in seguito chiamati Abraamo e Sara) ubbidirono a Dio e si trasferirono in Canaan, in quel paese erano comuni varie pratiche che svilivano l’istituzione del matrimonio. Per questo Geova decretò la distruzione di Sodoma e Gomorra: gli abitanti di quelle città praticavano o condonavano gravi forme di immoralità sessuale. A differenza di quelle persone, Abraamo esercitò la sua autorità nel modo giusto e Sara diede un ottimo esempio sottomettendosi al marito (1 Piet. 3:3-5). Inoltre Abraamo fece in modo che suo figlio Isacco sposasse una donna che adorava Geova. Un simile rispetto nei confronti della vera adorazione guidò anche il figlio di Isacco, Giacobbe, dai cui figli discesero le dodici tribù d’Israele. w16.08 1:10
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Martedì 12 giugno
Il piccolo stesso diverrà mille, e l’esiguo una nazione potente (Isa. 60:22)
Queste parole profetiche si stanno adempiendo negli ultimi giorni. Basti dire che nell’anno di servizio 2015 c’erano 8.220.105 proclamatori del Regno attivi in tutto il mondo. Nell’ultima parte della stessa profezia il nostro Padre celeste menziona un aspetto che dovrebbe influire su ciascuno di noi: “Io stesso, Geova, l’affretterò al suo proprio tempo”. Proprio come i passeggeri si accorgono che il veicolo su cui viaggiano sta accelerando, anche noi percepiamo l’impulso che viene dato sempre più all’opera di fare discepoli. Di fronte a questa “accelerazione” come reagiamo? Stiamo facendo tutto il possibile per predicare il Regno con zelo? Molti fratelli e sorelle fanno domanda per servire come pionieri ausiliari o regolari. Ed è incoraggiante vedere che così tanti accettano l’invito a servire dove c’è più bisogno o partecipano ad altre forme di servizio. Sia che siamo fratelli o sorelle, tutti abbiamo “molto da fare nell’opera del Signore” (1 Cor. 15:58). w16.08 3:1, 2
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Mercoledì 13 giugno
La mano di Geova non è divenuta troppo corta da non poter salvare (Isa. 59:1)
Poco dopo essere stati miracolosamente liberati dalla schiavitù in Egitto, gli israeliti furono attaccati dagli amalechiti. Seguendo le indicazioni di Mosè, Giosuè coraggiosamente condusse il popolo in battaglia. Nel frattempo Mosè portò Aaronne e Hur su un colle vicino, dal quale si poteva vedere il campo di battaglia. Mosè mise in atto una strategia che si rivelò decisiva per ottenere la vittoria: alzò verso il cielo le mani e la verga del vero Dio. Finché Mosè tenne sollevate le mani, Geova diede agli israeliti la forza di prevalere sugli amalechiti. Ma quando Mosè iniziò ad abbassare le mani perché divennero pesanti, gli amalechiti cominciarono ad avere la meglio. Senza indugio Aaronne e Hur “presero una pietra e la misero sotto di lui, ed egli vi sedette sopra; e Aaronne e Hur gli sostenevano le mani, uno da una parte e l’altro dall’altra, così che le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole”. La potente mano di Dio permise agli israeliti di vincere la battaglia (Eso. 17:8-13). w16.09 1:5-7
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Giovedì 14 giugno
Quando desidero fare ciò che è giusto, ciò che è male è presente in me (Rom. 7:21)
Paolo era pienamente convinto di poter avere la meglio in questa lotta interiore perché si affidava a Geova tramite la preghiera ed esercitava fede nel sacrificio di riscatto di Gesù. Anche noi possiamo vincere la battaglia contro le nostre debolezze se imitiamo Paolo, esercitiamo fede nel riscatto e contiamo non sulle nostre forze ma su Geova. A volte Dio potrebbe permetterci di dimostrare quanto una certa situazione ci stia a cuore. Per esempio, cosa faremmo se noi o un nostro familiare fossimo colpiti da una grave malattia o subissimo un’ingiustizia? Dovremmo mostrare piena fiducia in Geova e supplicarlo di darci la forza per rimanere fedeli e per non perdere la gioia e l’equilibrio spirituale (Filip. 4:13). L’esperienza di molti, sia ai tempi di Paolo che ai nostri giorni, dimostra che la preghiera può aiutarci a riacquistare la forza e la fiducia necessarie per continuare a perseverare. w16.09 2:14, 15
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Venerdì 15 giugno
Sorse un mormorio da parte dei giudei di lingua greca contro i giudei di lingua ebraica (Atti 6:1)
Man mano che la primitiva congregazione cristiana cresceva, si creò una situazione dovuta a quanto pare a un problema di discriminazione. I giudei di lingua greca si lamentavano del fatto che le loro vedove venissero trattate ingiustamente. Per risolvere la questione, gli apostoli diedero a sette uomini l’incarico di accertarsi che nessuno venisse trascurato. Tutti questi uomini avevano nomi greci: questo sembra indicare il desiderio degli apostoli di alleviare le tensioni che forse esistevano tra i primi cristiani a causa della diversa provenienza (Atti 6:2-6). Che ce ne rendiamo conto o no, la cultura del nostro paese influisce profondamente su tutti noi (Rom. 12:2). Inoltre, probabilmente sentiamo i commenti spregiativi da parte di vicini, colleghi o compagni di classe nei confronti di chi è diverso per cultura, etnia o colore della pelle. Quanto influiscono su di noi questi preconcetti? E come reagiamo quando qualcuno prende in giro il nostro paese di origine, magari esasperando qualche caratteristica della nostra cultura? w16.10 1:7, 8
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Sabato 16 giugno
Le invisibili qualità di Dio si vedono chiaramente, perché si comprendono dalle cose fatte (Rom. 1:20)
“Comprendere” può significare riconoscere qualcosa che forse non è visibile o evidente a prima vista (Ebr. 11:3). Una persona che desidera comprendere non si basa solo su ciò che vede e sente, ma usa la capacità di ragionare. L’organizzazione di Geova ci ha provveduto molti utili strumenti, che sono frutto di attente ricerche e che ci permettono di ‘vedere’ il Creatore con gli occhi della fede (Ebr. 11:27). Alcuni di questi sono: il video Le meraviglie della creazione rivelano la gloria di Dio, il libro Esiste un Creatore che si interessa di noi? e gli opuscoli La vita: opera di un Creatore? e L’origine della vita: cinque domande su cui riflettere. Svegliatevi! contiene spesso interviste a scienziati e altri studiosi che spiegano perché ora credono in Dio; e la serie di articoli “Frutto di un progetto?” fornisce esempi che mostrano come dietro a ogni cosa vi sia un progetto e come gli scienziati spesso tentino di riprodurre i capolavori della natura. w16.09 4:4, 5
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17/06/2018 00:00
 
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Domenica 17 giugno
Ricevettero testimonianza mediante la loro fede (Ebr. 11:39)
I fedeli menzionati nel capitolo 11 di Ebrei morirono prima che il “seme” promesso, Gesù Cristo, aprisse la strada che porta alla vita celeste (Gal. 3:16). Tuttavia saranno risuscitati alla vita umana perfetta su una terra paradisiaca (Sal. 37:11; Isa. 26:19; Osea 13:14). Parlando di alcuni che vissero in epoca precristiana, Ebrei 11:13 dice: “Nella fede morirono tutti questi, benché non ottenessero l’adempimento delle promesse, ma le videro da lontano e le salutarono”. Uno di loro fu Abraamo. Come sappiamo che riuscì a rimanere concentrato sulla gioiosa speranza di vivere sotto il dominio del “seme” promesso? Gesù disse ai suoi oppositori: “Il padre vostro Abraamo si rallegrò grandemente alla prospettiva di vedere il mio giorno, e lo vide e si rallegrò” (Giov. 8:56). Lo stesso si può dire di Sara, Isacco, Giacobbe e molti altri che riposero la loro speranza nel Regno che sarebbe venuto, “il cui edificatore e costruttore è Dio” (Ebr. 11:8-11). w16.10 3:4, 5
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Lunedì 18 giugno
Dedicatevi in ogni occasione alla preghiera (Efes. 6:18)
Siamo davvero grati che Geova si sia servito del suo spirito santo per farci conoscere la verità e per aiutarci a esercitare fede nella buona notizia (Luca 10:21). Dovremmo ringraziare costantemente Geova per averci attirato a sé attraverso suo Figlio, il “principale Agente e Perfezionatore della nostra fede” (Ebr. 12:2). Se desideriamo dimostrare la nostra gratitudine per l’immeritata benignità di Dio, dobbiamo mantenere forte la nostra fede tramite la preghiera e lo studio della sua Parola (1 Piet. 2:2). Possiamo dimostrare che continuiamo a esercitare fede nelle promesse di Geova con le nostre azioni. Ad esempio, continuiamo a predicare la buona notizia del Regno e a partecipare all’opera di fare discepoli. Continuiamo anche a operare “ciò che è bene verso tutti, ma specialmente verso quelli che hanno relazione con noi nella fede” (Gal. 6:10). Inoltre, ci impegniamo con tutto noi stessi a liberarci della “vecchia personalità con le sue pratiche” (Col. 3:5, 8-10). w16.10 4:11, 12
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19/06/2018 07:35
 
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Martedì 19 giugno
[Geova] fece i cieli con intendimento (Sal. 136:5)
Dato che ha organizzato l’universo in maniera mirabile, sicuramente Geova vuole che anche i suoi adoratori siano ben organizzati. È proprio a questo scopo che ci ha provveduto la Bibbia come guida. Senza le norme di Dio e l’aiuto della sua organizzazione, la vita sarebbe davvero vuota e infelice. L’antico popolo di Israele era molto ben organizzato. Sotto la Legge mosaica, per esempio, c’erano delle “servitrici che facevano servizio organizzato all’ingresso della tenda di adunanza” (Eso. 38:8). Successivamente il re Davide organizzò i sacerdoti e i leviti in divisioni perché svolgessero compiti specifici (1 Cron. 23:1-6; 24:1-3). Anche la congregazione cristiana del I secolo era organizzata. Veniva guidata dal corpo direttivo, inizialmente composto dagli apostoli (Atti 6:1-6). Consigli e istruzioni venivano dati anche attraverso lettere ispirate (1 Tim. 3:1-13; Tito 1:5-9). w16.11 2:3, 6, 8, 9
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20/06/2018 06:56
 
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Mercoledì 20 giugno
Chiunque è per la cattività, alla cattività! (Ger. 15:2)
Nel 607 a.E.V. un imponente esercito al comando del re Nabucodonosor II invase la città di Gerusalemme. Riguardo ai sanguinosi eventi che seguirono, la Bibbia dice: “[Nabucodonosor] uccideva i loro giovani con la spada nella casa del loro santuario, né provò compassione di giovane o vergine, vecchio o decrepito. [...] E bruciava la casa del vero Dio e abbatteva le mura di Gerusalemme; e bruciarono col fuoco tutte le sue torri di dimora e anche tutti i suoi oggetti desiderabili, in modo da causare rovina” (2 Cron. 36:17, 19). La distruzione di Gerusalemme non avrebbe dovuto cogliere di sorpresa gli abitanti della città. Per anni, infatti, i profeti di Dio avevano avvertito gli ebrei che, se avessero continuato a disprezzare la Legge di Geova, sarebbero stati consegnati nelle mani dei babilonesi. Molti sarebbero caduti sotto il taglio della spada e chiunque fosse sfuggito alla morte avrebbe passato probabilmente il resto della sua vita in esilio a Babilonia. w16.11 4:1, 2
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21/06/2018 08:08
 
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Giovedì 21 giugno
Per mezzo di un solo uomo il peccato entrò nel mondo (Rom. 5:12)
Adamo è il “solo uomo” per mezzo del quale il peccato e la morte “[entrarono] nel mondo”. Quindi “per il fallo di un solo uomo la morte ha regnato”. Paolo aggiunse che “l’abbondanza dell’immeritata benignità” di Dio si manifestò “per mezzo di uno solo, Gesù Cristo” (Rom. 5:12, 15, 17). Questa immeritata benignità ha recato benefìci a tutto il genere umano. Paolo spiegò: “Per mezzo dell’ubbidienza di uno solo [Gesù] molti saranno costituiti giusti”. In effetti, l’immeritata benignità di Dio può portare alla “vita eterna per mezzo di Gesù Cristo” (Rom. 5:19, 21). Geova non era obbligato a mandare suo Figlio sulla terra per provvedere il riscatto. Per di più, essendo imperfetti e peccatori, gli uomini non meritano ciò che Dio e Gesù hanno fatto per rendere possibile il perdono dei peccati e la speranza di vivere per sempre. Siamo davvero grati per questa dimostrazione di benignità che non meritiamo! Dovremmo apprezzare profondamente il dono dell’immeritata benignità di Dio e fare in modo che influisca sulla nostra vita di ogni giorno. w16.12 1:1, 6, 7
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22/06/2018 00:03
 
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Venerdì 22 giugno
Rivolgere la mente alla carne significa inimicizia con Dio, poiché non è sottoposta alla legge di Dio (Rom. 8:7)
Esaminarsi è molto importante. Lo capiamo da ciò che Paolo scrisse: “Rivolgere la mente alla carne significa morte” (Rom. 8:6). Si tratta di una cosa seria: morte spirituale ora e morte fisica nel futuro. Comunque, Paolo non voleva dire che se un cristiano inizia a “rivolgere la mente alla carne” andrà inevitabilmente incontro alla morte. Cambiare è possibile. Pensiamo all’uomo immorale di Corinto che agì secondo la carne e fu disassociato. Poteva cambiare, e lo fece. Smise di camminare secondo la carne e riprese a vivere rettamente (2 Cor. 2:6-8). Se quell’uomo, che aveva agito secondo la carne in modo così palese, riuscì a cambiare, tutti i cristiani possono riuscirci. L’avvertimento di Paolo sulle possibili conseguenze per chi ‘rivolge la mente alla carne’ spronerà sicuramente i cristiani a fare i necessari cambiamenti. w16.12 2:5, 12, 13
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23/06/2018 00:01
 
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Sabato 23 giugno
Getta su Geova stesso il tuo peso, ed egli stesso ti sosterrà (Sal. 55:22)
È molto confortante poter ‘gettare su Geova stesso il nostro peso’, sicuri che ‘egli stesso ci sosterrà’. Non dubitiamo che Dio possa “fare più che sovrabbondantemente oltre tutte le cose che chiediamo o concepiamo” (Efes. 3:20). Proviamo a pensarci: non solo abbondantemente o sovrabbondantemente, ma addirittura “più che sovrabbondantemente”! Per ricevere la ricompensa dobbiamo esercitare piena fede in Geova e ubbidire alle sue istruzioni. Mosè disse alla nazione di Israele: “Geova immancabilmente ti benedirà nel paese che Geova tuo Dio ti dà come eredità per prenderne possesso, se solo ascolterai immancabilmente la voce di Geova tuo Dio in modo da aver cura di mettere in pratica tutto questo comandamento che oggi ti comando. Poiché Geova tuo Dio in realtà ti benedirà proprio come ti ha promesso” (Deut. 15:4-6). Abbiamo completa fiducia nel fatto che Geova ci benedirà se continuiamo a servirlo fedelmente? Ci sono validi motivi per esserne sicuri. w16.12 4:8, 9
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24/06/2018 00:00
 
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Domenica 24 giugno
Geova ti ha scelto perché tu divenga suo popolo, una speciale proprietà (Deut. 7:6)
Questa non fu una decisione arbitraria: Geova stava tenendo fede a una promessa fatta secoli prima al suo amico Abraamo (Gen. 22:15-18). Inoltre, Geova esercita sempre la sua libertà in armonia con l’amore e la giustizia. Ne è una prova il modo in cui disciplinò gli israeliti, che si allontanarono più volte dalla pura adorazione. Ogni volta che manifestavano sincero pentimento, Geova sceglieva di mostrare loro amore e misericordia, come indicano queste sue parole: “Sanerò la loro infedeltà. Li amerò di mio proprio libero arbitrio” (Osea 14:4). Il modo in cui Geova usa la sua libertà per il bene altrui costituisce davvero un eccellente esempio per noi. Quando iniziò a creare, Geova scelse amorevolmente di dotare le creature intelligenti del libero arbitrio. La prima creatura che ricevette questo dono fu il Figlio primogenito, “l’immagine dell’invisibile Iddio” (Col. 1:15). Già prima di venire sulla terra, Gesù scelse di rimanere leale a suo Padre e si rifiutò di unirsi alla ribellione di Satana. w17.01 2:3, 4
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Lunedì 25 giugno
Dio non è ingiusto da dimenticare la vostra opera e l’amore che avete mostrato per il suo nome (Ebr. 6:10)
La nostra sfera d’azione può espandersi o ridursi al mutare delle circostanze. Comunque, che siamo giovani o in là con gli anni, che godiamo di buona salute oppure no, Geova pensa sempre al modo migliore di impiegare ciascuno di noi nel suo servizio. Le sue aspettative sono ragionevoli, e apprezza molto qualunque cosa riusciamo a fare. Gesù provò gioia svolgendo ciascuno dei suoi incarichi, e lo stesso può valere per noi (Prov. 8:30, 31). Chi è modesto non è insoddisfatto delle responsabilità o degli incarichi che ha nella congregazione. Non si concentra troppo sull’ottenere ulteriori privilegi o sui risultati che conseguono gli altri. Al contrario, si sforza di provare gioia e soddisfazione nel ruolo che ricopre al momento, riconoscendo che proviene da Geova. Allo stesso tempo mostra sincero rispetto per il posto che Dio ha assegnato ad altre persone. Se siamo modesti, saremo felici di mostrare agli altri il dovuto rispetto e di sostenerli (Rom. 12:10). w17.01 3:13, 14
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Martedì 26 giugno
Come un figlio col padre ha fatto lo schiavo con me per promuovere la buona notizia (Filip. 2:22)
Alcuni fratelli più giovani forse adesso coordinano attività in cui sono coinvolti fratelli più anziani. Anche in questa situazione, i più giovani fanno bene ad avvalersi della saggezza e dell’esperienza dei più anziani prima di prendere una decisione. Timoteo, un uomo più giovane dell’apostolo Paolo, lavorò al suo fianco per molti anni. Riguardo a lui, Paolo scrisse ai corinti: “Vi mando Timoteo, dato che è mio figlio diletto e fedele nel Signore; ed egli vi ricorderà i miei metodi riguardo a Cristo Gesù” (1 Cor. 4:17). Queste poche parole fanno capire quale stretta collaborazione ci fosse tra quei due fratelli. Paolo si era preso il tempo per insegnare a Timoteo i suoi “metodi”. Timoteo si era lasciato addestrare da Paolo e si era conquistato il suo affetto. Paolo a sua volta aveva fiducia che Timoteo sarebbe stato in grado di occuparsi dei bisogni spirituali dei fratelli di Corinto. Paolo è un ottimo esempio da imitare per gli anziani che oggi addestrano altri ad assumersi incarichi di responsabilità nella congregazione. w17.01 5:13, 14
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Mercoledì 27 giugno
Ci sarà una risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti (Atti 24:15)
Quello che Geova desidera per le persone non è la morte, ma la vita. Quale Fonte della vita, egli diventa il Padre di tutti coloro che vengono risuscitati (Sal. 36:9). È davvero appropriato, dunque, che Gesù abbia insegnato a rivolgersi a Dio chiamandolo “Padre nostro che sei nei cieli” (Matt. 6:9). Geova ha assegnato a Gesù un ruolo importante in relazione alla risurrezione dei morti (Giov. 6:40, 44). Nel Paradiso Gesù dimostrerà di essere “la risurrezione e la vita” (Giov. 11:25). Geova non è generoso solo nei confronti di pochi privilegiati. Infatti Gesù disse: “Chiunque fa la volontà di Dio mi è fratello e sorella e madre” (Mar. 3:35). Dio vuole che persone di ogni nazione, tribù e lingua, che compongono “una grande folla” il cui numero è imprecisato, diventino suoi adoratori. Chi esercita fede nel riscatto e compie la volontà di Dio può essere tra coloro che esclamano: “La salvezza la dobbiamo al nostro Dio, che siede sul trono, e all’Agnello” (Riv. 7:9, 10). w17.02 2:10, 11
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