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Confutazione trasmissione radio Maria del GRIS di febbraio 2018...

Ultimo Aggiornamento: 26/02/2018 08:07
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08/02/2018 20:23
 
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...Chiesa e Bibbia nei secoli passati
08/02/2018 20:28
 
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Dopo il preambolo di don Fiorino, il conduttore, prende la parola Rocco Politi. Circa l'attendilita' delle critiche dei fuoriusciti rimandiamo, come di consueto, al seguente articolo del nostro sito TdGOnline:

I FUORIUSCITI DEI TESTIMONI DI GEOVA: TRA FENOMENOLOGIA E STATISTICA – Cosa dicono gli esperti?
18/02/2018 20:17
 
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Il successivo e ultimo intervento è di don Battista Cadei, che ha affrontato il tema

La ‏Chiesa e la Bibbia nei secoli passati dicendo:




I tdG che prendono la Torre di guardia come oro colato, credono che la Chiesa Cattolica abbia fatto una sola cosa: bruciare la ‪Bibbia e chi la legge. Ma chi conosce la storia della ‏Chiesa, sa che le cose son diverse, a cominciare dal fatto che la ‪Bibbia è arrivata ai tdG tramite i cattolici. Accenniamo ai primi secoli, e poi partiamo dagli anni 1400. Nei primi 5 secoli gli scritti dei Padri della ‏Chiesa avevano come base la ‪Bibbia. S. Gerolamo scrisse: Non conoscere le Scritture significa non conoscere Cristo. Nel medioevo, cioè fino al 1400, la preghiera dei monaci consisteva nel leggere la ‪Bibbia e ‘ruminare’, cioè meditare sulla Parola di ‪Dio.
A partire dal 1400 gli umanisti, grazie alla padronanza perfetta delle lingue bibliche (ebraico, aramaico, greco), dànno slancio agli studi scritturistici. Lorenzo Valla (1407-1457) si preoccupa della fedeltà all'originale greco del NT:
«I non esperti di lingua greca non possono capire e nei loro commenti enunciano errori e improprietà assai lontani dalla verità; e spesso discutono ostinatamente tra loro di argomenti che sono, come si dice, delle bagatelle (...). Le semplici parole della sacra Scrittura sono altrettante pietre preziose con le quali è costruita la Gerusalemme celeste... Mi sono sforzato, secondo le mie capacità, di restaurare, per così dire, la copertura del tempio di questa città…».
Ma i più erano analfabeti e si accontentavano delle pitture bibliche sulle pareti delle cattedrali, perciò chiamate ‪Bibbia dei poveri. Oltretutto i libri, scritti a mano, erano costosissimi. L'invenzione della stampa diminuì il costo libri. Il primo libro a stampa della storia fu proprio la Bibbia (1452). Nel 1516, l'olandese Erasmo di Rotterdam (1466-1536), grande umanista, si batte a favore della diffusione della Bibbia non solo in latino, ma nelle lingue dei diversi popoli. Egli scrive tra l'altro:
«Dissento fortemente da quelli che non vorrebbero far leggere alle persone semplici le lettere divine, tradotte nella lingua del popolo, come se Cristo avesse insegnato cose così complicate, da poter essere capite solo da un ristrettissimo numero di teologi, o come se la difesa della religione cristiana consistesse nel non conoscerla… Cristo desidera la massima diffusione dei suoi misteri. Vorrei perfino che tutte le donnette leggessero il Vangelo, leggessero le Lettere paoline. E magari venissero tradotte in tutte le lingue, in modo da poter esser lette e conosciute non solo da Scozzesi e Irlandesi, ma anche da Turchi e Saraceni».
Nel 1591 Johann Froben pubblica a Basilea la prima Bibbia tascabile: fu un successo incredibile.
La polemica con la Riforma Protestante. Purtroppo, in seguito alla presa di posizione del monaco tedesco Martin Lutero, il quale iniziò il protestantesimo, 1517 col principio che base della fede è la sola ‪Bibbia, la Chiesa Cattolica si irrigidì e reagì nel Concilio di Trento (1545-1563) così:
– curare una edizione latina che fosse il più fedele possibile agli originali;
– non permettere la libera interpretazione personale della ‪Bibbia;
– sottoporre la stampa e la vendita di Bibbie al controllo della Chiesa.
In seguito fu stabilito che per possedere una traduzione biblica occorreva l'autorizzazione ecclesiastica. Lo scopo pastorale era buono: rimediare al caos creatosi con la Riforma protestante, che autorizzava interpretazioni personali che portarono a vere e proprie rivoluzioni, tanto che lo stesso Lutero fu costretto a far intervenire l’esercito. Ma di fatto queste disposizioni allontanarono molti cattolici dal contatto diretto con la Bibbia, se escludiamo le parti lette nella Messa e nelle altre celebrazioni liturgiche. Non si ferma però lo studio biblico: è il tempo delle grandi edizioni della Scrittura nelle lingue originali, accompagnate da notevoli studi. Non mancano figure che dànno impulso all'uso spirituale della Bibbia: sant’Alfonso Maria de' Liguori (1696-1787) scrive:
«Sono belle e buone le tante contemplazioni che sulla Passione hanno fatte e scritte gli autori devoti: ma certamente fa più impressione ad un cristiano una sola parola delle sacre Scritture che cento e mille contemplazioni e rivelazioni che si scrivono fatte da alcune persone devote».
– Da alcuni decenni circola, ad opera di tdG e di altri gruppi anticattolici, un fotocopiato dal titolo «Roma e la Bibbia», presentato come un «documento storico del tempo della Riforma conservato presso la Biblioteca Nazionale di Parigi». È l’estratto-riassunto di uno scritto latino: «Consilium quorumdam Episcoporum» = «Consiglio di alcuni Vescovi» i quali (1550), suggeriscono al papa Giulio III «che la Bibbia sia strappata dalle mani del popolo», con lo scopo di mantenere le aberrazioni della chiesa cattolica romana. Accurate ricerche presso la Biblioteca Nazionale di Parigi hanno dimostrato che tale consiglio dei vescovi al papa non esiste. Esiste sì un libretto con quel titolo, ma si tratta di una satira, opera di Pier Paolo Vergerio, già vescovo cattolico di Capodistria, passato al protestantesimo nel 1540. È una specie di romanzo polemico contro il cattolicesimo, non un documento storico. È la differenza che c’è tra un documentario e una vignetta satirica. Anche quando si è di idee diverse, occorrerebbe usare argomenti validi, e non inventati.
Un altro motivo che rese la Chiesa rigida contro l’uso della Bibbia a proprio piacimento, fu la diffusione del razionalismo illuminista, che scalzava dalle radici il contenuto della fede. ‪Questa esegesi, tipica dei protestanti liberali, ‪e che purtroppo ha influenzato anche ‪qualche cattolico, si basa sulla sola ragione a scapito della fede, e tende a dare una interpretazione simbolica a tutto ciò che è soprannaturale, come gli angeli, i demoni e i miracoli.
Il riavvicinamento dei cattolici alla ‪Bibbia avvenne nel 900 col movimento biblico e soprattutto col concilio Vaticano II (1962-1965) che promosse la liturgia nella lingua del popolo, al quale raccomandò di leggere, meditare e pregare sulla ‪Bibbia. Molto è stato fatto ad opera di solerti pastori, come il cardinal C.M. Martini, biblista e arcivescovo di Milano 1979-2002, fino a papa Francesco che raccomanda di tenere con sé un Vangelo tascabile come si tiene il telefonino.
C’è ancora molto da fare, ma siamo sulla buona strada, e ora sono molte le parrocchie con gruppi di scuola della Parola, lectio divina, ascolto del Vangelo, meditazioni sulla ‪Bibbia.



Lascio la parola a chi desidera replicare...
[Modificato da viceadmintdg1 18/02/2018 20:21]
25/02/2018 22:18
 
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TdG
Re:
Cadei:

I tdG che prendono la Torre di guardia come oro colato, credono che la Chiesa Cattolica abbia fatto una sola cosa: bruciare la ‪Bibbia e chi la legge. Ma chi conosce la storia della ‏Chiesa, sa che le cose son diverse, a cominciare dal fatto che la ‪Bibbia è arrivata ai tdG tramite i cattolici.



Caro Cadei,
le ricambio l’apprezzamento, lei probabilmente prende la storia della sua chiesa come se fosse “oro colato”, invece è piena di episodi vergognosi, anche legati alla parola di Dio.
Per sua informazione, la “parola di Dio” è “di Dio” e non della “chiesa cattolica”. Per questo motivo Dio l’ha messa a disposizione non solo dei tdG ma di tutte le persone di buona volontà che la vogliono conoscere.

Cadei:

Accenniamo ai primi secoli, e poi partiamo dagli anni 1400. Nei primi 5 secoli gli scritti dei Padri della ‏Chiesa avevano come base la ‪Bibbia. S. Gerolamo scrisse: Non conoscere le Scritture significa non conoscere Cristo.



Il suo è un riassunto un po’ approssimativo dei tanti avvenimenti dei primi 5 secoli, pieni di personaggi importanti e discutibili, in relazione alla Bibbia. Per sua informazione, la riforma protestante “mainstream” accetta i padri apostolici e della chiesa dei primi 5 secoli, assieme alle loro opere.
Noi tdG invece, assieme a quella corrente della riforma che non accettò i compromessi dei riformatori, parlo degli anabattisti, rifiuta come “apostata” la chiesa politicizzata e legata all’impero, quale fu quella dei secoli dal III al V.

Cadei:

Nel medioevo, cioè fino al 1400, la preghiera dei monaci consisteva nel leggere la ‪Bibbia e ‘ruminare’, cioè meditare sulla Parola di ‪Dio.



Stavolta dice bene, caro Cadei, i monaci leggevano, meditavano e qualche volta trascrivevano anche il testo biblico. Ma a parte questi pochi, cosa facevano le grandi masse del cattolicesimo nei secoli dal VI al XV, quando si erano ormai diffuse le lingue volgari (Dante scrive nel 1300) ma la loro chiesa si serviva unicamente della vulgata latina?

Cadei:

A partire dal 1400 gli umanisti, grazie alla padronanza perfetta delle lingue bibliche (ebraico, aramaico, greco), dànno slancio agli studi scritturistici. Lorenzo Valla (1407-1457) si preoccupa della fedeltà all'originale greco del NT:
«I non esperti di lingua greca non possono capire e nei loro commenti enunciano errori e improprietà assai lontani dalla verità; e spesso discutono ostinatamente tra loro di argomenti che sono, come si dice, delle bagatelle (...). Le semplici parole della sacra Scrittura sono altrettante pietre preziose con le quali è costruita la Gerusalemme celeste... Mi sono sforzato, secondo le mie capacità, di restaurare, per così dire, la copertura del tempio di questa città…».


Caro Cadei, il Valla fu un eccellente studioso e tra i tanti risultati che consegui nella sua vita, tutto sommato breve, ci fu anche quello di smascherare la cosiddetta “donazione di Costantino”, inventata proprio dalla sua chiesa per giustificare quello di cui si occupava prevalentemente in quei secoli, cioè il “potere temporale”, i possessi territoriali.
Lo studio delle lingue bibliche tornò di moda, ma come deve ammettere lei stesso, la sua chiesa ignorò i progressi compiuti dagli umanisti.

Cadei:

Ma i più erano analfabeti e si accontentavano delle pitture bibliche sulle pareti delle cattedrali, perciò chiamate ‪Bibbia dei poveri. Oltretutto i libri, scritti a mano, erano costosissimi. L'invenzione della stampa diminuì il costo libri. Il primo libro a stampa della storia fu proprio la Bibbia (1452). Nel 1516, l'olandese Erasmo di Rotterdam (1466-1536), grande umanista, si batte a favore della diffusione della Bibbia non solo in latino, ma nelle lingue dei diversi popoli. Egli scrive tra l'altro:
«Dissento fortemente da quelli che non vorrebbero far leggere alle persone semplici le lettere divine, tradotte nella lingua del popolo, come se Cristo avesse insegnato cose così complicate, da poter essere capite solo da un ristrettissimo numero di teologi, o come se la difesa della religione cristiana consistesse nel non conoscerla… Cristo desidera la massima diffusione dei suoi misteri. Vorrei perfino che tutte le donnette leggessero il Vangelo, leggessero le Lettere paoline. E magari venissero tradotte in tutte le lingue, in modo da poter esser lette e conosciute non solo da Scozzesi e Irlandesi, ma anche da Turchi e Saraceni».



Dice bene anche in questo caso, caro Cadei, ma non prende atto di due problemi: il primo è che Erasmo trovò rifugio non a Roma né a Milano, ma nella Basilea che di lì a poco abbracciò la riforma protestante, grazie all’impulso del cappellano Zwingli; il secondo è che il Froben gli pubblicò a più riprese una Bibbia, ma fu quella in greco antico, non in traduzione.

Cadei:

Nel 1591 Johann Froben pubblica a Basilea la prima Bibbia tascabile: fu un successo incredibile.



Temo abbia preso uno dei suoi tanti svarioni: il Froben nel 1591 era già morto da tempo. Si tratta invece del 1491, quando l’editore Froben diede alle stampe una Bibbia in latino, quindi comunque accessibile solo a chi conosceva quella lingua.
Cadei:

La polemica con la Riforma Protestante. Purtroppo, in seguito alla presa di posizione del monaco tedesco Martin Lutero, il quale iniziò il protestantesimo, 1517 col principio che base della fede è la sola ‪Bibbia, la Chiesa Cattolica si irrigidì e reagì nel Concilio di Trento (1545-1563) così:
– curare una edizione latina che fosse il più fedele possibile agli originali;
– non permettere la libera interpretazione personale della ‪Bibbia;
– sottoporre la stampa e la vendita di Bibbie al controllo della Chiesa.
In seguito fu stabilito che per possedere una traduzione biblica occorreva l'autorizzazione ecclesiastica. Lo scopo pastorale era buono: rimediare al caos creatosi con la Riforma protestante, che autorizzava interpretazioni personali che portarono a vere e proprie rivoluzioni, tanto che lo stesso Lutero fu costretto a far intervenire l’esercito.



Caro Cadei, le ricordo, visto che lei dimentica di dirlo, che la “riforma” fu una reazione politico-religiosa alla corruzione materiale e spirituale della sua chiesa. Nello specifico, la goccia che fece traboccare il vaso, fu la “vendita delle indulgenze” in Germania, per fare cassa con pretesti fantasiosi (come promettere la salvezza dell’anima in cambio di denaro!) tra il popolo tedesco e usare i soldi per mantenere gli stravizi del clero romano.
La decisione presa a Treno non rappresenta nulla di nuovo per le masse cattoliche: già in passato non avevano accesso alla Bibbia, lo stesso accadrà anche nei secoli successivi, a seguito delle decisioni scellerate della “gerarchia” cattolica, che evidentemente aveva altre intenzioni.

Cadei:

Ma di fatto queste disposizioni allontanarono molti cattolici dal contatto diretto con la Bibbia, se escludiamo le parti lette nella Messa e nelle altre celebrazioni liturgiche. Non si ferma però lo studio biblico: è il tempo delle grandi edizioni della Scrittura nelle lingue originali, accompagnate da notevoli studi. Non mancano figure che dànno impulso all'uso spirituale della Bibbia: sant’Alfonso Maria de' Liguori (1696-1787) scrive:
«Sono belle e buone le tante contemplazioni che sulla Passione hanno fatte e scritte gli autori devoti: ma certamente fa più impressione ad un cristiano una sola parola delle sacre Scritture che cento e mille contemplazioni e rivelazioni che si scrivono fatte da alcune persone devote».



Parole di un mistico, caro Cadei, visto che nei fatti la prima traduzione cattolica dalle lingue originali venne fatta a metà del ‘900! Lo dovrebbe ricordare ai suoi ascoltatori!

Cadei:

– Da alcuni decenni circola, ad opera di tdG e di altri gruppi anticattolici, un fotocopiato dal titolo «Roma e la Bibbia», presentato come un «documento storico del tempo della Riforma conservato presso la Biblioteca Nazionale di Parigi». È l’estratto-riassunto di uno scritto latino: «Consilium quorumdam Episcoporum» = «Consiglio di alcuni Vescovi» i quali (1550), suggeriscono al papa Giulio III «che la Bibbia sia strappata dalle mani del popolo», con lo scopo di mantenere le aberrazioni della chiesa cattolica romana. Accurate ricerche presso la Biblioteca Nazionale di Parigi hanno dimostrato che tale consiglio dei vescovi al papa non esiste. Esiste sì un libretto con quel titolo, ma si tratta di una satira, opera di Pier Paolo Vergerio, già vescovo cattolico di Capodistria, passato al protestantesimo nel 1540. È una specie di romanzo polemico contro il cattolicesimo, non un documento storico. È la differenza che c’è tra un documentario e una vignetta satirica. Anche quando si è di idee diverse, occorrerebbe usare argomenti validi, e non inventati.
Un altro motivo che rese la Chiesa rigida contro l’uso della Bibbia a proprio piacimento, fu la diffusione del razionalismo illuminista, che scalzava dalle radici il contenuto della fede. ‪Questa esegesi, tipica dei protestanti liberali, ‪e che purtroppo ha influenzato anche ‪qualche cattolico, si basa sulla sola ragione a scapito della fede, e tende a dare una interpretazione simbolica a tutto ciò che è soprannaturale, come gli angeli, i demoni e i miracoli.



Interessante questo aspetto, perché Pier Paolo Vergerio, da cattolico, fu uno dei principali fautori del concilio di Trento, ma gli fu poi impedito di parteciparvi perché dopo i colloqui di Ratisbona aveva sposato alcune idee protestanti. Nella seconda parte della sua cita resta comunque una delle poche, ma eccellenti, figure di rilievo del protestantesimo italiano, come tutti gli altri ovviamente perseguitato anche lui fisicamente dall’intollerante chiesa romana.

Leggo da altri siti che il documento è attribuito a Pier Martire Vermigli, altra figura eccellente quanto rara del protestantesimo italiano. Anch'egli perseguitato fisicamente dalla chiesa romana.


Cadei:

Il riavvicinamento dei cattolici alla ‪Bibbia avvenne nel ‘900 col movimento biblico e soprattutto col concilio Vaticano II (1962-1965) che promosse la liturgia nella lingua del popolo, al quale raccomandò di leggere, meditare e pregare sulla ‪Bibbia. Molto è stato fatto ad opera di solerti pastori, come il cardinal C.M. Martini, biblista e arcivescovo di Milano 1979-2002, fino a papa Francesco che raccomanda di tenere con sé un Vangelo tascabile come si tiene il telefonino.
C’è ancora molto da fare, ma siamo sulla buona strada, e ora sono molte le parrocchie con gruppi di scuola della Parola, lectio divina, ascolto del Vangelo, meditazioni sulla ‪Bibbia.



Caro il mio Cadei, anche se ha vissuto prima e dopo il Vaticano II, mia nonna ha ricevuto la sua prima Bibbia dal sottoscritto, perché la sua chiesa cattolica non si è mai distinta per la diffusione della parola di Dio tra il popolo. Gli studi del Martini sono rilevanti per gli specialisti, non certo per le grandi masse del cattolicesimo italiano.

Anche oggi, nonostante i progetti mediatici del papa attuale, in grande discontinuità col precedente, tutti i principali software di ricerca e diffusione biblica sono di matrice protestante-americana e non certo cattolica. Lo faccia presente ai suoi ascoltatori!

Saluti
Simon
26/02/2018 08:07
 
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Re:
viceadmintdg1, 18/02/2018 20.17:

a cominciare dal fatto che la ‪Bibbia è arrivata ai tdG tramite i cattolici.




e con questo?

Se Geova, per portare avanti il suo proposito, si è servito perfino di Ciro (che chiama "il mio Unto", "il mio pastore", Isaia 44:28 ; 45:1), di Nabucodonosor e dell' Assiria ("Assiria, verga del mio furore", Isaia 10,5 CEI), a maggior ragione può servirsi di chiunque per farci avere la Sacra Scrittura da Lui ispirata.


O no?


[Modificato da Aquila-58 26/02/2018 08:08]
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