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Assortimento di balle su minori e trasfusioni di sangue

Ultimo Aggiornamento: 27/04/2019 20:18
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02/05/2018 11:23
 
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da un sito di fuoriusciti dissidenti

Fonte: un sito di fuoriusciti, altre info in spoiler



Alcuni commenti comparsi fra ieri ed oggi ad una notizia di un tribunale italiano che avrebbe imposto una trasfusione di sangue su di un minore figlio di testimoni di Geova.

Qui la notizia:

www.lameziainstrada.com/cronaca/no-alla-trasfusione-per-una-13enne-testimoni-di-geova-si-difendono-non-era-in-...



Il fatto che la bambina ribadisse di non volere le trasfusioni non ha alcun valore giuridico: un bambino non può, infatti, prendere decisioni di questo genere, che riguardano la sua sopravvivenza.



Nossignore, dipende sia dagli estremi del caso specifico che dalla vigente giurisprudenza. In molti ordinamenti giuridici i minorenni, anche dell'età di 13 anni, come riportato varie volte dalla letteratura della WTS possono essere qualificati come 'minori maturi' in grado di prendere decisioni anche su questioni di sopravvivenza.


Per esempio, vediamo cosa accade in Canada:



Generalmente i tribunali riconoscono ai genitori il diritto di scegliere le terapie mediche nel migliore interesse dei figli. A volte hanno persino stabilito che la volontà di un minore maturo nella scelta di un trattamento sanitario deve essere presa in considerazione. È quanto è accaduto nel caso di April Cadoreth. A 14 anni April fu ricoverata in ospedale con una grave emorragia interna. Alcuni mesi prima aveva redatto le proprie direttive anticipate, specificando che non avrebbe accettato trasfusioni di sangue nemmeno in una situazione di emergenza. Il medico che l’aveva in cura decise di ignorare le espresse volontà di April e sollecitò un’ordinanza del tribunale per poterla trasfondere. Le furono somministrate in modo coatto tre unità di globuli rossi concentrati. April disse poi di essersi sentita violentata.

April e i suoi genitori adirono le vie legali. Dopo due anni il caso arrivò alla Corte Suprema. Anche se tecnicamente April perse il ricorso relativo alla legittimità costituzionale, la Corte dispose che le venissero rimborsate le spese legali e deliberò a favore suo e di altri minori maturi che cercano di esercitare il diritto di scelta in campo terapeutico. La Corte affermava: “Nel contesto dei trattamenti sanitari, si dovrebbe dare ai minori sotto i 16 anni l’opportunità di dimostrare che il loro punto di vista riguardo a una particolare decisione in campo terapeutico riflette un sufficiente grado di indipendenza di pensiero e maturità”.

È significativo il fatto che la Corte Suprema abbia preso in considerazione i diritti costituzionali dei minori maturi. Prima di questa sentenza, un tribunale canadese poteva autorizzare una terapia su un minore sotto i 16 anni ogni volta che la riteneva nei migliori interessi del minore stesso. Ora, invece, un tribunale non può autorizzare un trattamento che vada contro la volontà di un minore sotto i 16 anni senza avergli prima dato la possibilità di dimostrare che è abbastanza maturo da prendere decisioni autonome.



wol.jw.org/it/wol/pc/r6/lp-i/1200270862/79/0



Anche perché i figli dei Testimoni di Geova (TdG), sin dalla più tenera età, vengono sottoposti ad un indottrinamento martellante; viene loro inculcato il concetto che le trasfusioni sono condannate da Dio e che accettare una trasfusione necessaria a salvare la vita sarebbe come lasciarsi violentare sessualmente. Inoltre a questi piccoli - come del resto anche agli adulti, ma nel loro caso dovrebbe esserci una maggiore capacità di giudizio… - viene detto che accettando una trasfusione volontariamente si perde “il favore di Geova” e la possibilità di ricevere la vita eterna, a meno che non ci si penta per il “peccato” commesso. Questi bambini hanno sentito solo la versione "dottrinale" dei TdG, non hanno mai avuto la possibilità di confrontarsi con altre interpretazioni dei testi biblici, più ragionevoli e meno estremiste.


Ma che sciocchezze. Sarebbe come dire che un bambino cattolico che i genitori iscrivono a Catechismo, e al quale viene insegnato che tutti i metodi di contraccezione, senza possibile eccezione, sono condannati da Dio, è sottoposto ad un 'indottrinamento martellante'. Neanche lui infatti ha avuto la possibilità di "confrontarsi con altre interpretazioni dei testi biblici, più ragionevoli e meno estremiste", come quella appunto dei testimoni di Geova, che permettono l'uso del preservativo e della pillola anticoncezionale. Se un domani vorrà essere coerente con questa convinzione maturata nell'infanzia da buon cattolico, si troverà, una volta sposato, a mettere al mondo 10-15 figli (e cioè a dire altrettante bocche da sfamare) nella convinzione che l'atto sessuale seguito da una volontaria preclusione del concepimento sia "peccato mortale". Ovviamente tutti i genitori crescono ed educano i figli secondo le proprie credenze, che siano cattolici devoti, cattolici all'acqua di rose, testimoni di Geova, musulmani, indù o anche atei: infatti, anche il non credere in una entità soprannaturale è di per sé una forma di convinzione che i genitori trasmettono ai figli, e nulla permette di escludere che senza questo condizionamento subito nell'età evolutiva costui avrebbe fatto una scelta di segno antitetico.




La conclusione dei TdG è che la trasfusione non fosse necessaria in quanto la bambina non era in pericolo di vita. Su cosa si basa questa loro “diagnosi”? Sul fatto che i medici, anziché praticare immediatamente la trasfusione, si sono rivolti al giudice per ottenere l’autorizzazione a trasfondere.



Il punto è proprio questo. i medici, se ritengono che un paziente minore sia in pericolo di vita, possono procedere senza chiedere alcuna autorizzazione al giudice. È arcinoto, ma, qualora se ne sentisse la necessità, lo stesso articolo propone una recente sentenza che (come tutte le sentenze definitive) fa giurisprudenza: n. 1176 del Tribunale per i Minorenni di Firenze, datata 15 marzo 2018. Se il pericolo di vita è reale e dimostrabile, tale facoltà stabilita per legge ovviamente li pone al sicuro da qualunque reazione legale. La ragione per cui i medici hanno facoltà di agire d'iniziativa in questi casi è ovvia: nel tempo che ci vuole per aspettare l'autorizzazione del giudice per la famosa trasfusione, il paziente muore. Ergo, se questo staff di sanitari ha ritenuto di avere sufficiente tempo per interpellare il giudice e riceverne un'autorizzazione scritta, il motivo non può che essere uno solo: non c'era alcun pericolo imminente di vita.



Per quanto riguarda poi il fatto che le trasfusioni siano solo ”uno dei diversi trattamenti medici praticabili in situazioni di emergenza” riporto le parole di un medico che opera nel centro ospedaliero di Melegnano, ospedale a cui i TdG si rivolgono spesso, in quanto la struttura è disponibile in molti casi a operare e curare i TdG senza far uso di trasfusioni. Il dott. Ruggero Rocchi, direttore sanitario pro-tempore di questa Azienda ospedaliera, ha sottolineato che «in caso di necessità, cioè quando la persona si trova in pericolo di vita o in stato di totale incoscienza, il ricorso alla trasfusione diventa però inevitabile, non ci sono alternative di sorta».



Si tratta di un articolo addirittura di 12 anni fa (anche se la data dell'intervista, astutamente, non è desumibile dal ritaglio di giornale), che nell'economia dei progressi terapeutici rappresentano un' "eternità". Tutto quello che si può dire è che nel mondo lo statu quo cambia ovviamente da paese a paese, ma la medicina non trasfusionale ha fatto passi da gigante anche nei casi d'emergenza. Diverse citazioni recenti si possono leggere qui:

testimonidigeova.freeforumzone.com/d/11289314/-/discussi...

Per esempio, ecco la testimonianza del prof. Ernest E. Moore (Denver Health Medical Center, Colorado): "Forse uno dei maggiori progressi in fatto di risparmio di sangue nei traumi è il concetto di controllo chirurgico del danno. In altre parole, una volta aperto l’addome o il torace, e visto che il sanguinamento non si ferma, concentrarsi sui principali vasi che sanguinano; poi applicare dei tamponi sulla superficie e richiudere temporaneamente il paziente, che così può essere trasportato nel reparto di terapia intensiva, dove si prosegue la rianimazione e si cerca specificamente di risolvere i problemi di coagulazione, ad esempio quelli causati dall’ipotermia. Una volta trasferito il paziente traumatizzato in terapia intensiva, se i problemi sono più complessi ritengo che l’uso dell’eritropoietina diventi ancora più impellente. Nei pazienti testimoni di Geova non indugiamo a somministrare eritropoietina e ferro subito dopo l’arrivo in ospedale. A volte eseguiamo a scopo preventivo una valutazione radiologica interventistica degli organi solidi e provvediamo all’occlusione di arterie che ancora non sanguinano, ma che rischiano di farlo in seguito."

Altra citazione, che riguarda interventi d'emergenza e non programmati:


Sempre sugli interventi in pronto soccorso (conseguenti a incidenti, traumi ortopedici etc.), è interessante il seguente contributo da parte del prof. Stephen Cohn, Primario di chirurgia traumatologica e d'urgenza dell'Università di Miami. Si tratta di un centro d'eccellenza, nel quale anche questo genere di interventi viene eseguita senza il ricorso alle emotrasfusioni. (Grassetto e sottolineato sono miei).

"Qui arrivano ogni anno più di 3000 pazienti testimoni di Geova, ed eseguiamo su di loro dai 250 ai 275 grossi interventi all'anno. Non abbiamo riscontrato nessun aumento della degenza media né della mortalità; anzi: sembra addirittura inferiore".






Per quanto riguarda infine le osservazioni della Congregazione secondo cui «in materia di cure mediche, le decisioni prese dai singoli testimoni di Geova sono assolutamente personali e libere: non vengono affatto imposte dalla confessione», ci sarebbero da fare delle precisazioni. Una scelta davvero libera e del tutto volontaria e spontanea dovrebbe essere del tutto esente da forme di pressione e di sanzioni disciplinari di alcun genere. In altre parole, se un TdG accettasse una trasfusione di sangue, necessaria a salvare la sua vita, non dovrebbe cambiare niente nei suoi rapporti con la congregazione geovista. In realtà, se un Testimone accetta una trasfusione, e di ce di averlo fatto consapevolmente, senza mostrare segni di pentimento, viene a trovarsi escluso (dissociato) dalla comunità. La dissociazione comprometterà in maniera gravissima i rapporti sociali che aveva avuto fino a quel momento con i membri del gruppo: tutti costoro infatti cesseranno di avere con lui qualsiasi rapporto, smetteranno di salutarlo e di rivolgergli la parola. Anche i parenti e familiari (figli o genitori compresi) nel caso il “peccatore” non vivesse sotto lo stesso tetto, non lo frequenteranno più.



L'individuo è effettivamente libero di fare quello che vuole, dato che nessuno lo costringe a rifiutare l'emotrasfusione col fucile puntato. Solo che si tratta di una 'libertà' che, come tutte le decisioni consapevoli, si porta dietro il suo fardello di responsabilità e di conseguenze, che egli conosce bene dato che le ha sottoscritte all'atto del battesimo, e alle quali non può opportunisticamente derogare quando i nodi vengono al pettine. Non è che un arzigogolo dialettico, che finge di non considerare una verità tanto imprescindibile quanto ovvia: alla 'libertà' della tdG di turno di farsi trasfondere, di dichiararsi non pentita e di andare dai giornali a piagnucolare di subire l' "ostracismo" come conseguenza di una condotta deliberata ed intenzionalmente perseguita, corrisponde una libertà uguale e contraria, ossia quella dei suoi ex-correligionari di non intrattenere con lui / lei rapporti sociali che non siano strettamente necessari. Siamo alle solite: per gli ex-tdG la libertà è unilaterale. Blaterano genericamente e retoricamente di 'libertà' ma la rivendicano solo per loro e per le loro tristi (e perdenti) campagne diffamatorie.
[Modificato da EverLastingLife 02/05/2018 19:17]
02/05/2018 11:36
 
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Re: da un sito di fuoriusciti dissidenti
EverLastingLife, 02/05/2018 11.23:


che finge di non considerare una verità tanto imprescindibile quanto ovvia: alla 'libertà' della tdG di turno di farsi trasfondere, di dichiararsi non pentita e di andare su un giornale a strepitare di subire l' "ostracismo" come conseguenza di una condotta deliberata ed intenzionalmente perseguita, corrisponde una libertà uguale e contraria, ossia quella dei suoi ex-correligionari di non intrattenere con lui rapporti sociali che non siano strettamente necessari. Siamo alle solite: per gli ex-tdG la libertà è unilaterale. Blaterano genericamente e retoricamente di 'libertà' ma la rivendicano solo per loro e per le loro tristi (e perdenti) campagne diffamatorie.




un concetto di libertà quanto meno strampalato, quello dei nostri ex.
Una libertà a senso unico...naturalmente è sempre bene rammentare ai visitatori del forum, che costoro che "piangono" su cosiddetti "ostracismi" (e abbiamo spiegato centinaia di volte, nelle pagine di questo forum, che l' ostracismo sta alla disassociazione come i cavoli stanno con la merenda...), poi magari inneggiano apertamente a certi regimi (tutt' altro che distanti da noi...) che impediscono ai testimoni di Geova di adurarsi liberamente e di predicare

Libertà. Che cos' è realmente costei per i nostri ex?


[Modificato da Aquila-58 02/05/2018 11:37]
02/05/2018 11:52
 
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Non riuscirò mai a capire perché gli apostati neghino l'evidenza.
Perché dicono il falso? Cosa succede a queste persone?

Io da non testimone, condivido il 70 % delle vostre credenze, eppure quanto leggo, come in questo, queste falsità rimango basito.
02/05/2018 12:17
 
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Mi chiedo se un fuoriuscito obbedirebbe agli ordini della sua nazione di andare in guerra e difendere la sua patria anche a costo di uccidere altri visto che per il mondo è un onore morire in guerra ma una follia morire per ubbidire ad una legge di Dio. Si farebbero rinchiudere o mettere a morte con i loro ex fratelli o ubbidirebbero allo stato e imbraccerebbero le armi ? So che sembra fuori tema ma c'entra col fatto di essere disposti a morire piuttosto che a rinunciare ai propri ideali e quando si tratta di noi il mondo lo chiama estremismo ma quando si tratta di patria il mondo lo chiama onore. E a me sembra che sti fuoriusciti vadino dietro agli ideali del mondo
[Modificato da claudio2018 02/05/2018 12:21]
02/05/2018 12:23
 
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Re:
claudio2018, 02/05/2018 12.17:

So che sembra fuori tema ma c'entra col fatto di essere disposti a morire piuttosto che a rininciare ai propri ideali e quando si tratta di noi lo chiamano estremismo ma quando si tretta di patria onore



Il principio che chiami in causa è assolutamente in tema, anche se applicato diversamente. Così funziona l' "etica" degli uomini, è ondivaga e opportunistica, come diceva C.Chaplin: sei un omicida se uccidi un individuo nella vita di tutti i giorni, sei un eroe se uccidi un "nemico" in guerra, o anche se ne uccidi 10 o 100. Nella mia esperienza anche molti che fingono raccapriccio quando si parla di rifiuto emotrasfusionale per i minori accettano invece l'aborto, e anzi lo descrivono come un segno di civiltà e di diritto all'autodeterminazione.
02/05/2018 12:28
 
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Re: Re:
EverLastingLife, 02/05/2018 12.23:

claudio2018, 02/05/2018 12.17:

So che sembra fuori tema ma c'entra col fatto di essere disposti a morire piuttosto che a rininciare ai propri ideali e quando si tratta di noi lo chiamano estremismo ma quando si tretta di patria onore



Il principio che chiami in causa è assolutamente in tema, anche se applicato diversamente. Così funziona l' "etica" degli uomini, è ondivaga e opportunistica, come diceva C.Chaplin: sei un omicida se uccidi un individuo nella vita di tutti i giorni, sei un eroe se uccidi un "nemico" in guerra, o anche se ne uccidi 10 o 100. Nella mia esperienza anche molti che fingono raccapriccio quando si parla di rifiuto emotrasfusionale per i minori accettano invece l'aborto, e anzi lo descrivono come un segno di civiltà e di diritto all'autodeterminazione.



[SM=g1861209]
02/05/2018 12:31
 
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Re: Re:
EverLastingLife, 02/05/2018 12.23:



accettano invece l'aborto, e anzi lo descrivono come un segno di civiltà e di diritto all'autodeterminazione.




e, aggiungerei, anche l' eutanasia....


[Modificato da Aquila-58 02/05/2018 12:32]
02/05/2018 14:02
 
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ibid.:


e' un ingannevole perche' la WTS espelle chi si fa trasfondere



E' proprio questa informazione a essere ingannevole invece, e così la qualificherei, se non fosse che certi personaggi che conosciamo abbastanza bene ispirano più compassione che altro. Nessuno viene 'espulso' perché 'si fa trasfondere', ma solo se permette che il suo caso diventi una questione di principio, una battaglia ideologica da contrapporre all'Organizzazione cui ha scelto di appartenere.

Di nuovo chiamo in causa la mia esperienza di anziano: in vari decenni di militanza in questo ruolo, ho conosciuto appena 3 casi in cui un testimone di Geova cedesse all'insistenza dei sanitari e accettasse la trasfusione.

caso 1, una donna, moglie di un anziano. Dopo l'intervento ha parlato con gli altri anziani, presente il marito. Essendo chiaro che aveva agito sotto pressione, non è stata disassociata. Il marito inoltre è rimasto nell'incarico.

caso 2, anch'essa una donna, una giovane partoriente; pure lei sotto pressione ha accettato il sangue nell'occasione dell'aborto spontaneo. Aveva deciso di affidarsi ad una clinica che non ha accordi con il nostro comitato sanitario. Nemmeno lei comunque è stata disassociata, essendo chiaro il contesto di tensione in cui si è verificato il fatto.

caso 3, un uomo, ha accettato una trasfusione di sangue. E' morto poche ore dopo la trasfusione, rivelatasi quindi inutile, e non abbiamo avuto nemmeno l'occasione materiale di parlarci.

Ergo, perché si abbia una disassociazione in un caso come questo occorre che:

- l'individuo, un testimone di Geova battezzato, accetti consapevolmente una trasfusione di sangue;
- durante la successiva conversazione con gli anziani, dichiari di sua iniziativa - contraddicendo apertamente la posizione che lui stesso ha sostenuto per anni - di essere nel giusto, di non condividere la posizione dei tdG sul sangue e che il Corpo Direttivo sia in errore a sostenerla.

Come insegna l'esperienza, ciò è abbastanza improbabile. Accade talvolta che dei tdG si facciano trasfondere, ma quasi sempre perché, come ripeto, cedono alla tensione del momento e alla pressione dei medici che affermano con veemenza, e spesso falsamente, che non vi sarebbero alternative ad una trasfusione 'salvavita'. Si tratta di una situazione di difficile gestione emotiva e questo viene regolarmente riconosciuto dagli anziani, che non sono di legno e sono abbastanza in grado di distinguere l'umana debolezza dai (rari) casi di presa di posizione ostile e incoerente.
[Modificato da EverLastingLife 02/05/2018 14:55]
02/05/2018 14:22
 
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ibid.:


É nostro dovere informare le persone che i tdg non sono liberi di scegliere (prendere decisioni personali) senza subire le conseguenze dettate dai vertici della JW.ORG.



Osservazione gratuita e puerile, che viene dal vuoto e va verso il vuoto. Un automobilista che imbocca la Milano-Napoli può accelerare fino a 140 kmh senza 'subire le conseguenze dettate dai vertici dell'ANAS', ovvero una multa con decurtazione dei punti della patente o anche, in caso di recidiva, il ritiro di quest'ultima?

Inoltre, esiste solo la presunta libertà del diretto interessato di violare una norma, o anche la libertà dell'Organizzazione di applicare eventuali sanzioni, e degli altri di appoggiare queste ultime?
11/05/2018 14:56
 
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Lettera al Mattino scritta ieri dai genitori della piccola.

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«Siamo testimoni di Geova, diciamo no alle trasfusioni di sangue ma non abbandoniamo nostra figlia»

Spettabile Redazione,

il 18 aprile scorso è stato pubblicato un articolo su un caso riguardante nostra figlia, l’adolescente ricoverata in ospedale a Cosenza alla quale è stata praticata un’emotrasfusione.

In qualità di genitori, ci teniamo a sottolineare alcuni aspetti fondamentali che purtroppo non sono stati tenuti in considerazione nell’articolo.

Innanzitutto ci teniamo a precisare che, proprio a motivo del nostro credo di Testimoni di Geova, consideriamo sacra la vita e vogliamo il meglio per nostra figlia, anche per quanto riguarda le cure sanitarie. Proprio per questo quando abbiamo capito che c’era qualcosa che non andava nel suo stato di salute ci siamo prontamente attivati per fare degli accertamenti diagnostici presso una clinica. Non appena la struttura ci ha comunicato i risultati delle analisi e ci ha detto che nostra figlia avrebbe dovuto essere trasferita in un altro centro che avesse un reparto pediatrico, ci siamo subito preoccupati di portarla in un centro di eccellenza.

In questo centro i medici ci hanno detto che, pur non essendo abituati a trattare casi come quello di nostra figlia con terapie alternative alle emotrasfusioni, avrebbero tentato di farlo, e così è stato.

Proprio per permettere a nostra figlia di essere curata nel modo migliore, ci eravamo documentati per conoscere quali alternative alle emotrasfusioni fossero disponibili e abbiamo trasmesso tale documentazione anche ai medici, consapevoli che in moltissime strutture in tutta Italia e nel resto del mondo le strategie terapeutiche che non prevedono l’uso del sangue sono ormai considerate una prassi standard.

Quando poi i medici hanno ritenuto che la situazione clinica fosse tale da richiedere necessariamente una trasfusione di sangue, nonostante i dati in nostro possesso fossero diversi, non abbiamo mai ostacolato il loro operato.

In tutto questo siamo stati sempre accanto a nostra figlia, senza abbandonarla mai, come farebbe un qualsiasi genitore amorevole e preoccupato per il benessere del proprio figlio.

Ci addolora molto e ci ferisce, quindi, che dall’articolo emerga il quadro di un’adolescente abbandonata a sé stessa da due genitori irresponsabili integralisti religiosi! Anche perché nostra figlia, che ha già compiuto 13 anni, è stata la prima a sostenere di non voler ricevere una trasfusione di sangue a motivo delle proprie convinzioni religiose. Come genitori, e come testimoni di Geova, diamo molta importanza alla dignità e alla libertà di coscienza di ogni individuo, e quindi anche di nostra figlia, e abbiamo fatto tutto il possibile perché la sua volontà, prima di ogni altra cosa, venisse rispettata.

Nostra figlia è sempre stata pienamente cosciente e, quando i medici si sono preoccupati di parlare con lei per conoscere il suo punto di vista, ha sempre espresso con fermezza e lucidità il proprio desiderio di non ricevere trasfusioni di sangue. Purtroppo, però, nessuna delle autorità interpellate ha ritenuto opportuno ascoltare quello che lei aveva da dire. Questo le ha fatto vivere l’atto terapeutico ricevuto contro la sua volontà come una violenza che l’ha lasciata sotto choc.

Ma di tutto questo, purtroppo, come spesso avviene, non c’era nessuna traccia nell’articolo che è stato pubblicato. Leggere quell’articolo è stata un’ulteriore ferita sia per noi sia per nostra figlia.

Cordialmente,
lettera firmata

www.ilmattino.it/lettere_al_direttore/lettera_direttore_testimoni_geov_trasfusioni_sangue-3723...

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Il direttore del quotidiano napoletano l'ha pubblicata integralmente e senza commenti propri o del giornale, una decisione corretta e rispettosa. Interessante che i genitori, pur facendo quanto in loro potere perché la figlia ricevesse trattamenti non trasfusionali, non si sono opposti alla decisione della equipe medica di trasfonderla in extrema ratio. Questo sarebbe un comportamento 'fanatico' ed 'integralista'?



Ed ecco come si commenta la lettera in un forum di fuoriusciti dissidenti (fonte: vedi mio primo post):


Quasi certamente la lettera è stata scritta su "suggerimento" della Betel o degli "anziani".



O anche no: quasi certamente la lettera è stata scritta d'iniziativa dai diretti interessati. Quod gratis adfirmatur, gratis negatur.




Colpisce il fatto che si voglia far credere che la bambina di 13 anni avesse espresso una scelta matura e consapevole, che riguardava la sua sopravvivenza.



Ciò è assolutamente possibile, invece: dipende dalla definizione giuridica di 'minore maturo'. Questa categoria è oggi largamente presente in giurisprudenza in molti paesi del mondo evoluto (USA e Canada, per esempio). In Italia è ritenuto parte della deontologia professionale dei sanitari. Ecco cosa si legge in un documento redatto da medici e avvocati italiani (grassetto mio):

L’acquisizione dell’assenso del minore maturo è un dovere del professionista sul piano deontologico.
Si concorda che dai 10-12 anni (in base al livello di sviluppo) il bambino acquisisce gradualmente una capacità di discernimento e consolida la propria personalità. Il sanitario è conseguentemente tenuto a coinvolgere direttamente il minore nelle scelte che lo riguardano, registrandone il grado percepito di comprensione e il tipo di disposizione all’atto indicato (assenso-dissenso). - AA.VV., Linea Guida Istituzionale per una buona pratica del consenso informato, Centro di Bioetica Clinica e Governance della Salute “Ca’ Granda” di Milano, pag. 30.

Ed ecco il parere di un altro avvocato:

In numerosi ambiti, la giurisprudenza è tenuta a riconoscere ai "grandi minori" poteri più o meno marcati di libera esplicazione della personalità. In ambito sanitario si ritiene che il minore maturo possa decidere da sé in merito alle trasfusioni di sangue, coerentemente con le proprie convinzioni religiose. - Maria Giuseppina Salaris, Corpo Umano e Diritto Civile, Giuffré editore, pag. 293.



Visto dall'esterno un simile comportamento suona semplicemente come un atto di fanatismo religioso.



Solo per chi deve "per forza credere" che sia così altrimenti muore, e cerca vanamente di persuadere altri di ciò. Avvocati e medici sono di tutt'altro avviso, come si vede.





Se non ci fossero le sanzioni (la dissociazione) ed il conseguente ostracismo in caso di mancato "pentimento" (sic) per chi accetta una trasfusione, i singoli TdG potrebbero fare scelte ben diverse, più ragionevoli e sensate.



Logica da asilo d'infanzia. L'uomo, con il suo fardello di convinzioni maturate, è misura della proprie scelte. I singoli cristiani nel I secolo potevano fare la scelta 'ragionevole e sensata' di abiurare al cristianesimo per non finire sbranati dai leoni nei circhi romani?

Il 'pentimento' non è legato all'azione di per sé in quanto contraria al proprio credo, la quale, come argomentato in precedenza, può essere attribuita a umana debolezza o alla tensione psicologica del caso. Si deve al fatto che una persona che fino a ieri considerava le emotrasfusioni non compatibili con il pensiero divino, cambi parere - guarda caso - proprio nella circostanza in cui si suppone di averne bisogno, e colga il proprio vissuto come occasione di muovere guerra all'Organizzazione con una presa di posizione sciocca e incoerente. Cosa senza la quale l'individuo sarebbe senza dubbio compreso e perdonato, e con la quale non può invece aspettarsi altro che un procedimento espulsivo.


Questa povera bambina è vissuta in quel micro mondo che è la sua "setta" e ha sempre sentito dire che "Geova non vuole che si accettino trasfusioni".
La sua "scelta" è quindi il risultato di un indottrinamento settario a senso unico, privo di qualsiasi possibilità di confronto.



Non diversamente dal bimbo indiano jainista convinto che gli insetti siano dotati di anima e quindi che bisogna camminare armati di scopa per evitare di ucciderne, o della catechista cattolica indottrinata con la storia per cui prendere la pillola sia peccato mortale, e quindi "quanti Dio ne manda, tanti ne facciamo". Ai giovani tdG comunque il confronto si propone eccome, dato che, contrariamente agli adepti di altre confessioni, i tdG condividono la propria fede con altri e dunque non possono fare a meno di prendere contatto con sistemi di credenze differenti dal proprio. Di nuovo, a meno che non ci si voglia auto-plagiare del contrario.
[Modificato da EverLastingLife 11/05/2018 15:17]
12/04/2019 13:55
 
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Re: Re: Re:
Aquila-58, 02/05/2018 12.31:




e, aggiungerei, anche l' eutanasia....





Scusa ma dove leggi nella bibbia che l'aborto, la contraccezione, e l'eutanasia sia lecita o meglio che sia buona?
Longo Francesco nato a Catania il 5-7-60 interesse per lo studio delle sacre scritture
12/04/2019 14:34
 
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Re: Re: Re: Re:
Francesco Longo, 12/04/2019 13.55:



Scusa ma dove leggi nella bibbia che l'aborto, la contraccezione, e l'eutanasia sia lecita o meglio che sia buona?





Infatti non è né lecita né buona e questo è quello che intende senza dubbio anche Aquila.

Il ragionamento è che molti che si criticano il rifiuto delle emotrasfusioni da parte dei tdG, d'altro canto però accettano l'aborto e l'eutanasia come questioni di libera scelta. Il che è contraddittorio sul piano etico.
23/04/2019 13:03
 
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in questa discussione viene criticato chi non comprende il rifiuto della trasfusione e viene additato come colui che invece accetta aborto ed eutanasia.....
Proprio l'eutanasia è oggi altamente discussa per via della legge sul testamento biologico.
Perchè ora questa legge viene esaltata dai TdG come la soluzione alla libertà di rifiutare le cure????
Ora l'utanasia non è più una cosa da evitare assolutamente?

Vedi discussione su questo forum:
Biotestamento: ok Senato con 180 Sì e 71 No, è legge
avviata da SimonLeBon

Grazie
23/04/2019 13:21
 
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Domeci, Questo 3D è nato con l'intenzione di confutare le bugie che alcuni, in malafede, pubblicizzano contro di noi sull'argomento.
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23/04/2019 13:52
 
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Re:
domeci, 23.04.2019 13:03:


Proprio l'eutanasia è oggi altamente discussa per via della legge sul testamento biologico.
Perchè ora questa legge viene esaltata dai TdG come la soluzione alla libertà di rifiutare le cure????
Ora l'utanasia non è più una cosa da evitare assolutamente?

Vedi discussione su questo forum:
Biotestamento: ok Senato con 180 Sì e 71 No, è legge
avviata da SimonLeBon

Grazie



Forse mi sfugge, ma proprio non vedo alcun post di TdG che come dici:

"questa legge viene esaltata dai TdG come la soluzione alla libertà di rifiutare le cure"

Se puoi copiare un post così verifichiamo se è vero quanto affermi o se hai frainteso

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"Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione" - Edmund Burke
23/04/2019 20:19
 
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Non mi risulta che la Legge sul testamento biologico abbia nulla a che fare con l'eutanasia, tutt' al più con l'accanimento terapeutico.

Shalom
[Modificato da barnabino 23/04/2019 20:25]
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23/04/2019 23:06
 
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Ciò è quanto si legge nella discussione che ho citato prima:

Come annunciato nelle congregazioni avremo finalmente modo di far valere i nostri diritti mediante questo nuovo strumento.

Potremmo mediante il documento DAT (Disposizioni anticipate di trattamento) far valere il diritto di accettare o rifiutare un determinato trattamento, a patto che tale documento sia registrato presso il comune di residenza (gratuitamente) o in alternativa presso un notaio.

Speriamo dunque sia finito il tempo in cui non sempre veniva rispettato il nostro diritto di rifiutare le emotrasfusioni e/o di far valere le nostre volontà per mezzo di un amministratore di sostegno (ora fiduciario).

Questo invece fa capire come questa legge impatta con l'eutanasia cosiddetta passiva:

L’eutanasia
Eutanasìa, in greco antico, significa letteralmente "buona morte". Oggi con questo termine si definisce l’intervento medico che procura la morte di una persona consenziente, malata o menomata in modo permanente. Si distingue principalmente in due tipologie. Si parla di eutanasia attiva quando viene somministrato un preparato o praticato un atto, che determina direttamente la morte del paziente. Si parla, invece, di eutanasia omissiva/passiva quando si sospendono tutte le cure, in modo particolare l’alimentazione e l’idratazione, al fine di affrettare la morte del paziente. Per quanto riguarda la situazione legislativa italiana, il ricorso all’eutanasia attiva non è in alcun modo normata e, anzi, è assimilabile all’omicidio volontario.



23/04/2019 23:35
 
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Allora specifica cosa intendi, perché i testimoni di Geova sono contrari all'eutanasia attiva, ma lasciano alla coscienza dell'individuo accettare o meno forme di accanimento terapeutico. Non riesco però a capire il problema, non inneggiamo all'eutanasia passiva semplicemente ciascuno eserciterà la propria coscienza in merito all'accanimento terapeutico. Cosa ti lascia perplesso nelle scelte di coscienza?

Shalom
[Modificato da barnabino 23/04/2019 23:36]
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24/04/2019 14:34
 
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Non si inneggia all'eutanasia passiva? A me pare di si!
L'eutanasia passiva comprende tutte le azioni di sospensione dei trattamenti, della nutrizione, dell'idratazione e delle cure necessarie alla sopravvivenza quindi il rifiuto delle emotrasfusioni per se o per un minore, seppur rispondente ad un comando biblico, è eutanasia passiva (chiamiamola con il suo nome scientifico).
Tale legge non distingue il rifiuto per un medicinale salvavita dal rifiuto per una trasfusione e accoglierla con leggerezza, solo perché "finalmente" si vedono i propri interessi tutelati, mi pare un discorso superficiale ed egoistico, inoltre decidere se curarsi o lasciarsi morire era possibile anche prima. Probabilmente non lo era deciderlo per conto di un'altra persona.
Ancor più grave è deciderlo per conto di un minore che in futuro, arrivato alla piena maturità (questo vale solo se la terapia proposta gli salverebbe la vita), potrebbe cambiare idea sulla questione.

In definitiva,
accettiamo le leggi per come arrivano e se mai sfruttiamole per i nostri interessi ma non esaltiamo una legge che pur "venendoci incontro" autorizza gli uomini a decidere della vita di altri uomini, cosa che solo Dio può fare.

Comunque andrebbe anche capito se questa legge entri in gioco esclusivamente quando le uniche terapie possibili sono solo dei palliativi perché, se così fosse, il quadro normativo rimarrebbe invariato rispetto alle trasfusioni di sangue.

Spero di non aver mancato di rispetto a nessuno esprimendo la mia opinione.
Grazie
24/04/2019 15:06
 
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Re:
domeci, 24.04.2019 14:34:

Non si inneggia all'eutanasia passiva? A me pare di si!
L'eutanasia passiva comprende tutte le azioni di sospensione dei trattamenti, della nutrizione, dell'idratazione e delle cure necessarie alla sopravvivenza quindi il rifiuto delle emotrasfusioni per se o per un minore, seppur rispondente ad un comando biblico, è eutanasia passiva (chiamiamola con il suo nome scientifico).




Non è così. L'emotrasfusione è una terapia sanitaria e il paziente è libero se sceglierla o no. I TdG si avvalgono di terapie alternative all'emotrasfusione.

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