Il parroco: “Se ho sbagliato mi dimetto”
Accade a Balsorano al confine tra Abruzzo e Lazio nel Santuario di Sant’Angelo, la sindaca del paese: «Abbiamo sempre osservato le tradizioni nel rispetto della vita civile, che ha espresso una donna come primo cittadino»
E alla fine del raduno spirituale “per soli uomini” le donne sono invitate al raduno delle pulizie. Convocate nel Santuario di Sant’Angelo di Balsorano, L’Aquila, antichissimo luogo di culto citato in una Bolla papale del 1296 firmata da Bonifacio VIII. L’invito è per ripulire i numerosi locali dove, nello scorso weekend, per tre giorni si sono ritrovati 300 fedeli. Solo uomini, come una tradizione secolare comanda. Certo, da alcuni anni si tengono anche «gli esercizi spirituali per sole donne», resta però un miraggio l’inclusione in un unico afflato devozionale e senza distinzione di genere.
Gli esercizi spirituali di maggio sono dedicati ai devoti di San Michele Arcangelo: sono i “fratelli” che ubbidivano, una volta all’arciprete di Balsorano, oggi sono convocati dal Rettore del Santuario. «Sono veri pellegrini dello spirito, che - come Mosè chiamato da Dio sul monte Sinai - salgono sulla montagna per vivere alcuni giorni di purificazione e preghiera», spiega don Silvano Casciotti, da 11 anni parroco del Santuario e della Santissima Trinità nel suo paese natìo, 3600 abitanti.
A poco meno di mille metri, una settimana fa, all’interno della imponente grotta naturale nella catena montuosa di Serra Lunga, fedeli abruzzesi, marchigiani e laziali si sono isolati e raccolti in preghiera, dopo aver percorso il tortuoso tracciato che precede il pio luogo, un autentico tesoro della Valle Roveto. Dopo le intense giornate di meditazione, catechesi e celebrazioni, un appello di don Silvano Casciotti, 45 anni, ha scatenato commenti di indignazione e richieste di scuse.
Don Silvano scrive su una locandina diffusa anche su Facebook: «Su invito del rettore e del direttivo si invitano le donne che lo desiderano a salire a Sant’Angelo sabato 14 maggio per pulire i locali del santuario dopo l’esperienza degli esercizi spirituali per soli uomini».
Donsy, così viene chiamato da alcuni fedeli sui social, quando risponde al telefono è incredulo per il polverone sollevato dalle sue parole: «Sono dispiaciuto davvero – dice- Mi rendo conto di essermi espresso male». E' pronto al passo indietro: «Se ho ferito qualcuno, se ho offeso le donne, se sarò considerato sessista, se questo mio errore dovesse creare scandalo sono pronto a dimettermi per amore della mia comunità. I miei fedeli si sono stretti attorno a me e mi stanno mostrando grande solidarietà. Tutti sanno quanto io lavori per i bambini, i giovani, le donne, le famiglie». E aggiunge: un errore di comunicazione, però, non può sminuire il mio impegno. Né può giustificare questa violenza inaudita nei miei confronti: sono stato definito lercio, schifoso. È inaccettabile».
Don Silvano promuove molte iniziative sociali e nei terribili mesi del lockdown è rimasto costantemente collegato online con i suoi fedeli per recitare il rosario, per fare la “Tad” (tombola a distanza, di sua invenzione) per raccontare ai più piccoli storie di sante e santi. La pandemia lo ha consacrato come uno dei parroci social più attivi, ora è proprio il web a rivoltarsi contro di lui. «Sono addolorato se mi sono espresso male, ma vi sembra giusto che il mio post possa essere commentato su pagine che si occupano di femminicidi e al pari di tali gravità?» Aggiunge: «E’ sessismo anche avere solo donne catechiste, o solo donne che leggono le letture in chiesa? E posso essere tacciato di sessismo anche per il fatto che nelle processioni le donne precedono gli uomini?».
Decine e decine i commenti di disapprovazione, di uomini e donne. «Solo disgusto», «il medioevo in confronto è un periodo storico aperto e femminista», «post vergognoso», «dunque le donne sono relegate al ruolo di cameriere? Questa è la mentalità della Chiesa? La donna serva dell’uomo?». E’ di questo tenore la bufera social.
La sindaca uscente (e ricandidata alle prossime amministrative del 12 giugno) Antonella Buffone (lista civica) al telefono esprime il suo rammarico. «Le tradizioni del nostro Santuario - dice - sono sempre state rispettose di quella reciprocità che contraddistingue la nostra vita religiosa e la nostra vita civile. Vita civile che, infatti, ha espresso come sindaco una donna». Ricorda come in anni passati inviti analoghi non abbiano provocato alcuna polemica e ritiene quindi che il caso sia stato amplificato per «il periodo pre elettorale che si vive in paese. Riprovevole. Esprimo a nome di tutti i cittadini solidarietà al nostro parroco don Silvano».
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