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Che effetto fa il disordine al cervello?

Ultimo Aggiornamento: 10/03/2023 22:01
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16/01/2023 19:30
 
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Gli confonde le idee

I geni vivono nel caos? Forse. Ma la scienza assicura: il disordine sovraccarica la mente e la distrae da tutto ciò di cui si deve occupare.


C'è chi lavora sereno solo su una scrivania sgombra e in stanze minimali, chi invece vive circondato da un guazzabuglio di carte, libri e suppellettili. Ma l'ambiente esterno può influenzare le prestazioni del cervello? Il disordine in casa o in ufficio può essere "creativo" o al contrario ci confonde le idee?

Disorganizzazione. La ricerca scientifica per lo più dà ragione a Marie Kondo, la guru giapponese dell'arte del riordino che in quattro e quattr'otto rassetta armadi, dispense e case intere con precisione chirurgica: tanto che Elizabeth Sander, psicologa della Bond University in Australia, ha per esempio dimostrato che l'ordine, la bellezza e l'assenza di caos dell'ambiente in cui lavoriamo è correlato a risposte cognitive ed emotive migliori.

«La disorganizzazione non piace al cervello perché drena le sue risorse e riduce la capacità di concentrazione: pile di fogli, tazze sporche, oggetti buttati alla rinfusa sulla scrivania distraggono la mente, creano una specie di sovraccarico di informazioni visive che compromette anche la memoria di lavoro».



Disordine mentale. La produttività e la chiarezza di pensiero ne risentono, come ha confermato uno studio del Princeton Neuroscience Institute: indagando l'attività cerebrale di alcuni volontari in ambienti domestici e lavorativi più o meno confusionari, Stephanie McMains ha verificato che fare ordine regala una miglior capacità di attenzione e di elaborazione delle informazioni, con un beneficio netto sulla resa cognitiva.

Come se non bastasse, un ambiente disorganizzato e caotico porta anche a rimandare di più le incombenze: chi ha una scrivania sommersa di carte e faldoni buttati là senza un criterio preciso tende a procrastinare più di chi lavora fra fascicoli impilati per priorità. «La disorganizzazione e la tendenza a temporeggiare hanno un fondo comune: mettere a posto le proprie cose scegliendo che cosa buttare o meno richiede tempo ed è un compito che molti non amano», spiega Joseph Ferrari, docente di psicologia alla DePaul University di Chicago (Usa) che ha dimostrato come chi è più disordinato tenda a rinviare gli impegni in ufficio, finendo però per essere anche più insoddisfatto delle proprie performance lavorative.


Si dorme meno e si mangia di più. L'effetto negativo sul cervello della disorganizzazione degli ambienti sembra dipendere dallo stress indotto dal caos: volenti o nolenti, una stanza confusa e disordinata ci mette inconsciamente in allarme. Aumenta infatti il livello dell'ormone dello stress, il cortisolo, con un effetto ancora più evidente nel sesso femminile che forse dipende dal retaggio culturale.

«Le donne si sentono spesso responsabili dell'ordine e quando non riescono provano maggior disagio», specifica Darby Saxbe, psicologa dell'Università della California del Sud (Usa) che ha studiato gli effetti del disordine sul grado di stress.

Tutto questo ha conseguenze non solo sull'attività cognitiva, che peggiora, ma anche sul benessere in generale: alcune ricerche dimostrano che dormire in stanze disordinate per esempio facilita la comparsa di disturbi del sonno, rendendo più difficile addormentarsi o favorendo brutti sogni, e vivere in una casa caotica fa ingrassare perché si tende a mangiucchiare di più.



Mettiti in ordine. Un ambiente confusionario può anche mettere alla prova le relazioni personali, perché, stando a dati raccolti da ricercatori del Dipartimento di Psicologia della Cornell University statunitense, il disordine impedisce di interpretare correttamente le espressioni e le emozioni dell'altro, finendo per provocare pure più litigi e discussioni.

Gli altri per giunta ci giudicano proprio in base all'organizzazione dei nostri spazi: uno studio statunitense dell'Università del Michigan ha dimostrato che entrare in un ufficio ordinato (libri sugli scaffali, carte ben impilate, cartacce nel cestino) porta a giudicarne il proprietario più coscienzioso e affidabile rispetto a chi lavora in uno spazio disorganizzato (con libri per terra, fogli sparsi e così via).

L'apparenza conta insomma: l'impressione, spiegano gli autori della ricerca, è che si tratti di una persona negligente e pure più irritabile e difficile da gestire. Vale perfino per l'abbigliamento: chi è poco curato viene considerato meno preparato, competente e perfino intelligente di chi si presenta in ordine, stando a dati raccolti da Eldar Shafir dell'Università di Princeton.

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16/01/2023 19:34
 
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La scienza degli accumulatori seriali

Perché liberarsi degli oggetti personali può risultare così difficile? Dai "sepolti in casa" patologici a quei vecchi giornali che non riesci a scartare: viaggio nel cervello di chi non butta via niente.

Quando si pensa agli accumulatori seriali vengono in mente i protagonisti di alcuni reality, ma non occorre dormire su pile di abiti smessi per sperimentare un attaccamento patologico verso gli oggetti. Sappiamo che ogni tanto fare pulizia tra ciò che abbiamo collezionato è un'operazione catartica, perché allora viviamo circondati da tante cose inutili? La questione è al centro di un articolo pubblicato sul New Scientist.

Compagnia di vecchia data. Si potrebbe pensare che quello dell'accumulo di oggetti sia un disturbo moderno, legato al consumismo e all'industrializzazione. Ma in realtà molti animali stipano provviste per l'inverno, e ci sono tracce di magazzini di cibo, strumenti e ornamenti antichi anche 10 mila anni. I nostri antenati mettevano da parte i loro averi per salvarli da predatori o furti, e si pensa che accumulare sia una costante delle società in cui l'accesso agli oggetti è relativamente facile e poco costoso.

Distribuzione. Oggi i casi patologici riguardano il 2-6% della popolazione, soprattutto in età adulta (le prime diagnosi avvengono attorno ai 50 anni). A lungo si è pensato che la disposofobia, ossia il disturbo degli accaparratori cronici, fosse una forma di disordine ossessivo-compulsivo. Ora si sa che si tratta in realtà di due problemi un po' diversi (dal 2013 sono classificati separatamente).

Sentimentali con fantasia. In contrapposizione all'ansia e allo stress provati da chi è affetto da entrambi i disturbi e si trova costretto a buttare oggetti, il disposofobico prova emozioni positive, di piacere, nell'accumulare. Gli accaparratori sono legati ai loro possessi da sentimenti di amore, che si traducono in un'attenzione al dettaglio e alla bellezza di linee e profili solo apparentemente banali, nel ricordo preciso della disposizione nello spazio dei vari oggetti, nonché in un pensiero creativo su tutti i possibili usi che di quell'oggetto si potrebbero fare (sei matta a buttare quei tappi! E se ci servissero dei fermaporta?).
10 cose che (forse) non sai sull'ansia

Sforzo titanico. L'attivazione cerebrale nelle fasi decisionali è diversa nei disposofobici, negli ossessivi compulsivi e nei sani. Nei primi, le aree incaricate di capire che cosa sia più importante rispetto al resto, in particolare i lobi frontali, mostrano un'attività eccessiva, specie quando si tratta di decidere il valore dei propri oggetti. Il cervello diviene incapace di decisioni rapide e intuitive, e viene impegnato in ragionamenti lunghi e laboriosi, anche per una cartaccia da gettare in pattumiera.

Non posso sbagliare. Inoltre, queste persone sembrano eccessivamente preoccupate delle conseguenze che una decisione sbagliata potrebbe avere, anche quando queste sono minime (e se in futuro dovesse servirmi?).

Da un certo punto di vista, si tratta di perfezionisti, che provano quasi un senso di responsabilità verso gli oggetti, vogliono accertarsi del loro destino e, talvolta, conferiscono alle cose epiteti, e qualità, "umani".
Langley Collyer, sulla destra, nel 1946. L'anno successivo fu trovato morto in casa, insieme al fratello. Il suo corpo venne trovato, tra il ciarpame, diversi giorni dopo quello di Homer. Wikimedia Commons

Problema di famiglia. In misura contenuta, le ragioni che spingono gli accumulatori non ci sono nuove. Tutti noi sviluppiamo attaccamento verso le cose. Negli accaparratori, è solo portato all'estremo. Le cause di questo disturbo non sono ancora del tutto chiare, ma si sa che ha spesso radici genetiche.

I due disposofobici più celebri, che per primi portarono agli onori della cronaca la patologia, furono due ricchi fratelli newyorkesi: Langley e Homer Lusk Collyer. Negli anni '40 furono rinvenuti cadaveri in una casa piena di cianfrusaglie, scatole, pile di giornali, vecchi ombrelli e 14 pianoforti, per un totale di 150 tonnellate di oggetti, protetti da trappole esplosive contro gli intrusi.

Che fare? Sentimenti di sospetto verso chiunque provi a separarli dai propri oggetti sono comuni tra chi soffre di questo disturbo: per questo motivo, incaponirsi sull'inutilità di quanto accumulato serve soltanto a metterli sulla difensiva. Meglio agire in positivo, trovando anche il modo di suggerire una visita dallo psicologo.

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16/01/2023 20:11
 
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Ricordo mio figlio e il disordine della sua scrivania... alle mie sfuriate rispodeva che il suo era disordine organizzato per cui trovava sempre tutto quel che gli serviva..

quindi aveva ragione? importante è che sia tutto 'organizzato' 😉
16/01/2023 20:12
 
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GeovA e un DIo d ordine
16/01/2023 20:41
 
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Re:
Giandujotta.50, 16.01.2023 20:11:

Ricordo mio figlio e il disordine della sua scrivania... alle mie sfuriate rispodeva che il suo era disordine organizzato per cui trovava sempre tutto quel che gli serviva..

quindi aveva ragione? importante è che sia tutto 'organizzato' 😉



E se ti permetti di spostare qualcosa poi non trovano piu' niente. [SM=g27987]
17/01/2023 12:53
 
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Re: Re:
Amalia 52, 16/01/2023 20:41:



E se ti permetti di spostare qualcosa poi non trovano piu' niente. [SM=g27987]



Ultimamente la mia zona è stata presa di mira dai ladri che rubano attrezzi, utensili, etc

Dieci giorni fa, sono venuti i ladri a casa mia.
Hanno tagliato la rete del mio recinto e sono entrati nei miei due magazzini ma non hanno portato via nulla.

Probabilmente hanno visto tutto il caos, il totale apparente disordine (anche io lo chiamo disordine organizzato) e sono andati via: probabilmente hanno pensato di esserci già stati o che fossimo già stati appena visitati dai loro colleghi.😁

Eppure avevo anche attrezzi nuovi e costosi.

Da quel giorno questa è la tesi che uso per aggiungere un altro inconfutabile pregio al mio disordine (meglio... ordine diffuso) a mia moglie: il mio apparente disordine è un efficace antifurto!😎




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2 Sam. 22:26-27
Con qualcuno leale agirai con lealtà;
Col potente senza difetto ti comporterai senza difetto; con chi si mantiene puro ti mostrerai puro e con chi è perverso agirai come da sciocco.....
17/01/2023 13:01
 
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Re: Re:
Amalia 52, 16/01/2023 20:41:



E se ti permetti di spostare qualcosa poi non trovano piu' niente. [SM=g27987]




esatto! e se cercavo di mettere ordine si lamentava proprio che non trovava piu le cose!! 😁
17/01/2023 13:02
 
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Re: Re: Re:
TeoTerrone, 17/01/2023 12:53:



Ultimamente la mia zona è stata presa di mira dai ladri che rubano attrezzi, utensili, etc

Dieci giorni fa, sono venuti i ladri a casa mia.
Hanno tagliato la rete del mio recinto e sono entrati nei miei due magazzini ma non hanno portato via nulla.

Probabilmente hanno visto tutto il caos, il totale apparente disordine (anche io lo chiamo disordine organizzato) e sono andati via: probabilmente hanno pensato di esserci già stati o che fossimo già stati appena visitati dai loro colleghi.😁

Eppure avevo anche attrezzi nuovi e costosi.

Da quel giorno questa è la tesi che uso per aggiungere un altro inconfutabile pregio al mio disordine (meglio... ordine diffuso) a mia moglie: il mio apparente disordine è un efficace antifurto!😎




[SM=g8930]

però questa a mio figlio non gliela racconto! è meglio! o la userebbe con la moglie!
10/03/2023 22:01
 
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io dai miei genitori son sempre stata etichettata come disordinata. la mia stanza non è molto grande, quindi tutto ciò che non sta negli armadi devo metterla nei posti più disparati. devi spostare tutto in altri punti della casa, e tanto la situazione non cambia. però almeno nel mio disordine, trovo le cose. quando poi mia madre mette mani in camera mia beh, giuro, mi fa sparire le cose ed è una cosa che non sopporto affatto.
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