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il "circolo della terra"

Ultimo Aggiornamento: 25/07/2017 18:41
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26/01/2008 14:09
 
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Isaia 40:22
Quali sarebbero le obiezioni che ci fanno su questo passo? Mi hanno detto che sono state scritte pagine e pagine contro la nostra traduzione.

Qualcuno vorrebbe riassumermi, please?

Grazie.
Eup
[Modificato da admintdg3 16/06/2013 15:13]
27/01/2008 18:32
 
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Va beh... ho capito che probabilmente devo starvi antipatico.
Se qualche lurker fosse interessato a come la penso io in merito a questi versetti biblici, può leggere il mio breve articolo dal titolo:

Che “palla”!

- diatriba di vecchia data -


.... La domanda non è se Isaia o Giobbe fossero consapevoli di specifiche verità astronomiche.i La domanda su cui interrogarsi è se lo Spirito Santo abbia ispirato quelle frasi (qualsiasi cosa ciò significhi) in modo tale da renderne lecita una lettura atemporale.
....

Il resto su: eupeptico.blogspot.com


Eup


[Modificato da Eupeptico 27/01/2008 18:34]
27/01/2008 21:36
 
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Caro Eupeptico,

Ho come l'impressione che nessuno risponderà a queste domande... un pò perchè gli argomenti sono ben deboli, ma soprattutto perchè nel mondo virtuale sembra che non siano i TdG che non vogliono ascoltare i loro critici, come veniamo accusati, ma il contrario, cioè che siano essi che non voglono conversare con noi!

Che se lo ricordino la prossima volta che ci accusano di non voler leggere materiale apostata come se fosse un attentato alla libertà di espressione o ai diritti umani!

Davvero... che "palla"!

[SM=g8948]
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27/01/2008 21:41
 
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...mi sa che c'hai proprio ragione.

Peccato però.... secondo me la citazione del cardinale Pietro Maffi sarebbe piaciuta a qualcuno di loro.

Eup
27/01/2008 21:58
 
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Re:
Eupeptico, 1/27/2008 9:41 PM:

...mi sa che c'hai proprio ragione.

Peccato però.... secondo me la citazione del cardinale Pietro Maffi sarebbe piaciuta a qualcuno di loro.

Eup



Sui 2-3 testi "grissini" che avrebbero pretesa di scientificità non c'è traccia di queste accuse. Temo sia roba per palati + fini.

Comunque se vuoi postare lo stesso la citazione e la tua analisi è sempre informazione! [SM=x65]

Simon
27/01/2008 22:01
 
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si può leggere qui: eupeptico.blogspot.com


12/05/2008 17:20
 
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Riassumo il problema:

alcuni boccaloni sono arrivati a pensare che chugh (circolo) non può essere tradotto sfera in Isaia 40:22. Asseriscono che essendo hagh la radice di hugh, e che questa è usata per descrivere sempre cerchi, non si prova in alcun modo l'ispirazione divina.

Vorrei far notare però che noi non diciamo che Isaia "sapesse" che la terra fosse sferica, ma che semplicemente fu ispirato a non scrivere castronerie in linea alle credenze dell'epoca mettendo per iscritto qualcosa che non va in contrasto con la realtà, di per sé accurato ed anacronistico.

Chugh può essere tradotto sfera, e quindi Isaia 40:22 è ispirato e coerente con la scienza dimostrata.


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Lord Chesterfield
12/05/2008 22:09
 
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Caro Eup,

mi devo iscrivere per leggere o sbaglio io qualcosa ?

Per ora ti dico che anche parlando con alcuni ebrei risulta a loro evidente quanto la descrizione di Isaia sia pienamente inserita nel contesto di credenze semitiche sulla natura dell'universo.

Volerci vedere qualcos'altro è una forzatura.
Poi leggerò il tuo articolo visto che scrivi sempre cose interessanti ma se ho ben capito, così di primo acchito, ti soffermi più sul fatto che accettare l'idea dell'ispirazione divina possa rendere possibile una lettura "scientifica" del passo, quanto sulla effettiva possibilità che l'agiografo stesse parlando di sfera.

Mi sembra una difesa d'ufficio.Ciò che è possibile non ha relazione con ciò che è realmente probabile.
Cosa leghi questo modo di fare con la ricerca della verità lo ignoro.

Se invece sono fuori strada ritiro tutto e ti saluto.
Anzi, ti saluto lo stesso. [SM=g9427]

Ciao,
Bruno
12/05/2008 23:26
 
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Per ora ti dico che anche parlando con alcuni ebrei risulta a loro evidente quanto la descrizione di Isaia sia pienamente inserita nel contesto di credenze semitiche sulla natura dell'universo.



A dire il vero era proprio un ebreo, Abramo del forum biblico, a sostenere che "circolo" indichi piuttosto "sfera" che "cerchio".

In tutti i casi la TNM traducendo "circolo" mi pare che sia correttissima, mantenendo l'ambiguità dell'ebraico, senza alcuna forzatura esegetica.

Shalom

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FORUM TESTIMONI DI GEOVA
13/05/2008 10:11
 
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Mi sembra una difesa d'ufficio.Ciò che è possibile non ha relazione con ciò che è realmente probabile.
Cosa leghi questo modo di fare con la ricerca della verità lo ignoro.




"8 Ora in quanto a me, udii, ma non potei comprendere; così che dissi: “O mio signore, quale sarà la parte finale di queste cose?” " - Daniele 12:8

Chi ha orecchie per intendere in...tenda, gli altri in roulotte... [SM=x1408406]


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Lord Chesterfield
13/05/2008 11:02
 
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Caro Barnabino,

nella letteratura non ho ricordo di questa ambiguità di cui parli.
Non ho infatti sostenuto che tradurre circolo sia un errore ma che sia una forzatura interpretarlo sfera proprio alla luce della cosmologia ebraica del tempo.

Ciao,
Bruno

13/05/2008 11:19
 
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Caro Bruno,


nella letteratura non ho ricordo di questa ambiguità di cui parli



Di quale letteratura parli? Il Gesenius definisce la parola ebriaca con "un circolo, sfera" ed è usata in Pr 8,27; Gb 22,14 e in Isaia 40,22 in riferimento alla "volta" celeste. Non mi pare che la letteratura in merito escluda il significato "sfera" per questi passi.


Non ho infatti sostenuto che tradurre circolo sia un errore ma che sia una forzatura interpretarlo sfera proprio alla luce della cosmologia ebraica del tempo



Sarebbe da capire quale sia questa "cosmologia ebraica" e di quale "tempo" si parli. La critica è divisa sia sul periodo che il luogo di composizione di Giobbe ed Isaia, le epoche proposte sono differenti ed è difficile dire a quale "cosmologia" si riferisca e se si riferisca ad una qualche cosmologia. Vuoi definire il periodo?

Attenendosi al testo la parola indica davvero una "sfericità", che non vedo perchè debba essere esclusa, visto che lo scrittore poteva avere idee diverse da quelle correnti per la sua epoca.

Shalom

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13/05/2008 11:26
 
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Coloro che vivevano all’epoca della stesura dei primi libri delle Scritture Ebraiche avevano idee fantasiosissime sulla forma della Terra e su dove essa poggiasse. Stando all’antica cosmologia egizia, l’Universo era una scatola rettangolare, disposta in senso nord-sud, come l’Egitto. La superficie solida si trovava sul fondo, come una pianura leggermente concava. Ai quattro punti cardinali, vette altissime reggevano il cielo, che era immaginato come un coperchio metallico, piatto o convesso, bucherellato, da cui pendevano le stelle, come tante lampade sospese come da funi. Secondo altre teorie la Terra era invece come un vassoio che galleggiava sulle acque. Anassimandro, astronomo e filosofo greco del VI secolo a.C., sosteneva che la Terra era cilindrica, con la larghezza tre volte maggiore della sua profondità, e che solo la parte superiore era abitata.

Ma in effetti, l’idea più diffusa era che la Terra fosse piatta. Di tale parere era Anassagora, filosofo greco del V secolo a.C. La pensava diversamente Pitagora (VI secolo a.C.), il quale formulò la teoria che, dal momento che la Luna e il Sole erano sferici, anche la Terra doveva essere una sfera. Aristotele (IV secolo a.C.) in seguito ne convenne, spiegando che la sfericità della Terra era dimostrata dalle eclissi lunari. L’ombra della Terra sulla Luna è infatti una linea curva e non piatta.

Un notevole passo avanti in tal senso veene fatto da Eratostene (275-195 a.C.), il primo a determinare grossolanamente le dimensioni della Terra. Egli aveva notato che a mezzogiorno del solstizio estivo, mentre a Siene (l’odierna Assuan, presso il Tropico), il Sole illuminava il fondo di un pozzo (era quindi perpendicolare), ad Alessandria l’ombra di uno gnomone verticale formava con esso un angolo di 7,2° (la differenza delle loro latitudini). Dividendo 360° (la circonferenza completa o angolo giro) per questo valore, egli ottenne che la distanza tra le due località era un cinquantesimo della circonferenza dell’intera Terra. Moltiplicando quindi la distanza delle due città (5000 stadi) per cinquanta, Eratostene ottenne che la circonferenza della Terra era di 250 mila stadi, valore che corresse in seguito a 252 mila stadi. L’indeterminazione di tale misura consisteva nel valore esatto dello stadio, valore che variava da luogo a luogo, generalmente compreso tra i 160 e i 185 metri. Se si considera il valore dello stadio greco pari a 157,5 metri si ottiene una circonferenza terrestre pari a poco meno di 40.000 chilometri (non lontano da quella vera, che è di 40.008 chilometri). Se si suppone invece che Eratostene abbia usato lo stadio attico, adoperato anche da Dicearco (177,6 metri), la misura della circonferenza terrestre risulta di circa 44.850 chilometri, quindi superiore a quella reale.

Altre misure vennero pure eseguite da Posidonio nel I secolo a.C. e da astronomi arabi nell’alto medioevo; ma la questione della circonferenza terrestre restò sostanzialmente invariata fino al XVII secolo, cioè fino alla rinascita delle scienze. Molto probabilmente, con le invasioni barbariche, andarono perse molte delle concezioni avanzate fino a quel tempo.

Sta di fatto che la nozione di una Terra piatta, con la sola parte superiore abitata, non scomparve completamente. Alcuni non potevano accettare la conseguenza logica di una Terra rotonda: il concetto di antipodi.
Lattanzio, apologeta cristiano del IV secolo d.C., ne mise in ridicolo l’idea stessa:

“ Vi può essere qualcuno tanto sciocco da credere che vi siano uomini le cui orme restino più in alto delle loro teste?...che le messi e gli alberi crescano volti verso al basso e le piogge e le nevi e la grandine cadano in terra da una direzione contraria? ”

Nell’VIII secolo d.C. il monaco irlandese Fergal, divenuto poi noto come Virgilio (o Virgilio il Geometra), fu al centro di una feroce disputa ideologica con l’anglo Bonifacio da Crediton relativa alle stesse speculazioni cosmografiche. Il soggetto della disputa finì nelle mani di Papa Zaccaria di S. Severina, il quale, con una lettera datata 1° maggio 748, dava ragione all’irlandese:

“ ...ci sono sotto la terra un altro mondo e altri uomini e Sole e Luna. ”

Diversamente da tutte le dissertazioni filosofiche e scientifiche analizzate, il libro biblico di Isaia, scritto attorno al VIII secolo a.C., riportava:

Isaia 40 : 22

“ C’è Uno [Dio] che dimora sul circolo [chugh] della Terra,
i cui abitanti son come le cavallette”

Secondo il Dizionario Ebraico e Caldaico di F. Scerbo (Libreria Editrice Fiorentina) il termine chugh, tradotto “circolo”, può anche significare “sfera” o “globo”. A questo riguardo, le versioni della Bibbia a cura di mons. B. Mariani e la Versione Riveduta della Bibbia Rabbinica edita da Marietti, rendono Isaia 40 : 22 così: “Egli...siede sul globo della Terra ”.
13/05/2008 13:59
 
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Di quale letteratura parli?



Della nostra.

A me sembra di star discutendo con persone che sanno benissimo di cosa sto parlando eppure sembrano cadere dalla nuvole.
Soprattutto te Barnabino non hai bisogno delle mie spiegazioni sulla cosmogonia ebraica e relativa cosmologia mitica.


Questa la conoscevate già.E' l'unica che ho reperito sul web.



Comunque ognuno ha il diritto di vedere in quel passo ciò che vuole, a mio avviso è evidente che che all'epoca chi leggeva quel passo aveva ben in mente cosa lo scrittore stesse descrivendo.

Ciao,
Bruno
13/05/2008 14:16
 
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Comunque ognuno ha il diritto di vedere in quel passo ciò che vuole, a mio avviso è evidente che che all'epoca chi leggeva quel passo aveva ben in mente cosa lo scrittore stesse descrivendo.



Il fatto che usa chugh e non hagh, cioè lascia spazio all'idea della sfera, ben fa capire l'ispirazione divina, checché se ne dica. Il fatto che Isaia ne fosse convinto o meno non credo abbia molta importanza, come invece tu vorresti darne...
[Modificato da Barnaba1977 13/05/2008 14:17]


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«Una mente debole è come un microscopio: ingrandisce le piccolezze, ma è incapace di comprendere le cose grandi.»

Lord Chesterfield
13/05/2008 14:22
 
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Re:
Barnaba1977, 13/05/2008 14.16:


Comunque ognuno ha il diritto di vedere in quel passo ciò che vuole, a mio avviso è evidente che che all'epoca chi leggeva quel passo aveva ben in mente cosa lo scrittore stesse descrivendo.



Il fatto che usa chugh e non hagh, cioè lascia spazio all'idea della sfera, ben fa capire l'ispirazione divina, checché se ne dica. Il fatto che Isaia ne fosse convinto o meno non credo abbia molta importanza, come invece tu vorresti darne...




Quanto dici avrebbe senso se Dio stesso avesse letteralmente dettato le scritture.
Ignorare l' humus in cui nascono i testi sacri vuol dire predisporsi a travisarne completamente il senso.
Io credo semplicemente che non ci sia bisogno di cercare l'acqua nel deserto per fondare la propria fede nell'ispirazione della Bibbia, costringendosi ad accettare interpretazioni che nella migliore delle ipotesi sono vagamente possibili.

Ciao,
Bruno
13/05/2008 14:23
 
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Caro Bruno,


Della nostra



Non capisco di cosa stai parlando, il punto divista della nostra letteratura è questo:

"La Bibbia era molto più avanzata rispetto ai concetti scientifici dell’epoca. Nel XVI secolo a.E.V., essa descrisse il Creatore come Colui che “sospende la terra sul nulla”, e nell’VIII secolo a.E.V. parlò del “circolo della terra”. (Giob. 26:7; Isa. 40:22)"


A me sembra di star discutendo con persone che sanno benissimo di cosa sto parlando eppure sembrano cadere dalla nuvole.



Io non capisco solo dove vuoi arrivare. Dove è il problema ed intravvedere in quel passo un visione alternativa rispetto alla cosmologia corrente in quell'epoca? Il testo farebbe pensare che lo scrittore non vi si adeguasse.

Shalom


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13/05/2008 14:41
 
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"La Bibbia era molto più avanzata rispetto ai concetti scientifici dell’epoca. Nel XVI secolo a.E.V., essa descrisse il Creatore come Colui che “sospende la terra sul nulla”, e nell’VIII secolo a.E.V. parlò del “circolo della terra”. (Giob. 26:7; Isa. 40:22)"



Ma Giobbe dice anche:" Fa scuotere la terra dal suo luogo, Così che le sue medesime colonne vacillano ... In che cosa sono stati affondati i suoi piedistalli con incastro, O chi ne pose la pietra angolare.- Giobbe 9:6 e 38:6.

Quindi partire dalla Bibbia per scorgere eventuali anticipazioni scientifiche è un errore.

Ciao,
Bruno

13/05/2008 14:53
 
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Caro Bruno,


Ma Giobbe dice anche:" Fa scuotere la terra dal suo luogo, Così che le sue medesime colonne vacillano ... In che cosa sono stati affondati i suoi piedistalli con incastro, O chi ne pose la pietra angolare.- Giobbe 9:6 e 38:6



Non vedo cosa c'entri questo passo con il significato di chugh in Isaia 40:22. Comunque in quel passo le colonne sono solo un simbolo dell'essere fermamenta stabilito, come dicono altre scritture non su qualche letterale piano di appoggio ma "sul nulla". Le colonne, i piedistalli, che si poggiano sul nulla potrebbero dunque essere una bella metafora delle forze gravitazionali tra i corpi celesti.


Quindi partire dalla Bibbia per scorgere eventuali anticipazioni scientifiche è un errore



Siamo pienamente d'accordo, e anche la WTS è d'accordo con questa affermazione. La Bibbia non è un libro di scienza, ma quando tratta di argomenti scientifici lo fa in maniera corretta.

Shalom

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13/05/2008 16:29
 
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Quanto dici avrebbe senso se Dio stesso avesse letteralmente dettato le scritture.
Ignorare l' humus in cui nascono i testi sacri vuol dire predisporsi a travisarne completamente il senso.
Io credo semplicemente che non ci sia bisogno di cercare l'acqua nel deserto per fondare la propria fede nell'ispirazione della Bibbia, costringendosi ad accettare interpretazioni che nella migliore delle ipotesi sono vagamente possibili.



No, l'operato dello spirito è evidente anche dal fatto che le scritture sono state preservate fino ad oggi e riparate da eventuali errori. Altrimenti, se non accettiamo che lo spirito di Dio abbia questo potere, significa che tutte le profezie scritte anteriormente ed adempiute con dovizia di particolari sono solo un terno al lotto, un'anomalia, un caso.


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Lord Chesterfield
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