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Tito 2:13

Ultimo Aggiornamento: 15/02/2008 08:57
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31/01/2008 11:33
 
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TITO 2:13 Prima parte
In questo brano lo scrittore parla tra l'altro di " attesa della felice speranza e della manifestazione della gloria del grande Dio e nostro Salvatore Cristo Gesu'"( il passaggio critico in greco e' tou megalou theou kai soteros hemon Kristou Iesou)
Sembrano esserci due modi di tradurre il passo.
1)La gloria del nostro grande Dio e Salvatore,Cristo Gesu'( la frase intera e' riferita esclusivamente a Gesu').
2)La gloria del grande Dio, e del salvatore nostro Cristo Gesu'( la frase indica due persone distinte).
Qual'e' la traduzione corretta?
Da un punto di vista esclusivamente linguistico non c e' modo di stabilire la netta supremazia di una traduzione sull'altra .
Cosa entra in ballo allora? La teologia del traduttore. Questo di per se' non e' un reato.
La cosa onesta che un traduttore puo' fare e' avvertire della versione alternativa nelle note esplicative.
La TNM lo fa motivando ( vedi Rbi8) la sua scelta per la versione due.Altre versioni non lo fanno e danno l'idea che solo la versione uno sia corretta.( Ad es. la Nuova Diodati e la Nuova Riveduta )
31/01/2008 12:51
 
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Il passo, benchè si cerchi di invocare una inesistente "regola" di Sharp, è chiaramente ambiguo e lessicalmente permette entrambi i significati. La TNM a mio parere è correttissima poichè in nota mette la versione alternativa, cosa, che devo dire, fanno anche altre versioni.

Per altro si deve far notare che nessuna delle due versioni è fondamentale per la dottrina dei TdG, visto che Gesù potrebbe essere definito anche "dio grande" dato che già in Isaia il messia era detto "dio potente" senza identificarlo in nessun modo con Geova.

Shalom

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31/01/2008 15:06
 
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Fra l'altro volevo segnalarti che oltre alle due traduzioni di solito proposte ne esiste una terza che applica "Dio e Salvatore" entrambi al Padre:

"La gloria del nostro grande Dio-e-Salvatore, la quale [gloria] è Gesù Cristo"

Dove Gesù è in apposizione a "gloria". Non si può obiettare che Gesù sia la "gloria" del Padre, poichè altri identificano Gesù come riflesso della gloria divina.

Shalom

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31/01/2008 17:00
 
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Tito 2:13 Seconda parte
Nel testo di Tito2:13 vi sono alcune espressioni che meritano attenzione.
La prima e': Tou megalou theou " Il grande Dio"
Autori trinitari autorevoli come il Wallace ammettono la possibilita' che entro la fine del II secolo i termini usati per la prima persona della trinita'(Il solo Padre , Il Dio e Padre) fossero diventati tanto fissi da essere considerati dagli scrittori come nomi propri( Wallace, The article with multiplies substantives connected by kai in the new testament:semantic and significance.Dallas. Theological Seminary.1995,p.265)
Sulla base di questa considerazione di un trinitario, e' possibile che i cristiani del I secolo considerassero l'espressione "Il grande Dio" come un nome proprio o equivalente?
Nell'Antico Testamento Geova viene visto spesso come " Grande Dio". Nella LXX troviamo DEUT.7:21; DEUT.10:17; NEE 8:6 ; SALMO77:6 , SALMO 85:10 e diversi altri
Mi soffermo un attimo in particolare su SALMO 85:10( Poiche' tu sei grande... solo tu sei il grande Dio )
Dato che l'AT afferma che Geova e' il Dio del Messia ( MICHEA 5:4 ; vedi anche RIV.3:12 ) e Paolo si riferisce al Padre come il Dio di Gesu'( ROM.15:5 ; EFES.1:3,17 ecc.), una descrizione come "Grande Geova " che nel AT e' ristretta a Geova avrebbe certamente creato una distinzione semantica tra " Grande Dio" ( il Padre,Geova) e Gesu' Cristo. Dato che Gesu' puo' avere un solo Dio sopra se stesso , se intendiamo " Il Grande Dio" come riferimento a Geova allora per conseguenza e' un riferimento al Padre.
La conseguenza e' evidente. Se "Il Grande Dio" e' una espressione fissa per Geova , il Padre, puo' sicuramente stare da solo in Tito2:13.
In questo modo la prima frase descrittiva ha il suo referente in quel "Grande Dio" di cui si parla cosi' spesso nel AT mentre la seconda frase descrittiva ( Salvatore ) e' ristretto alla persona di Gesu'.

04/02/2008 12:00
 
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Tito 2:13 - Terza parte
Sempre in relazione all'espressione "tou megalou theou" puo' essere interessante soffermarsi sul termine "theou".
Negli scritti di Paolo il termine "theos" e' chiaramente riservato al Padre.
Dalla lettera di Romani a quella di Ebrei si trovano i seguenti dati sull'uso del termine "theos" con alcune chiose che tralascio per motivi di spazio ma che non variano la sostanza delle cose:
Frequenza totale 616
Riferito al Padre : 605
Riferito a Gesu' : 0
Per altri : 7
Grammaticalmente ambigui : 4
( Fonte : Greg Stafford : In difesa dei Testimoni di Geova , p.337-338 )
Questi dati avvalorano l'idea che per Paolo theos era fondalmentalmente rivolto al Padre, servendo come equivalente di un nome proprio.
Vi sono numerosi esempi in cui theos e' rivolto al Padre , distinto da Gesu'Cristo senza indicazione di un cambio di referente o di diverso significato.
05/02/2008 14:02
 
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Io ricorderei anche che la maggior parte di biblisti europei nega l'esistenza della cosiddetta regola di Granville Sharp e dunque di una ragione grammaticale che obblighi a tradurre il passo in senso trinitario. Su questo punto vedi, per esempio, lo Zerwick.

Shalom
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06/02/2008 11:23
 
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Tito 2:13-Quarta parte
Ancora in relazione alla possibilita' che "il grande Dio" fosse una espressione tipica per il Padre, Geova,abbiamo una serie di altre evidenze che avvalorano questa tesi. Alcune di queste sono:
1) I Rotoli del Mar Morto distinguono il "Grande Dio" da Suo
Figlio,il Messia.
Il testo aramaico del "Figlio dell'Uomo" (4Q246) che e' molto
simile a Luca 1:32-35, parla del " Figlio dell'Altissimo"
( colonna 2 verso 1) il cui "regno sara' un regno eterno(colonna
2;verso 5)Al verso 7 della colonna 2 si dice che "Il grande Dio"
sara' il suo patrono.
2) Anche gli scritti Pseudoepigrafi dell'AT si riferiscono al "Grande
Dio" in relazione a Geova( vedi Enoc 22B:5)
3) Negli Oracoli Sibillini sui fa riferimento al Grande Dio non meno
di 46 volte( Vedi J.J. Collins). Due di questi riferimenti sono
particolarmente interessanti perche' vengono considerate
interpolazioni cristiane che fanno riferimento al "Figlio del
grande Dio" dove il Grande Dio e' un chiaro riferimento al Padre.
Quindi vi sono prove che i cristiani dell'epoca di Paolo riconosce
vano il "grande Dio" come un riferimento al Padre.
4) Negli apocrifi del AT, 3MACCABEI 7:2 usa "tou megalou theou" e il
superlativo di megas ( meghistos) modifica theos in piu' testi di
Maccabei.
5) Giuseppe Flavio si riferisce sempre al Dio dell'AT come
meghistos theos ( Vedi Antichita' Giudaiche 6,86;7.353;9.133 e
altre.
6) Filone cita Deuteronomio 10:17-18 e usa "o theos o megas ( il
grande Dio ( Sui libri speciali della Legge 4.177)
In altre opere fa riferimento a "tou megalou kai filodorou theou (
il grande e generoso Dio )( Sui Cherubini 30.1) e "tou panta
megalou theou ( infinitamente grande Dio)( Dei Sogni 1.94).

Alla luce di queste ulteriori prove invito chi legge a comparare questi aspetti con quanto gia' sostenuto per quanto riguarda "Il grande Dio " e l'uso che Paolo fa del termine theos quasi invariabilmente rivolto al Padre e confrontarlo con Tito 2:13.
Forse qualche dubbio che ci si riferisca esclusivamente a Gesu' come divinita' assoluta potrebbe affiorare.



08/02/2008 16:34
 
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Tito 2:13-Quinta parte
Nella scrittura di Tito2:13 vi sono altri aspetti interessanti da osservare.
Uno di questi e'l'espressione "soteros emon Iesou Kristou"( nostro Salvatore Gesu' Cristo).
L'aggiunta di "Iesou Kristou" a "soteros emon" restringe l'uso di "soteros emon" ( nostro Salvatore ) ad una persona o essere che e' distinto dalla persona o essere che nel linguaggio abituale di Paolo e' indicato da "theos"( vedi Abbot e post precedente in cui sono indicati 605 casi su 615 in cui il termine theos e' riferito al Padre nel corpus paolino)
L'uso di Dio e Salvatore in stretta prossimita' non significa affatto che debbano riferirsi ipso facto ad una sola persona .
Il NT non usa mai semplicemente Dio e Salvatore.La parola "Salvatore" e' sempre seguita in coppia da "Gesu'Cristo" .
Si e' gia' esaminata l'espressione "Grande Dio" e si e' visto che vi sono diverse evidenze per considerarla una espressione che costantemente identifica Geova , il Padre, il Dio di Gesu' che mando' suo Figlio come "Salvatore" del mondo (SAL.85:10; MIC.5:4; 1GIOV.4:14).
Questo creerebbe una distinzione semantica tra il "Grande Dio" e il "Salvatore" Gesu' Cristo.
Quindi puo' essere che l'espressione "Salvatore Gesu' Cristo" sia un nome proprio composto o equivalente alla stregua di "Grande Dio"e da lui separato.
In ogni caso, anche se non fosse un nome composto o equivalente, il nome Gesu' Cristo restringerebbe l'applicazione del termine "Salvatore" che,considerando il "Grande Dio" come riferimento al Padre crea una distinzione semantica tra il Padre ( Geova) e Gesu'.
In questo modo le persone o esseri identificati in Tito2:13 sono due e non una solamente.
11/02/2008 18:11
 
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Tito 2:13-Sesta parte
C'e' ancora un aspetto da considerare in relazione a Tito2:13.
L'uso del termine "epifaneia"( manifestazione).
L'espressione e' " epifaneia tes doxes" ( letteralmente la "manifestazione della gloria ).
L'espressione non indica la comparsa del grande Dio, ma la comparsa della sua gloria.
Tra la comparsa del grande Dio e la comparsa della sua gloria c'e' una grande differenza.
Gesu' Cristo stesso dice in MATTEO 16:27:" Quando il Figlio dell'uomo verra' nella gloria di suo Padre , con i suoi angeli...."( vedi anche MARCO 8:38) .
E in LUCA 9:26 ribadisce :" Nella sua gloria e nella gloria del Padre suo e dei santi angeli".
Probabilmente Paolo ascolto' queste parole dallo stesso Luca.In accordo con MATTEO 16:27 e MARCO 8:38 si puo' parlare della comparsa della "gloria" del " Grande Dio", il Padre cosi' come del Cristo, nella seconda venuta.
O in altri termini Gesu' apparira'" nella gloria di suo Padre" , il "Grande Dio"( vedi anche Abbot e Harris).
E infatti vi sono traduzioni che riportano l'espressione " epifaneia tes doxes" con " Comparsa della gloria"( vedi le protestanti RSV E NASB).
Per terminare le riflessioni su questo versetto vorrei portare all'attenzione il fatto che ovviamente la TNM non e' l'unica a tradurlo in modo da evidenziare due persone distinte ( Dio e Gesu') e non una sola intesa come Dio ( Gesu').
Tra le altre ricordo :
La KJV
La ASV
La NAB
La Phillips
La Rotterham
La Moffat
La traduzione di Lattimore
La traduzione di Way( il famoso traduttore di Omero, Virgilio e altri classici )
La Nardoni
San Paolo, le lettere , Mons. Pierazzuoli.
La Nouvelle traduction .



15/02/2008 08:57
 
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Che dire dalla testimonianza patristica? Come veniva interpretato il passo dai Padri preniceni?

Shalom

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