Caro Asterix,
E' palese che sono i morti che hanno subito questo giudizio nella carne
Il punto è priprio stabilire di che cosa stiamo parlando, cioè checosa è il giudizio "nella carne dal punto di vista degli uomini". Non è affatto palese, come tu dici, che si tratti di morti
letterali perché molti autorevoli teologi pensano si tratti di morti
spirituali e ci sno almeno tre diverse spiegazioni riguardo a questo passo, dunque eviterei toni apodittici. Direi che
la discussione diventa stucchevole perché di fatto non c'è nulla di "palese" nel testo che ci permetta di escludere una tesi in favore dell'altra.
Ecco quindi che si sta parlando di morti in senso adamico, che hanno subito il giudizio nella carne secondo (comune) agli uomini (tutti), cioè hanno perso la vita a causa del peccato di Adamo ed Eva e quindi in questo senso hanno subito un giudizio nella carne dato che a causa del peccato adamico la morte ha preso piede nell'umanità
Anche questa è una forzatura, perché non tutti gli esseri umani segnati dal peccato adamico sono necessariamente coivolti in "comportamenti sfrontati, passioni incontrollate, ubriachezze, feste sfrenate, bevute di gruppo e illecite pratiche idolatriche" ricordati ai vv. 3-4.
sempre di entità dell'aldilà si parla che hanno ricevuto la predica (da parte di Gesù) dopo la sua morte. Per noi cattolici tutto fila dato che crediamo nell'immortalità dell'anima
Il punto non è far filare tutto con l'immortalità dell'anima o la dottrina cattolica che si è sviluppata nei secoli successivi, ma con il contesto del NT che sembra ignorare tanto il dualismo greco che l'idea di un'esistenza cosciente dopo la morte in un ipotetico aldilà. Il problema di una interpretazione letterale è anche questo, perché presuppone verso la metà del I secolo la presenza di sviluppi dottrinali successivi e fino a quel momento assenti nelle Scritture. Ma di questo abbiamo ampiamente parlato in molti 3d e dunque qui sarebbe OT.
Shalom
[Modificato da barnabino 15/01/2018 13:29]
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