barnabino, 21/03/2008 9.18:
Il Pasto Serale del Signore è la Pesach ebraica non sempre coincidono, i testimoni di Geova infatti si basano su un calcolo empirico invece che del moderno calendario ebraico che, come d'altronde nell'antichità, prevede anni embolismico, cioè l'aggiunta di un mese interlare (veadar o secondo adar) per sincronizzare l'anno lunare con quello solare.
Il calendario ebraico venne definitivamente fissato o istituzionalizzato nel IV secolo dell’era volgare (prima non abbiamo notizie certe) quando Hillel il Giovane precisò che, in ogni periodo di 19 anni, gli anni di 13 mesi dovevano essere il 3°, il 6°, l’8°, l’11°, il 14°, il 17° e il 19°.
Shalom
Quello della misurazione del tempo è stato sempre una questione complessa da risolvere per gli stessi ebrei, tuttavia,il calendario ebraico vigente, non può propriamente definirsi moderno esso nel "dettaglio" fu fissato nel 358.
Dico nel dettaglio poichè, l'adozione del calendario "lunisolare" era in uso già al ritorno dell'esilio babilonese. Un calendario in cui i due punti di riferimento per misurare il tempo sono il sole e la luna. I
giorni, i
mesi e gli
anni sono calcolati in base al tempo impiegato dalla
luna per completare la sua rivoluzione intorno alla terra, invece le
stagioni sono fissate in base al tempo impiegato dalla terra per completare la sua orbita intorno al
sole.
L'inizio di ogni mese veniva stabilito in base all'osservazione diretta delle fasi lunari. Almeno durante il periodo del II Santuario e per vario tempo dopo la sua distruzione, il nuovo mese era deciso in base a delle "testimonianze" davanti al
sinedrio. Al sinedrio dunque spettava la determinazione del calendario, secondo le indicazioni date dagli osservatori del cielo, il quale inoltre fissava anche in concerto con il
Kohen Gadol, gli
anni embolismici, gli anni con un mese in più. Il mese aggiunto si chiamava
Adar shenì e la sua durata andava determinata di volta in volta. Siccome nel terzo giorno di Pasqua bisognava portare al Tempio le primizie delle messi dell’orzo, se sembrava che le messi non fossero ancora mature si decretava il
raddoppiamento del mese di
Adar e Pesach veniva celebrata 30 giorni dopo.
All’epoca del II Tempio cmq, vi erano
gruppi giudaici minoritari che seguivano un loro calendario liturgico “
solare”, come gli esseni. L’esistenza di un calendario differente da quello ufficiale ci è noto da alcuni apocrifi dell’Antico Testamento.
Il calendario lunisolare, cmq comportava già all’epoca alcuni problemi.
In primo luogo, stabilito che giorno fosse il primo del mese nuovo, il Sinedrio mandava dei messi in tutti i paesi per far sapere quando andavano celebrate le festività ebraiche. Ma non era così facile poter raggiungere per tempo le località più remote in terra di Israele e diffonderli per tempo anche tra gli ebrei della Diaspora! Quindi regnava un certo grado di incertezza a questo riguardo.
In secondo luogo, dopo che
l'impero romano era divenuto
cristiano ed aveva instaurato una politica persecutoria contro gli ebrei, si temette a ragione che non fosse lontano il giorno in cui il Sinedrio avrebbe cessato di poter adempiere alle sue funzioni per la fissazione del capo mese.
Inoltre, siccome l'anno lunare è più breve dell'anno solare, se non si interveniva con delle
correzioni, nel corso degli anni le festività
non coinciderebbero più con le stagioni cui si riferiscono, come comandato dalla Torah. Ovvero si verifica uno loro rischioso
slittamento, ad esempio
Nissàn, il mese in cui cade Pesach, in base a quanto a scritto nella Torah va celebrata nel periodo
primaverile e analogamente
Sukkoth la festa del raccolto
autunnale, deve cadere nel periodo corrispondente. Cosi' per assicurare il recupero tra l'anno lunare e quello solare, si decise di aggiungere sette volte ogni 19 anni un mese intero al mese di Adar .
Le testimonianze dunque potevano essere sostituite da calcoli matematici piu' rigorosi, e il Sinedrio, servendosi dei poteri conferitigli dalla Halakhà in questo campo, ad un certo momento decise di stabilire, come misura di emergenza, un lunario fisso, basato sulle nozioni astronomiche del tempo, regolato da un algoritmo matematico che la tradizione fa risalire al tempo di
Hillel II , nel
358. Un sistema che si muove sulla base di quello più antico anche se non lo riprudue fedelmente in ogni suo "dettaglio".
Questo cmq, può offrire una ottima dimostrazione di come sebbene dunque la legislazione ebraica si basa sulla Legge scritta, e quella Orale che l’adatta alle circostanze e ai tempi, al fine di consolidarne l’osservanza, il suo obbiettivo difatti non è raggirare la Legge, ma è piuttosto preservarla e allo stesso tempo adattarla, rendendola una legge di vita :-)
Shalom!