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Record di internauti cinesi...

Ultimo Aggiornamento: 25/04/2008 22:12
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2008-04-24 21:11
INTERNET: BOOM DI UTENTI LA CINA SUPERA GLI USA
ROMA - Il sorpasso è accaduto in pochi mesi: la Cina ha superato gli Stati Uniti ed è il paese con il maggior numero di utenti di Internet al mondo. Se ne contano 221 milioni, rispetto ai 215 milioni degli Usa, riferisce il ministero dell'informazione cinese sulla base di dati della fine di febbraio e solo dalla fine dello scorso anno gli internauti cinesi sono cresciuti di oltre cinque milioni. Lo scorso gennaio, uno studio diffuso dal Centro Cinese per le Informazioni su Internet (Cinic), segnalava già 210 milioni di utenti (nel 2005 erano 100 milioni) e prevedeva che il paese, al secondo posto, fosse diretto 'verso il sorpasso' degli Usa. E un'ulteriore accelerazione si potrebbe registrare in questi giorni in cui corre lungo la rete la protesta anti-francese. Sono stati proprio i blogger a prendere di mira la Francia e dalle loro tastiere è partito il messaggio 'boicotta Carrefour', i supermercati della catena francese, in risposta alle minacce di Parigi di boicottare le olimpiadi di Pechino 2008 e perché, ritengono ancora i blogger, il colosso della grande distribuzione francese appoggia gruppi che vogliono l'indipendenza del Tibet e raccoglie fondi per il Dalai Lama. Il comunicato del ministero sottolinea però che "nonostante il rapido incremento degli utenti di Internet, se si guarda al rapporto con la popolazione totale, la Cina rimane sotto la media": nel 2007 la media mondiale era del 19,1% della popolazione, mentre la Cina era ferma al 16%. Un altro primato, poi, viene messo a segno dalla Cina, quello del numero di pagine web che sono maschere per l'invio di virus. Secondo un recente studio effettuato dai ricercatori di Google le basi di lancio dei siti 'ostili' sono soprattutto in Cina (63%) e negli Usa (15%). Nel Paese la rete rimane comunque sottoposta a una severa censura, nella quale sono impegnati trentamila esperti. Siti ritenuti politicamente pericolosi, come quelli dei dissidenti in esilio e alcuni di quelli dei mezzi d'informazione occidentali, vengono spesso bloccati. Ne rimangono vittima anche i siti più popolari, come l'enciclopedia online Wikipedia che solo da una decina di giorni è parzialmente accessibile alla Cina dopo anni in cui è rimasta completamente oscurata, ma le ricerche su parole ritenute 'pericolose', cime "Tibet" e "Taiwan", continuano a non dare risultati. E, ancora, a intermittenza bloccato Youtube. Ma anche i siti di ong che lavorano per la difesa dei diritti umani, da Amnesty International a Human Rights Watch, fino al sito web della Cnn che la scorsa settimana è risultato inaccessibile dalla Cina dopo che il governo di Pechino aveva protestato formalmente con i dirigenti della rete televisiva americana per le affermazioni del commentatore Jack Cafferty sui cinesi che, ha detto in onda: "sono gli stessi teppisti e disgraziati che erano 50 anni fa" perché "ci avvelenano con i giocattoli al piombo e con il cibo per animali avariato". Gaffe che potrebbe costare fino a 1,3 miliardi di dollari al network di Atlanta di risarcimenti richiesti da due cittadini cinesi che hanno citato la Cnn.
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