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Miti e Fatti

Ultimo Aggiornamento: 25/05/2008 17:27
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23/05/2008 15:08
 
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L'equilibrio degli armamenti
L'equilibrio degli armamenti, di Mitchell G.Bard

Miti da confutare

25.a. "La minaccia israeliana e il ritiro dell'offerta degli Stati
Uniti di costruire la diga di Aswan condusse l'Egitto a cercare armi
dall'Unione Sovietica nel 1955,. Questo ha cominciato la corsa alle
armi in Medio Oriente."
25.b. "Gli stati arabi hanno dovuto mantenere il ritmo della corsa
alle armi condotta da Israele"
25.c. "Israele è militarmente superiore ai suoi vicini arabi in ogni
area ed ha i mezzi per mantenere i suoi confini qualitativi senza
aiuto dell'esterno"
25.d. "La sconfitta dell'Iraq nella Guerra del Golfo assicura che
Israele affronterà solo la Siria in qualunque altro conflitto futuro.
Altri coinvolgimenti da parte araba avranno poca influenza"
25.e. "La vendita degli USA di armi all'Arabia Saudita ha ridotto la
necessità per le truppe americane di difendere il golfo persico.
Queste armi non costituiscono alcuna minaccia per Israele."
25.f. "Israele rifiuta di firmare il trattato di non proliferazione
nucleare per nascondere il suo arsenale nucleare, di conseguenza
terrorizza i suoi vicini"
25.g. "Il controllo di armi nel Medio Oriente resterà impossibile
fintanto che Israele si rifiuta di rinunciare alle sue armi nucleari."

[I miti in dettaglio]

25.a. MITO

25.a. "La minaccia israeliana e il ritiro dell'offerta degli Stati
Uniti di costruire la diga di Aswan condusse l'Egitto a cercare armi
dall'Unione Sovietica nel 1955,. Questo ha cominciato la corsa alle
armi in Medio Oriente."

25.a. FATTI

Nel 1955, Nasser si rivolse adirato verso l'Unione Sovietica poiché
gli USA avevano armato l'Iraq, odiato nemico dell'Egitto, e avevano
promosso il Patto di Baghdad.
Nasser si oppose a quell'accordo, così come fece con qualunque
alleanza di difesa con l'Occidente.

L'Egitto cominiciò a ricevere le armi sovietiche nel 1955. Gli Stati
Uniti, sperando di mantenere un certo grado di influenza in Egitto e
di indurre Nasser a ridurre le acquisizioni di armi, offrirono di
costruire la diga di Aswan.
Ma Nasser incrementò i suoi ordini di armi e respinse l'iniziativa di
pace statunitense. L'Egitto si era imbarcato in una politica
di "neutralismo", che significava che Nasser intendeva ottenere aiuto
sia dall'Occidente che dall'Oriente, se avesse potuto, mantenendo
la sua libertà di attaccare l'Occidente e di assistere gli sforzi
sovietici di guadagnare maggior influenza nei mondi arabi ed afro-
asiatici.
Come effetto di queste azioni, e dell'ostilità crescente di Nasser
nei confronti dell'Occidente, gli USA ritirarono la loro proposta di
Aswan.
L'Egitto ha quindi nazionalizzato il canale di Suez.
Immediatamente dopo che Nasser aveva fatto il suo patto di armi,
Israele si appellò agli USA - non per ottenere gratuitamente armi,
ma per il diritto di comprarne.
Gli USA riconobbero la necessità di mantenere l'equilibrio di armi,
ma indirizzarono Israele verso la Francia ed altri fornitori europei.
Non fu prima del 1962 che gli USA accordarono ad Israele la vendita
del primo sistema americano, la forza aerea anti-missile HAWK.


25.b. MITO

25.b. "Gli stati arabi hanno dovuto mantenere il ritmo della corsa
alle armi condotta da Israele"

25.b. FATTI

Nella maggior parte dei casi, è vero il contrario. L'Egitto ha
ricevuto il bombardiere sovietico IL-28 nel 1955. Non fu prima del
1958 che la Francia fornì ad Israele un comparabile squadra di
bombardieri tattici Sud Vautor twin-jet.
Nel 195, l'Egitto ottenne gli aerei da combattimento miG-17. Israele
ricevette il confrontabile Super Mystere nel 1959.
L'Egitto aveva i sottomarini nel 1957, Israele nel 1959. Dopo che gli
egiziani ottennero i MiG-21, gli israeliani ordinarono
l'intercettatore supersonico e caccia bombardiere Dassault Mirage III.
L'Egitto ricevette missili terra aria - i SA-2 - due anni prima che
Israele ottenesse i missili HAWK dagli Stati Uniti. In seguito,
Washington accettò riluttante di vendere a Israele i carri armati
Patton.

Nonostante venisse rifornito di armi a prezzi concordati in cambio di
cotone, e a lungo termine con crediti vantaggiosi, il debito dell'
Egitto con l'URSS fu stimato essere di 11 miliardi di dollari nel
1977. [1]
Israele ha pagato molto di più, oltre agli interessi per armi
equivalenti.
Anche se gli USA cominciarono a vendere armi ad Israele nel 1960, si
è mantenuta una politica di equilibrio attraverso la quale vendite
simili venivano fatte agli stati arabi.
Nel 1965, ad esempio, la maggior vendita di carri armati ad Israele
fu abbinata ad una per la Giordania.
Un anno dopo, quando Israele ricevette gli Skyhawks, gli USA
fornirono al Marocco e alla Libia gli aerei, così come
equipaggiamento addizionale militare al Libano, all'Arabia Saudita e
alla Tunisia. [2]

Non fu prima del 1968, quando l'amministrazione Johnson vendette a
Israele i jet Phantom, quando la politica americana di trasferimento
di armi si spostò verso un'enfasi di mantenimento di un vantaggio
qualitativo dello Stato ebraico.
Da allora, comunque, gli USA hanno venduto frequentemente armi
sofisticate (come gli F-15, gli AWACS e i missili Stinger) agli
avversari d'Israele, che avevano eroso i confini qualitativi dello
Stato d'Israele.

25.c. MITO

25.c. "Israele è militarmente superiore ai suoi vicini arabi in ogni
area ed ha i mezzi per mantenere i suoi confini qualitativi senza
aiuto dell'esterno"

25.c. FATTI

La superiorità militare qualitativa israeliana è declinata da quando
gli stati arabi e musulmani hanno cominciato ad acquistare sempre più
armi sofisticate, convenzionali e non.
Difatti, nonostante il suo impegno, gli Stati Uniti consentono una
dissipazione del vantaggio qualitativo israeliano. In alcuni casi, il
trasferimento di armi verso gli arabi sono la ragione di tale
erosione.

Durante il 1990, gli stati arabi e l'Iran importarono oltre 180
miliardi di dollari la maggior parte dei quali tra le più sofisticate
armi e le infrastrutture militare disponibili sia nei blocchi
Occidentali che Orientali.
Continuano a spendere circa 30 miliardi annuali per le loro forze
armate. Diversi paesi tra i più grandi importatori di armi sono state
le nazioni arabe in uno stato di guerra con Israele: Iraq, Siria,
Arabia Saudita e Libia.
Mentre Israele spende circa 9 miliardi in difesa, l'Arabia Saudita ne
spende più di 20. [3]
Inoltre alla quantità di armi convenzionali, questi stati stanno
anche comprando e producendo un crescente numero di armi non
convenzionali.
La costruzione di armi chimiche e biologiche, combinata con la
ricerca della capacità nucleare, rende la posizione strategica
israeliana più precaria.
Oltre il trattato di sicurezza, questa costruzione di massa richiede
che Israele spenda un sesto del prodotto nazionale in difesa. Anche
questo livello di spesa è comunque insufficiente per affrontare la
minaccia araba, poiché delle restrizioni di budget
hanno costretto Israele a fare dei tagli sostanziali nelle sue
allocazioni di difesa.
La vendita di armi agli arabi ha incrementato significativamente il
costo per Israele di manutenzione della propria difesa, esacerbando
lo sforzo dell'economia israeliana.


25.d. MITO

25.d. "La sconfitta dell'Iraq nella Guerra del Golfo assicura che
Israele affronterà solo la Siria in qualunque altro conflitto futuro.
Altri coinvolgimenti da parte araba avranno poca influenza"

25.d. FATTI


Israele non ha altra scelta se non quella di basare i suoi piani di
difesa sulle capacità attuali arabe.
Se la storia ci insegna qualcosa, un futuro conflitto arabo-
israeliano sarebbe il risultato di un'alleanza degli stati arabi, che
si uniscono, anche solo temporaneamente, per lanciare un attacco a
Israele.
Gli arabi hanno tradizionalmente accantonato le loro differenze nei
tempi di conflitto con Israele.

Anche da sola la Siria, potrebbe costituire una seria minaccia per
Israele. Damasco ha ricevuto oltre due miliardi dagli stati del golfo
a causa della crisi del golfo.
La maggior parte di questi è stata spesa per nuovi e moderni
armamenti per soddisfare la richiesta di Hafez Assad di una parità
strategica con Israele.
Oggi, la Siria ha più carri armati di Israele, e quasi altrettante
truppe e forze aeree.
La Siria inoltre ha acquistato missili a lungo raggio dalla Corea del
Nord e ha acquistato armi chimiche e biologiche.
La Siria ha capacità di colpire contro postazioni chiave israeliane,
incluse basi aeree e punti di truppe di mobilitazione.

L'Iraq resta la questione a lungo termine per la sicurezza
israeliana. Saddam ha ancora circa 2400 carri armati e 300 aerei da
combattimento.
Parte dell'arsenale chimico e del materiale nucleare, degli impianti
di trattamento e dei lanciatori di missili balistici mobili rimasti
intatti dopo la Guerra del Golfo e non sono stati rilevati dagli
ispettori delle Nazioni Unite.
Il servizio di intelligence della Germania Federale ha redatto un
rapporto che dice che l'Iraq potrebbe avere entro tre anni la bomba e
che stava sviluppando un missile balistico di lungo raggio che
potrebbe terrorizzare l'Europa nel 2005.
Il rapporto tedesco ha indicato anche che l'Iraq sta mettendo un
grande sforzo per produrre armi chimiche e possono avere ripristinato
la produzione di armi biologiche. [5]

Nonostante il suo imponente arsenale sovietico, la Libia ha
recentemente limitato le sue capacità di attacco diretto verso
Israele. La Libia ora ha acquisito la capacità di rifornimento aereo
per i suoi bombardieri, dandogli la possibilità di arrivare in
Israele.
L'intelligence USA ha anche scoperto la costruzione di un secondo
impianto chimico sotterraneo, oltre all'impianto di Rabta ora
operativo.
L'ultimo viene stimato aver prodotto circa 100 tonnellate di agenti
chimici.
La Libia inoltre è uno stato sponsor del terrorismo. E' responsabile
del bombardamento del Pan Am 103 del 1988, in cui morirono oltre 200
americani.

L'Arabia Saudita e gli stati del golfo continuano a ordinare armi su
vasta scala, cercando di acquisire capacità militari molto oltre la
necessità per la difesa.
Nonostante sia improbabile che questi paese attacchino Israele,
possono fornire armi, come hanno fatto in passato per una futura
coalizione araba che lotta contro Israele.

Mentre l'Egitto resta in uno stato formale di pace con Israele e
rispetta i suoi obblighi di Camp David, il Cairo non ha nonostante
ciò accumulato una capacità militare offensiva sostanziale negli anni
recenti.
I prudenti strateghi israeliani non hanno altra scelta se non quella
di monitorare la crescita egiziana, nel caso che glie venti nella
regione prendano una svolta drammatica verso il peggio.
Se il presente regime del Cairo venisse spodestato, la prospettiva di
mantenere relazioni stabili con Israele diminuirebbe sostanzialmente.
Nonostante il suo status come alleato degli USA, l'Egitto ha comprato
missili Scud dalla Corea del Nord e si pensa possieda
anche armi chimiche. Il suo esercito, la sua forza aerea e navale ora
occupano una vasta area della maggior parte delle sofisticate armi
Occidentali, molte di esse identiche alle armi israeliane.

25.e. MITO

25.e. "La vendita degli USA di armi all'Arabia Saudita ha ridotto la
necessità per le truppe americane di difendere il golfo persico.
Queste armi non costituiscono alcuna minaccia per Israele."

25.e. FATTI

Le forze armate saudite sono strutturalmente incapaci di difendere il
proprio paese. Non avevano aiuto per affrontare la minaccia irachena
nonostante l'acquisto saudita di più di 50 miliardi
di dollari di armi e servizi militari statunitensi nella decade
precedente la Guerra del Golfo. [6]
Se Saddam Hussein avesse continuato la sua guerra lampo nell'Arabia
Saudita prima che arrivassero
le forze americane nell'Agosto del 1990, la maggior parte delle armi
che gli USA avevano venduto a Riyadh durante gli anni sarebbe stata
ora in mani irachene.

Anche se tutte le ultime vendite di armi americane ai sauditi sono
state approvate dal Congresso
senza domande o modifiche, ci si chiede se l'equazione militare alla
base, o il processo di decisione a Riyadh sarebbe stato diverso.
L'esigua forza armata saudita non può affrontare unilateralmente un
assalto da una forza tre o quattro volte più grande.

Gli ufficiali amministrativi spesso discutono se il bisogno saudita
di armi per affrontare le minacce alla loro sicurezza proveniente da
altri paesi così potenti come l'ex Unione Sovietica, ma sostengono
che queste stesse armi non costituiscano un pericolo per Israele.

Gli USA non possono consegnare un gran numero di aerie e missili alle
forze armate saudite, se esse non possono garantire che tali armi non
siano poi usate contro Israele.

Lo "scenario Iraq" - ovvero, la monarchia viene soverchiata e un
regime più ostile
prende il controllo dell'arsenale saudita - non potrebbe essere
affatto escluso.

Nelle passate guerre arabo-israeliane, i sauditi non hanno mai avuto
un arsenale moderno di dimensione tale da rendere la loro
partecipazione in una coalizione araba
contro Israele una seria minaccia.
Il riarmo saudita sin dalla guerra del 1972 cambia questa equazione.
Il regno non potrebbe essere pressato in una azione offensiva contro
Israele da altri partner su fronti
esterni, proprio a causa di questo riarmo.

25.e. LA FRASE CELEBRE

"Avrei preferito che Israele non avesse avuto bisogno di armi di
difesa di distruzione di massa
o che le sue forze di difesa siano le più potenti della regione.
Spero che il mondo non abbia condotto
lo Stato Ebraico ad una allocazione delle sue risorse limitate
lontano dalle università e verso il suo esercito,
ma la sopravvivenza viene per prima, e la forza militare israeliana è
la chiave della sua sopravvivenza.
Chiunque creda che la sopravvivenza possa essere assicurata da una
superiorità morale pensi solamente al Ghetto di Varsavia e alle
camere a gas di Treblinka"

Alan Derschowitz [7]


25.f. MITO

25.f. "Israele rifiuta di firmare il trattato di non proliferazione
nucleare per nascondere il suo arsenale nucleare, di conseguenza
terrorizza i suoi vicini"

25.f. FATTI

Nonostante Israele non ammetta formalmente la sua capacità nucleare,
è stato ampiamente documentato che Israele è stato un membro del club
nucleare
per un certo numero di anni.
La decisione israeliana di non essere vincolato dal Trattato di non
proliferazione è basata soprattutto sul fatto che il trattato ha
fatto molto poco
per opporsi alla proliferazione nucleare nella regione.
L'Iraq è uno dei firmatari del trattato, e nonostante ciò ha potuto
accumulare grandi quantità di materiale nucleare all'insaputa
dell'Agenzia Internazionale di Energia Atomica.
Israele ha richiesto la creazione di una zona priva di nucleare nel
Medio Oriente e ha affermato diverse volte che non sarebbe il primo
stato che cerca di costruire la propria capacità di armi non
convenzionali.
Secondo quanto riferito oltre all'Iraq, che si crede possieda il
materiale per produrre una bomba, Algeria, Siria, Egitto e Iran hanno
tutti programmi nascosti in corso per produrre armi atomiche.

25.g. MITO

25.g. "Il controllo di armi nel Medio Oriente resterà impossibile
fintanto che Israele si rifiuta di rinunciare alle sue armi nucleari."

25.g. FATTI

Il presunto deterrente nucleare israeliano è un'opzione di ultima
scelta, dovuto al bisogno di bilanciare il grande squilibrio in armi
convenzionali, chimiche e missili balistici posseduti
dagli stati arabi.
Israele non ha motivo di attaccare unilateralmente i suoi vicini con
armi nucleari, laddove gli arabi - come ha dimostrato la storia -
hanno sia la capacità che la motivazione per unirsi in una
guerra contro Israele.
Il controllo delle armi deve perciò cominciare con una riduzione
della capacità offensiva militare araba.
Le proposte arabe di "controllo delle armi" in sostanza hanno
richiesto solamente che Israele abbandonasse le sue armi senza
nemmeno offrire alcunché di significativo in cambio.

NOTE


1. Adeed Dawisha and Karen Dawisha, Eds., The Soviet Union in the
Middle East, Policies and perspectives, (NY: Holmes and Meier, 1982),
pp. 8, 11, 15.
2. Mitchell Bard, The Water's Edge And Beyond, (NJ: Transaction
Publishers, 1991), p. 194-209.
3. Adapted by Anthony Cordesman from the U.S. Arms Control and
Disarmament Agency, World Military Expenditures and Arms Transfers,
(DC: GPO); Cordesman for the International Institute for Strategic
Studies, Military Balance; Shai Feldman and Yiftah Shapir, Eds., The
Middle East Military Balance, (Cambridge: MIT Press, 2001).
4. Jerusalem Post, (January 29, 2001).
5. Jerusalem Post, (February 25, 2001).
6. Arms Control and Disarmament Agency; Defense Security Assistance
Agency Report; World Military Expenditures and Arms Transfers.
7. Alan Dershowitz, Chutzpah, (MA: Little Brown, and Co., 1991), p.
249.
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