27/01/2009 18:28 |
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Nella piccola cittadina polacca di Oświęcim (in tedesco Auschwitz) a partire dal 1940 i nazisti convertirono le caserme dellesercito polacco in campi di sterminio dove furono deportate, e uccise, milioni di persone. Oggi sessantaquattro anni fa - il 27 gennaio del 1945 - le truppe sovietiche entrarono a Auschwitz, liberando migliaia di sopravvissuti agli stenti e alle camere a gas.
Il numero delle vittime del nazismo è oggetto ancora di accesi dibattiti tra gli studiosi. Per questo le autorità tedesche, fino a qualche tempo fa contrarie, hanno da poco reso accessibili a storici e sopravvissuti i documenti provenienti dall'archivio delle SS. Si parla di 30/50 milioni di documenti che una volta erano a disposizione solo della Croce Rossa e utilizzati per il risarcircimento dei familiari delle vittime. L'archivio, denominato International Tracing Service (Its), si trova nella cittadina tedesca di Bad Arolsen.
Secondo le stime di due storici statunitensi Donald Niewyk e Francis Nicosia riportate nel loro libro The Columbia Guide to the Holocaust del 2003, le vittime totali del nazismo furono 17 milioni, tra ebrei, testimoni di Geova, pentecostali, rom, sinti, slavi, omosessuali, malati di mente, disabili, dissidenti politici e prigionieri di guerra. Di questi 6 milioni erano ebrei (più del 70 per cento degli ebrei europei di allora).
Nella foto: un museo polacco dedicato alla memoria di Auschwitz.
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