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i pentecostali

Ultimo Aggiornamento: 28/04/2012 14:48
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08/06/2009 14:43
 
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Caro Araldo,


Perchè sono stati gli stessi ebrei a farlo?



Gli ebrei non lo hanno sostituito.... dove di grazia?


E poi sappiamo benissimo che YHWH non è un nome proprio ma una forma verbale del verbo essere (IO SONO, IO MOSTRERO' DI ESSERE)



A parte che l'origine rimane incerta, quella semmai è la spiegazione del Nome, in ebraico tutti i nomi hanno un significato, questo non toglie che YWHW sia il Nome (ha Shem!) esclusivo di Dio, non un semplice attributo.


Di Gesù conosciamo la pronuncia e la scrittura greca Iesous ecco perchè non sbagliamo e da te non mi aspettavo tale critica



Quella è solo una possibile pronuncia del ebraico, ve ne sono almeno altre due o tre possibili, contenute anche nel NT. Dovremmo evitare di usare l'italiano Gesù per questo? Tesi bizzarra la tua...


La traduzione italiana è errata, è consueta ma errata..



Ma si può sapere cosa vuol dire ERRATA? Una traduzione non è errata perché non assomiglia alla fonetica originale ma se non rimanda al significato corretto, e Geova indubbiamente rimanda SOLO ed ESCLUSIVAMENTE al significante ebraico YHWH, ho hai dei dubbi?


No, il punto è che per i cristiani la Bibbia dice che "non vi è altro nome dato agli uomini sotto il cielo, nel quale possiamo essere salvati" (ATTI 4:10-12) ed è quello di Gesù Cristo (v.10)



A parte la traduzione errata che usi, ma non si vede come questo ti autorizzi a non dare importanza al Nome di colui che tale nome ha dato a Gesù e che tale nome ha esaltato.

Di nuovo: tu riveli tutta la malafede di certi cristiani, dietro un argomento filologico vacuo si nasconde una precisa ideologia: sottovalutare la pericolosa ebraicità di Dio e del Figlio stesso, la loro personalità, in favore di un anonimo dio tricefalo...

Shalom




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08/06/2009 15:50
 
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Il nome di Dio è YHWH. Non si vede, allora, perché sostituirlo con traduzioni errate come Signore o l'Eterno, che non corrispondono certo al tetragramma e tanto meno ad un nome personale.

Io non vorrei sollevare una eccessiva polemica, anche perchè sono del tutto convinto che rimarrebbe sterile: io sono e sarò sempre pienamente convinto che Geova non sia, nel modo più assoluto, il nome di Dio. Detto questo non posso fare altro che avanzare le mie ragioni e ascoltare le vostre.
Il nome di Dio è Yahweh, e su questo penso che nessuno di noi abbia dei dubbi. Gli ebrei, avendo estremizzato il comando di Dio che diceva "non pronunciare il nome di Dio invano" ritenevano fosse SEMPRE vietato procunciare il nome di Dio, e cosa ancora più blasfema sarebbe stata se uno straniero lo avesse pronunciato. Così dal nome estrapolarono le sole consonanti, il famoso tetragramma YHWH. Loro, sapendo questa cosa, ogni qualvolta incontravano il tetragramma lo leggevano Adonai (lett. Signore), e non Yahweh. Ma per fare in modo che anche gli stranieri non pronunciassero il nome di Dio, inserirono all'interno del tetragramma le vocali di Adonai, in modo da creare una parola che non fosse il nome di Dio e deviare chiunque avesse voluto pronunciarla. Da questa copertura del nome di Dio, che poi si diffuse, ne deriva l'attuale nome Geova che è appunto paradossalmente il CONTRARIO del nome di Dio essendo proprio il modo di nascondere il nome YHWH. E' una falsità dire che Geova è la traduzione di YHWH.
Il verbo "tradurre" significa "trasferire un testo in una lingua diversa dall'originale" (Dizionario Devoto-Oli).
Se ho ad esempio la parola inglese HAPPY, la sua traduzione italiana sarà FELICE. Invece, ragionando in maniera geovista, la traduzione di HAPPY dovrebbe essere "APPI", ovvero un adattamento all'italiano e non la traduzione. Se Dio si chiama Jahweh (che significa Colui che è, oppure Eterno) la sua traduzione non è GEOVA, perchè Geova è l'"adattamento all'italiano" di Jehowah (che non è Jahweh). La sua traduzione è ETERNO, ovvero ciò che il nome significa.


Il video che riporto è molto interessante a riguardo: www.youtube.com/watch?v=W4zZNQQqxNg
08/06/2009 16:35
 
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direi che per parlare del Tetragramma possimao spostarci al seguente link per mantenere un pò d'ordine nelle discussioni

"Geova" nella letteratura italiana contemporanea

[Modificato da Seabiscuit 08/06/2009 16:41]

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"Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione" - Edmund Burke
08/06/2009 22:12
 
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Le origini pentecostali [SM=g7413]

protestantesimo pentecostaleIl pentecostalismo rappresenta il maggiore movimento di risveglio nella storia del cristianesimo: in meno di un secolo dalla sua origine – anche se dalla corrente pentecostale-carismatica nel suo insieme si escludono i carismatici cattolici, che presentano indubbiamente caratteristiche specifiche e diverse – ha raggiunto la cifra di 470 milioni di fedeli, più di un quinto dei cristiani presenti oggi nel mondo. Secondo la leggenda aurea – su cui torneremo – delle origini del movimento pentecostale, tutto inizia improvvisamente fra il 31 dicembre 1900 e il 1° gennaio 1901 quando un’allieva di una scuola biblica di Topeka, nel Kansas, comincia a “parlare in lingue”. In realtà pochi fenomeni religiosi iniziano all’improvviso. Anche per quanto riguarda la corrente pentecostale possiamo identificare quattro radici remote e due prossime che ne spiegano la nascita e, insieme, il rapido successo. Per quanto riguarda le radici remote, si tratta di quattro temi: il “battesimo dello Spirito Santo”, le guarigioni, il premillenarismo e l’oralità. Per quanto riguarda le radici prossime dovremo fare riferimento all’anti-denominazionalismo e all’interesse per il “dono delle lingue”, la glossolalia.

Per il battesimo dello Spirito Santo, l’antecedente immediato è il movimento holiness, con cui il pentecostalismo conserva un legame cruciale. La seconda radice consiste nell’interesse per le guarigioni e per altri segni della presenza dello Spirito Santo (profezie, estasi e così via, fino all’esperienza di essere letteramente “gettati a terra” dallo Spirito – slain in the Spirit – che aveva già precedenti nel mondo metodista con influssi pietisti e giansenisti). Mentre il primo protestantesimo era rimasto piuttosto riservato nei suoi anni di formazione a proposito di questi fenomeni – considerandoli semmai caratteristici del mondo cattolico o della Riforma radicale –, fra il Settecento e l’Ottocento un rinnovato interesse per le guarigioni e i miracoli si manifesta nei grandi movimenti di risveglio, in ambiente presbiteriano con Charles Finney (1792-1875) e perfino fra gli episcopaliani di tradizione anglicana. Benché nel movimento holiness le posizioni al proposito siano piuttosto diverse, l’interesse popolare per le guarigioni e i fenomeni estatici è molto forte.

Particolarmente interessati alle guarigioni erano il canadese A. B. Simpson (1843-1919), fondatore dell’Alleanza cristiana e missionaria, e John Alexander Dowie (1847-1907), un predicatore di origine scozzese che aveva passato molti anni in Australia e che riesce a fondare nel 1896 una denominazione, la Christian Catholic Church, e nel 1901 addirittura una città – Zion City, nell’Illinois – che giunge (prima di essere pressoché distrutta da vari conflitti e controversie interne) a radunare seimila fedeli intorno a una spiritualità incentrata sulla guarigione. I fenomeni estatici giocano, da parte loro, un ruolo centrale in un’altra comunità – Shiloh, nel Maine – fondata nel 1895 da Frank Sandford (1862-1948), un pastore battista che aveva frequentato ambienti holiness e che aveva fatto celebrare il proprio matrimonio da A.B. Simpson. Più tardi Sandford avrebbe rivendicato per se stesso il ruolo profetico di “Elia il Restauratore”, creando notevoli controversie: ma la sua influenza sul pentecostalismo non deve essere sottovalutata.

La terza radice del pentecostalismo è costituita dal premillenarismo, cioè dalla teoria secondo cui Gesù Cristo verrà presto sulla Terra – nel mezzo di catastrofi apocalittiche, causate dalla malvagità degli uomini – per inaugurare un regno di mille anni precedente al Giudizio Universale. Dal punto di vista sociologico il premillenarismo era una dottrina pessimistica, popolare in periodi di crisi e fra le classi più povere. Il suo principale teorico era stato John Nelson Darby (1800-1882) – che è alle origini delle Chiese dei Fratelli cosiddetti “stretti” –, il quale ne insegnava una versione “dispensazionalista”, secondo cui la storia della Chiesa è divisa in periodi chiusi detti “dispensazioni”. Nella seconda parte dell’Ottocento, il premillenarismo ha un enorme successo all’interno di tutte e tre le correnti storiche del protestantesimo, anche se il dispensazionalismo di Darby non si concilia facilmente con le credenze, ugualmente popolari, nelle guarigioni e nei miracoli (dal momento che questi fenomeni, nello schema darbysta, sono considerati finiti con la fine della “dispensazione” della Chiesa primitiva) e incontra particolari resistenze in una parte del movimento holiness.

La quarta radice remota del pentecostalismo – su cui insiste la storiografia più recente, dopo che per lungo tempo era stata trascurata – è costituita dalla religiosità afro-americana. I neri d’America avevano aderito a una grande varietà di denominazioni protestanti, e ne avevano create di proprie. La loro spiritualità era caratterizzata soprattutto dall’oralità, cioè da modi espressivi che si affidavano alla predicazione, alle tradizioni orali, al canto, alla danza, al corpo più che alla parola scritta e alla teologia. Questa specifica radice del pentecostalismo non deve essere ignorata, se si considera la grande importanza di alcuni predicatori afro-americani nella prima generazione pentecostale. Se per il mondo afro-americano dei primi decenni dell’Ottocento – dove era largamente presente l’analfabetismo – si può parlare di un residuo di oralità primaria, l’attenzione particolare a modi espressivi che prescindono dalla parola scritta spiega il successo del pentecostalismo nel mondo contemporaneo (dove radio e televisione confinano nuovamente lo scritto in una dimensione subordinata) e anche nei paesi del Terzo Mondo, dove l’oralità primaria è ancora diffusa.

Accanto a queste quattro radici remote – la dottrina del battesimo dello Spirito Santo, l’insistenza sulle guarigioni e sui miracoli, il premillenarismo e l’oralità di origine afro-americana – la corrente pentecostale ha pure due radici prossime. La prima è l’anti-denominazionalismo, cioè la crescente consapevolezza – all’interno del terzo protestantesimo – che molte correnti protestanti precedenti erano nate per costituire qualche cosa di diverso dalle denominazioni, ma avevano finito per diventare esse stesse nuove denominazioni. All’interno del terzo protestantesimo si sviluppa negli anni 1880 un movimento di “uscita” (come-outism) dalle denominazioni (in particolare dalle Chiese metodiste), talora identificate semplicemente con “Babilonia” o con la corruzione del cristianesimo, e uno sforzo consapevole per evitare la fondazione di nuove denominazioni. Molti gruppi holiness si rifiutano di crescere al di là di una singola congregazione locale (chiamata spesso semplicemente “Chiesa di Dio”) e – senza che questa parola, entrata nell’uso sociologico molto più tardi, sia utilizzata – vogliono costituire semplici network con altre comunità locali di credenti dello stesso orientamento, senza dotarsi di specifiche strutture. Come sempre avviene, anche nel movimento holiness nascono in seguito denominazioni ma, accanto alle denominazioni, già il terzo protestantesimo comprende un gran numero di fedeli riuniti in quelle che la terminologia dell’epoca chiama semplicemente “bande” e che consapevolmente cercano di mantenere una struttura di network lanciando i loro strali contro il “denominazionalismo” (come fanno, del resto, gli eredi del Movimento di Restaurazione di origine campbellita).

La seconda premessa immediata del pentecostalismo è l’interesse per la glossolalia, cioè per l’esperienza religiosa che consiste nell’emettere una serie di suoni o di parole che non corrispondono ad alcuna lingua conosciuta. Benché entrambi i fenomeni siano definiti “parlare in lingue” la glossolalia non va confusa con la xenoglossia, che consiste nell’esprimersi correttamente in una delle lingue umane conosciute, che è però sconosciuta a chi comincia a parlarla. Se qualcuno, senza mai avere studiato o appreso in altro modo il cinese, incomincia a parlare correttamente in cinese si è di fronte a un fenomeno di xenoglossia, fenomeno che – se genuino – non può che essere di origine preternaturale o miracolosa. Se invece ci si limita ad esprimersi con parole e suoni che, messi insieme, non corrispondono ad alcuna lingua conosciuta, l’esperienza spirituale può essere – oltre che assai più comune – molto profonda, ma si tratta di glossolalia e non di xenoglossia. Non è esatto affermare – come è frequente in una certa mitologia sulle origini del pentecostalismo – che la glossolalia (inizialmente scambiata per xenoglossia) abbia improvvisamente fatto irruzione nel mondo protestante con le esperienze del 1901 a Topeka, nel Kansas. La glossolalia si era affacciata occasionalmente in revival di predicatori come Dwight L. Moody (1837-1899) e aveva avuto un ruolo in determinate fasi storiche (non proseguite – è vero – fino al XX secolo) di movimenti profetici o restaurazionisti di origine cristiana come gli shakers, i mormoni o la Chiesa Cattolica Apostolica (impropriamente detta “irvingita”).

Le origini prossime del pentecostalismo si perdono nella leggenda: risalgono a tre revival, inizialmente circoscritti ad aree geografiche determinate ma in seguito capaci di acquisire in pochi anni una risonanza internazionale tanto ampia da apparire miracolosa: gli episodi di Topeka, nel Kansas, nel 1901; di Azusa Street, a Los Angeles, nel 1906; e del Galles tra il 1904 e il 1908. Charles F. Parham (1873-1929) – un ex-metodista che si colloca nella vasta “area libera” del movimento holiness – può essere considerato il padre del pentecostalismo, anche se questa qualifica non è rivendicata volentieri dai pentecostali contemporanei, a causa delle polemiche legate alla carriera successiva di Parham, che è accusato di immoralità e di razzismo. Originario di Muscatine, nell’Iowa, Parham aveva iniziato – ma non completato – gli studi teologici in un seminario metodista ed era stato pastore metodista di Eudora, nel Kansas, fino al 1895. In quell’anno si convince della tesi di una parte del movimento holiness secondo cui occorre lottare contro le denominazioni e costituire comunità cristiane indipendenti, mantenendo solo tenui legami con altre comunità. Nel 1896 Parham sposa Sarah Thistlethwaite (1877-1937), una quacchera, la cui famiglia – che comprende la sorella di Sarah, Lilian Thistlethwaite (1873-1939), un’attiva predicatrice – lo interessa sia al movimento quacchero, sia ad alcune dottrine che vengono dalle frange più radicali del mondo protestante, fra cui il condizionalismo, o teoria dell’immortalità condizionata dell’anima, secondo cui dopo la morte l’anima “dorme” nella tomba insieme col corpo mentre alla seconda venuta di Gesù Cristo i buoni risorgeranno per la vita eterna mentre i cattivi saranno semplicemente “posti nel nulla” (una dottrina condivisa anche dagli avventisti del Settimo Giorno e dai Testimoni di Geova).

L’interesse principale di Parham si situa peraltro sul versante delle guarigioni miracolose, a proposito delle quali nel 1900 inizia quella che diventerà una lunga e violenta controversia con John Alexander Dowie. Nello stesso anno Parham con un pugno di seguaci riuniti in un gruppo chiamato Apostolic Faith apre una scuola biblica a Topeka, la Bethel Bible School, con alcune caratteristiche riprese dalle esperienze di Frank Sandford a Shiloh, che Parham aveva visitato e da cui era rimasto notevolmente impressionato. All’interno della corrente holiness, Parham insegna il battesimo dello Spirito Santo come terza esperienza dopo la giustificazione e la santificazione. Secondo Parham è necessario che i suoi studenti si preparino nella meditazione e nella preghiera, chiedendo incessantemente il battesimo dello Spirito Santo, che si mostrerà con segni inequivocabili.

Secondo una certa mitologia sulle origini pentecostali, la prima studentessa della Bethel Bible School di Topeka a ricevere il “dono delle lingue” come prova del “battesimo dello Spirito Santo” – Agnes Ozman (1870-1937), che avrebbe avuto in seguito una interessante carriera come missionaria indipendente – avrebbe iniziato a parlare in lingue nella prima notte di Capodanno del nuovo secolo, fra il 31 dicembre 1900 e il 1° gennaio 1901. Storici recenti ritengono che la data sia stata leggermente spostata per sottolinearne il significato simbolico, e che l’esperienza vada collocata nella serata del 1° gennaio o nella mattinata del 2 gennaio del 1901. Sembra pure inesatto sostenere – come spesso è ripetuto – che l’irruzione della glossolalia abbia colto assolutamente di sorpresa gli studenti della Bethel Bible School e lo stesso Parham; quest’ultimo in realtà aveva già insegnato precedentemente che il dono delle lingue avrebbe potuto e dovuto manifestarsi come prova iniziale del battesimo dello Spirito Santo. Con un equivoco caratteristico dei primi anni del pentecostalismo, la glossolalia di Agnes Ozman è scambiata per xenoglossia, e Parham annuncia alla stampa che la sua allieva parla in un perfetto cinese. Quando in seguito altri allievi di Parham – che interpretano il loro dono delle lingue come xenoglossia – cercano di svolgere un’attività missionaria tra popolazioni asiatiche ed europee utilizzando le “lingue” che hanno miracolosamente ricevuto, l’equivoco è chiarito e nella sua grande maggioranza la corrente pentecostale riconosce le proprie esperienze come glossolalia e non come xenoglossia.

Nei suoi primi anni, la storia della Bethel Bible School dopo l’evento del 1901 non è la storia di un successo. L’eco è modesta – ristretta alla stampa locale – e l’interpretazione degli eventi controversa all’interno stesso della scuola. Le polemiche portano anzi alla chiusura della Bethel Bible School (Agnes Ozman si trasferisce a Shiloh, dove rimane per qualche tempo), e il gruppo di Parham, la Apostolic Faith, diventa una piccola “banda” itinerante come molte altre che esistono all’interno del movimento holiness. I fenomeni di glossolalia occasionalmente si ripetono, ma il successo è modesto e confinato ad alcune comunità rurali del Kansas (fra cui Keelville, dove nel 1904 è costruita la prima cappella pentecostale), dell’Oklahoma e del Missouri. Nel 1905 Parham decide di estendere le sue attività al Texas e nel 1906 prende una decisione che si rivelerà cruciale per il futuro del pentecostalismo. Benché Parham non sia di idee particolarmente liberali in materia di segregazione razziale – e anzi utilizzi spesso toni francamente razzisti – permette ad alcuni afro-americani di assistere alle sue lezioni bibliche a Houston, confidando che possano “portare il Vangelo a quelli del loro colore”.

Uno di questi afro-americani, il battista William J. Seymour (1870-1922) – che secondo la storia (e la leggenda) del primo pentecostalismo assiste alle lezioni di Parham a Houston, per non turbare le convenzioni sulla segregazione razziale, nascosto dietro una tenda –, è invitato su iniziativa di Neeley Terry (1858-1934, una fedele afro-americana della Chiesa del Nazareno, una denominazione holiness, che lo aveva conosciuto a Houston), a predicare a Los Angeles. Accetta, benché non abbia ancora ricevuto il “battesimo dello Spirito Santo”, nonostante l’avviso contrario di Parham, che non perdonerà mai la disobbedienza del discepolo e più tardi ne descriverà le attività sul suo giornale (“Free Love”, Apostolic Faith, dicembre 1912, p. 4) – con caratteristici accenti razzisti – come “negrismo” ed esempi dell’“animalismo tipico dei negri”. Dopo la rottura con Seymour (un tentativo di riconciliazione nello stesso anno 1906 a Los Angeles fallisce), Parham dedica le sue energie alla conquista di Zion City, la comunità nell’Illinois fondata da John Alexander Dowie, in una feroce lotta con il successore di quest’ultimo, Wilbur Glenn Voliva (1870-1942). Nel corso di questa lotta gli avversari di Parham insistono sulle accuse di immoralità, che causano il declino del suo gruppo, la Apostolic Faith Church (da non confondere con la Apostolic Faith Mission, nome che prenderà invece il movimento di Seymour), che – con un ridotto numero di aderenti – esiste peraltro ancora oggi. A partire dagli anni 1910 – e fino alla sua morte, avvenuta nel 1929 – Parham rimane una figura minore nella storia del pentecostalismo, di cui era stato per molti versi l’iniziatore.

Seymour e Parham potevano essere in dissenso su molti argomenti, ma erano d’accordo sul fatto che il dono delle lingue costituisse la prova iniziale e infallibile del fatto che il fedele aveva ricevuto il battesimo dello Spirito Santo. Contro questa dottrina si era invece andata organizzando la reazione di un’ampia parte del mondo holiness. Nel viaggio da Houston a Los Angeles, Seymour si ferma a Denver dove cerca di entrare in contatto con una denominazione holiness chiamata Pillar of Fire e guidata dalla celebre predicatrice Alma White (1867-1946). Contraria alla glossolalia, quest’ultima definisce Seymour “un fachiro e un vagabondo” (A. White, Demons and Tongues, Pillar of Fire Publications, Zarepath [New Jersey] 1919, pp. 68-69). Anche a Los Angeles Seymour cerca senza successo di farsi accogliere come predicatore in varie cappelle del movimento holiness. Finalmente – dopo avere radunato i suoi sostenitori in una casa privata di Bonnie Brae Street – Seymour rimette in ordine una chiesa abbandonata al numero 312 di Azusa Street. Questo edificio – che oggi non esiste più – è considerato da molti come la “chiesa madre” del pentecostalismo. Già prima di trasferirsi in Azusa Street, Seymour e diversi suoi seguaci avevano finalmente sperimentato la glossolalia. Si tratta di una novità per Los Angeles, che è notata dalla stampa locale. Il Los Angeles Times in un articolo del 18 aprile 1906 che diventerà famoso parla di “una nuova setta di fanatici” e di una “selvaggia Babele di lingue”.

La reazione della stampa tende a mettere in ridicolo la glossolalia, e Parham – venuto a ispezionare Azusa Street di persona – definisce i fenomeni non glossolalia autentica (e tanto meno xenoglossia, come anche Seymour credeva), ma “rumori inarticolati tipici dei negri del Sud” (“Editorial”, Apostolic Faith, ottobre 1912, p. 6). Nonostante questo – e, per la verità, più lentamente di quanto certe visioni romantiche delle origini pentecostali lascino intendere – migliaia di persone da tutti gli Stati Uniti e il Canada (alcuni perfino dall’Europa) prendoro la strada di Azusa Street per vedere di persona che cosa succede. È ad Azusa Street che la glossolalia come prova iniziale del battesimo dello Spirito Santo si fonde con l’oralità tipica della cultura afro-americana, con disgusto di Parham ma con risultati che ad altri appaiono affascinanti. La predicazione insiste sui temi del premillenarismo, e il fatto che poco dopo l’inizio delle attività di Seymour ad Azusa Street la California sia scossa dal terremoto di San Francisco sembra a molti un segno che i tempi apocalittici sono davvero cominciati. Secondo alcuni storici il premillenarismo e l’annuncio dell’imminente fine del mondo sono, in questi anni, perfino più importanti della glossolalia nella predicazione del pentecostalismo nascente.

Negli anni che vanno dal 1906 al 1909 frequentano Azusa Street quasi tutti i leader delle denominazioni holiness che il terzo protestantesimo, istituzionalizzandosi, aveva prodotto, e molti predicatori holiness indipendenti che rifiutano di aderire alle denominazioni. In seguito a questo lungo pellegrinaggio verso Azusa Street il movimento holiness si spacca. Alcune denominazioni holiness come la Pentecostal Holiness Church, la Church of God con sede a Cleveland (Tennessee) e la Church of God in Christ, guidata da Charles Mason con un seguito di migliaia di fedeli fra gli afro-americani, dopo l’esperienza di Azusa Street passano senz’altro al pentecostalismo, trasformandosi in denominazioni pentecostali (non senza subire scismi da parte di minoranze che rifiutano la glossolalia). Altri gruppi del terzo protestantesimo come la Chiesa del Nazareno, l’Esercito della Salvezza e la Chiesa di Dio con sede ad Anderson, nell’Indiana (da non confondersi con quella dello stesso nome con sede a Cleveland, nel Tennessee) rifiutano invece la glossolalia, quando non la considerano – come Alma White – semplicemente opera del Diavolo.

Anche figure indipendenti dalle denominazioni – ma autorevoli all’interno del terzo protestantesimo – come Frank Bartleman (1871-1936) tornano entusiasti da Azusa Street. Tra gli europei che visitano la cappella di Seymour un norvegese di origine inglese, Thomas Ball Barratt (1862-1940), svolge un ruolo decisivo per la diffusione del pentecostalismo in tutta Europa, dove la corrente pentecostale ha tuttavia anche radici diverse che vengono dal Galles. Seymour, dal canto suo, non è in grado di gestire il fenomeno, cresciuto oltre ogni possibile previsione, cui aveva dato inizio. La sua leadership declina e rimane confinata a una piccola comunità afro-americana, e Azusa Street conosce un rapido tramonto. Negli anni 1910 ci sono già negli Stati Uniti e in Canada diverse decine di migliaia di pentecostali, che non riconoscono come leader né Parham né Seymour.

In realtà – se si eccettua la parte (minoritaria) costituita dai fedeli delle denominazioni holiness che si erano semplicemente trasformate in denominazioni pentecostali – nella grande maggioranza coloro che vedono nella glossolalia la prova del battesimo dello Spirito Santo non intendono riconoscere alcun leader né alcuna organizzazione. Insistono infatti nella critica contro qualunque forma di denominazionalismo, e ribadiscono che non è affatto il caso di creare nuove denominazioni, tanto più che le profezie premillenariste – e il terremoto di San Francisco – mostrano che la fine dei tempi è davvero vicina. Come ha notato una delle migliori specialiste delle origini pentecostali, Edith L. Blumhofer, quello che si forma nel primo decennio del XX secolo e che costituisce il pentecostalismo degli anni 1910 non è un insieme di denominazioni ma (ancora una volta) un network. I partecipanti al network sono uniti dalla glossolalia e da un premillenarismo che attende la fine del mondo come imminente, ma divergono su un gran numero di altri punti. Ciascun gruppo locale o “banda” ha le sue dottrine distintive. I temi teologici sono i più vari, da uno stretto fondamentalismo (proclamato nonostante i fondamentalisti condannino la glossolalia come diabolica) a teorie diffuse piuttosto nella corrente avventista o nei movimenti profetico-messianici come il condizionalismo o l’anglo-israelismo (la dottrina secondo cui i popoli anglo-sassoni sono di origine ebraica e costituiscono gli eredi legittimi del regno di Israele), entrambi predicati da Parham.

Tra i pastori protestanti di Los Angeles che si recano a vedere di persona che cosa succede ad Azusa Street c’è Joseph Smale (1867-1926), pastore della First Baptist Church. La curiosità di Smale lo aveva già portato ben più lontano, nel Galles, dove a partire dal 1904 si stava verificando quello che stampa anglo-americana definiva uno dei più grandi revival protestanti della storia. Da questa terza componente, europea, delle origini del pentecostalismo emergeranno le Chiese apostoliche. [SM=g8019]
08/06/2009 22:16
 
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Amalia,

hai un link (fonte) per quello che hai postato? Bisogna evitare di postare messaggi così lunghi. È raro che qualcuno li legga. Meglio prendere alcuni punti salienti e commentarli o citare la fonte e chi ha interesse può andare a leggere.




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08/06/2009 22:39
 
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08/06/2009 22:42
 
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Caro ADLG,


io sono e sarò sempre pienamente convinto che Geova non sia, nel modo più assoluto, il nome di Dio



Si, questo lo avevo capito, ma non vedo da dove nasca questa tua convinzione. Geova è la traduzione del nome divino in italiano: ritieni che non si possa usare una traduzione, come facciamo per Gesù, Giovanni o altri nomi biblici?

Per esempio del nome ebraico di Gesù esistono almeno tre forme possibili... con che criterio scegli Gesù ed escludi Giosuè (che usi per il Gesù dell'AT) o Guiasone? Sono tutte forme possibili di Yehoshua... e allora?


Il nome di Dio è Yahweh, e su questo penso che nessuno di noi abbia dei dubbi



A dire il vero che la corretta pronuncia di YHWH sia Yahweh non è affatto certo e si basa su pure supposizioni.


Gli ebrei, avendo estremizzato il comando di Dio che diceva "non pronunciare il nome di Dio invano" ritenevano fosse SEMPRE vietato procunciare il nome di Dio



Quali ebrei? Perché non abbiamo nessuna prova che Gesù seguisse la "tradizione di uomini" di considerare "vietato" pronunciare sempre il nome di Dio, quando invece i patriarchi o Boaz, ad esempio, lo usavano (in modo non blasfemo) anche per salutare!


inserirono all'interno del tetragramma le vocali di Adonai



Scusami se insisto... ma se le vocali erano quelle di ADONAI (AOA) la pronuncia non sarebbe YeHoVaH ma YaHoVaH. E comunque, non vedo questo cosa c'entri con la traduzione italiana del nome. Che sia pronunciasse Yahweh o YehovaH o Yahovah il significante italiano per quel significato ebraico è sempre Geova!


Invece, ragionando in maniera geovista, la traduzione di HAPPY dovrebbe essere "APPI", ovvero un adattamento all'italiano e non la traduzione.



Guarda, questa è la cosa più ridicola mai sentita! Se in ITALIANO la forma più comune per tradurre "happy" fosse "appi" e tutti leggendo "appi" capissero che significa quello che "happy" significa in inglese, mi spiegi quale è il problema?????

Shalom

PS. Noi non siamo "geovisti" e non esiste nessun pensiero "geovista" (la forma Geova non ce la siamo inventato noi) ma ci chiamiamo testimoni di Geova, che è ben diverso da "geovista".




[Modificato da barnabino 08/06/2009 22:45]
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26/04/2012 11:39
 
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Nell’Annuario Evangelico del 1972/73 a pagina 89 le “Assemblee di Dio” dichiarano: “Il movimento italiano si ricollega al grande risveglio di Los Angeles del 1906″. Noi non possiamo considerare il movimento di Los Angeles un “grande risveglio”, ma dobbiamo considerarlo come un’opera spiritica. E anche se le manifestazioni ributtanti di allora oggi sono diminuite, lo spirito di allora è sempre quello. Anche se si convertono persone non possiamo cambiare la nostra convinzione. Johannes Seitz racconta che “tutti i giorni si convertivano persone”, ma lo spirito operante maledisse Gesù quando a causa della preghiera perseverante era costretto a far conoscere la sua vera natura.


Ancora:

Aveva ragione Elias Schrenk, il gran promotore dell’evangelizzazione in Germania, che disse riguardo al Movimento Pentecostale:

“Sono convinto che un movimento, nel quale si sono manifestate tante menzogne, non può essere purificato”.

Il “battesimo nello Spirito” si trasmette fra i Pentecostali mediante il prendersi per mano o per l’imposizione delle mani. Bisogna avvertire tutti i credenti che non si facciano mai imporre le mani da Pentecostali. Un mio conoscente si fece imporre le mani da un Pentecostale, perché era malato. Il Pentecostale, durante quell’azione, ripeteva continuamente e a gran velocità il nome di Gesù: “Gesù, Gesù, Gesù …!” Quale era la conseguenza dell’imposizione delle mani? Quando il mio conoscente voleva in seguito pregare, gli venivano spesso pensieri di bestemmia.
26/04/2012 11:58
 
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- La gap theory (teoria dell'intervallo). Teoria che viene insegnata nelle ADI da anni, secondo la quale la creazione di cui si parla nel primo capitolo della Genesi non è la creazione originale ma una ‘ricreazione' o ‘restaurazione' che il Signore ha dovuto operare per ristabilire il disordine che si era venuto a creare in precedenza nell'universo in seguito ad un cataclisma prodottosi per la cacciata di Satana dal cielo.

[SM=g1871115]

- Andare al mare . Andare al mare è una concupiscenza mondana, e dunque non può caratterizzare i credenti che sono chiamati a santificarsi e ad astenersi da ogni tipo di iniquità. Andare al mare a mettersi mezzi nudi solo perché lo fanno tutti, significa dimenticare la chiamata che ci è stata rivolta dal Dio tre volte Santo il quale ci comanda di conservare puri i nostri occhi e non essere d'intoppo al nostro prossimo.
[SM=g1871115] [SM=g1871115]
26/04/2012 12:12
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Araldo73, 08/06/2009 12.20:



Assolutamento no.
Dimmi allora perchè è "importante" per un cristiano.

Pax
Araldo.




scusa araldo...dici che non è rilevante usare il nome di DIO!!!il Padre Nostro lo conosci molto bene vero?li dice non basta conoscerlo o capire se c'è..ma SANTIFICARLO!!!!..malachia si esprime molto bene quando dice:(il figlio da parete sua ,onora il padre,e il servitore il suo gran padrone,e se sono un GRAN PADRONE dov'è il timore di me? ha dettp GEOVA degli eserciti o sacerdoti che disprezzate il mio NOME?)

26/04/2012 12:14
 
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26/04/2012 12:35
 
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IL NOME

Dio utilizzò titoli differenti, come "Dio Elohim", "Dio Onnipotente", "El Shaddai", "Geova", e specialmente "Geova Signore", il nome redentore nel Vecchio Testamento.

[SM=g8925]
26/04/2012 12:37
 
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LA SANTITA'

Una vita di santità deve caratterizzare ogni figlio del Signore, e dovremmo vivere secondo l'esempio dato nella Parola di Dio. "Poiché la grazia di Dio, salutare per tutti gli uomini, è apparsa e ci ammaestra a rinunziare all'empietà e alle mondane concupiscenze, per vivere in questo mondo temperatamente, giustamente e piamente" (Tito 2:11-12). "Perché a questo siete stati chiamati; poiché anche Cristo ha patito per voi, lasciandovi un esempio, onde, seguiate le sue orme; egli che non commise peccato, e nella cui bocca non fu trovata alcuna frode; che oltraggiato, non rendeva gli oltraggi; che, soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva nelle mani di Colui, che giudica giustamente" (I Pietro 2:21-23).
"Procacciate pace con tutti e la santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore" (Ebrei 12:14).
"Ma come Colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta; poiché sta scritto: siate santi, perché io sono santo. E se invocate come Padre Colui che senza riguardi personali giudica secondo l'opera di ciascuno, conducetevi con timore durante il tempo del vostro pellegrinaggio; sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro siete stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai padri, ma col prezioso sangue di Cristo, come d'agnello senza difetto né macchia". (I Pietro 1:15-19).

Disapproviamo ferventemente che i fedeli prendano parte in alcuna attività che non conduca a una buona cristianità e ad una vita santa come teatri, balli, fare bagni con persone dell'altro sesso, il taglio dei capelli delle donne; trucco, vestiti immodesti, tutti gli sports e divertimenti mondani, e certi non sani programmi di radio e musica. Inoltre, a motivo della trasmissione di tanto male alla televisione, disapproviamo che i fedeli abbiano un televisore nella loro casa. Incoraggiamo i fedeli ad astenersi da tutte queste pratiche, per il progresso spirituale, e per l'imminente venuta del Signore per la Sua Chiesa.

------------

E poi dicono di noi
26/04/2012 12:51
 
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Le origini
Cenni storici moderni

La Chiesa Unita Pentecostale Internazionale, ha radici nel Movimento Pentecostale cominciato a Topeka, nello stato americano del Kansas, nel 1901. Successivamente si sentì il bisogno di dare una struttura organizzativa alle comunità cristiane che sorgevano e facevano l'esperienza pentecostale del battesimo con lo Spirito Santo. Così, a cavallo tra il primo ed il secondo decennio del 1900, nacque e si consolidò l'organizzazione ecclesiastica nota come "Assemblee di Dio".

Le tracce delle radici organizzative della Chiesa Unita Pentecostale, risalgono comunque al mese di Ottobre del 1916, quando un numeroso gruppo di Ministri uscì fuori dalle "Assemblee di Dio" a causa della loro posizione dottrinale sull'Unicità di Dio e del battesimo d'acqua nel nome di Gesù Cristo. Questi ministri compresero in modo molto chiaro l'insegnamento biblico sull'Unicità di Dio, sul battesimo d'acqua "per la remissione dei peccati" da amministrare "nel Nome del Signore Gesù Cristo", e sulla indispensabilità del battesimo con lo Spirito Santo per tutti i credenti.
Quando le Assemblee di Dio adottarono la dottrina della Trinità alla sua quarta Conferenza Generale nell'Ottobre del 1916, i Pentecostali Unitari furono costretti ad abbandonare quell'organizzazione. Poi, due mesi più tardi, fra la fine del mese di Dicembre e l'inizio di Gennaio 1917, i ministri unitariani si incontrarono ad Eureka Springs, Arkansas (U.S.A.) e, il 2 Gennaio 1917, formarono un'organizzazione Pentecostale Unitaria, chiamata "Assemblea Generale delle Assemblee Apostoliche".

Verso la fine del 1917 e l'inizio del 1918, l'Assemblea Generale delle Assemblee Apostoliche e Le Assemblee Pentecostali del Mondo (pentecostali unitariani di colore) si unirono e più tardi, nello stesso anno 1918, tennero la loro prima Conferenza in Eureka Springs, Arkansas (U.S.A.). Questa organizzazione multirazziale che prese nome "Assemblee Pentecostali del Mondo" fu l'unica organizzazione Pentecostale Unitaria fino al 1924, quando una separazione ebbe luogo principalmente a motivo delle leggi segregazioniste razziali allora in vigore negli U.S.A..

Durante il 1925 nacquero anche tre nuove organizzazioni: le "Chiese Apostoliche di Gesù Cristo", la "Alleanza Ministeriale Pentecostale", e la "Chiesa dell'Emanuele in Gesù Cristo".

Queste divisioni organizzative fra pentecostali unitariani non furono desiderate, e nel 1927 il primo passo fu preso verso la riunificazione. Incontrandosi in una Conferenza congiunta a Guthrie, Oklahoma (U.S.A.), la Chiesa dell'Emanuele in Gesù Cristo e Le Chiese Apostoliche di Gesù Cristo si unirono adottando il nome "Chiesa Apostolica di Gesù Cristo". Questa fusione, che unì circa 400 ministri, fu formalmente compiuta alla successiva Conferenza Generale tenuta a Port Arthur, Texas (U.S.A.), nel mese di ottobre del 1928.
Nel 1931, in una Conferenza di unitari, rappresentanti di quattro organizzazioni si incontrarono in Columbus, Ohio (U.S.A.), per fare un tentativo di riunificazione di tutti gli unitari. Sfortunatamente, però, questo tentativo ebbe solo un successo parziale. In quell'incontro, i ministri dell'Alleanza Ministeriale Pentecostale si espressero a favore della riunificazione con La Chiesa Apostolica di Gesù Cristo, ma i termini della fusione proposta non furono accettati dai ministri della Chiesa Apostolica di Gesù Cristo. Comunque, una fusione tra La Chiesa Apostolica di Gesù Cristo e Le Assemblee Pentecostali del Mondo fu compiuta nel mese di Novembre del 1931. La fusione adottò il nome di "Assemblee Pentecostali di Gesù Cristo". Nel 1932, L'Alleanza Ministeriale Pentecostale cambiò il suo nome in "Chiesa Pentecostale, Incorporata", mettendo assetto alla propria struttura organizzativa. Ma nessuno tentativo fu fatto per una fusione con Le Assemblee Pentecostali di Gesù Cristo fino al 1936, quando i ministri della Chiesa Pentecostale Incorporata si espressero a favore della la fusione dei due Corpi. Ma ancora una volta non fu possibile trovare un accordo.

Il desiderio di unità, comunque, rimase vivo e crescente in queste due Organizzazioni Pentecostali Unitarie, e otto anni più tardi, nel 1944, fu fatto il primo passo che condusse alla loro fusione, che si concluse poi, formalmente, nel 1945, con la formazione della "Chiesa Unita Pentecostale", (UPC=United Pentecostal Church). Successivamente fu aggiunto "Internazionale" diventando " Chiesa Unita Pentecostale Internazionale", (UPCI=United Pentecostal Church International).
La fusione di queste due organizzazioni portò all'unione di 1.838 ministri e circa 900 chiese. Queste cifre sono cresciute di anno in anno. Fino al 1995, si contavano più di 7.600 ministri e più di 3.700 chiese solo nel Nord America (U.S.A. e Canada).

Fin dal secondo dopoguerra, la UPCI è presente ufficialmente anche in Italia, sebbene sembra che una discreta presenza di pentecostali unicisti sia esistita persino anteriormente al periodo del regime politico fascista, senza una vera e propria struttura organizzativa ufficiale. In base all'art. 4 del Trattato di Commercio, Navigazione e Amicizia tra l'Italia e gli U.S.A., del 02-02-1948, è stato possibile stabilire in modo ufficiale e legale la Chiesa Unita Pentecostale Internazionale, nella nostra nazione. La UPCI è stata registrata presso il Ministero dell'Interno, (numero d'archivio 196/I), ed anche come persona giuridica, al Tribunale di Milano (numero d'archivio 289).

Il giorno uno del mese di Ottobre dell'anno 2004, la UPCI si è costituita in Italia come Chiesa Unita Pentecostale Internazionale d'Italia, con sede centrale in Viale Africa 31, Catania.

La Chiesa Unita Pentecostale Internazionale d'Italia è in fase di rapida crescita ed opera in buona parte delle regioni d'Italia, dove sono già stabilite diverse chiese, con Ministri accreditati e ben preparati, e altre ne stanno sorgendo grazie alle varie forme di evangelizzazione messe in atto.

La struttura organizzativa

La struttura organizzativa di base dell'UPCI è congregazionale, con chiese locali autonome: la congregazione locale elegge il proprio Pastore, è proprietaria di ogni bene mobile ed immobile comune del quale ne è in possesso, decide il proprio bilancio, stabilisce la propria appartenenza e affiliazione, e conduce gli affari necessari alla gestione interna.

L'Organizzazione Centrale invece abbraccia un sistema ecclesiastico di tipo presbiteriano modificato, piuttosto rappresentativo. I Ministri, infatti, si riuniscono periodicamente in Conferenze Sezionali, Distrettuali, e Generali, per eleggere i propri Ufficiali Responsabili e condurre gli affari dell'Organizzazione.
La Sede Centrale mondiale della UPCI è in Hazelwood, S. Louis, nello stato del Missouri (U.S.A.), dove hanno sede diversi uffici, tra i quali quelli degli Ufficiali Responsabili Generali dell'opera mondiale, la Casa Editrice Pentecostale, e una libreria cristiana. Tra le istituzioni della UPCI ci sono: sette Scuole Bibliche, una Casa per Bambini, una Casa della Gioventù Bisognosa (tesa al recupero di tossicodipendenti e alcoolizzati), un ministero di Cappellania per i carcerati ed un ministero di Cappellania per i militari.

La posizione dottrinale

Per quanto riguarda la posizione dottrinale, la UPCI abbraccia la maggior parte delle credenze del Movimento di Santità-Pentecostale, ad eccezione della dottrina conosciuta come la seconda opera della grazia, della dottrina sulla Trinità, e della formula trinitaria usata per il battesimo d'acqua. Essa crede nell'insegnamento biblico che il segno iniziale, in coloro che ricevono lo Spirito Santo (il battesimo con lo Spirito Santo), è il parlare miracolosamente in lingue straniere mai imparate prima.

La UPCI è radicata in una posizione fondamentalista, per quanto riguarda la Sacra Bibbia: "La Bibbia è l'unica autorità data da Dio che l'uomo possiede; pertanto tutte le dottrine, fede, speranza, e istruzioni per la Chiesa debbono essere fondate sulla Bibbia ed in armonia con essa." (Manuale della Chiesa Unita Pentecostale Internazionale). La Bibbia è la Parola di Dio, e perciò è inerrante ed infallibile. La UPCI rigetta tutte le rivelazioni e scritture extrabibliche, considerando i vari "credo" e "articoli di fede" delle chiese, solo come pensieri dell'uomo su cose di Dio.

La UPCI crede nella salvezza per grazia per mezzo della fede in Gesù Cristo, non per mezzo delle opere umane. La fede in Gesù è il mezzo per il quale una persona è giustificata da Dio. Allo stesso tempo, il peccatore deve credere nell'Evangelo, che comanda di ravvedersi dalla propria vita di peccato, essere battezzato nel Nome del Signore Gesù Cristo, e ricevere il gratuito dono dello Spirito Santo (Atti 2:38; Atti 4:12; Atti 8:12-17; Atti 10:43-48; Atti 19:1-6). Così avviene la riconciliazione con Dio da parte del peccatore; Dio invita il peccatore ad accettare la Sua meravigliosa Grazia, ed il peccatore risponde all'invito ubbidendo ai comandamenti divini esposti nell'Evangelo.
A riguardo della Persona Divina, la UPCI resta salda nell'insegnamento biblico dell'Unicità di Dio, rigettando quindi la dottrina classica sulla Trinità. Essa considera il dogma Trinitario di Dio, (che cioè in Dio esistono eternamente tre persone distinte), come estraneo al concetto biblico dell'Unicità della Persona di Dio; la Bibbia, infatti, dà enfasi fin dalle sue prime pagine, al fondamentale insegnamento che c'è un solo ed unico Dio, in contrapposizione alla credenza pagana nella pluralità di dei (politeismo).

La UPCI insegna che l'Unico Vero Dio che si rivelò nel Vecchio Testamento come Jehowah (o Yahweh), si rivelò in Suo Figlio, Gesù il Cristo. Così, Gesù il Cristo era ed è il Vero Dio (1Giovanni 5:20)..
26/04/2012 12:52
 
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Quando le Assemblee di Dio adottarono la dottrina della Trinità alla sua quarta Conferenza Generale nell'Ottobre del 1916, i Pentecostali Unitari furono costretti ad abbandonare quell'organizzazione.

Domanda: a qualcuno di voi risulta che prima i pentecostali non erano trinitari?
26/04/2012 15:13
 
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Re:
ADioLaGloria, 08/06/2009 15.50:

Il nome di Dio è YHWH. Non si vede, allora, perché sostituirlo con traduzioni errate come Signore o l'Eterno, che non corrispondono certo al tetragramma e tanto meno ad un nome personale.

Io non vorrei sollevare una eccessiva polemica, anche perchè sono del tutto convinto che rimarrebbe sterile: io sono e sarò sempre pienamente convinto che Geova non sia, nel modo più assoluto, il nome di Dio. Detto questo non posso fare altro che avanzare le mie ragioni e ascoltare le vostre.
Il nome di Dio è Yahweh, e su questo penso che nessuno di noi abbia dei dubbi. Gli ebrei, avendo estremizzato il comando di Dio che diceva "non pronunciare il nome di Dio invano" ritenevano fosse SEMPRE vietato procunciare il nome di Dio, e cosa ancora più blasfema sarebbe stata se uno straniero lo avesse pronunciato. Così dal nome estrapolarono le sole consonanti, il famoso tetragramma YHWH. Loro, sapendo questa cosa, ogni qualvolta incontravano il tetragramma lo leggevano Adonai (lett. Signore), e non Yahweh. Ma per fare in modo che anche gli stranieri non pronunciassero il nome di Dio, inserirono all'interno del tetragramma le vocali di Adonai, in modo da creare una parola che non fosse il nome di Dio e deviare chiunque avesse voluto pronunciarla. Da questa copertura del nome di Dio, che poi si diffuse, ne deriva l'attuale nome Geova che è appunto paradossalmente il CONTRARIO del nome di Dio essendo proprio il modo di nascondere il nome YHWH. E' una falsità dire che Geova è la traduzione di YHWH.
Il verbo "tradurre" significa "trasferire un testo in una lingua diversa dall'originale" (Dizionario Devoto-Oli).
Se ho ad esempio la parola inglese HAPPY, la sua traduzione italiana sarà FELICE. Invece, ragionando in maniera geovista, la traduzione di HAPPY dovrebbe essere "APPI", ovvero un adattamento all'italiano e non la traduzione. Se Dio si chiama Jahweh (che significa Colui che è, oppure Eterno) la sua traduzione non è GEOVA, perchè Geova è l'"adattamento all'italiano" di Jehowah (che non è Jahweh). La sua traduzione è ETERNO, ovvero ciò che il nome significa.


Il video che riporto è molto interessante a riguardo: www.youtube.com/watch?v=W4zZNQQqxNg




Visto che si parla tanto di traduzioni, traslitterazioni, filologismi e quant'altro: lei è certo che la pronuncia odierna che diamo al nome del figlio di Dio sia veramente quella corretta e originariamente usata essendo essa suffragata da prove inconfutabili? Tanto per il nome di Dio quanto per il nome del Suo Cristo non abbiamo certezza delle loro rispettive pronuncie.

Perché allora chiamare il figlio di Dio 'Gesù'? Non è la corretta pronuncia del nome originale di nostro Signore, a quanto ne sappiamo. Perciò, perché nelle Bibbie moderne il nome del Salvatore è rimasto (e viene ampiamente usato anche nella lingua parlata senza alcuno dei timori summenzionati) mentre quello del Padre no?
26/04/2012 15:16
 
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La discussione si intitola I PENTECOSTALI
Se volete parlare del nome di Dio cercatene un'altra [SM=g8874]
26/04/2012 15:36
 
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Città: ANZOLA DELL'EMILIA
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Re:
jwfelix, 26/04/2012 12.35:

http://www.upci.it/Cosacrediamo/tabid/56/Default.aspx

IL NOME

Dio utilizzò titoli differenti, come "Dio Elohim", "Dio Onnipotente", "El Shaddai", "Geova", e specialmente "Geova Signore", il nome redentore nel Vecchio Testamento.

[SM=g8925]




felix ma allora riconoscono anche i pentecostali che il nome di Dio sia Geova
Ma araldo e a Dio la glori a lo sanno?
26/04/2012 18:41
 
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Re: Re:
vakerio, 26/04/2012 15.36:




felix ma allora riconoscono anche i pentecostali che il nome di Dio sia Geova
Ma araldo e a Dio la glori a lo sanno?




Certo che lo sanno

Però ...
26/04/2012 22:42
 
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