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moglie di un solo marito

Ultimo Aggiornamento: 13/10/2009 21:37
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13/10/2009 12:43
 
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w07 1/4 p.31
Domanda:
Come dobbiamo intendere le parole di Paolo secondo cui una vedova doveva essere “moglie di un solo marito” per essere idonea a ricevere assistenza dalla congregazione cristiana? — 1 Timoteo 5:9.


Risposta:

Dato che l’apostolo Paolo parlava di una vedova, l’espressione “moglie di un solo marito” doveva ovviamente riferirsi alla situazione in cui si trovava prima di rimanere vedova. Questo voleva forse dire che la vedova doveva essere stata sposata solo una volta? Oppure le parole di Paolo significavano qualcos’altro?

Alcuni hanno avanzato l’ipotesi che Paolo stesse parlando delle vedove che si erano sposate una volta sola. È vero che in molte culture e società la vedova che non si risposava era considerata particolarmente virtuosa, ma tale idea è in contrasto con ciò che Paolo spiega altrove. Per esempio, ai cristiani di Corinto disse chiaramente che, anche se lui era dell’opinione che la vedova sarebbe stata più felice se non si fosse risposata, essa ‘era libera di sposare chi voleva, solo nel Signore’. (1 Corinti 7:39, 40; Romani 7:2, 3) Nella lettera a Timoteo, inoltre, Paolo disse: “Desidero che le vedove più giovani si sposino”. (1 Timoteo 5:14) Pertanto se una vedova decideva di risposarsi non la si poteva criticare.

Come dobbiamo dunque intendere le parole che Paolo scrisse a Timoteo? L’espressione “moglie di un solo marito” ricorre solo in questo versetto. Nella lingua originale significa letteralmente “donna di un solo uomo”. Fatto interessante, questa espressione è simile a quella che Paolo usa più di una volta nei suoi scritti, cioè “marito di una sola moglie” o, nella lingua originale, “uomo di una sola donna”. (1 Timoteo 3:2, 12; Tito 1:6) Paolo usò l’espressione “marito di una sola moglie” quando elencò i requisiti dei sorveglianti cristiani e dei servitori di ministero. In tale contesto questa dichiarazione significa soprattutto che, per essere idoneo a ricevere una responsabilità nella congregazione cristiana, l’uomo sposato dev’essere fedele alla moglie e moralmente irreprensibile. Stando così le cose, pare che l’espressione di 1 Timoteo 5:9 richiami l’attenzione sullo stesso punto: per soddisfare i requisiti necessari per ricevere assistenza dalla congregazione, una vedova doveva essere stata una moglie devota e fedele al marito quando era vivo ed essere moralmente integra. Gli altri requisiti elencati da Paolo additano tutti una persona di questo tipo. — 1 Timoteo 5:10.

[Note in calce]

La poliandria, l’unione coniugale di una donna con più uomini, non era accettata nel mondo greco-romano del periodo in cui visse l’apostolo Paolo. Quindi è improbabile che Paolo scrivesse a Timoteo in merito ad essa o che rimproverasse chi la praticava.

Per una trattazione di questo punto, vedi La Torre di Guardia del 15 ottobre 1996, p. 17, e “Domande dai lettori” nel numero del 1° marzo 1981, p. 31.



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