18/02/2010 22:17 |
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Buonasera a tutti, avrei una domanda da farvi.
Riguardo alle trasfusioni di sangue, come si comporta un infermiere o medico tdG che si trova in una situazione in cui bisogna trasfondere il sangue a pazienti non tdG?
Avvisa prima il reparto medico? Avvisa una volta per tutte quando viene assunto?
Non so come funziona il sistema negli ospedali, magari ci sono ruoli di infermieri che non fanno trasfusioni?
E' solo una mia curiosità, grazie per le risposte. |
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19/02/2010 00:27 |
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| | | OFFLINE | Post: 1.383 | Città: MONOPOLI | Età: 38 | |
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Interessantissima questa domanda!
Sono curioso anch'io! |
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19/02/2010 01:25 |
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MMMMMM argomento interessante semplifichiamo..........
Un medico di struttura ospedaliera è un conto......un libero professionista è un'altro conto.
Mi spiego meglio........un medico ospedaliero fa parte di una equipe composta dai suoi colleghi e dal suom diretto superiore che è il primario.
quando si presenta un caso clinico e la letteratura prevede l'uso del sangue in qualunque sua forma.............il medico agisce seguendo un protocollo,seguendo cioè una pratica condivisa e certificata dalla sua azienda sanitaria dietro standad internazionali............lo applica semplicemente.
Non risponde delle scelte altrui.
Stessa cosa dicasi per un infermiere.
SE trova prescritta una trasfusione da applicare per lui il sangue è un fluido qualunque alla pari di una soluzione fisiologica si limita ad applicarla rispettando la volontà del paziente che desidera la trasfusione.
Le cose stanno grosso modo così.
Saluti °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
forum Testimoni di Geova
Nella vita non ci sono problemi ma.....soluzioni. |
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19/02/2010 05:43 |
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(Gladio), 19/02/2010 1.25:
MMMMMM argomento interessante semplifichiamo..........
Un medico di struttura ospedaliera è un conto......un libero professionista è un'altro conto.
Mi spiego meglio........un medico ospedaliero fa parte di una equipe composta dai suoi colleghi e dal suom diretto superiore che è il primario.
quando si presenta un caso clinico e la letteratura prevede l'uso del sangue in qualunque sua forma.............il medico agisce seguendo un protocollo,seguendo cioè una pratica condivisa e certificata dalla sua azienda sanitaria dietro standad internazionali............lo applica semplicemente.
Non risponde delle scelte altrui.
Stessa cosa dicasi per un infermiere.
SE trova prescritta una trasfusione da applicare per lui il sangue è un fluido qualunque alla pari di una soluzione fisiologica si limita ad applicarla rispettando la volontà del paziente che desidera la trasfusione.
Le cose stanno grosso modo così.
Saluti
Condivido.
Il punto da capire è il seguente:
Il comando di astenersi dal sangue e dalle trasfusioni (per logica conseguenza) è dato a tutti i cristiani, essendo scritto nella Bibbia.
I testimoni applicano personalmente questo comando e quando si trovano di fronte ai frangenti sopra citati decidono la loro condotta da seguire comunicando al medico o all'infermiera (professionale) la loro decisione.
Perciò, a meno che il paziente non manifesti di rifutare un determinato trattamento medico, è il paziente che è consenziente a tale trattamento. Chi lo somministra, solo deve osservare con scrupolo le procedure necessarie per evitare errori negativi per i pazienti.
Certo, se la coscienze di colui che deve applicare tale trattamento fosse turbata per il suo credo, sarebbe bene allora che operi per lavorare in reparti dove tale problema non sussita.
In ogni caso resta una faccenda personale.
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19/02/2010 09:36 |
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Buongiorno, queto vale anche se un Testimone di Geova lavora in un bar dove vendono sigarette e gratta e vinci?
grazie. |
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19/02/2010 09:52 |
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Ma guardate che anche il medico può rifiutarsi di fare qualche terapia per motivi di coscienza... aborto docet...
«Una mente debole è come un microscopio: ingrandisce le piccolezze, ma è incapace di comprendere le cose grandi.»
Lord Chesterfield |
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19/02/2010 10:00 |
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La coscienza individuale può condizionare l'etica professionale. Come è noto, ci sono medici che trovano umano praticare l'eutanasia e altri che la considerano ingiusta quando non ripugnante. Stesso discorso per l'aborto, la sperimentazione su esseri umani (su base volontaria) e su animali, la ricerca basata sulle cellule staminali, le manipolazioni genetiche e tanti altri casi: si possono avere posizioni diversificate e contrapposte, eppure gli uni e gli altri rimangono dei medici stimati e liberi di esercitare la propria professione.
ELL
[Modificato da EverLastingLife 19/02/2010 13:50] |
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19/02/2010 10:04 |
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@libero@, 19/02/2010 9.36:
Buongiorno, queto vale anche se un Testimone di Geova lavora in un bar dove vendono sigarette e gratta e vinci?
grazie.
Non mi sembra pertinente, comunque in quel caso la differenziazione dipende dal grado di controllo del tdG coinvolto. Se fosse lui il titolare del bar, certo eviterebbe di vendere sigarette o di favorire il gioco d'azzardo, e sarebbe considerato responsabile qualora lo facesse; diverso sarebbe il caso di un tdG che lavora da dipendente di un bar del genere (e quindi senza autonomia decisionale).
ELL
[Modificato da EverLastingLife 19/02/2010 10:10] |
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19/02/2010 10:17 |
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Anonymous Reader [Non Registrato] | |
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Quindi da quel che leggo io capisco che per quanto riguarda il trattamento medico, se un infermiere Tdg dovesse somministrare del sangue ad un paziente perchè obbligato dallo staff medico di cui fa parte, questo rientrerebbe nella sua personale coscienza e non verrebbe considerato come un atto di dissociazione dai princpi biblici fondamentali della sua religione di appartenenza.
Ho capito bene o ho frainteso quanto è stato finora detto?
Però, ritornando al discorso delle sigarette, io so che anche il fare un favore a un parente o a un amico non Tdg, di andare a compare un pacchetto di sigarette, sarebbe come un 'partecipare al peccato' da costui commesso. Una domanda in questo contesto sorge spontanea: con la sua azione di acquisto sigarette per conto di un amico non Tdg, il Tdg è come se si fosse dissociato dai princpi biblici della comunità dei Tdg oppure questo rientrerebbe nel suo libero esercizio della coscienza?
E se invece comprando le sigarette per l'amico egli verrebbe riconosciuto come un dissociato, allora non dovrebbe valere la stessa cosa anche nei cofronti di un infermiere Tdg che, obbligato dallo staff medico di cui fa parte, facesse una trasfusione di sangue ad un paziente?
Mi rendo conto che forse la questione è abbastanza complessa e non risolvibile con una risposta non elaborata, però mi piacerebbe davvero sapere quali sono le modalità di attuazione in questi casi e i motivi che portano ad agire in un modo piuttosto che in un altro.
Buona prosecuzione. |
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19/02/2010 10:32 |
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Anonymous Reader, 19/02/2010 10.17:
Quindi da quel che leggo io capisco che per quanto riguarda il trattamento medico, se un infermiere Tdg dovesse somministrare del sangue ad un paziente perchè obbligato dallo staff medico di cui fa parte, questo rientrerebbe nella sua personale coscienza e non verrebbe considerato come un atto di dissociazione dai princpi biblici fondamentali della sua religione di appartenenza.
Ho capito bene o ho frainteso quanto è stato finora detto?
Però, ritornando al discorso delle sigarette, io so che anche il fare un favore a un parente o a un amico non Tdg, di andare a compare un pacchetto di sigarette, sarebbe come un 'partecipare al peccato' da costui commesso. Una domanda in questo contesto sorge spontanea: con la sua azione di acquisto sigarette per conto di un amico non Tdg, il Tdg è come se si fosse dissociato dai princpi biblici della comunità dei Tdg oppure questo rientrerebbe nel suo libero esercizio della coscienza?
E se invece comprando le sigarette per l'amico egli verrebbe riconosciuto come un dissociato, allora non dovrebbe valere la stessa cosa anche nei cofronti di un infermiere Tdg che, obbligato dallo staff medico di cui fa parte, facesse una trasfusione di sangue ad un paziente?
Mi rendo conto che forse la questione è abbastanza complessa e non risolvibile con una risposta non elaborata, però mi piacerebbe davvero sapere quali sono le modalità di attuazione in questi casi e i motivi che portano ad agire in un modo piuttosto che in un altro.
Buona prosecuzione.
Se ad un infermiere fosse chiesto di assistere una donna che ha deciso di abortire, ad esempio mantenendo in circolo l'alimentazione endovenosa, potrebbe decidere in coscienza di farlo, considerandolo nient'altro che un servizio di natura umanitaria.
Torre di Guardia del 15/04/1999, pag. 30:
Alcuni cristiani che lavorano in ospedale hanno dovuto valutare il fattore dell’autorità. Un medico può avere l’autorità di far somministrare medicinali o terapie a un paziente. Anche se il paziente fosse consenziente, come potrebbe un medico cristiano che ne ha l’autorità prescrivere una trasfusione di sangue o eseguire un aborto, sapendo cosa dice la Bibbia al riguardo? Viceversa, un’infermiera dell’ospedale può non avere tale autorità. Mentre svolge il suo lavoro di routine, un medico potrebbe dirle di eseguire un test o un’analisi del sangue per qualche scopo o di assistere una paziente che è lì per un aborto. In armonia con l’esempio riportato in 2 Re 5:17-19, l’infermiera potrebbe concludere che, non essendo lei quella che ha l’autorità di prescrivere una trasfusione o di eseguire un aborto, può rendere ai pazienti un servizio umano. Naturalmente dovrà sempre tener conto della propria coscienza, in modo da ‘comportarsi dinanzi a Dio con buona coscienza’. — Atti 23:1.
ELL
[Modificato da EverLastingLife 19/02/2010 11:48] |
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19/02/2010 10:45 |
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Anonymous Reader, 19/02/2010 10.17:
Però, ritornando al discorso delle sigarette, io so che anche il fare un favore a un parente o a un amico non Tdg, di andare a compare un pacchetto di sigarette, sarebbe come un 'partecipare al peccato' da costui commesso. Una domanda in questo contesto sorge spontanea: con la sua azione di acquisto sigarette per conto di un amico non Tdg, il Tdg è come se si fosse dissociato dai princpi biblici della comunità dei Tdg oppure questo rientrerebbe nel suo libero esercizio della coscienza?
Contrariamente a quanto gli apostati amano argomentare, i tdG non sottostanno ad una regolamentazione pedissequa, ingombrante e universalmente valida, anche perché sarebbe chimerico pensare di costruire una tabella con tutte le migliaia di casi possibili e immaginabili e le attese azioni/reazioni. Se si scopre che un giovane ha a casa CD e DVD piratati, si forma un comitato giudiziario? Un tdG che lavora in nero è da disassociare? Se un servitore di ministero parcheggia in sosta vietata, va rimosso?
Nel caso del fumo, se il cristiano ha fumato poche sigarette o una sola, come forse saprai, non si forma nemmeno un comitato. Si arriva a tale provvedimento solo se è evidente che l'individuo è sulla strada del vizio, e soprattutto se non mostra un atteggiamento umile e disposto alla misericordia. Siamo quindi molto lontani dall'eventualità di disassociare un cristiano (o di considerarlo un dissociato) per il solo fatto di avere acquistato un pacchetto di sigarette per conto terzi. Io personalmente non lo farei, ma la mia coscienza non detta legge che a me stesso.
ELL
[Modificato da EverLastingLife 19/02/2010 10:51] |
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19/02/2010 10:51 |
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Anonymous Reader [Non Registrato] | |
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Per EverLastingLife:
grazie mille delle risposte!
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19/02/2010 12:19 |
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C'è comunque la risposta ufficiale della WTS, magari prima di chiedere sui forum facciamo due ricerche... Ops, ho visto che ELL l'ha postata!
Shalom [Modificato da barnabino 19/02/2010 12:24] --------------------------------------------------------------------
Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte
FORUM TESTIMONI DI GEOVA |
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19/02/2010 17:46 |
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Barnaba1977, 19/02/2010 9.52:
Ma guardate che anche il medico può rifiutarsi di fare qualche terapia per motivi di coscienza... aborto docet...
Non è sempre vero. Va distinto il caso ordinario dal caso d'urgenza. Se un medico si rifiuta di effettuare aborti per obiezione di coscenza, è comunque OBBLIGATO a effettuare un aborto se la gravidanza rischia di minacciare la salute psico-fisica della madre. Lo stato di emergenza sanitaria annulla, per codice deontologico, ogni forma di obiezione di coscienza. |
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19/02/2010 17:52 |
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ADioLaGloria, 19/02/2010 17.46:
Non è sempre vero. Va distinto il caso ordinario dal caso d'urgenza. Se un medico si rifiuta di effettuare aborti per obiezione di coscenza, è comunque OBBLIGATO a effettuare un aborto se la gravidanza rischia di minacciare la salute psico-fisica della madre. Lo stato di emergenza sanitaria annulla, per codice deontologico, ogni forma di obiezione di coscienza.
Questo è pacifico... è meglio che nessun profano si esprima su casi così delicati.
Vediamo cosa dicono coloro che sono implicati.
«Una mente debole è come un microscopio: ingrandisce le piccolezze, ma è incapace di comprendere le cose grandi.»
Lord Chesterfield |
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19/02/2010 18:07 |
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anche a me hanno detto che i medici tdg possono fare trasfusioni senza alcun problema dal punto di vista della congregazione piuttosto che della nomina |
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28/01/2011 15:44 |
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Ho trovato quasi per caso questa discussione, anche se devo dire che invece di chiarirmi le idee penso che me le abbia confuse ancor di più...Facendo una ricerca sul CD della WTlibrary ho trovato i seguenti articoli in ordine cronologico:
''Some doctors who are Jehovah's witnesses have administered blood transfusions to persons of the world upon request. However, they do not do so in the case of one of Jehovah's dedicated witnesses. In harmony with Deuteronomy 14:21, the administering of blood upon request to worldly persons is left to the Christian doctor's own conscience. This is similar to the situation facing a Christian butcher or grocer who must decide whether he can conscientiously sell blood sausage to a worldly person.''
Watchtower 15th November 1964 page 681(sarebbe bene se si trovasse anche in italiano)
Questo cristiano rifletté attentamente sulla cosa. Era evidente che non sarebbe stato corretto che un cristiano lavorasse esclusivamente alle dipendenze di una banca del sangue, dove tutto operava per un fine contrario alla legge di Dio. Ma questa non era la sua situazione; egli faceva analisi di molte specie. Inoltre, in qualità di medico responsabile di decidere non si potrebbe ordinare una trasfusione di sangue a un paziente, proprio come il proprietario cristiano di un negozio non potrebbe ordinare e tenere scorte di idoli o sigarette.(WT 15/9/1975 pag 564 par 9)
E infine, come già citato:
Alcuni cristiani che lavorano in ospedale hanno dovuto valutare il fattore dell’autorità. Un medico può avere l’autorità di far somministrare medicinali o terapie a un paziente. Anche se il paziente fosse consenziente, come potrebbe un medico cristiano che ne ha l’autorità prescrivere una trasfusione di sangue o eseguire un aborto, sapendo cosa dice la Bibbia al riguardo? Viceversa, un’infermiera dell’ospedale può non avere tale autorità. Mentre svolge il suo lavoro di routine, un medico potrebbe dirle di eseguire un test o un’analisi del sangue per qualche scopo o di assistere una paziente che è lì per un aborto. In armonia con l’esempio riportato in 2 Re 5:17-19, l’infermiera potrebbe concludere che, non essendo lei quella che ha l’autorità di prescrivere una trasfusione o di eseguire un aborto, può rendere ai pazienti un servizio umano. Naturalmente dovrà sempre tener conto della propria coscienza, in modo da ‘comportarsi dinanzi a Dio con buona coscienza’. — Atti 23:1.
w15/4/1999
Inoltre molti medici lavorano in campo sanitario in qualità di infermieri,paramedici e medici,tra cui chirurghi(è molto difficile che un chirurgo nel corso della sua vita professionale non prescriva mai una trasfusione,magari non durante l'operazione,ma quanto meno nel post-operatorio).
g agosto 2010 pag 7
Vi sembra anche a voi che ci sia stato un cambiamento di intendimento rispetto al 1964?Pertanto a dispetto di quanto affermato dai forumisti monseppe1 e gladio(senza offesa),la situazione potrebbe essere riassunta così:solo per quanto rigurda gli infermieri la somministrazione di sangue è una questione di coscienza(mi viene in mente Deuteronomio 14:21)?
Scusate per il papiro...
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31/01/2011 00:05 |
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Mi spiego meglio ...................
Se un Medico è Testimone di Geova e lavora presso una struttura ospedaliera e si presenta un caso clinico sotto la sua responsabilità in cui una persona necessiterebbe di una trasfusione di sangue egli la prescrive senza ombra di dubbio perchè applica un protocollo riconosciuto a livello interanzionale o chiamiamola linea guida.
Decidendo l'uso della trasfusione egli si limita ad applicare una direttiva prevista in questi casi E CHE LUI DEVE PROFESSIONALMENTE TENERNE CONTO.
Anche io posso lavorare in una fabbrica che produce polvere da sparo o materiale esplosivo perche la polvere non si usa solo per i proiettili ma anche per scavare gallerie o abbattere palazzi in disuso........come fabbricare un coltello ,è poi l'uso che se ne fà personalmente che santifica o squalifica la nostra azione.
Saluti
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
forum Testimoni di Geova
Nella vita non ci sono problemi ma.....soluzioni. |
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31/01/2011 06:24 |
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IL-2, 28/01/2011 15.44:
Ho trovato quasi per caso questa discussione, anche se devo dire che invece di chiarirmi le idee penso che me le abbia confuse ancor di più...Facendo una ricerca sul CD della WTlibrary ho trovato i seguenti articoli in ordine cronologico:
''Some doctors who are Jehovah's witnesses have administered blood transfusions to persons of the world upon request. However, they do not do so in the case of one of Jehovah's dedicated witnesses. In harmony with Deuteronomy 14:21, the administering of blood upon request to worldly persons is left to the Christian doctor's own conscience. This is similar to the situation facing a Christian butcher or grocer who must decide whether he can conscientiously sell blood sausage to a worldly person.''
Watchtower 15th November 1964 page 681(sarebbe bene se si trovasse anche in italiano)
Questo cristiano rifletté attentamente sulla cosa. Era evidente che non sarebbe stato corretto che un cristiano lavorasse esclusivamente alle dipendenze di una banca del sangue, dove tutto operava per un fine contrario alla legge di Dio. Ma questa non era la sua situazione; egli faceva analisi di molte specie. Inoltre, in qualità di medico responsabile di decidere non si potrebbe ordinare una trasfusione di sangue a un paziente, proprio come il proprietario cristiano di un negozio non potrebbe ordinare e tenere scorte di idoli o sigarette.(WT 15/9/1975 pag 564 par 9)
E infine, come già citato:
Alcuni cristiani che lavorano in ospedale hanno dovuto valutare il fattore dell’autorità. Un medico può avere l’autorità di far somministrare medicinali o terapie a un paziente. Anche se il paziente fosse consenziente, come potrebbe un medico cristiano che ne ha l’autorità prescrivere una trasfusione di sangue o eseguire un aborto, sapendo cosa dice la Bibbia al riguardo? Viceversa, un’infermiera dell’ospedale può non avere tale autorità. Mentre svolge il suo lavoro di routine, un medico potrebbe dirle di eseguire un test o un’analisi del sangue per qualche scopo o di assistere una paziente che è lì per un aborto. In armonia con l’esempio riportato in 2 Re 5:17-19, l’infermiera potrebbe concludere che, non essendo lei quella che ha l’autorità di prescrivere una trasfusione o di eseguire un aborto, può rendere ai pazienti un servizio umano. Naturalmente dovrà sempre tener conto della propria coscienza, in modo da ‘comportarsi dinanzi a Dio con buona coscienza’. — Atti 23:1.
w15/4/1999
Inoltre molti medici lavorano in campo sanitario in qualità di infermieri,paramedici e medici,tra cui chirurghi(è molto difficile che un chirurgo nel corso della sua vita professionale non prescriva mai una trasfusione,magari non durante l'operazione,ma quanto meno nel post-operatorio).
g agosto 2010 pag 7
Vi sembra anche a voi che ci sia stato un cambiamento di intendimento rispetto al 1964?Pertanto a dispetto di quanto affermato dai forumisti monseppe1 e gladio(senza offesa),la situazione potrebbe essere riassunta così:solo per quanto rigurda gli infermieri la somministrazione di sangue è una questione di coscienza(mi viene in mente Deuteronomio 14:21)?
Scusate per il papiro...
La citazione della WT del 15/11/64 p. 681, corrisponde alla edizione italiana del 1/5/65 che a p. 284 dice:
“Alcuni medici testimoni di Geova hanno praticato trasfusioni di sangue a persone del mondo dietro richiesta. Comunque, non la praticano nel caso di un dedicato testimone di Geova. In armonia con Deuteronomio 14:21, il dare il sangue a persone del mondo dietro richiesta dipende dalla coscienza del medico cristiano. Questa situazione è simile a quella in cui si trova il macellaio o il droghiere cristiano che deve decidere se può vendere coscienziosamente salsicce di sangue a una persona del mondo”.
Ciao. Ilnonnosa
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27/07/2018 14:09 |
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| | | OFFLINE | | Post: 532 | Città: FIORANO AL SERIO | Età: 38 | |
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Giorno. Ho appena saputo (20 minuti fà)che il principio dell'autorità del medico/infermiere tdg non vale più.
Me lo ha appena detto un amico medico. Purtroppo al momento non posso citarvi la fonte. Mi è stato detto che è cambiato circa 10 gg fà. Sapete dirmi qualcosa al riguardo?
Ci sono rimasto un pò male...Non capisco per quale motivo prima un medico testimone poteva trasfondere e ora non può farlo più.
A voi risulta questo cambiamento di dottrina? |
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