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Scrittura del giorno

Ultimo Aggiornamento: 12/08/2010 09:59
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07/07/2008 10:03
 
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Lunedì 7 luglio 2008

Non devi essere che gioioso. — Deut. 16:15.

Dopo il giorno di espiazione gli israeliti celebravano la festa delle capanne, la più gioiosa del calendario ebraico. (Lev. 23:34-43) La festa si svolgeva dal 15 al 21 etanim, e il ventiduesimo giorno del mese si concludeva con un’assemblea solenne. Segnava la fine della raccolta dei prodotti agricoli ed era un tempo in cui rendere grazie per la grande bontà di Dio. Doveva essere un’occasione davvero felice! Durante quella festa gli israeliti dimoravano in capanne per sette giorni. Questo ricordava loro che un tempo avevano abitato in capanne nel deserto. La festa dava loro molti motivi per riflettere sul modo in cui Geova, come un padre, si era preso cura di loro. (Deut. 8:15, 16) E il fatto che tutti, ricchi e poveri, dimorassero in capanne dello stesso tipo ricordava agli israeliti che in relazione alla festa erano tutti uguali. — Nee. 8:14-16.



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Alla luce dei fatti, gli apostati delle nuove religioni non possiedono gli standard di
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Lonnie D. Kliever
09/07/2008 10:43
 
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Martedì 8 luglio

Benché non . . . abbiate mai visto [Gesù], voi lo amate. — 1 Piet. 1:8.

Non è commovente leggere della compassione che Gesù mostrò riportando in vita il figlio unico di una vedova? (Luca 7:11-15) Non ci rincuora sapere che il Figlio di Dio, il più grande uomo che sia mai esistito, lavò umilmente i piedi ai suoi discepoli? (Giov. 13:3-5) Non è toccante sapere che Gesù, pur essendo più importante e più saggio di chiunque altro, era avvicinabile e metteva tutti a loro agio, compresi i bambini? (Mar. 10:13, 14) Più cresce il nostro amore per Gesù, più cresce il nostro amore per Geova. Questo amore si intensifica quando meditiamo sui doni che amorevolmente Dio ci ha fatto perché godessimo la vita: la bellezza del creato, l’infinita varietà di cibi deliziosi, la piacevole compagnia di cari amici, e innumerevoli altre cose che sono fonte di piacere e soddisfazione. (Atti 14:17) Pensiamo anche a tutte le cose che Geova ha fatto per ciascuno di noi. Non siete d’accordo che merita il nostro amore? w06 1/12 1:16, 17
09/07/2008 10:43
 
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Mercoledì 9 luglio

La loro mente e la loro coscienza sono contaminate. — Tito 1:15.

Se vogliamo rimanere nell’amore di Dio non possiamo permettere che la nostra coscienza diventi insensibile al peccato. Ovviamente non dobbiamo accettare le basse norme morali del mondo e dobbiamo stare attenti alle scelte che facciamo, ad esempio in quanto ad amicizie, letture e svaghi. Paolo avvertì: “In successivi periodi di tempo alcuni si allontaneranno dalla fede, prestando attenzione a ingannevoli espressioni ispirate e a insegnamenti di demoni, mediante l’ipocrisia di uomini che diranno menzogne, segnati nella loro coscienza come da un ferro rovente”. (1 Tim. 4:1, 2) Tale coscienza non sarebbe più in grado di avvertirci di stare alla larga dagli apostati e da situazioni che potrebbero farci allontanare dalla fede. La nostra salvezza dipende dall’avere una coscienza pura. (1 Piet. 3:21) Se peccassimo volontariamente la nostra coscienza si contaminerebbe e non saremmo più persone pure, idonee per servire Dio. Ma con l’aiuto di Geova possiamo avere una coscienza pura. w06 15/11 1:15, 16
10/07/2008 17:28
 
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Giovedì 10 luglio 2008

Non contristate lo spirito santo di Dio. — Efes. 4:30.

Nella vita dei cristiani unti e dei loro compagni c’è una forza che sicuramente essi considerano sacra: lo spirito santo. Questo spirito è la forza attiva di Geova, e visto che opera sempre in armonia con la volontà dell’Iddio che è santo, a buon diritto è chiamato “spirito santo”, o “lo spirito di santità”. (Giov. 14:26; Rom. 1:4) Mediante lo spirito santo Geova dà ai suoi servitori la forza necessaria per predicare la buona notizia. (Atti 1:8; 4:31) Geova dà il suo spirito a “quelli che gli ubbidiscono quale governante”, a quelli che ‘continuano a camminare secondo lo spirito’ e non secondo desideri carnali. (Atti 5:32; Gal. 5:16, 25; Rom. 8:5-8) Questa forza potente permette ai cristiani di produrre “il frutto dello spirito”, che consiste in qualità eccellenti, e di compiere “santi atti di condotta e opere di santa devozione”. (Gal. 5:22, 23; 2 Piet. 3:11) Se consideriamo sacro lo spirito santo eviteremo di fare qualunque cosa potrebbe contristarlo, ovvero ostacolarne l’operato nella nostra vita.



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Lonnie D. Kliever
17/07/2008 17:50
 
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Venerdì 11 luglio 2008

Tutte le mogli stesse [rendano] onore ai loro proprietari, sia al grande che al piccolo. — Est. 1:20.

Quando un re persiano si trovò di fronte a un problema matrimoniale, uno dei suoi consiglieri di fiducia di nome Memucan diede la suddetta raccomandazione. Nei matrimoni cristiani la moglie non ha bisogno che qualche re umano le imponga di onorare il marito; è lei stessa che desidera farlo. In maniera simile, il marito cristiano dà onore alla moglie e la loda. (Prov. 31:11, 30; 1 Piet. 3:7) Per mostrarsi onore all’interno del matrimonio non bisogna aspettare che passino anni. Tale onore dovrebbe essere evidente fin dall’inizio, fin dal giorno delle nozze. Se un anziano cristiano pronuncia un discorso di matrimonio, anche questo dovrebbe essere onorevole e dignitoso. Si sforzerà di essere caloroso ed edificante, dando risalto all’Istitutore del matrimonio e ai suoi eccellenti consigli. Pronunciando un discorso di matrimonio dignitoso, l’anziano contribuirà a far sì che la cerimonia nuziale onori Geova Dio.



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Sabato 12 luglio 2008

La mia anima si vanterà in Geova; i mansueti udranno e si rallegreranno. — Sal. 34:2.

Davide qui non si stava vantando di qualche successo personale. Ad esempio, non si vantò del modo in cui aveva ingannato il re di Gat. Si rendeva conto che Geova l’aveva protetto durante la sua permanenza a Gat e che se si era salvato era grazie al suo aiuto. (Prov. 21:1) Perciò Davide si vantava non di se stesso, ma “in Geova”. In questo modo i mansueti venivano attratti a Geova. Anche Gesù magnificò il nome di Geova, attirando al Padre persone umili e ammaestrabili. Oggi persone mansuete provenienti da tutte le nazioni vengono attratte alla congregazione internazionale di cristiani unti, il cui Capo è Gesù. (Col. 1:18) Questi mansueti sono profondamente toccati quando sentono che il nome di Dio viene glorificato dai suoi umili servitori e quando odono il messaggio della Bibbia, che riescono ad afferrare grazie all’aiuto dello spirito santo di Dio. — Giov. 6:44; Atti 16:14.



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Domenica 13 luglio 2008

In quanto l’avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me. — Matt. 25:40.

Le altre pecore riconoscono di avere tratto grande beneficio dai diligenti sforzi dello schiavo fedele nel provvedere loro cibo spirituale al tempo opportuno. Riconoscono umilmente che se non fosse per lo schiavo fedele e discreto saprebbero poco o nulla di preziose verità bibliche come la sovranità di Geova, la santificazione del suo nome, il Regno, i nuovi cieli e la nuova terra, e non conoscerebbero neppure la verità sull’anima, sulla condizione dei morti, sull’identità di Geova e di suo Figlio e sullo spirito santo. Mosse da sincera gratitudine e lealtà, le altre pecore sostengono amorevolmente gli unti “fratelli” di Cristo sulla terra in questo tempo della fine. Dal momento che il loro numero diminuisce, oggi gli unti non possono essere presenti in tutte le congregazioni per assicurare la gestione degli averi di Cristo. Perciò il Corpo Direttivo nomina uomini delle altre pecore perché prestino servizio in incarichi di sorveglianza.



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Lunedì 14 luglio 2008

Quando il Figlio dell’uomo arriverà, troverà veramente la fede sulla terra? — Luca 18:8.

Gesù non rispose a questa domanda; voleva che i discepoli riflettessero sulla qualità della loro fede. Tale fede si stava a poco a poco indebolendo, così che correvano il pericolo di tornare alle cose lasciate dietro? O avevano il tipo di fede dimostrato dalla vedova dell’illustrazione di Gesù sul giudice ingiusto? (Luca 18:2-5) Anche noi dovremmo chiederci: ‘Che tipo di fede trova “il Figlio dell’uomo” nel mio cuore?’ Oggi i servitori di Dio possono avere fiducia che Egli renderà loro giustizia, anche se ci vuole più tempo di quanto si aspettavano. Dimostrano inoltre fiducia nelle promesse di Dio pregando con insistenza, anzi, ‘gridando a Geova giorno e notte’. (Luca 18:7) Effettivamente, se un cristiano smettesse di pregare perché venga fatta giustizia mostrerebbe di non avere più fiducia che Geova agirà a favore dei suoi servitori



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17/07/2008 17:54
 
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Martedì 15 luglio 2008

Abdia stesso aveva mostrato di avere grande timore di Geova. — 1 Re 18:3.

Il devoto Abdia visse al tempo del profeta Elia e di Acab, re del regno settentrionale di Israele. Izebel, la moglie di Acab, acerrima nemica di Geova, cercava di estirpare la vera adorazione dal paese. Per questo assassinò alcuni profeti di Geova e tentò persino di uccidere Elia. Subito dopo che Izebel ebbe assassinato i profeti di Geova, “Abdia prendeva cento profeti e li nascondeva cinquanta alla volta in una caverna, e li sostentava con pane e acqua”. (1 Re 18:4) Come potete immaginare, sfamare di nascosto cento uomini significava correre molti rischi. Ma il santo timore gli dava il coraggio necessario per vincere il timore dell’uomo. Abdia è un ottimo esempio per tutti noi, soprattutto per quelli che per adorare Geova mettono a repentaglio la propria libertà o addirittura la vita. — Matt. 24:9



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17/07/2008 17:55
 
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Mercoledì 16 luglio 2008

Non siate ansiosi di nulla, ma in ogni cosa le vostre richieste siano rese note a Dio con preghiera e supplicazione insieme a rendimento di grazie. — Filip. 4:6.

L’apostolo Paolo esortò così i cristiani del suo tempo. Nella Bibbia troviamo molti esempi di persone che confidarono i loro problemi a Dio. Tra loro ci sono Anna, Elia, Ezechia e Daniele. (1 Sam. 2:1-10; 1 Re 18:36, 37; 2 Re 19:15-19; Dan. 9:3-21) Dovremmo seguirne l’esempio. Notate inoltre che le parole di Paolo indicano che le nostre preghiere possono assumere varie forme. Una di queste è il rendimento di grazie, cioè la preghiera in cui esprimiamo gratitudine per quello che Dio fa per noi. Il rendimento di grazie può essere accompagnato da lodi. La supplicazione è un’implorazione umile e sincera. Possiamo anche formulare richieste specifiche. (Luca 11:2, 3) Il nostro Padre celeste è lieto di ascoltare quando ci rivolgiamo a lui in questi modi. Valiamoci di questo mezzo straordinario.



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17/07/2008 17:56
 
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Giovedì 17 luglio 2008

I piani sono frustrati dove non si parla in maniera confidenziale, ma nella moltitudine dei consiglieri c’è la riuscita. — Prov. 15:22.

A volte il marito o la moglie decidono di chiudersi in un ostinato mutismo. Questo dà scarsi risultati e rischia di fare molto danno. Non sempre lo si fa per ripicca nei confronti del coniuge: a volte si sceglie la via del silenzio per frustrazione o scoraggiamento. Rifiutarsi di parlare, però, non fa che accrescere la tensione e non risolve la questione. Quando le tensioni coniugali si trascinano nel tempo, non ci sono scorciatoie. Dovete sedervi con vostro marito o vostra moglie e parlare del problema. Fate di tutto per ascoltare il vostro coniuge in maniera obiettiva e serena. Se questo vi sembra impossibile, perché non vi valete del provvedimento degli anziani all’interno della congregazione cristiana? Questi uomini conoscono bene le Scritture e hanno esperienza nell’applicare i princìpi biblici. Sono “come un luogo per riparare dal vento e un nascondiglio dal temporale”. — Isa. 32:2.



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Lonnie D. Kliever
18/07/2008 03:00
 
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Venerdì 18 luglio

Ti sei mostrato scoraggiato nel giorno dell’angustia? La tua potenza sarà scarsa. — Prov. 24:10.

C’è la possibilità di ricevere aiuto, e quando incontriamo una prova non dovremmo mai esitare a chiederlo. Lo scoraggiamento può minare l’integrità di un cristiano. Per neutralizzare il pericolo, Geova ci sostiene tramite i nostri compagni di fede. Un angelo apparve a Gesù e lo rafforzò la notte in cui fu arrestato. (Luca 22:43) Mentre era in viaggio verso Roma come prigioniero, Paolo “ringraziò Dio e si fece coraggio” quando incontrò i fratelli al Mercato Appio e alle Tre Taverne. (Atti 28:15) Una Testimone tedesca ricorda ancora l’aiuto che ricevette quando era un’adolescente apprensiva e arrivò nel campo di concentramento di Ravensbrück. “Una compagna di fede mi trovò subito e mi diede un affettuoso benvenuto”, ricorda. “Un’altra fedele sorella mi prese sotto le sue ali, e diventò una madre spirituale per me”.
18/07/2008 03:04
 
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E' interessante quello che dice la prima parte del commento:

"C’è la possibilità di ricevere aiuto, e quando incontriamo una prova non dovremmo mai esitare a chiederlo."

"Non dovremmo mai esitare a chiederlo" l'aiuto spirituale di cui abbiamo bisogno. Tutti ne abbiamo bisogno nei momenti di abbattimento, nessuno escluso. Chiedere aiuto non è un segno di debolezza, piuttosto è un segno di umiltà.
19/07/2008 09:51
 
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Sabato 19 luglio 2008

Combatti l’eccellente combattimento della fede. — 1 Tim. 6:12.

Dare la precedenza a obiettivi che onorano Geova è la cosa più saggia, ma non è certo la più semplice. Ad esempio, nella scelta della carriera potresti essere oggetto di forti pressioni da parte di familiari, amici e insegnanti ben intenzionati, secondo i quali i fattori principali per raggiungere successo e felicità sono un’istruzione superiore e un lavoro ben retribuito. (Rom. 12:2; 2 Tim. 3:12) Quando familiari non credenti disapprovano le tue scelte, la prova può essere particolarmente difficile. Forse Timoteo dovette superare questo genere di opposizione. Secondo un’opera di consultazione la famiglia di Timoteo probabilmente “apparteneva a un ceto sociale istruito e benestante”. Suo padre poteva aspettarsi che si facesse un’istruzione superiore e si occupasse dell’impresa di famiglia. Pensate alla possibile reazione del padre di Timoteo quando venne a sapere che suo figlio preferiva i pericoli e l’incertezza economica legati al servizio missionario con Paolo!



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Lonnie D. Kliever
19/07/2008 12:03
 
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Dare la precedenza a obiettivi che onorano Geova è la cosa più saggia, ma non è certo la più semplice.



Servire Dio nell'odierna società in cui viviamo equivale a nuotare in un fiume controcorrente. I principi che ti vengono inculcati dal mondo sono spesso in netto contrasto con i principi cristiani.
Naturalmente è un desiderio del tutto naturale quello di avere una casa, una famiglia, un buon lavoro ben retribuito. Ma lo spirito di questo mondo insiste sul fatto che quello che hai non è mai sufficiente, meglio avere sempre di più, e di più, e ancora di più!
Sta a noi mantenere il giusto equilibrio delle cose, saperci accontentare e dare a Dio il giusto spazio che merita nella nostra vita.
[Modificato da Asgardiano 19/07/2008 12:04]
19/07/2008 14:56
 
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Quando familiari non credenti disapprovano le tue scelte, la prova può essere particolarmente difficile.



Chi vive da solo nella verità ne sa qualcosa, come nel mio caso.
Ho conosciuto la verità a 18 anni e avevo tutta la famiglia contro. Per ben due volte me ne dovetti andare di casa!
Grazie a Geova col tempo le cose si sono aggiustate. I familiari vedendo i cambiamenti cambiarono atteggiamento. Comunque per i primi anni le cose non furono affatto facili, ma per superare certe difficoltà bisogna sapersi giocare bene le proprie carte!
20/07/2008 08:53
 
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Domenica 20 luglio 2008

L’iddio di questo sistema di cose ha accecato le menti degli increduli, affinché la luce della gloriosa buona notizia intorno al Cristo, che è l’immagine di Dio, non risplenda loro. — 2 Cor. 4:4.

Molti trovano difficile credere nell’Iddio che promette la vita eterna nel Paradiso. Perché? Per alcuni l’ostacolo sta in quello che viene spesso definito il problema del male. Ritengono che se Dio esiste ed è onnipotente e amorevole, allora non si possono spiegare il male e le sofferenze che ci sono nel mondo. ‘Non può esistere un Dio che tollera il male’, ragionano, ‘e se esiste, non è onnipotente o non si cura di noi’. Ad alcuni questo tipo di ragionamento sembra logico. Satana si è dimostrato davvero abile nell’accecare la mente umana. Quali testimoni di Geova siamo nella posizione migliore per aiutare le persone che sono ingannate da Satana e dalla sapienza di questo mondo. (1 Cor. 1:20; 3:19) La ragione per cui molti non credono nelle promesse della Bibbia è chiara: semplicemente non conoscono Geova.



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Lonnie D. Kliever
20/07/2008 17:58
 
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Molti trovano difficile credere nell’Iddio che promette la vita eterna nel Paradiso. Perché? Per alcuni l’ostacolo sta in quello che viene spesso definito il problema del male. Ritengono che se Dio esiste ed è onnipotente e amorevole, allora non si possono spiegare il male e le sofferenze che ci sono nel mondo. ‘Non può esistere un Dio che tollera il male’, ragionano, ‘e se esiste, non è onnipotente o non si cura di noi’. Ad alcuni questo tipo di ragionamento sembra logico.



Proprio oggi, discutendo con un amico, mi faceva un ragionamento molto simile a quello descritto nel paragrafo.
Molti, che non conoscono le chiare informazioni contenute nella Bibbia, si chiedono sinceramente perchè Dio sia così spietato da permettere il male. La scrittura di oggi è davvero lungimirante nel dare una esudiente risposta a questa domanda. Nonostante questo molte persone continuano a non rendersi conto che l'autentica causa del male è Satana il Diavolo. Egli è riuscito astutamente ad inserire nella mente di molti l'idea che il vero responsabile del male sia Geova Dio.
E' nostro dovere, come cristiani, aiutare quante più persone possibile a fargli capire chi è il vero responsabile del male esistente e quali sarannole benedizioni che il Regno di Dio porterà una volta eliminato il male e la sua causa prima, Satana il diavolo.
21/07/2008 19:04
 
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Lunedì 21 luglio 2008

Tu sei Pietro, e su questo masso di roccia edificherò la mia congregazione. — Matt. 16:18.

Sia Pietro che Paolo compresero correttamente che il masso di roccia predetto era Gesù stesso. Pietro scrisse che coloro che venivano edificati sul masso di roccia (Cristo) come “pietre viventi” di una casa spirituale erano “un popolo di speciale possesso”, che doveva ‘dichiarare le eccellenze’ di Colui che li aveva chiamati. (1 Piet. 2:4-9; Sal. 118:22; Isa. 8:14; 1 Cor. 10:1-4) Quand’è che si cominciò a formare questo “popolo di speciale possesso” che costituì la congregazione cristiana? Accadde quando, alla Pentecoste del 33 E.V., Dio versò lo spirito santo sui discepoli radunati a Gerusalemme. Poi, quello stesso giorno, Pietro fece un discorso memorabile davanti a un gruppo di ebrei e proseliti. Molti furono “compunti nel cuore” per la morte di Gesù; si pentirono e si battezzarono. Il resoconto dice che a farlo furono tremila persone. Così divennero parte della nuova congregazione di Dio in espansione. — Atti 2:1-4, 14, 37-47.



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22/07/2008 07:23
 
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Martedì 22 luglio 2008

Pietro . . . prese [Gesù] in disparte, e cominciò a rimproverarlo, dicendo: “Sii benigno con te stesso, Signore; tu non avrai affatto questo destino”. — Matt. 16:22.

Pietro si era lasciato prendere dal sentimentalismo. Era necessaria una correzione. Perciò Gesù gli disse: “Va dietro a me, Satana! Tu mi sei una pietra d’inciampo, perché non pensi i pensieri di Dio, ma quelli degli uomini”. (Matt. 16:23) Gesù aveva appena spiegato qual era la volontà di Dio per lui, cioè che avrebbe sofferto molte cose e sarebbe stato ucciso. (Sal. 16:10; Isa. 53:12; Matt. 16:21) Perciò Pietro aveva sbagliato a rimproverarlo. Pietro aveva senz’altro bisogno di essere corretto con fermezza, come succede ogni tanto a tutti noi. In qualità di capofamiglia, il marito ha l’autorità e la responsabilità di correggere i componenti della sua famiglia, compresa la moglie. Anche se può volerci fermezza, la correzione dovrebbe sempre essere impartita in modo amorevole e benigno. Pertanto, proprio come Gesù aiutò Pietro a vedere le cose nella giusta luce, talvolta il marito deve fare la stessa cosa con la moglie.



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Lonnie D. Kliever
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