Re:
TeoTerrone, 03/09/2013 12:12:
Ciao Teo, quelle riviste le ho lette. Soprattutto quella del 78.
Le mie domande sono ultraoneste.
Non credi che dimostrare questo cosidetto "VERO PENTIMENTO" sia una vera scalata? Qual'è il tuo parere?
Il vero pentimento potrebbe essere anche un processo successivo alla disassociazione. Anzi in TUTTI i casi in cui si decide per la disassociazione gli anziani pregano e sperano ardentemente affinchè la persona possa "tornare", pentendosi, a riavere una posizione approvata agli occhi di Geova.
Il seguente articolo è secondo me illuminante:
*** w95 1/1 pp. 27-28 Debolezza, malvagità e pentimento ***
Come valutare debolezza, malvagità e pentimento
Come fanno gli anziani a sapere se una persona è pentita? Non è una domanda semplice. Pensate al re Davide. Egli commise adulterio e poi in effetti un omicidio. Eppure Geova lo lasciò in vita. (2 Samuele 11:2-24; 12:1-14) Pensate ora ad Anania e Saffira. Mentendo, cercarono di ingannare gli apostoli, fingendo ipocritamente di essere stati più generosi di quanto in realtà non fossero stati. Una cosa grave? Sì. Come l’omicidio e l’adulterio? Difficilmente! Eppure Anania e Saffira pagarono il loro peccato con la vita. — Atti 5:1-11.
Perché questa diversità di giudizio? Davide commise un grave peccato per la debolezza della carne. Messo di fronte ai fatti, si pentì e Geova lo perdonò, anche se fu severamente disciplinato avendo problemi nella sua famiglia. Anania e Saffira peccarono in quanto mentirono ipocritamente, cercando di ingannare la congregazione cristiana, e quindi ‘mentirono allo spirito santo e a Dio’. Manifestarono così un cuore malvagio. Per questo furono giudicati più severamente.
In entrambi i casi fu Geova a emettere il giudizio e il suo giudizio fu giusto perché egli può esaminare il cuore. (Proverbi 17:3) Gli anziani, essendo uomini, non possono farlo. Come possono quindi discernere se un grave peccato è indice di debolezza più che di malvagità?
In realtà ogni peccato è malvagio, ma non tutti i peccatori sono malvagi. Peccati analoghi possono essere indice di debolezza in una persona e di malvagità in un’altra. Di solito un peccato implica sia un certo grado di debolezza che un certo grado di malvagità da parte del peccatore. Un fattore determinante è come considera il peccatore ciò che ha fatto e cosa intende fare al riguardo. Dimostra di essere pentito? Gli anziani hanno bisogno di discernimento per capirlo. Come possono avere questo discernimento? L’apostolo Paolo promise a Timoteo: “Presta costante attenzione a ciò che dico; il Signore ti darà realmente discernimento in ogni cosa”. (2 Timoteo 2:7) Se gli anziani prestano umilmente “costante attenzione” alle ispirate parole di Paolo e degli altri scrittori biblici, avranno il discernimento necessario per valutare correttamente i componenti della congregazione che peccano. Allora le loro decisioni rispecchieranno il pensiero di Geova, non il loro. — Proverbi 11:2; Matteo 18:18.
Come possono farlo? Un modo è quello di esaminare come descrive la Bibbia i malvagi e vedere se la descrizione corrisponde alla persona in questione.
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*** w95 1/1 pp. 30-31 Debolezza, malvagità e pentimento ***
Applicare i santi princìpi
Queste poche linee guida non devono essere considerate regole fisse. Danno però un’idea di certe cose che agli occhi di Geova sono davvero malvage. Il peccatore rifiuta forse di assumersi la responsabilità dell’errore commesso? Aveva sfacciatamente ignorato precedenti consigli sulla stessa questione? Si è trattato di una radicata pratica di grave trasgressione? Il trasgressore manifesta un’aperta mancanza di rispetto per la legge di Geova? Ha tentato deliberatamente di nascondere il peccato, magari corrompendo nello stesso tempo altri? (Giuda 4) Questi suoi tentativi sono aumentati una volta che il peccato è venuto alla luce? Dimostra assoluta indifferenza per il danno arrecato ad altri e al nome di Geova? Che dire del suo atteggiamento? Dopo aver ricevuto amorevoli consigli scritturali, mostra superbia o arroganza? È privo del sincero desiderio di non ricadere più nel peccato? Se gli anziani notano queste cose, che sono forti indicazioni di mancanza di pentimento, possono concludere che i peccati commessi rivelano malvagità e non semplice debolezza della carne.
Anche quando hanno a che fare con qualcuno che sembra avere inclinazioni malvage, gli anziani non smettono di esortarlo a perseguire la giustizia. (Ebrei 3:12) Anche i malvagi possono pentirsi e cambiare. Se così non fosse, perché Geova avrebbe detto agli israeliti: “Lasci il malvagio la sua via, e l’uomo dannoso i suoi pensieri; e torni a Geova, che avrà misericordia di lui, e al nostro Dio, poiché egli perdonerà in larga misura”? (Isaia 55:7) Può darsi che nel corso dell’udienza giudiziaria gli anziani notino un netto cambiamento nella sua condizione di cuore, cambiamento evidenziato da un comportamento e un atteggiamento propri di chi è pentito.
Perfino quando devono disassociare una persona, gli anziani, quali pastori, la esorteranno a pentirsi e a cercare di tornare nel favore di Geova. Ricordate l’“uomo malvagio” di Corinto. Evidentemente cambiò atteggiamento, e in seguito Paolo raccomandò che venisse riassociato. (2 Corinti 2:7, 8) Considerate anche il re Manasse. Era proprio malvagio, ma quando infine si pentì, Geova accettò il suo pentimento. — 2 Re 21:10-16; 2 Cronache 33:9, 13, 19.
È vero, c’è un peccato che non sarà perdonato: il peccato contro lo spirito santo. (Ebrei 10:26, 27) Solo Geova può determinare chi ha commesso questo peccato. Gli uomini non hanno questa autorità. Gli anziani hanno la responsabilità di mantenere pura la congregazione e di aiutare i peccatori pentiti a ristabilirsi. Se lo faranno con discernimento e umiltà, lasciando che le loro decisioni rispecchino la sapienza di Geova, allora Geova benedirà questo aspetto della loro opera pastorale. "
Vedi, SE credo di essere pentito e gli anziani però non vedono dal mio punto di vista questo pentimento, per me la mia situazione agli occhi di Geova NON CAMBIA.
Il punto cruciale non è quello che io stò subendo a causa del mio peccato.
Il punto cruciale è il peccato. Se io ho peccato ho offeso il mio Creatore e macchiato la mia relazione con Geova. QUESTO è quello che mi deve far star più male e non la disassociazione o l'eventuale evidenza di pentimento più o meno notata.
La disassociazione mi darà certamente profondo dolore ma tale dolore DEVE essere certamente meno del DOLORE che devo provare per aver peccato nei confronti di Geova.
Il problema è che a volte trascuriamo il primo aspetto.
Magari ce la prendiamo con gli anziani, cerchiamo cavilli di ogni genere, etc., ma forse dovremmo considerare che nulla è perduto e che il popolo di Geova, anziani in prima fila, sperano nel nostro ritorno.
Perciò lasciando stare i perchè di come sia andata una cosa o l'altra, rimbocchiamoci le maniche e "facciamo sentieri dritti" per tornare a Geova altrimenti rischiamo di "incattivirci" e intestardirci rischiando di divenire critici e negativi minando sempre di più la nostra eventuale determinazione a "tornare".
Ovviamente parlo dal MIO punto di vista.