Innanzitutto i testimoni di Geova non fanno proselitismo, ma informano.
Lasciare un fogliettino d'invito ad un'adunanza, assemblea o Commemorazione, o lasciare una pubblicazione non è proselitismo.
Chi lo desidera può iniziare uno studio biblico.
In secondo luogo, la legge consentirebbe lo sfruttamento economico di minori utilizzati nelle pubblicità (spesso inconsapevolmente), e vieterebbe a un bambino di proporre volontariamente un messaggio positivo alla comunità, senza che né lui né i genitori traggano guadagno?
Un po' strano, a meno che quanto riportato non sia altro che uno sfogo che condensa l'antipatia nei confronti dei tdG, sublimandola nella volontà di vederli in qualche modo sanzionati.
A chi scrive sfugge che, ammesso che il paragone con la pubblicità ci azzecchi qualcosa, la Legge Gasparri è stata riveduta.
Ma, ripetiamo, non è questo il caso, giacché
1) parlare ad altri di Dio non si tratta di proselitismo, ma fa parte dell'adorazione, così come per un cattolico fa parte dell'adorazione andare in giro con suo figlio vestito da santo o accompagnare il prete nella benedizione delle case
2) non si trae alcun profitto economico, giacché non è quello lo scopo della predicazione
Con questo stesso criterio di intolleranza, vogliamo impedire a genitori vegan di portare con sé i loro figli a una polentata vegan organizzata per informare la comunità sullo sfruttamento intensivo degli animali? Certo che no, non v'è motivo di escludere i figli - tanto più se in una certa misura consapevoli - da iniziative dettate dall'etica dei genitori, fosse anche per informare altri e avvicinarli per proporre spunti etico-religiosi.
E che dire degli innumerevoli minori che sfilano a suonare per le case alla "Domenica delle Palme", istigati dai genitori? O, come dice barnabino, per accompagnare i preti nella benedizione delle case?
Non li vietiamo solo perché, al solito, sono la maggioranza, e le stranezze della maggioranza, quelle si oggettivamente inquietanti, diventano "normali"?