Chiesa e massoneria restano incompatibili? La storia e il ruolo dei gesuiti

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Amalia 52
00lunedì 26 giugno 2023 10:56


Sul rapporto tra le due realtà, Francesco ha rotto recentemente il silenzio elogiando i santi piemontesi. Una scelta precisa, che si conforma alla consolidata dottrina cattolica. Ma il rapporto, negli anni, ha subito diverse evoluzioni


Lo scorso marzo, incontrando i membri della congregazione di San Giuseppe, Francesco ha elogiato la figura di san Leonardo Murialdo e dei non pochi santi originari del Piemonte. Il Papa, a braccio, ha detto: "A me fa pensare tanto questo tempo, lì, nel 'fuoco', diciamo così, nel centro della massoneria, a Torino, nel Piemonte, tanti santi, tanti! E dobbiamo studiare perché, perché in quel momento. E proprio nel centro della massoneria e dei mangiapreti i santi, e tanti, non uno, tanti".

In effetti, proprio nella regione settentrionale ebbe luogo la ricostituzione della massoneria quando, a seguito della Restaurazione post-napoleonica, le logge massoniche erano state bandite in tutti gli Stati preunitari.

Nell'udienza ai murialdini, Bergoglio dimostrò una buona conoscenza della storia d'Italia legata probabilmente alle sue stesse origini familiari. Prima di arrivare in Argentina, infatti, i nonni e il padre del Papa erano cresciuti nella provincia astigiana. Ma le parole del Papa hanno contribuito a riportare sotto i riflettori un argomento di cui si parla poco ma che suscita sempre grande interesse: il rapporto tra Chiesa e massoneria.

Scomunica o no?

Nel codice di diritto canonico del 1983, promulgato da san Giovanni Paolo II, per la prima volta non si parlava di scomunica per i massoni. Questa novità fu all'origine di una serie di speculazioni e venne interpretata da più di qualcuno come un via libera all'appartenenza dei fedeli alle logge.

In realtà, proprio per mettere a tacere quelle voci, il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, l'allora cardinale Joseph Ratzinger, intervenne con una dichiarazione il 26 novembre del 1983 approvata da Wojtyla nella quale sosteneva che "rimane (...) immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l'iscrizione a esse rimane proibita". Il testo non parlò di scomunica ma aggiunse che i fedeli iscritti alle logge "sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione".

I Papi e la massoneria

Quello scritto da Ratzinger e approvato da Karol Wojtyla è solo l'ultimo pronunciamento della Chiesa sulla massoneria. Nel corso dei secoli ce ne sono stati circa seicento. Il primo è successivo di soli pochi anni alla fondazione della massoneria moderna, che avviene in Inghilterra nel 1717. Nel 1738, papa Clemente XII pubblicò la prima condanna esplicita della massoneria prevedendo la scomunica per chi ne avesse fatto parte, con la bolla In eminenti. Nonostante ciò, e nonostante il conseguente intervento dell'Inquisizione, la diffusione delle logge massoniche non si arrestò e nella penisola italiana riguardò soprattutto la Toscana, Napoli e il Piemonte.

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