La teoria dell'evoluzione è in grado di spiegare tutti questi fenomeni; il creazionismo, invece, cosa dice al riguardo?
Gli elementi vestigiali di un organismo sono quegli elementi che non hanno più alcuna funzione, ma che servivano a qualcosa ad un suo progenitore. Alcuni esempi sono la nostra
pelle d’oca quando abbiamo freddo o paura. Anche
l’osso del coccige, è ciò che rimane della coda (che tra l’altro si sviluppa nell’embrione per poi essere riassorbita). Inoltre
l’appendice ciecale (residuo di una parte ancestrale di intestino), i
tubercoli di Darwin (in una piccola percentuale della popolazione: residuo dell’articolazione grazie alla quale gli animali possono muovere e orientare i padiglioni auricolari), il gene che codifica per l’enzima
L-gulonolattone ossidasi (è presente nel genoma umano e degli animali superiori ma nell’uomo e nella cavia non codifica per nessun enzima). Ogni embrione umano sviluppa attorno alla quarta settimana di vita delle
branchie atrofizzate, che poi vengono trasformate e riassorbite nelle strutture del collo comprese fra il muscolo sternocleidomastoideo e la mandibola. Gli struzzi e gli emù hanno
ali inette al volo, come retaggio dei loro antenati volatori. Le ali del kiwi hanno ossa vestigiali, nonostante siano indistinguibili dal piumaggio. La mosca e la tipula hanno due ali anziché quattro come la maggior parte degli insetti; al posto delle altre due ci sono due “
bilancieri”, che occupano lo stesso posto delle ali e si muovono secondo la stessa configurazione. Osservandole da vicino, si nota come siano ali striminzite, derivate da ali ancestrali.
Allo stesso modo degli animali che perdono le ali, numerose specie che si sono adattate a vivere nelle grotte o nei fondali marini hanno perso gli occhi, ma conservano comunque degli
occhi vestigiali (come il Proteus anguinus).
Anche balene e delfini sono pieni di
ossa vestigiali, a testimonianza del loro essere mammiferi che sono passati a vivere in acqua, abbandonando la terraferma. Idem per i serpenti, che hanno
zampe atrofizzate all’interno del corpo.
Il DNA umano è formato da 23 cromosomi differenti, e di ogni cromosoma esistono due copie, per un totale di 46 cromosomi. La scimmia, invece, presenta 24 cromosomi differenti presenti in due copie ciascuno, per un totale di 48 cromosomi. Ora, però, ogni cromosoma presenta due regioni che entrano in funzione soltanto durante la riproduzione cellulare, ovvero i telomeri ed i centromeri. Ogni cromosoma ha un telomero ed un centromero, fatta eccezione per il cromosoma 2 terrestre, in cui sono presenti un telomero ed un centromero funzionanti, più un telomero ed un centromero inutili, vestigiali. Come spiegare questo, in luce di quanto precedentemente detto? Ricordando che la scimmia ha un cromosoma in più,
i telomeri vestigiali stanno ad indicare che il cromosoma 2 umano è nato dalla fusione di due dei cromosomi presenti nella scimmia.
Plica semilunare, residuo della membrana nittitante che in altri mammiferi, negli uccelli, nei rettili e negli anfibi è molto più sviluppata e può essere distesa sull'occhio, a palpebra aperta, svolgendo una funzione di protezione e lubrificazione.
L’essere umano è l’unica specie ad avere la capacità di parlare con un linguaggio elaborato. Le strutture di vocalizzazione sono identiche a quelle degli scimpanzé,
la differenza sta solo in due amminoacidi dello studiatissimo gene FOXP2, posseduto anche dallo scimpanzé. Questi due amminoacidi di differenza modificano così tanto la capacità di vocalizzare che unostudio condotto su bambini affetti di una particolare afasia ha dimostrato mutazioni in uno solo dei due locus. Inoltre, c’è un’altra prova molto interessante a favore del fatto che l’uomo e la scimmia abbiano un progenitore comune: le tracce lasciate dai retrovirus.
I retrovirus sono virus che, detto sinteticamente, si inseriscono nel DNA del malcapitato e quindi, nel caso si inserissero nello spermatozoo o nella cellula uovo di un individuo, sarebbe trasmesso a tutte le generazioni successive. Col tempo e con le mutazioni queste tracce rimangono ma non sono più pericolose, ma sono comunque visibili. Ebbene,
l’uomo e lo scimpanzé hanno 16 retrovirus esattamente negli stessi identici punti dei cromosomi. Facciamo le previsioni di creazionismo ed evoluzionismo:
Creazione. I 16 retrovirus si trovano nella stessa posizione per caso. La probabilità è 1 su 2×10^138. Come essere colpiti da un fulmine alle 9 di mattina, vincere 3 lotterie, fare un doppio uno ai dadi, 21 a Blackjack con due carte, vincere alla roulette col 13 nero, fare una scala reale a poker, tutto questo 3 volte di fila, scegliere la stessa molecola d’acqua che ha scelto un tuo amico tra tutti gli oceani, essere colpito da un detrito spaziale e morire in un incidente aereo alle 2 del pomeriggio, 24 ore prima che un meteorite entri in collisione con la Terra e uccida chiunque altro.
Evoluzione. Uomo e scimpanzé hanno un progenitore comune, che aveva nel suo DNA i resti dei 16 retrovirus. Di conseguenza, anche uomo e scimpanzé li hanno. La probabilità è 100%.
Inutile commentare.
Non ci sono solo elementi inutili, ma anche non funzionali. I delfini e le balene che non hanno le branchie sono costretti a risalire costantemente in superficie a respirare.
È interessante notare come abbiano risolto il problema con delle correzioni successive, come lo sfiatatoio. Questo è ovvio alla luce dell’evoluzione, mentre sarebbe difficile da spiegare con un Progettista che sarebbe potuto tornare al progetto originale e sistemarlo.
Un altro esempio è
la retina dell’occhio umano, che è invertita: la luce deve così attraversare un fascio di nervi, ed è il motivo per cui abbiamo un punto cieco, o meglio una “macchia” in cui non possiamo vedere. Anche qui, il cervello rimedia ricostruendo l’immagine, ed è più sensata una correzione della selezione naturale piuttosto che un Dio che fa un errore e lo corregge aggiungendo un altro elemento, anziché riprogettare l’occhio da capo.
Stessa cosa per il
nervo laringeo: dal momento che discendiamo dai pesci, che avevano bisogno che passasse per le branchie e si caricasse di ossigeno, anche nell’uomo questo fa una deviazione incredibile: si infila nel petto, gira attorno ad un’arteria, e torna alla sua destinazione lungo il collo, anziché trovarsi direttamente lì. Nella giraffa questo ha risultati paradossali, con il nervo laringeo lungo diversi metri inutilmente.
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Anche i
testicoli sono collegati al pene dall’interno attraverso un percorso ridicolmente lungo e scomodo, facendo una deviazione lungo l’uretere anziché cercare la via più breve.
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A sinistra, come dovrebbe essere. A destra, come è. Tratteggiata, la posizione originaria.
La nostra storia evolutiva ha fatto sì che i nostri progenitori fossero quadrupedi, mentre noi, bipedi, non abbiamo ancora adattato sufficientemente la
schiena a questa vita, provocandoci vari dolori e problemi.
I
seni mascellari sono messi in una posizione irrazionale: cavità situate dietro le guance, ai lati della faccia, che hanno l’orifizio di drenaggio sulla sommità; questo non permette di sfruttare la gravità per favorire il deflusso del liquido. In un quadrupede la sommità è la parte anteriore, quindi la posizione dell’orifizio ha molto più senso. Ancora una volta abbiamo la conferma di discendere da animali quadrupedi.
I koala discendono da un animale simile al vombato, uno straordinario scavatore. Per questo aveva il
marsupio al contrario, o i figli si sarebbero sporcati gli occhi di terra. Anche il koala, nonostante stia sugli alberi, ha il marsupio scomodamente invertito.