Confutazione trasmissione radio maria del GRIS di settembre 2012...

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viceadmintdg1
00martedì 11 settembre 2012 21:50
...sulla TNM (Lc 1:4; 5; 6; 12; 28; 34; 41; 43)
viceadmintdg1
00martedì 11 settembre 2012 21:52
Diamo ora inizio alla confutazione della trasmissione del GRIS di settembre.

Dopo un breve preambolo di Lorenzo Minuti, la trasmissione entra nel vivo con le obiezioni del gruppo p-greco sulla TNM:



La volta scorsa abbiamo concluso l’analisi del Vangelo di Marco oggi iniziamo con il Vangelo di Luca.

Luca 1:4: "affinché tu conosca appieno la certezza delle cose che ti sono state insegnate oralmente".

Preciso subito che non c’è nulla di sbagliato in questo versetto ma c’è qualcosa di interessante. Si parla infatti dell’insegnamento orale, tramandato di padre in figlio e che ha preceduto nei secoli la stesura della Bibbia sia del Primo sia del Secondo Testamento. Fatto tra l’altro confermato da Deuteronomio 32:7. Non viene consigliato al figlio di andare a leggere o consultare una qualche rivista, che ovviamente non esistevano. Ma era necessario informarsi interrogando quelle persone che avevano conservato nella loro memoria quanto avevano ricevuto dai loro predecessori. Tuttto questo si chiama tradizione, che la chiesa ha colto fin dalle sue origini e che sono suo patrimonio insieme alla Sacra Scrittura.



Spazio alla replica...
Barnaba1977
00mercoledì 12 settembre 2012 12:48
Vorrei far notare questo brano collegato al versetto di Luca:

(Atti 18:24-28) Ora un certo giudeo di nome Apollo, nativo di Alessandria, uomo eloquente, arrivò a Efeso; ed era ben versato nelle Scritture. Quest’[uomo] era stato istruito oralmente nella via di Geova e, siccome era fervente nello spirito, parlava e insegnava con correttezza le cose intorno a Gesù, ma conoscendo solo il battesimo di Giovanni. E quest’[uomo] cominciò a parlare intrepidamente nella sinagoga. Dopo averlo udito, Priscilla e Aquila lo presero con sé e gli spiegarono più correttamente la via di Dio. Inoltre, giacché desiderava passare in Acaia, i fratelli scrissero ai discepoli, esortandoli a riceverlo benignamente. E quando fu giunto, aiutò grandemente quelli che avevano creduto a motivo dell’immeritata benignità [di Dio]; poiché con intensità provava completamente in pubblico che i giudei avevano torto, mentre dimostrava con le Scritture che Gesù era il Cristo.

Anche se c'era l'insegnamento orale, la prova e la dimostrazione stanno nelle scritture, non nella tradizione umana, quindi corruttibile, quindi non da Dio. Il fatto è che quell'insegnamento orale citato in Luca ed in Atti si rifà a questo comando:

(Deuteronomio 6:1-9) “Ora questi sono il comandamento, i regolamenti e le decisioni giudiziarie che Geova vostro Dio ha comandato d’insegnarvi, in modo che li mettiate in pratica nel paese al quale passate per prenderne possesso; affinché tu tema Geova tuo Dio in modo da osservare tutti i suoi statuti e i suoi comandamenti che io ti comando, tu e tuo figlio e tuo nipote, tutti i giorni della tua vita, e affinché i tuoi giorni siano prolungati. E devi ascoltare, o Israele, e aver cura di metter[li] in pratica, perché ti vada bene e diveniate moltissimi, proprio come Geova l’Iddio dei tuoi antenati ti ha promesso, rispetto al paese dove scorre latte e miele. “Ascolta, o Israele: Geova nostro Dio è un solo Geova. E devi amare Geova tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima e con tutta la tua forza vitale. E queste parole che oggi ti comando devono essere nel tuo cuore; e le devi inculcare a tuo figlio e parlarne quando siedi nella tua casa e quando cammini per la strada e quando giaci e quando ti levi. E devi legartele come un segno sulla mano, e devono servire da frontale fra i tuoi occhi; e le devi scrivere sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte.

Evidentemente, l'insegnamento orale di Teofilo rispecchiava la conoscenza della Legge scritta e non di qualche filosofia umana imperfetta.
Aquila-58
00mercoledì 12 settembre 2012 20:25
Grazie Admin,

viceadmintdg1, 11/09/2012 17.26:

Diamo ora inizio alla confutazione della trasmissione del GRIS di settembre.

Dopo un breve preambolo di Lorenzo Minuti, la trasmissione entra nel vivo con le obiezioni del gruppo p-greco:



La volta scorsa abbiamo concluso l’analisi del Vangelo di Marco oggi iniziamo con il Vangelo di Luca.

Luca 1:4: affinché tu conosca appieno la certezza delle cose che ti sono state insegnate oralmente.

Preciso subito che non c’è nulla di sbagliato in questo versetto ma c’è qualcosa di interessante. Si parla infatti dell’insegnamento orale, tramandato di padre in figlio e che ha preceduto nei secoli la stesura della Bibbia sia dell’AT che del NT. Fatto tra l’altro confermato da Deuteronomio 32:7. Non viene consigliato al figlio di andare a leggere o consultare una qualche rivista, che ovviamente non esistevano. Ma era necessario informarsi interrogando quelle persone che avevano conservato nella loro memoria quanto avevano ricevuto dai loro predecessori. Tuttto questo si chiama tradizione, che la chiesa ha colto fin dalle sue origini e che sono suo patrimonio insieme alla Sacra Scrittura.



Spazio alla replica...



Ma che c' entra la tradizione con Deuteronomio 32:7, mi domando!
Il passo del Deuteronomio va letto alla luce di altri.
Ad esempio, in Esodo 13:14 è scritto:
Quando tuo figlio un domani ti chiederà: “Che significa ciò”? Tu gli risponderai: “Con la potenza del suo braccio il Signore (YHWH) ci ha fatto uscire dall' Egitto” (CEI).

Ma Geova stesso lo aveva detto a Mosè:
Vai dal Faraone, perchè io ho indurito il cuore suo e dei suoi ministri, per compiere questi miei segni in mezzo a loro, e perchè tu possa raccontare e fissare nella memoria di tuo figlio e del figlio di tuo figlio come mi sono preso gioco degli egiziani e i segni che ho compiuto in mezzo a loro: così saprete che io sono il Signore (YHWH)”” (Esodo 10:1-2 - CEI).

E' questo il punto: gli israeliti sapevano che il nome di Dio era YHWH, poiché Dio stesso lo aveva rivelato a Mosè, e aveva detto a Mosè di riferirlo ai figli d ' Israele (Esodo 3:15).
E pur tuttavia, gli israeliti e le generazioni future non avrebbero conosciuto Dio solo attraverso il suo nome, ma anche attraverso le sua azioni.
Un Dio quindi che non si limita ad attestare la sua esistenza, al contrario un Dio indissolubilmente legato alla sua azione, come è insito nel suo stesso nome rivelato a Mosè.
A tutto questo fa riferimento Mosè in Deuter. 32:7, non ad una Torah orale di cui non si ha notizia nelle Scritture Ebraiche!

Riguardo a Luca 1:4, qui viene usato il verbo greco katecheo, che secondo il Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento, a pagina 1973, significa “comunicare, insegnare” e nella sua forma passiva “essere messo a conoscenza, apprendere”.

Si può quindi intendere il catechizzare, cosa affatto strana, dato che all' inizio il kerigma, cioè l' annuncio, la predicazione era necessariamente orale e solo successivamente è divenuta “lettera”, con il testo scritto ispirato divinamente.

Oppure può esserci un' altra ipotesi riguardo al passo lucano:
la cattolica Bibbia di Gerusalemme rende così il versetto di Luca 1:4:
in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto” , affermando nella nota in calce.
"Degli insegnamenti che hai ricevuto: o forse “delle informazioni che ti sono giunte”. In questo caso Teofilo non sarebbe un cristiano che si vuole confermare nella fede, ma un funzionario di alto rango che si deve informare”,
e in effetti sappiamo pochissimo di questo Teofilo, se non che Luca lo chiama “illustre”...

Pertanto, non mi pare che dal passo lucano si possa trarre alcuna indicazione circa una tradizione da “affiancare” alla Sacra Scrittura.
viceadmintdg1
00venerdì 14 settembre 2012 21:41
Bene. Passiamo all'obiezione successiva:



Luca 1:5:
"Ai giorni di Erode, re della Giudea, c’era un sacerdote di nome Zaccaria della divisione di Abia, e sua moglie era delle figlie di Aaronne e il suo nome era Elisabetta".

“Della divisione di Abia”, questa parola “divisione” la troviamo anche al successivo v. 8. Ma questa parola nell’italiano corrente ci pare essere poco chiara in relazione a quanto l’autore Sacro voleva dire. Infatti come ci informano le altre traduzioni, nonché l’interlineare del Nolli, la paraola efemerias è tradotta “classe”. Inoltre il Nolli spiega: “classe sacerdotale che officiava nel tempio di Gerusalemme settimanalmente. Era l’ottava delle 24 classi ordinate da Davide”



Parola a chi desidera replicare...
Barnaba1977
00lunedì 17 settembre 2012 17:04


Luca 1:5:
"Ai giorni di Erode, re della Giudea, c’era un sacerdote di nome Zaccaria della divisione di Abia, e sua moglie era delle figlie di Aaronne e il suo nome era Elisabetta".

“Della divisione di Abia”, questa parola “divisione” la troviamo anche al successivo v. 8. Ma questa parola nell’italiano corrente ci pare essere poco chiara in relazione a quanto l’autore Sacro voleva dire. Infatti come ci informano le altre traduzioni, nonché l’interlineare del Nolli, la paraola efemerias è tradotta “classe”. Inoltre il Nolli spiega: “classe sacerdotale che officiava nel tempio di Gerusalemme settimanalmente. Era l’ottava delle 24 classi ordinate da Davide”



Siamo alle solite... Poco chiaro...

Allora, la parola "classe" ricorre solo due volte nell'NT della TNM: in Galati 2:12 e Giacomo 2:4. In entrambi i casi con la parola "classe" ci si riferisce proprio ad una separazione nelle classi sociali: classe circoncisa e non, o più o meno ricchi.

La parola "divisione" qui riportata, invece fa riferimento ad una separazione organizzativa simile a quella militare o amministrativa (tipo "divisione di fanteria", "divisione contabile", ecc).

Interessante quel che dice il vocabolario:

4 ( mil.) nel vecchio ordinamento dell’esercito, unità tattica fondamentale: divisione aerea, alpina, navale | divisione corazzata, formata prevalentemente da carri armati pesanti 5 settore di un’amministrazione, e in particolare di un ministero: capo (di) divisione 6 settore, reparto di un’azienda, di un ospedale e sim. 7 ( sport) raggruppamento di squadre partecipanti a un campionato o a un torneo: massima divisione, quella di serie A

Quindi, fedele alla sua letterarietà, la TNM tende ad evitare confusione sui termini separandoli molto nettamente a seconda dell'ambito in cui sono usati.

Non dimentichiamo poi che la TNM è del 1963 in Italiano. Da allora la lingua si è evoluta. Non escludiamo che in futuro alcuni termini possano essere cambiati. Ma questo non cambia che la TNM persegue il suo scopo nella chiarezza e disambiguità, a costo di sembrare a volte poco scorrevole nella lettura.
barnabino
00lunedì 17 settembre 2012 18:22
Infatti, qui classe in realtà non indica tutta la classe sacerdotale, ma è usato per indicare la "settimana di turno" della classe sacerdotale, tutto sommato mi pare che "divisione" vada bene, in italiano "classe" è un po' troppo connotato scolasticamente e non si riferisce comunque al turno settimanale, per cui potrebbe risultare poco chiara. Anche il DENT, a p. 1488, da del sostantivo ephemeria il significato di "classe sacerdotale", ma aggiunge: "è usato per indicare la classe sacerdotale o la "settimana di turno" di Zaccaria".

Shalom
viceadmintdg1
00giovedì 20 settembre 2012 20:06
Ecco la successiva obiezione del gruppo p-greco:


Luca 1:6: "Entrambi erano giusti dinanzi a Dio perché camminavano irreprensibilmente secondo tutti i comandamenti e le esigenze legali di Geova".

“Esigenze legali di Geova”! Ci pare inadeguata tale frase. La traduzione CEI usa la parola “prescrizioni” che a noi pare molto più adatta.



Spazio alla replica...
Barnaba1977
00venerdì 21 settembre 2012 12:33
Ragazzi, ad ogni risposta è sempre più evidente la malafede.

Il termine qui usato è δικαίωμα (dikaiōma), che ha queste definizioni:


1) that which has been deemed right so as to have force of law
a) what has been established, and ordained by law, an ordinance
b) a judicial decision, sentence
1) of God
a) either the favourable judgment by which he acquits man and declares them acceptable to Him
b) unfavourable: sentence of condemnation
2) a righteous act or deed

Fonte: Strong's



La definizione di "prescrizione" è:


n.f. [pl. -i] 1 il prescrivere; norma, disposizione: prescrizione medica; le prescrizioni di legge; attenersi alle prescrizioni 2 ( dir.) in materia civile, estinzione di un diritto che non venga esercitato durante il periodo di tempo previsto dalla legge; in materia penale, estinzione di un reato o di una pena per il trascorrere di un determinato periodo di tempo: andare, cadere in prescrizione.

Fonte: Virgilio Parole



Tale definizione risulta troppo generica per gli standard traduttivi della TNM, ricordiamo, orientati verso la letterarietà e disambiguità. Se avesse usato questo termine, il lettore avrebbe potuto pensare ad una legge orale o a qualche tradizione. Invece il significato era chiarissimo: non si tratta di qualcosa divenuto chiaro grazie a qualche rabbino, ma dello spirito della Legge, e cioè di ciò che risaltava chiaramente dalla Legge scritta.

Per questo, il termine "esigenze legali" calza molto, ma molto di più rispetto al generico "prescrizioni".
Aquila-58
00venerdì 21 settembre 2012 21:45
ma infatti....nel passo lucano in questione, come già osservato, troviamo il sostantivo greco dikaioma, che secondo il Dizionario esegetico del Nuovo Testamento, a pagina 886, significa "statuto giuridico, disposizione giuridica, azione giusta".
Secondo lo stesso dizionario, dikaioma nella LXX è usato spesso "come equivalente di hoq, huqqa ("statuto, disposizione legislativa di valore duraturo"), spesso anche come traduzione di mispat, ad esempio in Esodo 21:1, Numeri 36:13 nel significato di "norma giuridica". Conformemente all' uso linguistico della LXX, dikaioma nel N.T. significa prevalentemente lo statuto giuridico, la disposizione giuridica, il comandamento, così in Luca 1:6; Romani 1:32, 2:26; 8:4; Ebrei 9:1,10. Tranne che in Romani 1:32, in questi passi si tratta chiaramente della (-e) disposizione (-i) giuridica -(che) della Legge mosaica"!

Pertanto, ancora una volta, la resa della TNM è perfettamente legittima!
viceadmintdg1
00giovedì 27 settembre 2012 08:47
Dopo aver ricordato quelle che loro ritengono introduzioni abusive del nome proprio "Geova" in luogo del greco Kyrios, proseguono con il seguente versetto:


Luca 1:12: Vedendolo, Zaccaria si turbò e timore cadde su di lui.

Zaccaria ebbe paura della visione, fu preso da timore. Letteralmente: “fu preso da paura” (Nolli). Ma esprimere questo evento con "timore" senza articolo quasi a farlo sembrare nome proprio, a noi sembra un’espressione poco usuale nell’italiano corrente.




Parola a chi desidera replicare...


Aquila-58
00giovedì 27 settembre 2012 21:43
Grazie Admin,

viceadmintdg1, 27/09/2012 08.02:

Dopo aver ricordato quelle che loro ritengono introduzioni abusive del nome proprio "Geova" in luogo del greco Kyrios, proseguono con il seguente versetto:


Luca 1:12: Vedendolo, Zaccaria si turbò e timore cadde su di lui.

Zaccaria ebbe paura della visione, fu preso da timore. Letteralmente: “fu preso da paura” (Nolli). Ma esprimere questo evento con "timore" senza articolo quasi a farlo sembrare nome proprio, a noi sembra un’espressione poco usuale nell’italiano corrente.




Parola a chi desidera replicare...



purtroppo, gli amici del gruppo p greco non hanno ancora compreso che la TNM non è una traduzione in lingua corrente, com' è la versione "Parola del Signore", ma è traduzione il più possibile letterale.
Il testo greco del passo lucano è il seguente:

"kai etarachthe Zacharias idon, kai fobos epepesen ep' auton",

alla lettera, la traduzione è la seguente:

"E fu turbato Zaccaria avendo visto e timore cadde su di lui".

Qui abbiamo per "timore" il sostantivo greco phobos, che secondo il Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento, a pagina 1814, significa "paura, ansia, timore, rispetto".

Pertanto la resa della TNM è perfettamente legittima, attenendosi strettamente al testo greco come pervenutoci...
Aquila-58
00venerdì 28 settembre 2012 19:32
…..una piccola, ulteriore, precisazione.

Come ho già avuto modo di evidenziare, la TNM è una traduzione letterale, nel senso che adotta, come “politica” traduttiva, una resa la più aderente possibile al testo originale.
La TNM non è, insomma, una traduzione in lingua corrente.


Come visto, il testo greco del passo lucano significa letteralmente:

"E fu turbato Zaccaria avendo visto e timore cadde su di lui". 

Si potrebbe tradurre anche: “Zaccaria si turbò e fu preso da timore” (CEI), tuttavia, ribadito che la TNM vuole restare il più possibile aderente al testo greco letterale, non ci sembra per nulla corretta la traduzione "e del timore cadde su di lui"... 

Pertanto, la TNM riesce, con la sua scelta, a combinare la stretta aderenza al testo originale con una traduzione comunque corretta nella lingua italiana.
viceadmintdg1
00sabato 29 settembre 2012 14:40
Ecco la successiva obiezione:


Luca 1:28: E quando fu entrato da lei, le disse: “Buon giorno, altamente favorita, Geova è con te”.

Qui si parla dell’annunciazione dell’angelo a Maria. Anzitutto quel “Buon giorno”!? Ma velo immaginate un angelo che usa questa espressione: "Buon giorno"? Tra l'altro come fanno a sapere che era giorno e non notte? Ma andiamo avanti...

“Altamente favorita”, la parola greca kekaritomene in esame esprime il senso di “piena di grazia”. Dice il Nolli in proposito:
“Il verbo è raro e viene usato da Luca probabilmente non senza l’intenzione di indicare una qualità particolare di Maria, ben più importante della grazia fisica”. Stando così le cose ci pare fuori luogo tradurre “altamente favorita”.



Lascio la parola a chi desidera replicare...
Aquila-58
00sabato 29 settembre 2012 19:59
Grazie Admin....

Vediamo innanzitutto il testo greco di Luca 1:28

Chaire, kecharitomene, ho kurios meta sou”, 

letteralmente la traduzione è la seguente: 

Rallegrati, dotata di grazia, il Signore (è) con te”.
 
Analizziamo prima con la questione del saluto: qui troviamo il verbo chairo, che secondo il Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento, a pagina 1863, significa “rallegrarsi”.
Tuttavia, lo stesso dizionario afferma che “chairo ricorre spesso come saluto”, e questo è uno dei casi, tanto è vero che il cattolico Nuovo Testamento interlineare greco latino italiano P. Beretta (San Paolo) traduce con “Salve, piena di grazia...” e la stessa Bibbia CEI traduce il termine in passi come Mt. 26:49, Marco 15:18 e Gv. 19:3 con “Salve”.....la TNM rende sempre il termine, quando indica il saluto, con “Buon giorno, banalmente perchè “buon giorno" è un modo di salutare, come “salve, ti saluto", ecc.
Certo, ve lo immaginate un angelo che dice a Maria: “Buona notte, piena di grazia”???

Riguardo al secondo aspetto, qui abbiamo il verbo greco charitoo, che secondo il Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento, a pagina 1889, significa “dotare di grazia, concedere grazia, benedire”. 
Secondo lo stesso dizionario, qui il saluto angelico all' Annunciazione vuol dire: “salve, o dotata di grazia”. 
Il versetto va collegato a Luca 1:30, dove l' angelo Gabriele dice a Maria: 

Me fobou, Mariam, heures gar charin para toi theoi”, 

alla lettera: 

Non temere Maria, hai trovato infatti grazia (o stima) presso il Dio”. 

Qui troviamo il sostantivo charis, che secondo il Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento, a pagina 1879, significa “grazia, ringraziamento, stima”. 

Cioè a dire, “hai trovato il favore divino”, per questo sei “una donna altamente favorita da Dio”. 
Perchè Maria è “dotata di grazia”, cioè a dire del più alto favore divino. 
Anche la nota in calce della cattolica Bibbia di Gerusalemme a Luca 1.28 conferma:

piena di grazia: letteralmente “tu che sei stata e rimani colmata del favore divino

In questo senso va intesa anche l' espressione riferita a Stefano “pleres charitos”, “pieno di grazia”, cioè “altamente favorito, altamente stimato” (Atti 6:8). 

Luca 1:28 sta pertanto a indicare che Maria è “dotata di grazia”, cioè di estremo, altissimo favore divino.

Tuttavia, gli amici del gruppo p greco tendono a leggere il passo con gli “occhi” del dogma dell' Immacolata Concezione.

Di per se il passo lucano fa di Maria una donna altamente favorita da Dio (e non potrebbe essere altrimenti, visto che fu scelta per concepire nientemeno che il Figlio Unigenito di Dio per opera dello spirito santo!), ma non rende nel modo più assoluto Maria "immacolata" dal peccato, salvo cancellare dalla Bibbia il seguente passo:

Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, e così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato” (Romani 5:12- CEI)...
barnabino
00sabato 29 settembre 2012 20:06
Parafrasando Lutero, la traduzione CEI è quella parola per parola dal latino... "Ma ditemi ne è venuto fuori un buon tedesco? Quando l'uomo tedesco dice: Tu sei piena di grazia? E quale tedesco comprende l'espressione "piene di grazia"? Deve pensare ad una botte piena di birra e una borsa piena di denaro". Per questo la TNM traduce “Altamente favorita”. Poi mi pare davvero a sproposito la citazione del Nolli che al massimo fa riferimento al "Du Holdselige" di Lutero, che non ha davvero nulla a che vedere con il "molto favorita" della TNM. Disattento questo gruppo pi-greco...

Shalom [SM=g27985]
viceadmintdg1
00lunedì 1 ottobre 2012 15:08
Bene. Passiamo alla critica successiva:


Luca 1:34: Ma Maria disse all’angelo: “Come avverrà questo, dato che non ho rapporti con un uomo?”

Il verbo greco ginosko, più che avere il significato presente, ha una valenza che si riverbera anche nel futuro. Il Nolli spiega che Maria non conosce e non intende conoscere quel tipo di rapporto limitatamente umano. Vuole una relazione vera con Dio, ma in maniera divina, cioè che ne esalti la fecondità e ne consacri la verginità.



Spazio alla replica...
Aquila-58
00lunedì 1 ottobre 2012 21:28
Grazie Admin,

viceadmintdg1, 30/09/2012 12.28:

Bene. Passiamo alla critica successiva:


Luca 1:34: Ma Maria disse all’angelo: “Come avverrà questo, dato che non ho rapporti con un uomo?”

Il verbo greco ginosko, più che avere il significato presente, ha una valenza che si riverbera anche nel futuro. Il Nolli spiega che Maria non conosce e non intende conoscere quel tipo di rapporto limitatamente umano. Vuole una relazione vera con Dio, ma in maniera divina, cioè che ne esalti la fecondità e ne consacri la verginità.



Spazio alla replica...



Potenza del dogma!
Mi pare che ci sia poco da replicare....
Facciamo rispondere alla cattolica Bibbia di Gerusalemme?
Facciamolo...

Bibbia di Gerusalemme, nota in calce a Luca 1:34:

"La "vergine" Maria [si noti il virgolettato....] è solo "fidanzata" e non ha rapporti coniugali (per il senso semitico di "conoscere", confronta Genesi 4:1:
"Adamo conobbe Eva sua moglie, che concepì e partorì Caino" (CEI)....). Questo fatto, che sembra opporsi all' annuncio del versetti 31-33, introduce la spiegazione del versetto 35. Nulla nel testo impone l' idea di un voto di verginità"!!!

L' unica cosa che "impone" il voto di verginità perpetua da parte di Maria, cari amici del pi greco, è il vostro dogma, certamente non il testo sacro...

barnabino
00lunedì 1 ottobre 2012 21:49
Quante balle pur di far passare Maria per una frigida, qui non si parla di conoscere Dio, ma di conoscere "uomo" (aner) e dunque, come dice il DENT, è usato come in Mt 1,25 per indicare il rapporto sessuale, espressione corrente nell'AT ma non sconosciuta neppure nell'ellenismo pagano, forse come semitismo.

Per altro mi pare che il Nolli ne Il Vangelo di Luca, p. 55, nota 72 riconosca chiaramente che l'espressione conoscere un uomo/donna "è un semitismo: avere rapporti sessuali", semplicemente dice che, a suo giudizio, il presente indicherebbe uno stato attuale che vorrebbe essere permanente, chiaramente questo è permesso, ma restiamo nel puro campo delle ipotesi, dunque fa bene la TNM a rendere in quel modo...

Shalom
viceadmintdg1
00martedì 2 ottobre 2012 22:33
Successivamente il gruppo p-greco fa la seguente osservazione:


Luca 1:41: “E, appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino le saltò nel seno; ed Elisabetta fu piena di spirito santo”

Qui facciamo solo notare l’uso delle iniziali minuscole per “spirito santo”



Qualcuno vuole fare precisazioni in proposito?
Aquila-58
00giovedì 4 ottobre 2012 18:09
Grazie Admin,

Beh, mi pare che non si possa certo "liquidare" un tema così complesso come quello dello Spirito Santo/spirito santo con una semplice battuta...

Si potrebbero magari segnalare agli ascoltatori di Radio Maria le iniziali minuscole per "santo spirito" in Isaia 63:11 nella traduzione CEI:

"Dov' è colui che lo fece salire dal mare con il pastore del suo gregge? Dov' è colui che gli pose nell' intimo il suo santo spirito?” (Isaia 63:11 – CEI)....

L' obiezione che viene fatta (la solita, quindi gioco d' anticipo.....) è che l' intendimento pieno circa l' “ipostatizzazione” dello spirito santo sia avvenuto solo con la rivelazione neotestamentaria, la nostra risposta è che con la rivelazione neotestamentaria non è avvenuto nulla di tutto ciò circa un' “ipostatizzazione” dello spirito santo, che per divenire "Dio lo Spirito Santo, la Terza Persona di una Trinità consostanziale" abbisogna invece di un Concilio di secoli dopo la stesura del testo sacro!......!
Per cui la ragione di mettere spirito santo con la maiuscola è puramente teologica, mi pare.....

(segue.....)
Aquila-58
00giovedì 4 ottobre 2012 18:26

....brevi cenni riguardo alla posizione che riteniamo la più corretta sullo spirito santo di Dio.
Una Scrittura chiave per comprendere come stanno a nostro avviso le cose è quella di Gv. 16:7.
Gesù ebbe a dire:

"Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perchè, se non me ne vado, non verrà a voi il Paraclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi" (CEI).

Il Paraclito è lo spirito santo (confronta Gv. 14:26): perchè Gesù dice che lo spirito santo non sarebbe venuto, se lo spirito santo era stato sempre ben presente sin dalla creazione (Gen. 1:2), ed aveva sempre agito sui servitori di Dio, si pensi ad esempio a Simeone (per restare al Vangelo di Luca che il gruppo pi greco sta analizzando...), di cui viene detto che "lo spirito santo era su di lui" (Luca 2:25)?

Perchè dall' ascensione al cielo di Gesù e dal suo versamento alla Pentecoste, lo spirito santo avrebbe assunto un nuovo, fondamentale, ruolo: sarebbe stato un patrocinatore, un soccorritore, un avvocato, un intercessore (tutti significati del sostantivo greco parakletos, secondo il Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento, a pagina 778).

Per questo motivo Gesù lo personifica usando, certamente non a caso, proprio il sostantivo greco parakletos, come detto.

Ed è in questa luce che vanno lette tutte le affermazioni che indicano uno spirito santo che "parla", "agisce", "intercede con gemiti inespressi", può "essere contristato", eccetera, proprio perchè lo spirito santo di Dio agisce, da quel momento in poi, come parakletos, con i relativi significati.....
viceadmintdg1
00venerdì 5 ottobre 2012 09:58
Eccoci finalmente giunti all'ultima obiezione del gruppo p-greco:



Luca 1:43: Come mai ho dunque questo [privilegio], che la madre del mio Signore venga da me?

La parola Signore è il titolo divino di Gesù risorto come sappiamo da Atti 2:36 e Filippesi 2:11 e che Luca gli attribuisce già nella vita terrena (vedi nota in cale della traduzione CEI).



Parola a chi desidera replicare...
Aquila-58
00venerdì 5 ottobre 2012 19:39
Grazie Admin,

viceadmintdg1, 04/10/2012 18.26:

Eccoci finalmente giunti all'ultima obiezione del gruppo p-greco:



Luca 1:43: Come mai ho dunque questo [privilegio], che la madre del mio Signore venga da me?

La parola Signore è il titolo divino di Gesù risorto come sappiamo da Atti 2:36 e Filippesi 2:11 e che Luca gli attribuisce già nella vita terrena (vedi nota in cale della traduzione CEI).



Parola a chi desidera replicare...




Qui il gruppo pi greco riprende pari pari la nota in calce della Bibbia di Gerusalemme a Luca 1:43, che riporto:

Signore: titolo divino di Gesù risorto (Atti 2:36 ; Filipp. 2:11), che Luca gli attribuisce già nella vita terrena”.

Ma che significa “titolo divino”? Non mi pare che Elisabetta stia dando alcun “titolo divino” al futuro Messia, non più di quanto faccia l' apostolo Giovanni con l' anziano di Apocalisse 7:

Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse. “Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono”? Gli risposi: “Signore mio, tu lo sai” (Apocalisse 7:13-14 – CEI).

I problemi sorgono quando si legge il testo sacro con gli “occhiali” del dogma trinitario, come fanno gli amici del gruppo pi greco, mentre se leggiamo il testo sacro senza l' ubbidienza cieca a un dogma fossilizzato nei secoli dei secoli, possiamo probabilmente trarre la giusta conclusione dalle parole di Elisabetta.

Elisabetta, piena di spirito santo, esattamente come il marito Zaccaria (si confronti Luca 1:67-75), riconobbe nel Bambino che sarebbe nato di lì a poco il profetizzato e futuro Re Messianico (si confronti Isaia 9:5-6 CEI, 6-7 TNM), di qui il “Signore” espresso non perchè Elisabetta volesse attribuire alcun titolo divino al Messia, ma proprio perchè rivolto al Re Messianico, esattamente come ad esempio il profeta Natan chiamò allo stesso modo il re Davide:

Allora Natan disse a Betsabea, madre di Salomone: “Non hai sentito che Adonia, figlio di Agghit, e diventato re e Davide, nostro signore, non lo sa neppure?”........”Natan disse. “o re, mio signore, hai forse decretato tu: Adonia regnerà dopo di me e siederà sul mio trono?” (1 Re 1:11, 24 – CEI)

Non dice proprio Luca che Dio avrebbe dato al Messia “il trono di Davide suo padre”, regnando per sempre sulla casa di Giacobbe? (Luca 1:32-33).

E non riconoscono in Gesù il re Messianico anche i due ciechi di Gerico?

Signore, Figlio di Davide, abbi pietà di noi” (Mt. 20:30-31 – CEI)?

Anche i due ciechi di Gerico, come Elisabetta, stavano conferendo a Gesù il “titolo divino”, consapevoli di concetti di facilissima comprensione [SM=g7556] come “doppia natura”, “unione ipostatica” e via discorrendo....?

Suvvia, amici del gruppo pi greco......
viceadmintdg1
00domenica 7 ottobre 2012 23:28
[SM=g28002]
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