MATTEO 18:17

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ENEL
00martedì 9 agosto 2011 16:13
riflessione sul post del 29/03/2010 15.04 di SEABISCUIT
Cristo comanda di trattare certi uomini deviati proprio come i pubblicani.

Ma secondo quale modo?
Secondo quello di Cristo o degli ebrei?
Cristo non era razzista ma gli ebrei "SI".
Come poteva Cristo fare un paragonare con qualcosa di sbagliato come l'odio che provavano gli ebrei per gli stranieri?

Mi spiego meglio.

Se una persona che fa parte della mia chiesa mi chiedesse:"come devo considerare Hitler?" Se gli dicessi di considerarlo come un NEGRO che impressione darei sul mio modo di vedere gli stranieri. Cosa penserebbe di me una persona di colore?

Io non sono Gesù e mi dispiace fare questo confronto ma forse quelle parole significano altro.

In Corinzi si parla di un uomo che doveva essere ammonito per peccati compiuti ed é giusto, ma queste parole di Gesu non neccessariamente legano con quelle di S.Paolo.
EverLastingLife
00martedì 9 agosto 2011 16:27
Re: riflessione sul post del 29/03/2010 15.04 di SEABISCUIT
ENEL, 09/08/2011 16.13:

Cristo comanda di trattare certi uomini deviati proprio come i pubblicani.

Ma secondo quale modo?
Secondo quello di Cristo o degli ebrei?
Cristo non era razzista ma gli ebrei "SI".
Come poteva Cristo fare un paragonare con qualcosa di sbagliato come l'odio che provavano gli ebrei per gli stranieri?

Mi spiego meglio.

Se una persona che fa parte della mia chiesa mi chiedesse:"come devo considerare Hitler?" Se gli dicessi di considerarlo come un NEGRO che impressione darei sul mio modo di vedere gli stranieri. Cosa penserebbe di me una persona di colore?

Io non sono Gesù e mi dispiace fare questo confronto ma forse quelle parole significano altro.

In Corinzi si parla di un uomo che doveva essere ammonito per peccati compiuti ed é giusto, ma queste parole di Gesu non neccessariamente legano con quelle di S.Paolo.



Intanto prendo atto del fatto che, pur contestando la nostra visione ufficiale, non proponi alcuna alternativa. Le parole di Cristo, dici, significano altro, e cioè...?

Le parole di Gesù 'non necessariamente' legano con quelle di Paolo, che significa? Nessuna argomentazione.

Comunque, evidentemente Gesù istituì un parallelo con un atteggiamento comune fra gli ebrei suoi contemporanei. Non vuol dire che egli lo approvasse, come confermato dal fatto che lui stesso frequentò dei pubblicani (= esattori di tasse). Tuttavia non v'era dubbio che i giudei isolassero i pubblicani, considerandoli tutt'altro che persone oneste o raccomandabili. Gesù ricorse quindi a questo modello di comportamento per spiegare esattamente come i trasgressori (in particolare, quelli menzionati in Matteo 18 15 sgg.) andassero giudicati o trattati.

Ecco come rispondono le nostre pubblicazioni (il grassetto è mio):


km 8/02 p. 3 par. 2 Manifestiamo lealtà cristiana quando un parente viene disassociato

Gli ascoltatori di Gesù sapevano bene che a quel tempo gli ebrei non fraternizzavano con i gentili ed evitavano gli esattori di tasse considerandoli dei reietti. Pertanto, Gesù stava insegnando ai suoi seguaci a non stare in compagnia di chi era stato espulso.





w91 15/4 pp. 20-21 par. 3 Imitiamo oggi la misericordia di Dio

Essendo ebrei, gli apostoli capivano bene cosa significava trattare un peccatore "come un uomo delle nazioni e come un esattore di tasse". Gli ebrei evitavano la compagnia di persone delle nazioni, e disprezzavano gli ebrei che raccoglievano le tasse per Roma. (Giovanni 4:9; Atti 10:28) Gesù stava quindi raccomandando ai discepoli di smettere di frequentare un peccatore che fosse stato rigettato dalla congregazione



Questo il nostro punto di vista.

Chiudo (in pendenza di eventuale riapertura degli altri mod)

ELL / MOD
barnabino
00martedì 9 agosto 2011 16:31
Caro Enel,


Cristo non era razzista ma gli ebrei "SI"



Non mi risulta che quella dei pubbicani (esattori di tasse, per sua informazione) fosse un razza, né che gli ebrei fossero razzisti. Non era una questione principalmente di razza quella implicata nell'atteggiamento degli ebrei verso i "gentili" ed i "pubblicani".


Come poteva Cristo fare un paragonare con qualcosa di sbagliato come l'odio che provavano gli ebrei per gli stranieri?



Non capisco il problema, sinceramente... io posso benissimo fare un esempio utilizzando una situazione o atteggiamento noto senza per questo condividerlo.


Se gli dicessi di considerarlo come un NEGRO che impressione darei sul mio modo di vedere gli stranieri. Cosa penserebbe di me una persona di colore?



Quello era il modo comune di vedere i gentili ed i pubblicani che avevano le persone a cui Gesù si rivolgeva, non stava parlando a persone che potevano offendersi, d'altronde oggi usiamo espressioni tipo "faticare come un negro" o "fumare come un turco" senza aver alcuna intenzione offensiva verso le persone di colore o di origine mediorientale.


In Corinzi si parla di un uomo che doveva essere ammonito per peccati compiuti ed é giusto, ma queste parole di Gesu non neccessariamente legano con quelle di S.Paolo



Infatti si tratta di due situazioni differenti, questo non toglie che il principio è identico: chi non condivide o rinnega i principi della vita in comunità, deve essere espulso e non si deve neppure mangiare con lui, esattamente come dice di fare Gesù facendo riferimento a come venivano trattati i pubbicani dagli ebrei.

Shalom

barnabino
00martedì 9 agosto 2011 18:57
Ancora...

La nostra spiegazione non è contraddittoria, perché Gesù non stava dicendo se si dovesse o no mangiare con gli esattori di tasse o con i gentili, ma stava solo usando quell'abitudine (giusta o sbagliata fosse) nota ai suoi ascoltatori per spiegare come comportarsi con coloro che non ascoltavano la congregazione in caso di peccato.

Se non fosse così non si capisce il riferimento alle persone delle nazione e agli esattori di tasse se non al comportamento da tenere con chi non si convinceva di peccato, Gesù indica un cambiamento radicale nel modo di considerare la persona, se prima era trattato proprio come un "fratello" ora doveva essere considerato proprio "come un uomo delle nazioni e come un esattore di tasse".

Ti ricordo che anche i discepoli di Gesù, quando Gesù pronunciò quelle parole, evitavano di mangiare insieme ai gentili. A me pare più che evidente la relazione di queste parole di Gesù con la disciplina ecclesiastica poi rammentata da Paolo e Giovanni anche nella congregazione del I secolo, per cui non si doveva pranzare con un peccatore impenitente, se non ci fosse stato alcun cambiamento nel tipo di rapporti con il peccatore impenitente trattato esattamente come prima, tutti questi testi, e la pratica antichissima della scomunica, diventerebbero incomprensibili.

Si iscriva al forum e ne parliamo, ma l'impressione è che sia lei che non ha portato alcun argomento che abbia un minimo di serietà storica.

Shalom
Seabiscuit
00martedì 9 agosto 2011 19:11
la scrittura dice:

"“Inoltre, se il tuo fratello commette un peccato, va e metti a nudo la sua colpa fra te e lui solo. Se ti ascolta, hai guadagnato il tuo fratello. 16 Ma se non ascolta, prendi con te uno o due altri, affinché per bocca di due o tre testimoni sia stabilita ogni questione. 17 Se non li ascolta, parla alla congregazione. Se egli non ascolta neanche la congregazione, ti sia proprio come un uomo delle nazioni e come un esattore di tasse."

questo signore invece sta dicendo che Gesù prima consiglia di prendere un testimone, poi se non ascolta, di prenderne due, se non ascolta ancora, allora lo si porta dinanzi alla congregazione e se ancora non ascolta, allora Gesù gli dice: vabbè che ci volete fare, ci avete provato, adesso continuate a mangiarci e adivertirvi insieme [SM=x1408438]

ma possibile che non riescono a comprendere cose talmente elementari?
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