Per cambiare vita è necessario sapere che la fine è vicina?

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Saroj
10lunedì 11 luglio 2022 08:16
La Torre di Guardia di questo fine settimana diceva “Le persone devono sapere che la fine è vicina per poter cambiare vita e sopravvivere al “giorno dell’ira di Geova” (Sof. 2:2,3)”.
Una persona non potrebbe cambiare vita spinta da motivi più nobili, come per esempio l’apprezzamento per il sacrificio di riscatto o la gratitudine per tutte le cose belle che Geova ha creato, indipendentemente da quando verrà la fine?
Se uno ha una vita immorale il cambiamento lo dovrebbe fare comunque.
Essere spinti dal timore di non sopravvivere al giudizio imminente non è forse una motivazione più debole (che non ha relazione con i motivi profondi del cuore) e che con il tempo, vedendo che la fine non arriva, potrebbe affievolirsi?
(SimonLeBon)
00lunedì 11 luglio 2022 08:43
Re:
Saroj, 7/11/2022 8:16 AM:

La Torre di Guardia di questo fine settimana diceva “Le persone devono sapere che la fine è vicina per poter cambiare vita e sopravvivere al “giorno dell’ira di Geova” (Sof. 2:2,3)”.
Una persona non potrebbe cambiare vita spinta da motivi più nobili, come per esempio l’apprezzamento per il sacrificio di riscatto o la gratitudine per tutte le cose belle che Geova ha creato, indipendentemente da quando verrà la fine?
Se uno ha una vita immorale il cambiamento lo dovrebbe fare comunque.
Essere spinti dal timore di non sopravvivere al giudizio imminente non è forse una motivazione più debole (che non ha relazione con i motivi profondi del cuore) e che con il tempo, vedendo che la fine non arriva, potrebbe affievolirsi?



Caro Saroj,
la tua è una riflessione interessante quanto dovuta.
Ovviamente il messaggio del Cristo risuona da ormai 2000 anni ed è sempre valido, inalterato.
La nostra stessa organizzazione dei tdG lo ha proclamato per circa 140 anni, sempre con... urgenza!

L'urgenza dei tempi fa un po' parte, trasuda dagli scritti del NT e noi tdG la trasmettiamo nello stesso spirito.
D'altra parte, gli anni passano per tutti e giustamente non si puo' vivere sempre e continuamente con l'acceleratore spinto al massimo, servono pause e ritmi piu' sostenibili.
Una terza considerazione, qualche volta l'uomo ha bisogno di un senso si urgenza, altrimenti ha la tendenza naturale non solo a prendersela comoda, ma anche a posticipare decisioni e azioni.

Buona giornata.

Simon
Chameleon.
00lunedì 11 luglio 2022 10:15
Re:
Saroj, 11/07/2022 08:16:

La Torre di Guardia di questo fine settimana diceva “Le persone devono sapere che la fine è vicina per poter cambiare vita e sopravvivere al “giorno dell’ira di Geova” (Sof. 2:2,3)”.
Una persona non potrebbe cambiare vita spinta da motivi più nobili, come per esempio l’apprezzamento per il sacrificio di riscatto o la gratitudine per tutte le cose belle che Geova ha creato, indipendentemente da quando verrà la fine?
Se uno ha una vita immorale il cambiamento lo dovrebbe fare comunque.
Essere spinti dal timore di non sopravvivere al giudizio imminente non è forse una motivazione più debole (che non ha relazione con i motivi profondi del cuore) e che con il tempo, vedendo che la fine non arriva, potrebbe affievolirsi?




Infatti sono d'accordo con questa riflessione. Anche perché finora, in 2000 anni, tutti quelli che aspettavano la fine imminente sono rimasti "a bocca asciutta" (ne ho conosciute di storie, di chi sperava che la fine venisse prima che la sua malattia mettesse fine alla sua vita, altri speravano di tirare avanti ad operazioni calcolando "qualche anno", qualche anziano d'età morto ormai 10-15 anni fa negli ultimi mesi diceva "io speravo di entrare vivo nel Nuovo Mondo e invece..."), mentre gli altri hanno fatto la loro vita, talvolta lunga e divertente, senza i sacrifici dell'etica cristiana: qualcuno talvolta vive quasi auspicando il male e la distruzione a chi ha fatto un'altra scelta, ma non deve sfiorarci neanche il pensiero.

Io faccio sempre l'esempio del caos in classe e della classe che si calma solo quando sa che il preside è a pochi metri: ma ci sono anche bambini maturi e classi mature che si comportano bene anche se il preside è all'estero e sanno che non arriverà a breve.
Non dovrebbe il cristiano dare l'esempio comportandosi come quei bambini maturi e non come quelli che si mettono in riga solo con lo spauracchio dell'autorità?
Giandujotta.50
00lunedì 11 luglio 2022 10:23
Cham, se non si ha una meta, un obiettivo da raggiungere, difficilmente si riesce a cambiare vita..
vale per tante cose come ad esempio smettere di fumare o portare a termine una dieta..
o conseguire una specializzazione per eccellere nel proprio lavoro...

molti tdG non hanno bisogno di cambiare vita, perchè già l'hanno cambiata all'inizio del loro percorso cristiano, ma se non tiene a mente il Regno, è facile tornare alle vecchie abitudini...
"Atteneniamoci a ciò che è buono" dice Romani... ma se pensiamo che il Regno sia molto lontano, resta piu difficile non farsi coinvolgere dalle abitudini della società che non aspetta affatto il regno: della serie "mangiamo e beviamo poichè domani moriremo" canzonava Paolo... ed è piu facile che succeda questo...
Chameleon.
00lunedì 11 luglio 2022 10:47


Non saprei, ci sono molti non tdG che hanno la nostra stessa etica o addirittura anche non credenti.
Trovo che sia facile tornare alle vecchie abitudini solo per chi appunto non è realmente cambiato ma sta sostanzialmente recitando una parte per ottenere un premio (la promozione, un regalo etc.)...questo è un mio pensiero da educatore, basandomi sulla mia esperienza.

D'altronde, una volta giunto il Regno, non verrà meno quell'obiettivo? Chi fino a quel momento ha tirato avanti per quello, dovrà comunque trovare un'altra motivazione, perché non sarà abituato a reggere senza quella motivazione.
Ma se invece avrà normalizzato la sua scelta come indipendente da tutto, non sarà in balìa di paure varie e non gli importerà che la fine venga domani o tra 1000 anni, perché avrà scelto a prescindere.
Quindi instillare la paura per una fine imminente che sia causa di un cambiamento non induce a un cambiamento reale, a mio avviso.
Giandujotta.50
00lunedì 11 luglio 2022 11:11

Eppure un pungolo del genere non lo abbiamo inventato in questi ultimi secoli...
vedi Matteo 3:1 😉
Cmq tu sei un ragazzo dalla volontà ferrea, se decidi una cosa quella è e resta.
ma non tutti sono come te...alcuni hanno bisogno della carota per cambiare.. 😊
Amalia 52
00lunedì 11 luglio 2022 14:37
I fratelli di Gesu' ebbero anni di opportunità per credere che Gesu' era veramente il figlio di Dio.Vivevano nella stessa casa fino a quando Gesu' intrapese il suo ministero e scelse i suoi discepoli,eppure la scrittura di Giovanni 7:5 dice “Infatti, i suoi fratelli non esercitavano fede in lui”,

Maria avrà sicuramente riferito loro quello che le era stato detto dall’angelo, cioè che Gesù era il “Figlio di Dio”. (Luca 1:35) Eppure per Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda, Gesù rimaneva solo il loro fratello maggiore.

Solo dopo la sua morte e risurrezione a quanto pare i suoi fratelli cominciarono a riporre fede in lui,poiché facevano parte del gruppo che si radunava a Gerusalemme prima della Pentecoste del 33 E.V. e pregavano con fervore insieme agli apostoli. (Atti 1:14)

Anche oggi ci sono molte persone che hanno capito cosa fare per avere la salvezza,ma qualcosa li trattiene dal fare i passi necessari per essere discepoli di Cristo.Geova concede loro ancora del tempo,ma poi quando scoppierà la grande tribolazione capiranno che il tempo di decidere da che parte stare sta per scadere.Nel libro che abbiamo studiato lo scorso anno delle profezie di Ezechiele,c'è una bella figura che mostra fin dove potrà arrivare la salvezza di Geova.


monseppe2
00lunedì 11 luglio 2022 18:25
Re:
Saroj, 11/07/2022 08:16:

La Torre di Guardia di questo fine settimana diceva “Le persone devono sapere che la fine è vicina per poter cambiare vita e sopravvivere al “giorno dell’ira di Geova” (Sof. 2:2,3)”.
Una persona non potrebbe cambiare vita spinta da motivi più nobili, come per esempio l’apprezzamento per il sacrificio di riscatto o la gratitudine per tutte le cose belle che Geova ha creato, indipendentemente da quando verrà la fine?
Se uno ha una vita immorale il cambiamento lo dovrebbe fare comunque.
Essere spinti dal timore di non sopravvivere al giudizio imminente non è forse una motivazione più debole (che non ha relazione con i motivi profondi del cuore) e che con il tempo, vedendo che la fine non arriva, potrebbe affievolirsi?




Sapere l'imminenza di un evento, tanto importante da causare un cambiamento sia globale sia epocale, se è possibile conoscerne tale vicina occorrenza, è utile e preziosa.

Se mediante le previsioni del tempo (attendibili) ci aspetta un inverno rigido e tempestoso, saperlo in anticipo ci consente di fare i preparativi per affrontarlo (soldi di riscaldamento, cibo, e quant'altro).

Il messaggio che portiamo riguarda, oggi, il mondo intero. Quanto tempo abbiamo ancora perché sia fatto conoscere in modo che Geova ne sia rivendicato come un "annunciato" re di un regno, che risolverà problemi che da millenni affliggono il genere umano?

Di fatto, pare, che Geova ci abbia già concesso un tempo molto maggiore di quanto per diversi momenti specifici momenti sembrava che fosse agli sgoccioli.

Quei "momenti", hanno tenuto attivo il nostro agire, mentre ogni cosa che Geova aveva in mente che si dovesse adempiere si adempisse.

Gli eventi che stiamo vedendo in questi pochi ultimi anni, danno un forte sentore che stavolta, le cose potrebbero andare diversamente; ovvero, che non ci saranno falsi allarmi, come in passato.

Fare tutto il possibile per collaborare con le istruzioni della schiavo [o CD], lo vedo oggi molto più importante che non in tempi passati.
Soprattutto, se abbiamo qualcosa da mettere a posto fra noi e Geova, sarebbe saggio fare tutto il possibile ora, per non essere trovati nel suo disfavore.


Per cambiare vita è necessario sapere che la fine è vicina?



io direi... oggi più che mai, sì, ritengo che sia necessario essere consapevoli che si sia o si stia giungendo nel limite massimo o finale del tempo della "fine di questo sistema di cose malvagio".

Come ormai (nel mio caso), da 52 anni, continuare a cercare di essere "sempre" pronto, come fossi sempre nella parte finale degli ultimi giorni, è forte incentivo per perseverare e non venire meno, per l'angoscia e per l'aspettazione di ciò che sta per venire su tutto il genere umano.

Ciao

monseppe2

Saroj
00lunedì 11 luglio 2022 22:39
Re: carota o bastone?
Giandujotta.50, 11/07/2022 11:11:


alcuni hanno bisogno della carota per cambiare.



La frase detta così però non sembra una carota… sembra un bastone, cioè non mette in risalto il premio per chi non cambia ma la punizione per chi non lo fa. Infatti dice “cambiare vita e sopravvivere al “giorno dell’ira di Geova”.
verderame.1958
10martedì 12 luglio 2022 09:29
Re: Re: carota o bastone?
Saroj, 11/07/2022 22:39:



La frase detta così però non sembra una carota… sembra un bastone, cioè non mette in risalto il premio per chi non cambia ma la punizione per chi non lo fa. Infatti dice “cambiare vita e sopravvivere al “giorno dell’ira di Geova”.



Il bastone e la carota vanno sempre a braccetto....😎
(SimonLeBon)
10martedì 12 luglio 2022 22:13
Re: Re: carota o bastone?
Saroj, 7/11/2022 10:39 PM:



La frase detta così però non sembra una carota… sembra un bastone, cioè non mette in risalto il premio per chi non cambia ma la punizione per chi non lo fa. Infatti dice “cambiare vita e sopravvivere al “giorno dell’ira di Geova”.



Caro Saroj,
Gesu' quando ci si metteva non usava parole dolci.

Il "giorno dell'ira" in realtà sarà un giorno del giudizio e chi avrà fatto il bene non avrà nulla da temere.

L'accento è sempre sulle benedizioni, poi l'uomo è sempre uomo (o donna) e reagisce con le sue logiche... illogiche.
Dalle espressioni e dalle parabole del Cristo comunque sembra chiaro che non si tratterà di una festa a tarallucci e vino.

Simon
M71
00martedì 12 luglio 2022 23:15
Il rischio è quello di avere una visione troppo "cattolica" di Dio, che o punisce o benedice.
Ma Dio non è solo così: è amore, è perdono, è benignità, è pazienza, è tolleranza (altrimenti non saprei spiegarmi l'esistenza altalenante di Davide). È anche giustizia, certo, ma come dice Paolo: "indipendentemente dalla legge, la giustizia di Dio è stata resa manifesta, . . . come gratuito dono [i peccatori] son dichiarati giusti per sua immeritata benignità tramite la liberazione mediante il riscatto pagato da Cristo Gesù".
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