Presenza invisibile?

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: [1], 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12
Lucia
00giovedì 23 febbraio 2023 14:32
Buongiorno, sto leggendo un libro incentrato sui tdg, è mi ha colpito quello che ho letto in una pagina:

Interrogata al riguardo, la Società Torre di Guardia fu costretta ad ammettere che i discepoli « non pensavano che (Cristo) avrebbe governato come glorioso spirito dai cieli e perciò non sapevano che la sua seconda presenza sarebbe stata invisibile » [La Torre di Guardia del 15 settembre 1965, pp. 574, 575 e La Torre di Guardia del I luglio 1974, p. 402, par. 6 ] Ma se i discepoli non pensavano che nel futuro Cristo sarebbe stato invisibilmente presente, come avrebbero potuto chiedere un segno della sua presenza invisibile?

Che risposta date alla domanda sensata posta dall autore? Grazie.
Giandujotta.50
00giovedì 23 febbraio 2023 17:19
perchè "costretta" ad ammettere? [SM=g27987]

Che i primi discepoli di Gesù non avessero capito pienamente la portata delle parole di Gesù lo si legge nella bibbia!
Per esempio quando chiesero a Gesù: “Quale sarà il segno della tua presenza?” non sapevano che la sua futura presenza sarebbe stata invisibile. (Matt. 24:3) Anche dopo la sua risurrezione, chiesero: “Signore, ristabilirai in questo tempo il regno d’Israele?” (Atti 1:6) oppure quando chiesero: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro" (Matt 11:3)
Ed è normale che non avessero capito dal momento che non avevano ancora ricevuto lo Spirito Santo

Ma ripeto: perchè "costretti ad ammettere"

La medesima cosa succede oggi nel mondo...tanti cristiani a pregare "Venga il tuo Regno" ma tutti pronti a sperare di andare in quel regno...

ma ripeto: perchè "costretti" ad ammettere?
per favore spiega questo punto.
grazie.
Scibbolet
00giovedì 23 febbraio 2023 17:56
La domanda posta dal lettore era la seguente:
● In Matteo 24:3, quando i discepoli interrogarono Gesù in merito al “segno” della sua presenza, che cosa avevano in mente, dato che successivi avvenimenti mostrano che a quel tempo essi non compresero che sarebbe stata una presenza invisibile?

La risposta si può leggere qui: wol.jw.org/it/wol/d/r6/lp-i/1965251

Non vedo nessuna costrizione ad ammettere qualcosa. Nella rubrica domande dai lettori, qualcuno fa una domanda e qualcuno risponde

Resta il fatto che i discepoli non hanno chiesto un segno della sua presenza “invisibile”, ma semplicemente
“Quale sarà il segno della tua presenza?” Punto.

I versetti dicono: Mentre sedeva sul Monte degli Ulivi, i discepoli gli si avvicinarono in privato e gli chiesero: “Dicci: quando avverranno queste cose, e quale sarà il segno della tua presenza e della conclusione del sistema di cose?” Matteo 24:3

Allora gli chiesero: “Maestro, quando avverranno dunque queste cose? E quale sarà il segno del tempo in cui queste cose dovranno accadere?” Luca 21:7

“Dicci: quando avverranno queste cose, e quale sarà il segno del tempo in cui tutte queste cose dovranno giungere alla conclusione? Marco 13:4
silvio.51
00giovedì 23 febbraio 2023 18:24
Re:
Lucia, 23/02/2023 14:32:

Buongiorno, sto leggendo un libro incentrato sui tdg, è mi ha colpito quello che ho letto in una pagina:

Interrogata al riguardo, la Società Torre di Guardia fu costretta ad ammettere che i discepoli « non pensavano che (Cristo) avrebbe governato come glorioso spirito dai cieli e perciò non sapevano che la sua seconda presenza sarebbe stata invisibile » [La Torre di Guardia del 15 settembre 1965, pp. 574, 575 e La Torre di Guardia del I luglio 1974, p. 402, par. 6 ] Ma se i discepoli non pensavano che nel futuro Cristo sarebbe stato invisibilmente presente, come avrebbero potuto chiedere un segno della sua presenza invisibile?

Che risposta date alla domanda sensata posta dall autore? Grazie.



Salve Lucia, la domanda è così sensata che l'unica risposta sensata è: i discepoli non hanno potuto usare il termine parusia riferendosi ad una presenza invisibile!

Buona serata.
(SimonLeBon)
00giovedì 23 febbraio 2023 19:08
Re: Re:
silvio.51, 2/23/2023 6:24 PM:



Salve Lucia, la domanda è così sensata che l'unica risposta sensata è: i discepoli non hanno potuto usare il termine parusia riferendosi ad una presenza invisibile!

Buona serata.



No, infatti, i discepoli si aspettavano il ritorno di Gesù li in terra, per distruggere i dominatori romani.

Simon
Antonio
00venerdì 24 febbraio 2023 10:48
Re:
Scibbolet, 23/02/2023 17:56:

La domanda posta dal lettore era la seguente:
In Matteo 24:3, quando i discepoli interrogarono Gesù in merito al segno della sua presenza, che cosa avevano in mente, dato che successivi avvenimenti mostrano che a quel tempo essi non compresero che sarebbe stata una presenza invisibile?

La risposta si può leggere qui: wol.jw.org/it/wol/d/r6/lp-i/1965251

Non vedo nessuna costrizione ad ammettere qualcosa. Nella rubrica domande dai lettori, qualcuno fa una domanda e qualcuno risponde

Resta il fatto che i discepoli non hanno chiesto un segno della sua presenza invisibile , ma semplicemente
Quale sarà il segno della tua presenza? Punto.

I versetti dicono: Mentre sedeva sul Monte degli Ulivi, i discepoli gli si avvicinarono in privato e gli chiesero: Dicci: quando avverranno queste cose, e quale sarà il segno della tua presenza e della conclusione del sistema di cose? Matteo 24:3

Allora gli chiesero: Maestro, quando avverranno dunque queste cose? E quale sarà il segno del tempo in cui queste cose dovranno accadere? Luca 21:7

Dicci: quando avverranno queste cose, e quale sarà il segno del tempo in cui tutte queste cose dovranno giungere alla conclusione? Marco 13:4



Cosa vuol dire presenza invisibile?
silvio.51
00venerdì 24 febbraio 2023 18:47
Buonasera Lucia, ti invito a leggere questo eccellente commento su Matteo 24:3:

“Quale sarà il segno della tua venuta...” Questa domanda dei discepoli fu posta a motivo dell'affermazione di Gesù che non una pietra in tutti gli edifici intorno a loro sarebbe stata lasciata (Matteo 24:2). La “venuta” di Cristo di cui i discepoli hanno chiesto in questo versetto, è fraintesa dalla maggior parte dei cristiani. Mentre studiamo il versetto, vedremo che gli Apostoli non stavano parlando della “venuta” di Gesù dal cielo sulla terra, ma parlavano di lui che veniva semplicemente a Gerusalemme e la conquistava.
È importante comprendere correttamente sia la domanda degli apostoli sia la risposta di Gesù. È di aiuto ricordare che gli Apostoli fecero questa domanda durante l'ultima settimana della vita di Gesù qui sulla terra, e anche se erano stati con lui per molto tempo, c'erano molte cose che ancora non capivano. Ad esempio, gli Apostoli non hanno pensato alla “venuta” di Gesù nel modo in cui lo facciamo noi oggi. Pertanto, dobbiamo stare attenti a non leggere la nostra comprensione della venuta di Cristo nelle menti degli Apostoli e dei discepoli.
Gli Apostoli non pensavano che la “venuta” di Gesù fosse una “venuta dal cielo”. Per comprenderlo appieno, è utile sapere che la parola tradotta “venuta” (coming) è parousia (# 3952 παρουσία; pronunciato par-oo-see'-ah), una parola greca abbastanza comune con diversi significati, incluso il riferimento a un re o a una “venuta” ufficiale, a un “arrivo”, alla “presenza” della persona dopo il suo arrivo, o a una “visita” nel senso biblico di visitare portando benedizione o giudizio. La visita di un re, ad esempio, era definita parousia.
Il lessico greco-inglese BDAG afferma che parousia era “il termine ufficiale per la visita di una persona di alto rango, spec. di re e imperatori che visitavano una provincia.” Robert Mounce scrive che la parousia “è ampiamente usata nei testi non biblici per l'arrivo di una persona di alto livello.” (New International Biblical Commentary). Ann Nyland scrive che l'imperatore Nerone voleva presenti quante più persone possibili nella sua parusia a Corinto. (The Source New Testament; nota per Matt. 24:3). Le visite dei dignitari erano costose, quindi il costo della “visita” era spesso pagato con tasse speciali che venivano riscosse, rendendo la parusia di un alto funzionario un evento gravoso per molte persone. Una parousia era un evento pubblico, perché re e dignitari arrivavano con grande pompa e sfarzo. Quindi, quando gli Apostoli chiesero a Gesù della sua parusia, capirono che quando sarebbe venuto in giudizio e per istituire il suo regno, essa sarebbe stata qualcosa che tutti avrebbero visto. Non sarebbe stato un evento privato o nascosto alla vista del pubblico.
Anche dopo che i cristiani hanno iniziato a usare la parusia come termine tecnico per la “venuta” di Cristo dal cielo, cosa che hanno fatto dopo che Gesù è salito in cielo, non ha mai perso il suo significato ordinario dell'arrivo o della presenza personale di qualcuno importante. Quindi, per esempio, Paolo si riferisce alla “venuta” (parousia) di Stéfana (1 Cor. 16:17) e alla “venuta” (parousia) di Tito. (2 Cor. 7:6-7). Paolo usa anche parusia per riferirsi alla propria “venuta” per visitare le persone (Fil. 1:26; 2:12), e in 2 Tessalonicesi 2:9 si riferisce alla “venuta” (parousia) dell'anticristo. Poi Paolo usa pure un altro significato di parousia, cioè quello di “presenza personale”, in 2 Corinzi 10:10.
Conoscere i molti significati della parusia ci aiuta a capire che solo perché gli Apostoli hanno chiesto “quale sarà il segno della tua venuta”, ciò non significa che sapessero che sarebbe sceso dal cielo. Non sapevano nemmeno che sarebbe morto, quindi certamente non capivano le cose che gli sarebbero successe dopo la sua morte; cioè la sua risurrezione, l'ascensione al cielo e il suo ritorno sulla terra dal cielo.

Gli Apostoli non potevano sapere della venuta di Gesù dal cielo quando glielo chiesero come riportato in Matteo 24:3, perché non lo sapevano un paio di giorni dopo nell'Ultima Cena (quasi un quarto del Vangelo di Giovanni viene ripreso dall'Ultima Cena; capitoli 13-17). A quell'ultimo pasto prima del suo arresto, in un lungo insegnamento e preghiera, Gesù disse agli Apostoli che sarebbe andato dal Padre. Ma gli Apostoli non capirono cosa stava dicendo loro. Dissero tra loro: “Non capiamo cosa sta dicendo.” (Giovanni 16:18; vedere il commento su Giovanni 16:31).
Poiché gli Apostoli non sapevano che Gesù sarebbe morto, risuscitato, asceso o tornato sulla terra dal cielo, cosa intendevano con la domanda: “Quale sarà il segno della tua venuta...”? Per rispondere a questa domanda è fondamentale ricordare che Gesù stava parlando della città di Gerusalemme e che sarebbe stata distrutta. (Matteo 24:1-2). Sebbene Gerusalemme fosse controllata dai Romani, gli Apostoli sapevano che sarebbe stata conquistata dal Messia e che avrebbe governato la terra da lì. (Isa. 2:1-3; Ger. 3:17; Michea 4:1-2; Zacc. 2:12). Quindi quando Gesù parlò della distruzione del Tempio, era naturale che gli Apostoli chiedessero quando sarebbe successo.
Gesù stava per “venire” a Gerusalemme, porre fine alla “presente èra malvagia” e iniziare la nuova èra. La Nuova Gerusalemme, il nuovo Tempio e la divisione della terra di Israele quando Gesù governa la terra sono descritti nei capitoli 40-48 di Ezechiele. L'essenza della domanda degli Apostoli era: “Dicci quando verrai a Gerusalemme in giudizio e porrai fine a quest'epoca?” È possibile che gli Apostoli pensassero che Gesù sarebbe tornato in Galilea per un po' di tempo prima di venire in giudizio. Oppure, poiché Isaia disse che il Messia sarebbe venuto da Edom, tutto schizzato di sangue (Isa. 63:1-4), essi avrebbero potuto pensare che avesse bisogno di lasciare Gerusalemme e iniziare la sua conquista della terra da un altro posto.
Ciò che gli Apostoli stavano chiedendo era: “Quando verrai a Gerusalemme per conquistarla e giudicarla e porre fine a questa epoca malvagia attuale?” Roger Hahn scrive: “Il fatto che collegassero insieme l'avvento del Messia e la fine dei tempi, rifletteva la loro accettazione della comprensione ebraica generale dell'escatologia. La maggior parte degli ebrei credeva che la storia umana fosse divisa in due grandi epoche: quella attuale, quella malvagia e quella gloriosa avvenire. … Le epoche si sarebbero sovrapposte durante la vita del Messia.” (Matthew: A Commentary for Bible Students). Purtroppo, l'idea preconcetta degli Apostoli ricevuta dalla loro educazione ebraica, secondo cui quando sarebbe arrivato il Messia, l'era attuale sarebbe finita e sarebbe iniziata la nuova era, era la cosa principale che ha impedito loro di capire quello che Gesù stava chiaramente dicendo loro da mesi sulla sua morte e risurrezione. Quell'insegnamento non si adattava a ciò che era stato loro insegnato e quindi non lo capivano. Allo stesso modo, non potevano comprendere che Gesù sarebbe andato via in cielo senza inaugurare l'Età messianica. Gli era stato insegnato fin da bambini che quando sarebbe arrivato il Messia li avrebbe introdotti nell'Età Messianica, ma quell'insegnamento errato era il motivo per cui, durante l'Ultima Cena, non capivano di cosa stava parlando Gesù quando disse loro che stava per andare dal Padre (Giovanni 14-16).

Gesù non ha cercato di correggere direttamente l'incomprensione degli Apostoli sulla sua parusia. W. C. Allen osserva correttamente che nel rispondergli Gesù “trascura il fatto che i discepoli, secondo la narrazione evangelica, non avevano la necessaria comprensione del futuro per una domanda sulla venuta di Cristo.” (International Critical Commentary). Invece, ha risposto alla domanda degli Apostoli in modo semplice, rendendosi conto che in seguito sarebbero stati in grado di ricordare e comprendere quelle cose che allora non capirono. Dopo l'ascensione di Gesù al cielo, la natura della sua parusia divenne chiara, proprio come ciò che Gesù aveva detto sulla sua morte e risurrezione divenne chiaro dopo la sua risurrezione. Con il senno di poi è sempre tutto facile, soprattutto se ricordiamo che le persone ci hanno detto in anticipo cosa sarebbe successo.
Il libro degli Atti ci fornisce ulteriori prove del fatto che gli Apostoli non capirono che Gesù doveva ascendere in cielo fino a quando ciò non avvenne. Nei giorni tra la risurrezione e l'ascensione di Gesù, i discepoli gli chiesero: “Signore, in questo momento ripristinerai il regno in Israele?” (Atti 1:6). La loro domanda era logica perché Gesù aveva appena parlato loro della venuta dello spirito santo (Atti 1:5), e i discepoli sapevano che le profezie dell'Antico Testamento collegavano il versamento del dono dello spirito santo all'età messianica. (cfr. Isaia 32:15-18; Gioele 2:28-3:17). Quindi quando Gesù disse loro che il dono dello spirito santo sarebbe stato versato, era naturale per loro supporre che il Regno messianico fosse vicino. Ma per loro pensare che Gesù potesse restaurare il Regno in Israele in quel momento significava che non si aspettavano che lui andasse in cielo e che trascorresse del tempo lì. Se i discepoli avessero saputo che Gesù sarebbe salito in cielo e che sarebbe stato lì per un po', non gli avrebbero mai chiesto se avrebbe restaurato il Regno in Israele in quel momento. (vedi il commento in Atti 1:6).
Spostiamo ora la nostra attenzione dalla “venuta” di Cristo allo scopo del Vangelo di Matteo e studiamo la parola parousia da quella prospettiva. Ciascuno dei quattro Vangeli presenta una diversa immagine del Messia. Matteo mostra Gesù come il Re, Marco come il Servo, Luca come Uomo e Giovanni come Figlio di Dio (vedi il commento su Marco 1:1; “il Vangelo di Gesù Cristo”). Alla luce di ciò, è degno di nota che l'unico Vangelo che usa la parola parousia sia Matteo (Matteo 24:3, 27, 37, 39), il Vangelo che raffigura Cristo come un Re. In Matteo, la “venuta” di Cristo è una parusia. Al contrario, la “venuta” di Gesù in Marco è indicata con la parola erchomai (# 2064 ἔρχομαι), la parola greca standard per andare o venire, usata più di seicento volte nel Nuovo Testamento. Poiché Marco interpreta Cristo come un servitore, ha senso che Marco non usi la parola parousia. Allo stesso modo, Luca ritrae Gesù come un uomo, un essere umano, e anche Luca usa la parola erchomai per la venuta di Cristo. I re avevano una parusia, i servi e gli “uomini” no. Il Vangelo di Giovanni, che ritrae Gesù come il Figlio di Dio, poteva usare in modo appropriato la parola parusia per la venuta di Gesù, ma esso non contiene l'insegnamento di Gesù sulla fine dei tempi come fanno Matteo, Marco e Luca. Quindi da uno studio dei Quattro Vangeli e una comprensione della parola parousia, possiamo vedere che l'uso della parousia in Matteo supporta la sua rappresentazione specifica di Gesù come del Re. ( www.revisedenglishversion.com/Matthew/chapter24/3).

Seabiscuit
00venerdì 24 febbraio 2023 20:09
Don't feed the Troll (Antonio)
(SimonLeBon)
00venerdì 24 febbraio 2023 22:41
Re:
silvio.51, 2/24/2023 6:47 PM:

Buonasera Lucia, ti invito a leggere questo eccellente commento su Matteo 24:3:

“Quale sarà il segno della tua venuta...” Questa domanda dei discepoli fu posta a motivo dell'affermazione di Gesù che non una pietra in tutti gli edifici intorno a loro sarebbe stata lasciata (Matteo 24:2). La “venuta” di Cristo di cui i discepoli hanno chiesto in questo versetto, è fraintesa dalla maggior parte dei cristiani. Mentre studiamo il versetto, vedremo che gli Apostoli non stavano parlando della “venuta” di Gesù dal cielo sulla terra, ma parlavano di lui che veniva semplicemente a Gerusalemme e la conquistava.

...




Perchè io cosa avevo detto?
Solo che poi se ricordi al Silvio che ci fu il segno della venuta del Cristo a quel tempo, lui improvvisamente non è più d'accordo!


Simon
silvio.51
00venerdì 24 febbraio 2023 23:02
Re: Re:
(SimonLeBon), 24/02/2023 22:41:




Solo che poi se ricordi al Silvio che ci fu il segno della venuta del Cristo a quel tempo, lui improvvisamente non è più d'accordo!


Simon



La tua organizzazione invece concorda con te?
(SimonLeBon)
00sabato 25 febbraio 2023 07:32
Re:
silvio.51, 2/24/2023 11:02 PM:



La tua organizzazione invece concorda con te?



Perchè è un tuo problema? Vuoi tanto bene ai tdG?


Simon
silvio.51
00sabato 25 febbraio 2023 09:23
Re: Re:
(SimonLeBon), 25/02/2023 07:32:



Perchè è un tuo problema? Vuoi tanto bene ai tdG?


Simon



Più che un mio problema è un tuo problema!
Sei un Tdg atipico, dato che cerchi di confutare il pensiero degli altri confutando indirettamente quello che insegna la tua organizzazione. Questo dice tanto di te!


Seabiscuit
00sabato 25 febbraio 2023 10:00
Re: Re: Re:
silvio.51, 25.02.2023 09:23:



Questo dice tanto di te!






È vero, dice di lui che è una creatura pensante
claudio2018
00sabato 25 febbraio 2023 10:20
silvio.51, 24/02/2023 18:47:

Buonasera Lucia, ti invito a leggere questo eccellente commento su Matteo 24:3:

“Quale sarà il segno della tua venuta...” Questa domanda dei discepoli fu posta a motivo dell'affermazione di Gesù che non una pietra in tutti gli edifici intorno a loro sarebbe stata lasciata (Matteo 24:2). La “venuta” di Cristo di cui i discepoli hanno chiesto in questo versetto, è fraintesa dalla maggior parte dei cristiani. Mentre studiamo il versetto, vedremo che gli Apostoli non stavano parlando della “venuta” di Gesù dal cielo sulla terra, ma parlavano di lui che veniva semplicemente a Gerusalemme e la conquistava.
È importante comprendere correttamente sia la domanda degli apostoli sia la risposta di Gesù. È di aiuto ricordare che gli Apostoli fecero questa domanda durante l'ultima settimana della vita di Gesù qui sulla terra, e anche se erano stati con lui per molto tempo, c'erano molte cose che ancora non capivano. Ad esempio, gli Apostoli non hanno pensato alla “venuta” di Gesù nel modo in cui lo facciamo noi oggi. Pertanto, dobbiamo stare attenti a non leggere la nostra comprensione della venuta di Cristo nelle menti degli Apostoli e dei discepoli.
Gli Apostoli non pensavano che la “venuta” di Gesù fosse una “venuta dal cielo”. Per comprenderlo appieno, è utile sapere che la parola tradotta “venuta” (coming) è parousia (# 3952 παρουσία; pronunciato par-oo-see'-ah), una parola greca abbastanza comune con diversi significati, incluso il riferimento a un re o a una “venuta” ufficiale, a un “arrivo”, alla “presenza” della persona dopo il suo arrivo, o a una “visita” nel senso biblico di visitare portando benedizione o giudizio. La visita di un re, ad esempio, era definita parousia.
Il lessico greco-inglese BDAG afferma che parousia era “il termine ufficiale per la visita di una persona di alto rango, spec. di re e imperatori che visitavano una provincia.” Robert Mounce scrive che la parousia “è ampiamente usata nei testi non biblici per l'arrivo di una persona di alto livello.” (New International Biblical Commentary). Ann Nyland scrive che l'imperatore Nerone voleva presenti quante più persone possibili nella sua parusia a Corinto. (The Source New Testament; nota per Matt. 24:3). Le visite dei dignitari erano costose, quindi il costo della “visita” era spesso pagato con tasse speciali che venivano riscosse, rendendo la parusia di un alto funzionario un evento gravoso per molte persone. Una parousia era un evento pubblico, perché re e dignitari arrivavano con grande pompa e sfarzo. Quindi, quando gli Apostoli chiesero a Gesù della sua parusia, capirono che quando sarebbe venuto in giudizio e per istituire il suo regno, essa sarebbe stata qualcosa che tutti avrebbero visto. Non sarebbe stato un evento privato o nascosto alla vista del pubblico.
Anche dopo che i cristiani hanno iniziato a usare la parusia come termine tecnico per la “venuta” di Cristo dal cielo, cosa che hanno fatto dopo che Gesù è salito in cielo, non ha mai perso il suo significato ordinario dell'arrivo o della presenza personale di qualcuno importante. Quindi, per esempio, Paolo si riferisce alla “venuta” (parousia) di Stéfana (1 Cor. 16:17) e alla “venuta” (parousia) di Tito. (2 Cor. 7:6-7). Paolo usa anche parusia per riferirsi alla propria “venuta” per visitare le persone (Fil. 1:26; 2:12), e in 2 Tessalonicesi 2:9 si riferisce alla “venuta” (parousia) dell'anticristo. Poi Paolo usa pure un altro significato di parousia, cioè quello di “presenza personale”, in 2 Corinzi 10:10.
Conoscere i molti significati della parusia ci aiuta a capire che solo perché gli Apostoli hanno chiesto “quale sarà il segno della tua venuta”, ciò non significa che sapessero che sarebbe sceso dal cielo. Non sapevano nemmeno che sarebbe morto, quindi certamente non capivano le cose che gli sarebbero successe dopo la sua morte; cioè la sua risurrezione, l'ascensione al cielo e il suo ritorno sulla terra dal cielo.

Gli Apostoli non potevano sapere della venuta di Gesù dal cielo quando glielo chiesero come riportato in Matteo 24:3, perché non lo sapevano un paio di giorni dopo nell'Ultima Cena (quasi un quarto del Vangelo di Giovanni viene ripreso dall'Ultima Cena; capitoli 13-17). A quell'ultimo pasto prima del suo arresto, in un lungo insegnamento e preghiera, Gesù disse agli Apostoli che sarebbe andato dal Padre. Ma gli Apostoli non capirono cosa stava dicendo loro. Dissero tra loro: “Non capiamo cosa sta dicendo.” (Giovanni 16:18; vedere il commento su Giovanni 16:31).
Poiché gli Apostoli non sapevano che Gesù sarebbe morto, risuscitato, asceso o tornato sulla terra dal cielo, cosa intendevano con la domanda: “Quale sarà il segno della tua venuta...”? Per rispondere a questa domanda è fondamentale ricordare che Gesù stava parlando della città di Gerusalemme e che sarebbe stata distrutta. (Matteo 24:1-2). Sebbene Gerusalemme fosse controllata dai Romani, gli Apostoli sapevano che sarebbe stata conquistata dal Messia e che avrebbe governato la terra da lì. (Isa. 2:1-3; Ger. 3:17; Michea 4:1-2; Zacc. 2:12). Quindi quando Gesù parlò della distruzione del Tempio, era naturale che gli Apostoli chiedessero quando sarebbe successo.
Gesù stava per “venire” a Gerusalemme, porre fine alla “presente èra malvagia” e iniziare la nuova èra. La Nuova Gerusalemme, il nuovo Tempio e la divisione della terra di Israele quando Gesù governa la terra sono descritti nei capitoli 40-48 di Ezechiele. L'essenza della domanda degli Apostoli era: “Dicci quando verrai a Gerusalemme in giudizio e porrai fine a quest'epoca?” È possibile che gli Apostoli pensassero che Gesù sarebbe tornato in Galilea per un po' di tempo prima di venire in giudizio. Oppure, poiché Isaia disse che il Messia sarebbe venuto da Edom, tutto schizzato di sangue (Isa. 63:1-4), essi avrebbero potuto pensare che avesse bisogno di lasciare Gerusalemme e iniziare la sua conquista della terra da un altro posto.
Ciò che gli Apostoli stavano chiedendo era: “Quando verrai a Gerusalemme per conquistarla e giudicarla e porre fine a questa epoca malvagia attuale?” Roger Hahn scrive: “Il fatto che collegassero insieme l'avvento del Messia e la fine dei tempi, rifletteva la loro accettazione della comprensione ebraica generale dell'escatologia. La maggior parte degli ebrei credeva che la storia umana fosse divisa in due grandi epoche: quella attuale, quella malvagia e quella gloriosa avvenire. … Le epoche si sarebbero sovrapposte durante la vita del Messia.” (Matthew: A Commentary for Bible Students). Purtroppo, l'idea preconcetta degli Apostoli ricevuta dalla loro educazione ebraica, secondo cui quando sarebbe arrivato il Messia, l'era attuale sarebbe finita e sarebbe iniziata la nuova era, era la cosa principale che ha impedito loro di capire quello che Gesù stava chiaramente dicendo loro da mesi sulla sua morte e risurrezione. Quell'insegnamento non si adattava a ciò che era stato loro insegnato e quindi non lo capivano. Allo stesso modo, non potevano comprendere che Gesù sarebbe andato via in cielo senza inaugurare l'Età messianica. Gli era stato insegnato fin da bambini che quando sarebbe arrivato il Messia li avrebbe introdotti nell'Età Messianica, ma quell'insegnamento errato era il motivo per cui, durante l'Ultima Cena, non capivano di cosa stava parlando Gesù quando disse loro che stava per andare dal Padre (Giovanni 14-16).

Gesù non ha cercato di correggere direttamente l'incomprensione degli Apostoli sulla sua parusia. W. C. Allen osserva correttamente che nel rispondergli Gesù “trascura il fatto che i discepoli, secondo la narrazione evangelica, non avevano la necessaria comprensione del futuro per una domanda sulla venuta di Cristo.” (International Critical Commentary). Invece, ha risposto alla domanda degli Apostoli in modo semplice, rendendosi conto che in seguito sarebbero stati in grado di ricordare e comprendere quelle cose che allora non capirono. Dopo l'ascensione di Gesù al cielo, la natura della sua parusia divenne chiara, proprio come ciò che Gesù aveva detto sulla sua morte e risurrezione divenne chiaro dopo la sua risurrezione. Con il senno di poi è sempre tutto facile, soprattutto se ricordiamo che le persone ci hanno detto in anticipo cosa sarebbe successo.
Il libro degli Atti ci fornisce ulteriori prove del fatto che gli Apostoli non capirono che Gesù doveva ascendere in cielo fino a quando ciò non avvenne. Nei giorni tra la risurrezione e l'ascensione di Gesù, i discepoli gli chiesero: “Signore, in questo momento ripristinerai il regno in Israele?” (Atti 1:6). La loro domanda era logica perché Gesù aveva appena parlato loro della venuta dello spirito santo (Atti 1:5), e i discepoli sapevano che le profezie dell'Antico Testamento collegavano il versamento del dono dello spirito santo all'età messianica. (cfr. Isaia 32:15-18; Gioele 2:28-3:17). Quindi quando Gesù disse loro che il dono dello spirito santo sarebbe stato versato, era naturale per loro supporre che il Regno messianico fosse vicino. Ma per loro pensare che Gesù potesse restaurare il Regno in Israele in quel momento significava che non si aspettavano che lui andasse in cielo e che trascorresse del tempo lì. Se i discepoli avessero saputo che Gesù sarebbe salito in cielo e che sarebbe stato lì per un po', non gli avrebbero mai chiesto se avrebbe restaurato il Regno in Israele in quel momento. (vedi il commento in Atti 1:6).
Spostiamo ora la nostra attenzione dalla “venuta” di Cristo allo scopo del Vangelo di Matteo e studiamo la parola parousia da quella prospettiva. Ciascuno dei quattro Vangeli presenta una diversa immagine del Messia. Matteo mostra Gesù come il Re, Marco come il Servo, Luca come Uomo e Giovanni come Figlio di Dio (vedi il commento su Marco 1:1; “il Vangelo di Gesù Cristo”). Alla luce di ciò, è degno di nota che l'unico Vangelo che usa la parola parousia sia Matteo (Matteo 24:3, 27, 37, 39), il Vangelo che raffigura Cristo come un Re. In Matteo, la “venuta” di Cristo è una parusia. Al contrario, la “venuta” di Gesù in Marco è indicata con la parola erchomai (# 2064 ἔρχομαι), la parola greca standard per andare o venire, usata più di seicento volte nel Nuovo Testamento. Poiché Marco interpreta Cristo come un servitore, ha senso che Marco non usi la parola parousia. Allo stesso modo, Luca ritrae Gesù come un uomo, un essere umano, e anche Luca usa la parola erchomai per la venuta di Cristo. I re avevano una parusia, i servi e gli “uomini” no. Il Vangelo di Giovanni, che ritrae Gesù come il Figlio di Dio, poteva usare in modo appropriato la parola parusia per la venuta di Gesù, ma esso non contiene l'insegnamento di Gesù sulla fine dei tempi come fanno Matteo, Marco e Luca. Quindi da uno studio dei Quattro Vangeli e una comprensione della parola parousia, possiamo vedere che l'uso della parousia in Matteo supporta la sua rappresentazione specifica di Gesù come del Re. ( www.revisedenglishversion.com/Matthew/chapter24/3).


Che gli apostoli avessero interpretato la venuta di Cristo in modo diverso da come lui cercò di far capire loro si evince dal commento che fecero due suoi discepoli dopo la sua morte. Essi dissero:

"Ma noi speravamo che quest’ uomo fosse colui che è destinato a liberare Israele"

È evidente che quando Gesù era sulla terra le cose stavano come disse:

"Ho ancora molte cose da dirvi, ma non siete in grado di sostenerle al presente" (Giov 16:12)

Tuttavia facendo riferimento ad un ritorno sulle nubi del cielo Gesù rivelò che un giorno sarebbe ritornato in forma invisibile dato che nelle scritture la nube è associata a "presenza invisibile"

"Questo ci aiuta a capire le parole di Gesù a proposito della sua presenza: “Vedranno quindi il Figlio dell’uomo venire in una nube con potenza e gran gloria”, nonché l’affermazione di Rivelazione: “Egli viene con le nubi, e ogni occhio lo vedrà”. (Lu 21:27; Mt 24:30; Ri 1:7) In casi precedenti (AT) le nubi furono indice di una presenza invisibile"

PERSPICACIA voce "nuvola"

wol.jw.org/it/wol/d/r6/lp-i/1200000996
claudio2018
00sabato 25 febbraio 2023 10:42
Lucia, 23/02/2023 14:32:

Buongiorno, sto leggendo un libro incentrato sui tdg, è mi ha colpito quello che ho letto in una pagina:

Interrogata al riguardo, la Società Torre di Guardia fu costretta ad ammettere che i discepoli « non pensavano che (Cristo) avrebbe governato come glorioso spirito dai cieli e perciò non sapevano che la sua seconda presenza sarebbe stata invisibile » [La Torre di Guardia del 15 settembre 1965, pp. 574, 575 e La Torre di Guardia del I luglio 1974, p. 402, par. 6 ] Ma se i discepoli non pensavano che nel futuro Cristo sarebbe stato invisibilmente presente, come avrebbero potuto chiedere un segno della sua presenza invisibile?

Che risposta date alla domanda sensata posta dall autore? Grazie.

Che gli apostoli non chiesero un segno della presenza invisibile ma che Gesù nella sua risposta diede loro un segno della sua presenza invisibile

Che nella mente degli apostoli non trovasse spazio l'ipotesi di un ritorno invisibile non cambia il fatto che essi chiesero un segno , o indicazione che li aiutasse a capire quando Gesù sarebbe venuto come Re. Chiedere indicazione implica già voler capire un "quando" e un 'dove"

Su questa base Gesù rispose, ovvero dando delle indicazioni che si potessero associare a quell'evento e che ne preannunciassero la manifestazione finale. Manifestazione finale che Gesù disse chiaramente che si sarebbe manifestata in cielo.

Disse:

"Allora nel CIELO apparirà il segno del Figlio dell’uomo, e tutti i popoli della terra si batteranno il petto per il dolore e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del CIELO con potenza e grande gloria" (Matt.24:30)

Quindi è vero che gli apostoli non concepivano un ritorno dal cielo, né tantomeno concepivano un ritorno invisibile quando gli fecero la domanda ma questo non cambia il fatto che Gesù nella sia risposta vi fece chiaramente riferimento a beneficio di tutti coloro che avrebbero letto la sua risposta
Massimiliano
00sabato 25 febbraio 2023 13:55
Buongiorno, personalmente penso che il punto non è tanto se la parusia sia invisibile o visibile, ma se i discepoli abbiano usato questo termine greco con un significato puntuale oppure durativo. Dal contesto sembrebbe che si stavano riferendo ad un avvento improvviso.
claudio2018
10sabato 25 febbraio 2023 14:53
Massimiliano, 25/02/2023 13:55:

Buongiorno, personalmente penso che il punto non è tanto se la parusia sia invisibile o visibile, ma se i discepoli abbiano usato questo termine greco con un significato puntuale oppure durativo. Dal contesto sembrebbe che si stavano riferendo ad un avvento improvviso.

Può darsi ma in ogni caso chiesero a Gesù un indicazione che li aiutasse a capire in quale tempo questo sarebbe avvenuto. Una presenza improvvisa e visibile non avrebbe avuto bisogno di un segno per poterla discernere a meno che nella loro mente la parola "segno" avesse avuto il significato di "segno premonitore" o segno preannunciante" Comunque a prescindere da ciò che loro avessero veramente nella testa, ciò che conta è la risposta di Gesù che si proiettava ben al di là della loro mente e delle loro aspettative e che diede a beneficio delle generazioni successive alla sua morte
Massimiliano
10sabato 25 febbraio 2023 16:19
Re:
claudio2018, 25/02/2023 14:53:

a meno che nella loro mente la parola "segno" avesse avuto il significato di "segno premonitore" o segno preannunciante"


Non ci sono dubbi che i discepoli hanno chiesto un segno premonitore che aveva relazione con la distruzione del tempio che Gesù gli aveva annunciato. Credere che gli stavano chiedendo un segno che indicasse che l'evento fosse già in atto non avrebbe avuto senso perché il tempio era sotto i loro occhi. Questo rende chiaro che utilizzarono il termine "parusia" con significato puntuale, e cioè quello di "venuta".

claudio2018
10sabato 25 febbraio 2023 17:06
Re: Re:
Massimiliano, 25/02/2023 16:19:


Non ci sono dubbi che i discepoli hanno chiesto un segno premonitore che aveva relazione con la distruzione del tempio che Gesù gli aveva annunciato. Credere che gli stavano chiedendo un segno che indicasse che l'evento fosse già in atto non avrebbe avuto senso perché il tempio era sotto i loro occhi. Questo rende chiaro che utilizzarono il termine "parusia" con significato puntuale, e cioè quello di "venuta".


Non lo escludo in ogni caso Gesù nel rispondere alla loro domanda elenco' una serie di avvenimenti non privi di rilievo che dovevano precedere la sua manifestazione finale
silvio.51
00lunedì 27 febbraio 2023 11:27
Re: Re:
Massimiliano, 25/02/2023 16:19:


Non ci sono dubbi che i discepoli hanno chiesto un segno premonitore che aveva relazione con la distruzione del tempio che Gesù gli aveva annunciato. Credere che gli stavano chiedendo un segno che indicasse che l'evento fosse già in atto non avrebbe avuto senso perché il tempio era sotto i loro occhi. Questo rende chiaro che utilizzarono il termine "parusia" con significato puntuale, e cioè quello di "venuta".




Buongiorno Massimiliano, concordo con il tuo pensiero. I discepoli, a differenza di quello che insegna la WT, chiedevano un segno da vedere prima che Gesù venisse, e non un segno indicante che era già venuto. Lo conferma le parole di Gesù quando disse ai discepoli: "  “Ora imparate da questo esempio sul fico. Appena il suo ramoscello si fa tenero e mette le foglie, capite che l’estate è vicina. 33 Allo stesso modo, quando vedrete tutte queste cose [il segno], sappiate che lui è vicino, alle porte".

Rino
00lunedì 27 febbraio 2023 14:38
Re: Re: Re:
silvio.51, 27/02/2023 11:27:



Buongiorno Massimiliano, concordo con il tuo pensiero. I discepoli, a differenza di quello che insegna la WT, chiedevano un segno da vedere prima che Gesù venisse, e non un segno indicante che era già venuto. Lo conferma le parole di Gesù quando disse ai discepoli: " Ora imparate da questo esempio sul fico. Appena il suo ramoscello si fa tenero e mette le foglie, capite che l estate è vicina. 33 Allo stesso modo, quando vedrete tutte queste cose [il segno], sappiate che lui è vicino, alle porte".




E sarebbe venuto a fare cosa?
claudio2018
00lunedì 27 febbraio 2023 15:58
Re: Re: Re:
silvio.51, 27/02/2023 11:27:



Buongiorno Massimiliano, concordo con il tuo pensiero. I discepoli, a differenza di quello che insegna la WT, chiedevano un segno da vedere prima che Gesù venisse, e non un segno indicante che era già venuto. Lo conferma le parole di Gesù quando disse ai discepoli: "  “Ora imparate da questo esempio sul fico. Appena il suo ramoscello si fa tenero e mette le foglie, capite che l’estate è vicina. 33 Allo stesso modo, quando vedrete tutte queste cose [il segno], sappiate che lui è vicino, alle porte".


Infatti i Tdg dicono che lui ha assunto il potere del Regno nei cieli nel 1914 e che la sua parousia celeste precede la parousia terrena quando si manifesterà ed ogni occhio lo vedrà. Quindi dal 1914 lui è 'vicino" "alle porte" perché non si è ancora manifestato in tutta la sua gloria rispetto alla terra. Quindi quando vediamo accadere "tutte queste cose" sappiamo che egli è "vicino" alla sua manifestazione davanti a tutti gli abitanti della terra. Prima solo pochi si accorgono che si sta avvicinando. Ecco perche i testimoni pur insegnando che il Regno è già stato instaurato in cielo pregano per la sia 'venuta" perché il Regno non ha ancora assunto pieno potere ma al momento come dice il Salmo Cristo sta regnando 'in mezzo ai suoi nemici" e il mondo in generale , voi compresi non riconosce questa investitura già avvenuta in cielo e che precede la manifestazione finale quando "prenderà possesso della terra" (Sl 2:7,8)
silvio.51
00lunedì 27 febbraio 2023 20:18
Caro Claudio, nel libro "potete vivere" si legge: "Perciò, quando si sarebbe visto il “segno”, sarebbe stata la prova che Cristo, benché invisibile, era presente, era già venuto nel potere del Regno". - p.148, par.3

Ritornando a Matteo 24:33 non mi sembra che dica: " Allo stesso modo, quando vedrete tutte queste cose [il segno], sappiate che lui è presente, è già venuto.......".

Buona serata.
(SimonLeBon)
00lunedì 27 febbraio 2023 21:14
Re:
silvio.51, 2/27/2023 8:18 PM:

Caro Claudio, nel libro "potete vivere" si legge: "Perciò, quando si sarebbe visto il “segno”, sarebbe stata la prova che Cristo, benché invisibile, era presente, era già venuto nel potere del Regno". - p.148, par.3

Ritornando a Matteo 24:33 non mi sembra che dica: " Allo stesso modo, quando vedrete tutte queste cose [il segno], sappiate che lui è presente, è già venuto.......".

Buona serata.



Caro Silvio,
giochiamo a "trova le differenze". A chi stava parlando Gesù e a chi parlava il "Vivere per sempre"?
Vediamo se riesci a trovare la differenza, io dico di no.


Simon
silvio.51
00lunedì 27 febbraio 2023 21:40
Re: Re:
(SimonLeBon), 27/02/2023 21:14:



Caro Silvio,
giochiamo a "trova le differenze". A chi stava parlando Gesù e a chi parlava il "Vivere per sempre"?
Vediamo se riesci a trovare la differenza, io dico di no.


Simon



Il punto che cerchi di evidenziare non cambia la sostanza del mio discorso. Con le parole
di Gesù nei v.32 e 33 è chiaro che egli si riferisce ad un segno che precederà il suo arrivo, e non un segno che seguirà o sarà la prova che è già presente.
claudio2018
00lunedì 27 febbraio 2023 21:58
Re: Re: Re:
silvio.51, 27/02/2023 21:40:



Il punto che cerchi di evidenziare non cambia la sostanza del mio discorso. Con le parole
di Gesù nei v.32 e 33 è chiaro che egli si riferisce ad un segno che precederà il suo arrivo, e non un segno che seguirà o sarà la prova che è già presente.

Giochiamo sui termini. Prima il regno "viene" nei cieli poi "viene" sulla terra. Quando viene nei cieli sulla terra succedono una serie di guai come specifica Rivelazione. Al termine di questo "breve periodo" il Regno "viene" anche sulla terra nel senso che né assume il pieno potere. I discepoli chiesero un segno premonitore di un regno terreno ovviamente perché nella loro mente la parousia era terrena e visibile ma ciò non toglie che prima il regno sarebbe stato istituito in cielo. Questo loro non lo sapevano ma Gesù lo sapeva e secondo le indicazioni che rivelò in seguito a Giovanni questo avvenimento avrebbe avuto un impatto molto negativo sulla terra a causa di Satana e dei demoni. Questo impatto negativo corrisponde ai segni premonitori della parousia terrena ovvero della piena presa di potere di Gesù in relazione alla terra. Non si può restringere la chiave di lettura basandosi esclusivamente su ciò che passava nella mente dei discepoli ma bisogna tener conto che Gesù sapeva che la sua risposta l'avrebbero letta numerose altre generazioni successive alla loro
(SimonLeBon)
00lunedì 27 febbraio 2023 22:03
Re: Re: Re:
silvio.51, 2/27/2023 9:40 PM:



Il punto che cerchi di evidenziare non cambia la sostanza del mio discorso. Con le parole
di Gesù nei v.32 e 33 è chiaro che egli si riferisce ad un segno che precederà il suo arrivo, e non un segno che seguirà o sarà la prova che è già presente.



Si, è vero che un "segno" dovrebbe anticipare gli eventi, altrimenti che "segno" sarebbe?
Ma gli eventi continuano anche dopo l'inizio del "segno" e per uno come te, che non si è accorto dello scoppio della prima "grande guerra" mondiale nel 1914 è ben difficile poi trovare un segno chiaro abbastanza e riconoscibile.


Simon
Roby
00martedì 28 febbraio 2023 12:16
Perché cancellate i post?
Roby
00martedì 28 febbraio 2023 12:56
Re: Re: Re: Re:
(SimonLeBon), 27/02/2023 22:03:



Si, è vero che un "segno" dovrebbe anticipare gli eventi, altrimenti che "segno" sarebbe?
Ma gli eventi continuano anche dopo l'inizio del "segno" e per uno come te, che non si è accorto dello scoppio della prima "grande guerra" mondiale nel 1914 è ben difficile poi trovare un segno chiaro abbastanza e riconoscibile.


Simon




Guerra Giudaica
LIBRO I

Libro I:1 La guerra dei giudei contro i romani - la più grande non soltanto dei nostri tempi, ma forse di tutte quelle fra città o fra nazioni di cui ci sia giunta notizia

Perché il 1914? Questo non poteva essere il segno.

(SimonLeBon)
00martedì 28 febbraio 2023 13:48
Re:
Roby, 2/28/2023 12:16 PM:

Perché cancellate i post?



Di solito perchè sono pieni di insulti gratuiti.

Simon
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 18:37.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com