discorso sulla scuola

cari tdg, una mia collega sta facendo gli studi della bibbia con voi e spesso ci ritroviamo a discutere sul suo percorso cosi'ogni tanto per curiosità mi documento anche io come posso pur non essendo ancora andato a nessuna adunanza alle quali lei mi invita sempre. spesso leggo il vs forum e cosi'sono andato a vedere quel video di jerrit Losch. nON E' tanto lo sconsigliare gli studi universitari ma come lo sconsiglia, cieo'paragonando l'universita' ad una fucilata in bocca e quando dice se qualcuno di voi già la frequenta non potrebbe pensare di fare qualcosa di meglio? e tutti che lo appaudivano!! non fareste meglio a rispondere che magari questo signore ha preso una cantonata? ho letto che voi pensate che qualsiasi cosa che tolga tempo e distrae dallo studio del regno e'da evitare, ma quel discorso effettivamente e' da mente folle, da regime totalitario anche perche' se pensate che nelle università ci siano comportamenti opposti alla cristianità è anche li che dovete andare ad aiutare il prossimo, o sbaglio?sarebbe piu'onesto rivedere un po' le cose e ammettere che questo losc ha sbagliato piuttosto che ribadire che non essendo un discorso ufficiale va preso con le molle, non e' serio.

Caro Alberto,

Abbiamo già trattato la questione della posizione dei TdG rispetto agli studi universitari e all'istruzione in generale in modo, mi pare, molto dettagliato. Possibile che non le sia chiara la posizione dei testimoni di Geova?

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ma quel discorso effettivamente e' da mente folle, da regime totalitario

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Non mi pare che sia folle né vi sia nulla di totalitario, come abbiamo detto quelle espressioni apologetiche vanno lette nel loro contesto, tanto è vero che nessun testimone di Geova le ha interpretate in maniera allarmante né si registra un abbandono in massa delle università da parte dei testimoni di Geova dopo quel discorso. Evidentemente la nostra percezione (che è forzosamente quella corretta) e diversa dalla sua.

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anche perche' se pensate che nelle università ci siano comportamenti opposti alla cristianità è anche li che dovete andare ad aiutare il prossimo, o sbaglio?

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Non mi pare che sia stato detto che non si debbano aiutare gli studenti universitari come tutti gli altri, mi perdoni, ma trovo la sua obiezione un po' confusa.

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sarebbe piu'onesto rivedere un po' le cose e ammettere che questo losc ha sbagliato piuttosto che ribadire che non essendo un discorso ufficiale va preso con le molle, non e' serio

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Non conosco nessun "losc" ma come detto in quel discorso non è stato detto nulla che i testimoni di Geova non sappiano: l'istruzione universitaria, così come lo svago eccessivo, la carriera o il godimento dei beni materiali, non devono avere la priorità nella nostra vita, il fine di tutti i discepoli di Cristo è la ricerca del Regno di Dio (Matteo 6,33) e dunque il Regno è in cima alla nostra scala di priorità, chi inverte i valori, mettendo l'istruzione, la ricchezza, la gloria personale o la carriera al primo posto manca di equilibrio e giustamente deve cambiare radicalmente attitudine, in questo, si, il pensiero di Cristo Gesù (non di Losch o altri) è "totalitario": la devozione che egli ci richiede è infatti assoluta: “Nessuno che abbia messo mano all’aratro e guardi alle cose che sono dietro è adatto per il regno di Dio” dice il vangelo di Luca.

Shalom

Visto che se n'è parlato nell'articolo presente su tdgonline, ricordiamo ancora una volta le considerazioni già fatte:


Non restava che l’ultima possibilità: Lösch avrebbe impiegato questo incredibile fatto di cronaca a scopo intimidatorio, per suggerire cioé che frequentare l’università sarebbe altrettanto pericoloso che… spararsi un colpo di fucile.

Questa asinesca interpretazione ci fa sospettare che ‘qualcuno’, col solito opportunismo, finga di ignorare l’uso ed il significato di una comunissima figura retorica: l’iperbole. Facciamo una ‘iperbole’ ogni volta che, per sottolineare uno stato di cose, ricorriamo ad un paragone volutamente esagerato (“te l’ho ripetuto un milione di volte”, “mi fate morire dal ridere”, “è più lento di una tartaruga”, “quando fai così ti ucciderei”); la Bibbia (Matteo 7:3: “Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, ma non consideri la trave che è nel tuo occhio?”) e la letteratura ‘colta’ (Petrarca, Canzoniere XC: “Erano i capei d’oro a l’aura sparsi che'n mille dolci nodi gli avvolgea" ) abbondano di iperboli.

Nel caso in parola, si può credere che Lösch volesse per davvero equiparare l’università al suicidio? Dato che non esiste alcuna seria possibilità di guarire da una compulsione tirandosi un colpo di arma da fuoco, come è avvenuto nel paradossale episodio citato ad esempio (le eccezioni, si sa, confermano le regole), prenderlo alla lettera, come se Lösch intendesse con questo istituire un parallelo, significherebbe immaginare che egli fosse realmente convinto che non ci sia alcuna seria possibilità di rimanere integri nella fede frequentando nel contempo l’università – e/o che avesse inteso trasmettere tale assurdo convincimento nei suoi ascoltatori. Questo è irragionevole, perché contrario sia alla logica che alla abbondante evidenza dei fatti (e di sicuro né l’una né l’altra sfuggono all’attenzione del fratello Lösch). E’ chiaro che l’oratore, con un esempio intenzionalmente estremo, volesse solo spiegare come anche da una situazione di rischio possa per paradosso scaturire una conseguenza benefica, senza che l’inaspettato esito positivo modifichi il giudizio di partenza.

Una iperbole, dunque. E, chiudendo, cediamo volentieri alla tentazione di prendere a prestito una celebre iperbole del grande Maestro: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, piuttosto che anche uno solo di questi antagonisti dei testimoni di Geova compia un serio esame di coscienza, smettendo così di dedicarsi a tali amene deformazioni della realtà per fare finalmente… ‘qualcosa di meglio’.

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