Re:
dubbio c'è, 20/08/2016 20.25:
(garoma), 20/08/2016 18.34:
Il link che ti avevo indicato chiarisce molto bene il concetto e spero che tu lo abbia letto, altrimenti dovrei pensare che tu non vuoi una risposta ma solo polemizzare.
La generazione non si è raddoppiata, quindi, non vi sono due generazioni ma semplicemente una generazione si sovrappone all'altra formando così una sola generazione la quale è testimone degli avvenimenti.
Ma leggi il link che è molto chiaro.
nessuna polemica , ma quanto riporta il link e coloro che sono intervenuti a sostegno e giustificazione di ulteriori cambi di percorso ,è inaccettabile biblicamente.
Gesù riferisce che tutte le cose da lui predette nei giorni che precedono la sua venuta, sono per quella generazione " non generazioni
"viceversa a quanto pare ne occorrerebbero un numero imprecisato
a mio avviso, appare comodo l’intendimento delle due generazioni, visto che il tempo incalza e quella dell’unica generazione già proposta dallo sfd dei testimoni di geova è volta al termine da un pezzo;
spiacente ma è così
spiacente, ma è evidente che non leggi i nostri post.
Eppure ti avevo spiegato tutto nel mio post n. 11, che puoi andare a rileggere, come gli stessi lettori del forum.
Quindi perchè ci fai ripetere le stesse cose?
Tento di rispiegarlo, sperando che questa sia la volta buona (ma ne dubito....).
Come ho detto nel mio post n. 11, che nemmeno ti sei degnato di leggere, per la maggioranza dei biblisti (anche cattolici), in Matteo 24 Matteo si intrecciano due prospettive, la
parousìa di Cristo e la fine del "sistema di cose" giudaico e del "sistema di cose" mondiale.
Fatta questa indispensabile premessa, Cristo parla in Mt. 24:34 di una sola "generazione" e non di diverse "generazioni" ma tutto avviene nell' ambito di un unico racconto, quello di Mt. 24 e a seguito della domanda apostolica di Mt. 24:3.
Una "generazione" che avrebbe visto tutte le cose elencate (Mt. 24:34) nell' ambito di due prospettive che si intrecciano.
Quindi Gesù, con il preciso termine "generazione" (e non "generazioni"), rivolgendosi peraltro ai suoi discepoli, comprese una serie di avvenimenti che fanno parte tutti dello stesso segno e che si possono contraddistinguere come l' inizio e la fine del segno medesimo.
Tuttavia, gli unti coeredi di Cristo odierni
non sono mai scappati ai monti così come gli unti coeredi di Cristo dell' epoca apostolica
non hanno mai visto la venuta di Cristo nelle nubi del cielo.
Questo ci autorizza, con una buona dose di logica, a dire che al termine "generazione" possa essere dato un significato diverso da quello "naturale" e qui, come visto, ci viene in aiuto Esodo 1:6,8.
Lo ripeto:
La "generazione" di cui parla Gesù nel capitolo matteano non deve passare prima che tutte le cose da Lui descritte non si verifichino, per questo è paragonabile alla "generazione" di Esodo 1:6, che visse un tempo contrassegnato dalla benevolenza egiziana verso i giudei, tempo che poi ebbe fine (vedi Esodo 1:8).
Ma in quel tempo e in quella "generazione" si sovrapposero diverse generazioni intese in senso stretto o naturale (Gen. 50:22-23).....
Pertanto, non potendo vedere nella "generazione" di Gesù una generazione in senso naturale , è abbastanza ragionevole considerare - come ho già detto - una "generazione" intesa come una serie di eventi che ha, comunque, un inizio e una fine e che è vissuta, nella sua globalità (considerando sempre la domanda apostolica di Mt. 24:3) da persone le cui vite si sovrappongono nel corso di quegli eventi che fanno parte di un unico segno che contraddistingue la parousìa di Cristo e il "termine del sistema di cose".
In sostanza, solo essendoci una sovrapposizione delle vite degli unti coeredi di Cristo, per un periodo di tempo che ha un inizio e una fine (questo vale sia per il I secolo che per oggi, visto l' intrecciarsi delle due prospettive.....), il capitolo 24 di Matteo può trovare una spiegazione....
E siamo a quota due!
dubbio c'è, 20/08/2016 20.25:
ammissione di ulteriore errore dello sfd non guasterebbe; non si può cambiare direzione così supinamente senza aspettarsi una reazione critica dopo che per un secolo si è sostenuto strenuamente l'esatto contrario
non c' è nessun errore, non più di quanto commise il discepolo Giacomo:
"
Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta (parousìa) del Signore è vicina. 9 Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte. " (Giac. 5:8-9-CEI)
o l' apostolo Pietro:
"
7 La fine di tutte le cose è vicina. Siate dunque moderati e sobri, per dedicarvi alla preghiera. " (1 Pt. 4:7 CEI)
che cosa avranno pensato coloro che udirono le parole di Giacomo e di Pietro, anche pensando a quella che è la durata media della vita dell' uomo, sulla base del Salmo 90:2?
E' ovvio che gli apostoli non si aspettavano la
parousìa e la fine dopo 2000 anni ma già al loro tempo, è altrettanto ovvio che coloro che vennero nell' epoca post apostolica dovettero rivedere il tutto, giacchè non accadde nulla al loro tempo...
Una cosa è certa: in epoca apostolica i discepoli erano costantemente pronti e vigilanti per il ritorno di Cristo e la fine e vivevano in quel modo (2 Pt. 3:11-12).
Queste cose sono state scritte affinchè anche noi viviamo costantemente in quell' attesa, come descrive Pietro.
Per cui lo schiavo è fedele e discreto proprio perchè continua ad attendere con ansia in ritorno di Cristo, come i discepoli del I Secolo, mentre non lo sarebbe più, ma sarebbe lo schiavo malvagio se cominciasse a dire che "il Signore tarda"...
E' questo che deve interessarci, null' altro....
Ciao.