Re:
ארמאנדו אלבנו, 05/01/2017 23:48:
Certo che l'uomo è uno. Per esempio Simon sei tu, solo tu, non io. Ma poi come dici tu c'è una componente carnale e una spirituale che anima il corpo. E aggiungi anche che la parte spirituale VA NUTRITA. Però come puoi nutrire lo spirito se questo lo ritieni una cosa impersonale?
Lo spirito non è altro che la vita della persona stessa, quella parte dell'uomo che gli stessi uomini vorrebbero tanto poter trasferire alla materia inanimata imitando Dio, ma non sono mai riusciti a fare.
Lo spirito di per sè non sussiste, ma l'uomo è uno, fatto di corpo fisico e alito di vita.
Quando nutri la parte spirituale, nutri l'uomo e sta bene lui, non lo spirito.
Armando:
Per quanto riguarda l'alito di vita dell'uomo che cita Gladio la neshamah può significare anche spirito come ha detto Aquila. Cosa soffia Dio? La neshamah che in quel caso è sia lo spirito che alla morte torna a Dio che l'ha dato e sia il respiro polmonare. Nel momento in cui lo spirito entra nell'uomo esso inizia a respirare.
Alla morte accade una cosa simile: la persona spira, cioè rende lo spirito ricevuto alla nascita, ma non è un letterale moto a Luogo verso Dio. Con il rendere lo spirito cessa pure il respiro.
Come dice il Qoelet, accade per l'uomo e accade per gli animali.
Ma l'uomo, fatto a somiglianza di Dio, si rendo conto del suo bisogno di nutrirsi anche col cibo spirituale.
Armando:
Ma dopo la morte fisica questo spirito vede,sente ecc ecc. Per voi nn esiste nemmeno il problema perché per voi lo spirito è una cosa impersonale. Però in qualche modo quella persona sopravvive in Dio. Vive in Dio in una forma diversa, come pensiero di Dio che sempre spirito è. Un pensiero è una forza e una forza è spirito. Quindi si vive come pensiero/spirito nella mente di Dio; ma per l'anima che è in Dio è come un dormire, un dolce sonno. Chi è vivo sveglio è Dio, ma chi è vivo ma dorme è il defunto. Se la morte è come un sonno è come se dormissi in Dio. Nn ti rendi conto che dormi,che sei morto,eppure esisti,vivi anche se in altro modo. Anche l'ingiusto? Penso di si. Pure la sua anima riposa nella mente di Dio, ma il suo dormire è un dormire è come un sonno mal fatto.
Quello che noi diciamo segue pari pari la promessa di Elohim ad HaAdam in Gn.3,19: "
כִּֽי־עָפָ֣ר אַ֔תָּה וְאֶל־עָפָ֖ר תָּשֽׁוּב׃".
Se qualcosa dovesse sopravvivere, equivarrebbe ad accusare Dio di menzogna.
Armando:
Da li poi la persona attende nella morte/nel sonno dolce o cattivo la resurrezione del corpo dove Dio infonde il nuovo Neshamah,comorensivo di spirito,resporo e ricordi. Dio ricostruisce la vita di quella persona ridandogli il suo corpo e il suo spirito con il ricordo della sua vita.
Per quanto riguarda il ladrone, anzi i due ladroni,così come gli altri, la morte e il risveglio sarà come se fosse istanteo come passando una porta in un istante. Per questo poté dire oggi sarai con me in paradiso. Perché in quel giorno i ladroni,come gli altri,erano già risorti perché quello che Dio fa,dall'inizio alla fine,Dio lo fa nell'Eterno presente,nel presente continuo,allora,oggi,tutt'ora. Per Dio esiste solo il oggi.
Quindi a mio parere nemmeno la traduzione Cattolica può dimostrare la certezza che uno spirito va a vivere cosciente da qualche parte in attesa della resurrezione perché Dio nel suo eterno tempo,fisso,immutabile,che in un solo istante ingloba tutto il nostro passato,presente e futuro GIÀ HA REALIZZATO LE RESURREZIONI. Ha già realizzato le resurrezioni già dal primo attimo della creazione.
Una "traduzione" (cattolica o meno) non dimostra nulla.
La realtà dei fatti dimostra invece che i cattolici piangono i loro parenti quando muoiono, non sono certo contenti che siano andati in paradiso.
Simon