l'alito della vita di Genesi 2:7

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: [1], 2, 3
(Gladio)
00martedì 27 dicembre 2016 23:40
"E Geova Dio formava l’uomo dalla polvere del suolo e gli soffiava nelle narici l’alito della vita, e l’uomo divenne un’anima vivente"

NESSUNO con certezza sa grazie a cosa Geova ci ha per così dire....messo in moto , dopo la creazione dell'uomo; di certo non lo scopriremo mai....quella scintilla, quel combustibile, quell'essenza che non possiamo nemmeno definire a parole e comprendere appieno ma dobbiamo accontentarci di un generico ..........alito della vita, così scrivono pure altre traduzioni.

La riflessione che faccio leggendo Luca 23:46 : Gesù chiamò ad alta voce, dicendo: “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito”. porta a pensare che tale Spirito possa essere , oltre alla prospettiva o fiducia futura della resurrezione manifestata da GESù E POI ANCHE DA Stefano che tale spirito possa essere il ...medesimo soffio della vita espresso in Genesi ??

Perchè se lo consideriamo la stessa cosa tale soffio o non torna , perchè tale spirito reso è la fiducia nella resurrezione futura oppure è qualche cosa che resta nelle possibilità del PADRE SENZA CHE TALE ALITO SI MUOVA LETTERALMENTE PER ANDARE DA Geova ,spegnendosi piuttosto alla fine della nostra vita , ma restando , per così dire, vivo nella memoria di Geova e ricostruito o ridato a noi al momento della resurrezione.

Via alle riflessioni, senza essere dogmatici...non poteremmo ami afferrare appieno l'opera di GEOVA QUESTO è CHIARO.
Dante.V
00mercoledì 28 dicembre 2016 01:32
Qoelet 3:19 sembra non distinguere tra 'l'alito di Vita' umano e animale, per cui direi che ciò che Geova ha sufflato sia un principio vitale associato alla respirazione, presumibilmente al carbonio, respirazione non solo polmonare, macroscopica, ma anche cellulare, microscopica. L'atomo del carbonio permette legami covalenti e stabili ed è alla base di ogni forma di vita conosciuta costituendone lo scheletro atomico, permettendo lo scambio e lo stoccaggio d'energia, compresa l'ossidoriduzione tipica della respirazione cellulare.
Aquila-58
00mercoledì 28 dicembre 2016 07:23
Re:
(Gladio), 27/12/2016 23.40:



Perchè se lo consideriamo la stessa cosa tale soffio o non torna , perchè tale spirito reso è la fiducia nella resurrezione futura oppure è qualche cosa che resta nelle possibilità del PADRE SENZA CHE TALE ALITO SI MUOVA LETTERALMENTE PER ANDARE DA Geova ,spegnendosi piuttosto alla fine della nostra vita , ma restando , per così dire, vivo nella memoria di Geova e ricostruito o ridato a noi al momento della resurrezione.





non è esattamente la stessa cosa, tuttavia la neshamah di Gen. 2:7 e il ruah (spirito) possono essere usati scambievolmente, si veda Giobbe 27:3...
La neshamah è specificatamente l' alito di vita che Dio immette nell' uomo.
Riguardo al ruah o pneuma che viene reso a Dio alla morte (Eccl. 12:7), non torna a Dio nel senso di un letterale moto a luogo.
Alla risurrezione, Dio semplicemente ridarà lo spirito, il pneuma a colui che "dorme" nella morte, per farlo "rialzare" (Luca 8:54-55)...


ארמאנדו אלבנו
00giovedì 5 gennaio 2017 20:01
Re:
(Gladio), 27/12/2016 23.40:

"E Geova Dio formava l’uomo dalla polvere del suolo e gli soffiava nelle narici l’alito della vita, e l’uomo divenne un’anima vivente"

NESSUNO con certezza sa grazie a cosa Geova ci ha per così dire....messo in moto , dopo la creazione dell'uomo; di certo non lo scopriremo mai....quella scintilla, quel combustibile, quell'essenza che non possiamo nemmeno definire a parole e comprendere appieno ma dobbiamo accontentarci di un generico ..........alito della vita, così scrivono pure altre traduzioni.

La riflessione che faccio leggendo Luca 23:46 : Gesù chiamò ad alta voce, dicendo: “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito”. porta a pensare che tale Spirito possa essere , oltre alla prospettiva o fiducia futura della resurrezione manifestata da GESù E POI ANCHE DA Stefano che tale spirito possa essere il ...medesimo soffio della vita espresso in Genesi ??

Perchè se lo consideriamo la stessa cosa tale soffio o non torna , perchè tale spirito reso è la fiducia nella resurrezione futura oppure è qualche cosa che resta nelle possibilità del PADRE SENZA CHE TALE ALITO SI MUOVA LETTERALMENTE PER ANDARE DA Geova ,spegnendosi piuttosto alla fine della nostra vita , ma restando , per così dire, vivo nella memoria di Geova e ricostruito o ridato a noi al momento della resurrezione.

Via alle riflessioni, senza essere dogmatici...non poteremmo ami afferrare appieno l'opera di GEOVA QUESTO è CHIARO.



Ma per caso mi hai copiato da quello che ho scritto nella tua pagina Facebook Trinità. Beh se è così ti chiederò i diritti d'autore [SM=g27985] e vabbe ti lascio stare. Saluti


(SimonLeBon)
00giovedì 5 gennaio 2017 21:22
Re: Re:
La cosa piu' bella e piu' importante da comprendere è che anche l'uomo è solo "uno" e ritrova la sua pienezza solo se si ciba per intero: fisicamente e spiritualmente.
Solo cosi' l'uomo sta bene e vive felice al servizio di Dio, anche quando non va tutto bene.

Simon
Random2520
00giovedì 5 gennaio 2017 21:31

L'alito della vita dovrebbe essere quello Spirito che quando si muore torna a DIO

ipotizzo un paragone, un Computer senza software tutto perfetto nuovo ma non può funzionare, manca appunto il Software

la vita è un binomio hardware+software corpo+spirito
si ha coscienza di se solo quando operano insieme, lo spirito senza corpo è morto come il corpo senza spirito
ארמאנדו אלבנו
00giovedì 5 gennaio 2017 23:48
Re: Re: Re:
(SimonLeBon), 05/01/2017 21.22:

La cosa piu' bella e piu' importante da comprendere è che anche l'uomo è solo "uno" e ritrova la sua pienezza solo se si ciba per intero: fisicamente e spiritualmente.
Solo cosi' l'uomo sta bene e vive felice al servizio di Dio, anche quando non va tutto bene.

Simon



Certo che l'uomo è uno. Per esempio Simon sei tu, solo tu, non io. Ma poi come dici tu c'è una componente carnale e una spirituale che anima il corpo. E aggiungi anche che la parte spirituale VA NUTRITA. Però come puoi nutrire lo spirito se questo lo ritieni una cosa impersonale?

Per quanto riguarda l'alito di vita dell'uomo che cita Gladio la neshamah può significare anche spirito come ha detto Aquila. Cosa soffia Dio? La neshamah che in quel caso è sia lo spirito che alla morte torna a Dio che l'ha dato e sia il respiro polmonare. Nel momento in cui lo spirito entra nell'uomo esso inizia a respirare.

Alla morte accade una cosa simile: la persona spira, cioè rende lo spirito ricevuto alla nascita, ma non è un letterale moto a Luogo verso Dio. Con il rendere lo spirito cessa pure il respiro.

Ma dopo la morte fisica questo spirito vede,sente ecc ecc. Per voi nn esiste nemmeno il problema perché per voi lo spirito è una cosa impersonale. Però in qualche modo quella persona sopravvive in Dio. Vive in Dio in una forma diversa, come pensiero di Dio che sempre spirito è. Un pensiero è una forza e una forza è spirito. Quindi si vive come pensiero/spirito nella mente di Dio; ma per l'anima che è in Dio è come un dormire, un dolce sonno. Chi è vivo sveglio è Dio, ma chi è vivo ma dorme è il defunto. Se la morte è come un sonno è come se dormissi in Dio. Nn ti rendi conto che dormi,che sei morto,eppure esisti,vivi anche se in altro modo. Anche l'ingiusto? Penso di si. Pure la sua anima riposa nella mente di Dio, ma il suo dormire è un dormire è come un sonno mal fatto.

Da li poi la persona attende nella morte/nel sonno dolce o cattivo la resurrezione del corpo dove Dio infonde il nuovo Neshamah,comorensivo di spirito,resporo e ricordi. Dio ricostruisce la vita di quella persona ridandogli il suo corpo e il suo spirito con il ricordo della sua vita.

Per quanto riguarda il ladrone, anzi i due ladroni,così come gli altri, la morte e il risveglio sarà come se fosse istanteo come passando una porta in un istante. Per questo poté dire oggi sarai con me in paradiso. Perché in quel giorno i ladroni,come gli altri,erano già risorti perché quello che Dio fa,dall'inizio alla fine,Dio lo fa nell'Eterno presente,nel presente continuo,allora,oggi,tutt'ora. Per Dio esiste solo il oggi.

Quindi a mio parere nemmeno la traduzione Cattolica può dimostrare la certezza che uno spirito va a vivere cosciente da qualche parte in attesa della resurrezione perché Dio nel suo eterno tempo,fisso,immutabile,che in un solo istante ingloba tutto il nostro passato,presente e futuro GIÀ HA REALIZZATO LE RESURREZIONI. Ha già realizzato le resurrezioni già dal primo attimo della creazione.



barnabino
00giovedì 5 gennaio 2017 23:50

L'alito della vita dovrebbe essere quello Spirito che quando si muore torna a DIO



Possiamo usare le espressioni ebraiche? Perché se usiamo le traduzioni italiane facciamo confusione, visto che non c'è uniformità. Nella TNM "alito" rende neshamàh mentre "spirito" è reso da rùach. Secondo Ecclesiaste lo "spirito" che torna a Dio è lo rùach che ha un significato molto ampio.

Shalom
ארמאנדו אלבנו
00venerdì 6 gennaio 2017 00:06
Re:
barnabino, 05/01/2017 23.50:


L'alito della vita dovrebbe essere quello Spirito che quando si muore torna a DIO



Possiamo usare le espressioni ebraiche? Perché se usiamo le traduzioni italiane facciamo confusione, visto che non c'è uniformità. Nella TNM "alito" rende neshamàh mentre "spirito" è reso da rùach. Secondo Ecclesiaste lo "spirito" che torna a Dio è lo rùach che ha un significato molto ampio.

Shalom



Che ci sono termini differenti nn lo nego. Però come ha detto Aquila a volte capita che neshamah e ruah sono equivalenti e quello di Genesi 2,7 potrebbe essere uno di questi casi. Ma poi anche se fosse a te cosa cambia? Non credi che l'alito di vita/spirito è la persona stessa. Quindi anche se li fossero equivalenti per te nn cambierebbe nulla. Se poi mi parli del perché considero lo spirito come la persona stessa mi disp ma il regolamento mi vieta di risponderti qui.



barnabino
00venerdì 6 gennaio 2017 00:15

Che ci sono termini differenti nn lo nego. Però come ha detto Aquila a volte capita che neshamah e ruah sono equivalenti e quello di Genesi 2,7 potrebbe essere uno di questi casi



Siccome le Scritture usano due termini differenti non farei confusione, da nessuna parte ad esempio si dice che la neshamah torna a Dio, mi pare.


Ma poi anche se fosse a te cosa cambia? Non credi che l'alito di vita/spirito è la persona stessa



Non esattamente, i due termini hanno sfumature differenti. Dove deduci nella Bibbia che la neshamah indica la persona stessa?


Quindi anche se li fossero equivalenti per te nn cambierebbe nulla. Se poi mi parli del perché considero lo spirito come la persona stessa mi disp ma il regolamento mi vieta di risponderti qui



Non vedo che pertinenza abbia, banalmente sono due termini con significati differenti, non è che deve cambiare qualcosa a me personalmente. Boh.

Shalom
barnabino
00venerdì 6 gennaio 2017 00:17
E non fare il furbo che con noi non attacca, qui non si parla di parabole dove non è citata né la parola ruach né la parola neshamah, dunque attieniti al tema.

Shalom
Aquila-58
00venerdì 6 gennaio 2017 07:54
Il solito minestrone armandiano...... [SM=g27985]




Aquila-58
00venerdì 6 gennaio 2017 08:00
Re: Re:
ארמאנדו אלבנו, 06/01/2017 00.06:



Che ci sono termini differenti nn lo nego. Però come ha detto Aquila a volte capita che neshamah e ruah sono equivalenti e quello di Genesi 2,7 potrebbe essere uno di questi casi.





no, perchè in Gen. 2:7 abbiamo solo neshamah e non ruah.

A volte sono usati scambievolmente, ma sono comunque termini ben differenti e la stessa Genesi lo dimostra, infatti Gen. 7:22 docet.....


(SimonLeBon)
00venerdì 6 gennaio 2017 13:47
Re:
ארמאנדו אלבנו, 05/01/2017 23:48:



Certo che l'uomo è uno. Per esempio Simon sei tu, solo tu, non io. Ma poi come dici tu c'è una componente carnale e una spirituale che anima il corpo. E aggiungi anche che la parte spirituale VA NUTRITA. Però come puoi nutrire lo spirito se questo lo ritieni una cosa impersonale?



Lo spirito non è altro che la vita della persona stessa, quella parte dell'uomo che gli stessi uomini vorrebbero tanto poter trasferire alla materia inanimata imitando Dio, ma non sono mai riusciti a fare.
Lo spirito di per sè non sussiste, ma l'uomo è uno, fatto di corpo fisico e alito di vita.
Quando nutri la parte spirituale, nutri l'uomo e sta bene lui, non lo spirito.

Armando:

Per quanto riguarda l'alito di vita dell'uomo che cita Gladio la neshamah può significare anche spirito come ha detto Aquila. Cosa soffia Dio? La neshamah che in quel caso è sia lo spirito che alla morte torna a Dio che l'ha dato e sia il respiro polmonare. Nel momento in cui lo spirito entra nell'uomo esso inizia a respirare.

Alla morte accade una cosa simile: la persona spira, cioè rende lo spirito ricevuto alla nascita, ma non è un letterale moto a Luogo verso Dio. Con il rendere lo spirito cessa pure il respiro.



Come dice il Qoelet, accade per l'uomo e accade per gli animali.
Ma l'uomo, fatto a somiglianza di Dio, si rendo conto del suo bisogno di nutrirsi anche col cibo spirituale.

Armando:

Ma dopo la morte fisica questo spirito vede,sente ecc ecc. Per voi nn esiste nemmeno il problema perché per voi lo spirito è una cosa impersonale. Però in qualche modo quella persona sopravvive in Dio. Vive in Dio in una forma diversa, come pensiero di Dio che sempre spirito è. Un pensiero è una forza e una forza è spirito. Quindi si vive come pensiero/spirito nella mente di Dio; ma per l'anima che è in Dio è come un dormire, un dolce sonno. Chi è vivo sveglio è Dio, ma chi è vivo ma dorme è il defunto. Se la morte è come un sonno è come se dormissi in Dio. Nn ti rendi conto che dormi,che sei morto,eppure esisti,vivi anche se in altro modo. Anche l'ingiusto? Penso di si. Pure la sua anima riposa nella mente di Dio, ma il suo dormire è un dormire è come un sonno mal fatto.



Quello che noi diciamo segue pari pari la promessa di Elohim ad HaAdam in Gn.3,19: "כִּֽי־עָפָ֣ר אַ֔תָּה וְאֶל־עָפָ֖ר תָּשֽׁוּב׃".
Se qualcosa dovesse sopravvivere, equivarrebbe ad accusare Dio di menzogna.

Armando:

Da li poi la persona attende nella morte/nel sonno dolce o cattivo la resurrezione del corpo dove Dio infonde il nuovo Neshamah,comorensivo di spirito,resporo e ricordi. Dio ricostruisce la vita di quella persona ridandogli il suo corpo e il suo spirito con il ricordo della sua vita.

Per quanto riguarda il ladrone, anzi i due ladroni,così come gli altri, la morte e il risveglio sarà come se fosse istanteo come passando una porta in un istante. Per questo poté dire oggi sarai con me in paradiso. Perché in quel giorno i ladroni,come gli altri,erano già risorti perché quello che Dio fa,dall'inizio alla fine,Dio lo fa nell'Eterno presente,nel presente continuo,allora,oggi,tutt'ora. Per Dio esiste solo il oggi.

Quindi a mio parere nemmeno la traduzione Cattolica può dimostrare la certezza che uno spirito va a vivere cosciente da qualche parte in attesa della resurrezione perché Dio nel suo eterno tempo,fisso,immutabile,che in un solo istante ingloba tutto il nostro passato,presente e futuro GIÀ HA REALIZZATO LE RESURREZIONI. Ha già realizzato le resurrezioni già dal primo attimo della creazione.



Una "traduzione" (cattolica o meno) non dimostra nulla.
La realtà dei fatti dimostra invece che i cattolici piangono i loro parenti quando muoiono, non sono certo contenti che siano andati in paradiso.

Simon
barnabino
00venerdì 6 gennaio 2017 15:38

Come dice il Qoelet, accade per l'uomo e accade per gli animali



Anche se Qohelet mi pare parli di ruach e non di neshamah della vita come fa Genesi 2:7.

Shalom
(SimonLeBon)
00venerdì 6 gennaio 2017 16:34
Re:
barnabino, 06/01/2017 15:38:


Come dice il Qoelet, accade per l'uomo e accade per gli animali



Anche se Qohelet mi pare parli di ruach e non di neshamah della vita come fa Genesi 2:7.

Shalom



Se i due testi sono coerenti, come dovrebbe essere, non si infonde il nishmat nell'argilla e poi ne esce fuori un ruah diverso... l'uno e l'altro vengono e vanno dove Dio li manda.

Simon
(Gladio)
00venerdì 6 gennaio 2017 19:11
Io dico molto semplicemente e senza alcun dogmatismo che questo neshamah..o alito non è di certo il ruach...visto che noi stessi siamo nefesh , ma è quella cosa che lo mette in moto....e che alla morte torna a Dio nel senso che resta in Dio traccia di noi il medesimo neshamah sarà poi dato alla resurrezione dei corpi per....dare vita a queste Nefesh-dove pèr ruach intendo in questo caso...la personalità,il proprio io cosciente......
Serveto Isaac
00venerdì 6 gennaio 2017 19:56
Il Gesenius riporta come radice נָשַׁם = NaShaM, interessante che applica la radice ad una donna in travaglio che ansima, affanna, e una volta è usato come mente in Proverbi 20,27:

L’alito dell’uomo terreno è la lampada di Geova, che scruta attentamente tutte le parti più interne del ventre.
barnabino
00venerdì 6 gennaio 2017 23:46

Io dico molto semplicemente e senza alcun dogmatismo che questo neshamah..o alito non è di certo il ruach...visto che noi stessi siamo nefesh , ma è quella cosa che lo mette in moto....e che alla morte torna a Dio nel senso che resta in Dio traccia di noi il medesimo neshamah sarà poi dato alla resurrezione dei corpi per....dare vita a queste Nefesh-dove pèr ruach intendo in questo caso...la personalità,il proprio io cosciente......



La Bibbia, torno a ripetere, non parla del neshamah che torna a Dio ma parla sempre del ruach. Alcuni parlano della neshmah come della "scintilla divina" e fanno notare che non è detto specificamente che sia stata data agli animali. Esseri umani a animali sono identici, funzionalmente, ma gli esseri umani hanno qualcosa che gli animali non posseggono... si, io la chiamerei personalità, mente interiore o qualcosa del genere.

Shalom
dom@
00sabato 7 gennaio 2017 05:26
Speriamo di mattere in pace questo dialogo [SM=g27987]

Atti tutto il capitolo 7 Stefano doveva conoscere molto bene Istoria Del popolo Ebraico Che raccondato tutto la storia di Abramo a Il Messia. ) E I farisei o dovevano accettare il Messia o mettere a morte Stefano.

E Stefano essendo un Istoriano Del popolo Ebraico A , ascoltato queste parole dalla bocca di Gesu '....
Matteo 22:30

Alla risurrezione infatti non si prende né moglie né marito, ma si è come angeli nel cielo.

Ecco Perche Stefano a affidato il suo Spirito a gli Angeli, Stefano Sara uno dei 144.000

Non torna Sulla Terra fisicamente come non torna Gesu [SM=g10765]
Aquila-58
00sabato 7 gennaio 2017 08:18
Re:
barnabino, 06/01/2017 23.46:


Io dico molto semplicemente e senza alcun dogmatismo che questo neshamah..o alito non è di certo il ruach...visto che noi stessi siamo nefesh , ma è quella cosa che lo mette in moto....e che alla morte torna a Dio nel senso che resta in Dio traccia di noi il medesimo neshamah sarà poi dato alla resurrezione dei corpi per....dare vita a queste Nefesh-dove pèr ruach intendo in questo caso...la personalità,il proprio io cosciente......



La Bibbia, torno a ripetere, non parla del neshamah che torna a Dio ma parla sempre del ruach. Alcuni parlano della neshmah come della "scintilla divina" e fanno notare che non è detto specificamente che sia stata data agli animali. Esseri umani a animali sono identici, funzionalmente, ma gli esseri umani hanno qualcosa che gli animali non posseggono... si, io la chiamerei personalità, mente interiore o qualcosa del genere.

Shalom




Peraltro il ruah biblico è semplicemente il soffio vitale, secondo il testo della CEI:

"7 e ritorni la polvere alla terra, com'era prima,
e il soffio vitale [ruach] torni a Dio, che lo ha dato"
(Qoelet 12:7)

chiaro che lo "spirito" filosofico sia altro, ma a noi la filosofia non interessa...la lasciamo volentieri a certi apologeti dilettanti internettiani [SM=g27985]

Inoltre non è vero che la neshamah non sia stata data anche alle altre creature, giacchè Gen. 7:22 parla di tutto ciò in cui nella narici vi era la neshamah, quindi anche gli animali...


I-gua
00sabato 7 gennaio 2017 10:44
traparentesi: non è la personalità che distingue l'umano dall'animale
barnabino, 06.01.2017 23:46:


. Esseri umani a animali sono identici, funzionalmente, ma gli esseri umani hanno qualcosa che gli animali non posseggono... si, io la chiamerei personalità, mente interiore o qualcosa del genere.

Shalom




Ciao Barnabino,

non è possibile affermare che ciò che distingue l'essere Umano dall'essere Animale è la personalità.
Gli animali dimostrano di avere personalità, non sono semplicemente macchine viventi.
Anche gli invertebrati possono dimostrare di avere una personalità individuale.
Per arrivare a queste conclusioni, occorre conoscere bene gli animali, per esempio allevandoli.

[SM=g1871112]


I-gua
barnabino
00sabato 7 gennaio 2017 12:11
Caro Aquila,


Peraltro il ruah biblico è semplicemente il soffio vitale



Può anche indicare quello, ma indica anche altre cose, ad esempio l'individuo dal punto di vista della vita interiore, della forza che lo fa agire e motiva. Comunque io dicevo che ruach e neshemah hanno due sfumature differenti pur essendo termini affini.


Inoltre non è vero che la neshamah non sia stata data anche alle altre creature, giacchè Gen. 7:22 parla di tutto ciò in cui nella narici vi era la neshamah, quindi anche gli animali...



Non mi trovo d'accordo con questa affermazione, che si trova anche su Perspicacia. Il passo è variamente interpretabile, mentre è univoco che la Bibbia non dica esplicitamente che Geova desse la neshemah agli animali, questo ricorda molto l'affermazione che solo l'uomo è creato ad immagine di Dio, non credo che la concezione antropologia biblica potesse trascurare la differenza tra uomo e bestia.


non è possibile affermare che ciò che distingue l'essere Umano dall'essere Animale è la personalità



Io ho detto "personalità" ma tu mettici pure la parola che vuoi per descrivere questa differenza...

Shalom
Serveto Isaac
00sabato 7 gennaio 2017 12:30
Re: traparentesi: non è la personalità che distingue l'umano dall'animale
I-gua, 07/01/2017 10.44:




Ciao Barnabino,

non è possibile affermare che ciò che distingue l'essere Umano dall'essere Animale è la personalità.
Gli animali dimostrano di avere personalità, non sono semplicemente macchine viventi.
Anche gli invertebrati possono dimostrare di avere una personalità individuale.
Per arrivare a queste conclusioni, occorre conoscere bene gli animali, per esempio allevandoli.

[SM=g1871112]


I-gua



Io credo che più di personalità li chiamerei comportamenti inusuali per una certa specie animale, e sono dovuti a vari fattori, non primo l'ambiente in cui nascono, crescono, vengono allevati, come vengono allevati, non possiedono una modalità strutturata di pensare, sentire, emozionarsi, comportarsi, tutto è modificabile perché costruita dall’esperienza e dall’adattamento ai propri bisogni e dlla realtà.
Siamo noi che interpretiamo i comportamenti come personalità, non possiamo dire che una gallina è cattiva, il cane è invidioso dell'osso, il gatto è dormiglione gli piace stare a letto; se alla mucca gli metto davanti una bistecca la guarda, magari gli da una leccata, ma se gli metto davanti un covone di fieno inizia a mangiare, questo è l'istinto. L'essere umano, dalla nascita, non ha esclusivamente istinti, mangiare, bere, riprodursi, ecc., ha dentro di se come un universo unico e irriproducibile da un altro essere umano: l'arte è l'espressione più evidente di quello che l'essere umano ha dentro di se, e io credo sia un grandissimo dono che Geova ci ha dato. L'arte non è tecnica, calcolo far di conto: a una gatta che ha appena partorito 7 gattini, se ne porti via uno in sua assenza, al suo ritorno se ne accorge. I gatti quindi sanno contare? [SM=g27985]
barnabino
00sabato 7 gennaio 2017 13:36
Forse è quello che Paolo chiama "nudo seme"?

Shalom
dom@
00sabato 7 gennaio 2017 15:50
La morte Del animale e uguale a l'uomo. Con la venuta di Cristo e' cambiato la scenario .
Ecclesiastes 3:18 Poi riguardo ai figli dell'uomo mi son detto: Dio vuol provarli e mostrare che essi di per sé sono come bestie.

19 Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa; come muoiono queste muoiono quelli; c'è un solo soffio vitale per tutti. Non esiste superiorità dell'uomo rispetto alle bestie, perché tutto è vanità.

20 Tutti sono diretti verso la medesima dimora:
tutto è venuto dalla polvere
e tutto ritorna nella polvere.
barnabino
00sabato 7 gennaio 2017 16:26

La morte Del animale e uguale a l'uomo. Con la venuta di Cristo e' cambiato la scenario



Qui però si parlava della concezione dell'uomo vivo nelle Scritture. Pare evidente che per le Scritture l'uomo fosse diverso da ogni altra creatura, l'unica fatta ad "immagine di Dio" e in grado di adorare Geova, nonché di avere la capacità distinguere il bene e il male. La neshamah potrebbe ben descrivere questa scintilla divina senza che per questo si debba accettare l'idea della sopravvivenza cosciente dopo la morte che pure si ritrova in certe descrizioni immaginifiche del giudaismo del I secolo ma che viceversa non trova spazio nel NT.

Shalom
Aquila-58
00sabato 7 gennaio 2017 19:11
Re:
Caro Barny,

barnabino, 07/01/2017 12.11:

Caro Aquila,


Peraltro il ruah biblico è semplicemente il soffio vitale



Può anche indicare quello, ma indica anche altre cose, ad esempio l'individuo dal punto di vista della vita interiore, della forza che lo fa agire e motiva. Comunque io dicevo che ruach e neshemah hanno due sfumature differenti pur essendo termini affini.




su questo non c' è il minimo dubbio!
Infatti, tra le altre cose, il ruah/pneuma può indicare anche la nostra persona interiore, Atti 17:16 docet.
Intendevo solo sottolineare che per le cattoliche Bibbia CEI e Bibbia di Gerusalemme (anche alla luce delle note in calce), il ruah di Qoelet 12:7 altro non è che il soffio vitale e non c' è ragione biblica alcuna per sostenere che il pneuma, per esempio di Luca 8:55 sia altro che quello.
Inoltre, fatto non meno importante, biblicamente è questo ruah che torna a Dio come è scritto, il soffio vitale, non altro.
In sostanza quello che voglio dirti è che non ci sono elementi biblici per sostenere che il ruah/pneuma sia un' "anima spirituale" cosciente che va al cospetto di Dio, non so se sono stato chiaro...
Tutto qui...

barnabino, 07/01/2017 12.11:



Inoltre non è vero che la neshamah non sia stata data anche alle altre creature, giacchè Gen. 7:22 parla di tutto ciò in cui nella narici vi era la neshamah, quindi anche gli animali...



Non mi trovo d'accordo con questa affermazione, che si trova anche su Perspicacia. Il passo è variamente interpretabile, mentre è univoco che la Bibbia non dica esplicitamente che Geova desse la neshemah agli animali, questo ricorda molto l'affermazione che solo l'uomo è creato ad immagine di Dio, non credo che la concezione antropologia biblica potesse trascurare la differenza tra uomo e bestia.




ovviamente uomo e animale sono differenti, ci mancherebbe! [SM=g27987]
L' uomo e fatto a immagine e somiglianza di Dio, dell' animale questo non viene detto.

Resta il fatto che in Gen. 7:22 si parla di neshamah riguardo a ogni creatura che morì...


barnabino
00sabato 7 gennaio 2017 19:42

Resta il fatto che in Gen. 7:22 si parla di neshamah riguardo a ogni creatura che morì...



Secondo me lascia margini all'interpretazione. Altrimenti non si capisce come l'antropologia biblica distingue uomo e bestia.

Shalom
Aquila-58
00sabato 7 gennaio 2017 19:46
Re:
barnabino, 07/01/2017 19.42:


Resta il fatto che in Gen. 7:22 si parla di neshamah riguardo a ogni creatura che morì...



Secondo me lascia margini all'interpretazione. Altrimenti non si capisce come l'antropologia biblica distingue uomo e bestia.

Shalom




L' antropologia biblica distingue l' uomo dalla bestia in relazione al fatto che solo l' uomo è descritto come creato a immagine e somiglianza di Dio.
Neshamah indica - biblicamente parlando - il respiro o l' alito della vita, non ci sono elementi biblici probanti che significhi qualcos' altro.
Questo è il mio pensiero e anche quello delle nostre pubblicazioni



Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 15:39.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com