Re:
Rossella Lo, 28.12.2012 14:08:
Prima i Veda o prima Genesi....cosa è stato scritto prima?
Gli indù hanno sempre tenuto in alta stima la conoscenza religiosa. Il termine veda significa conoscenza. Pertanto si ritiene che i quattro Veda contengano conoscenza divina.
La più antica raccolta di conoscenza indù è il Rigveda, la maggior parte del quale si dice sia stata compilata, forse, nella prima metà del primo millennio a.C. Nelle successive fasi della compilazione i poeti del Rigveda cominciarono a farsi domande sull’identità di Dio. Perciò l’inno X.121 del Rigveda è stato intitolato “ALL’IDDIO SCONOSCIUTO”. Ciascun verso termina con la domanda: “Chi è l’Iddio al quale dovremmo offrire sacrifici?” Per esempio, il verso 9 dice: “Non ci faccia del male colui che ha generato la terra, il giusto, che generò i cieli; colui che generò anche le lucenti e possenti acque; — CHI È L’IDDIO AL QUALE DOVREMMO OFFRIRE SACRIFICI?
Qual è la risposta corretta a questa domanda del Rigveda? Chi è Colui che ha generato il cielo e la terra al quale i poeti vedici resero inconsapevolmente santa devozione? Nel tentativo di dare una risposta, la Bhagavad-gita esprime come segue un pensiero religioso sviluppatosi nel corso di centinaia di anni: “Tu sei il Brahman Supremo, la Dimora ultima, il Purificatore sovrano, la Verità Assoluta e l’eterna Persona Divina. Tu sei Dio, l’Essere primordiale, originale e assoluto. Tu sei il Non-nato e la Bellezza che tutto pervade. Dio di tutti i deva [dèi]”. (X.12, 15) Pertanto alcuni indù dell’antichità riconobbero che c’era solo un Dio eterno e supremo, l’Essere primordiale, originale e assoluto, il Dio degli dèi.
30 Il noto filosofo indù S. Radhakrishnan, nel tentativo di spiegare il carattere infinito del Brahman, disse: “Possiamo solo dire: ‘Io sono colui che sono’”. Il dottor Radhakrishnan mette perciò in relazione il carattere infinito del Brahman con la definizione biblica del nome di Dio, Geova, che troviamo in Esodo 3:13, 14, dove si legge: “E Mosè disse a Dio: Ecco, quando io sarò venuto a’ figliuoli d’Israele, e avrò lor detto: L’Iddio de’ vostri padri mi ha mandato a voi; se essi mi dicono: Qual’è il suo nome? che dirò io loro? E Iddio disse a Mosè: IO SON COLUI CHE SONO; poi disse: Così dirai a’ figliuoli d’Israele: Colui che si chiama IO SONO, m’ha mandato a voi”. — Diodati.
La Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture, una versione più accurata, rende Esodo 3:14, 15 come segue: “A ciò Dio disse a Mosè: ‘IO MOSTRERÒ D’ESSERE CIÒ CHE MOSTRERÒ D’ESSERE’. E aggiunse: ‘Devi dire questo ai figli d’Israele: “IO MOSTRERÒ D’ESSERE mi ha mandato a voi”’. Quindi Dio disse ancora una volta a Mosè:
32 “‘Devi dire questo ai figli d’Israele: “Geova l’Iddio dei vostri antenati, l’Iddio di Abraamo, l’Iddio d’Isacco e l’Iddio di Giacobbe, mi ha mandato a voi”. Questo è il mio nome a tempo indefinito, e questo è il memoriale di me di generazione in generazione’”.
Sembrerebbe dunque che il dottor Radhakrishnan, usando l’espressione “Io sono colui che sono” per descrivere l’infinito Brahman, cerchi di uguagliare il supremo Brahman a Geova, l’Iddio della Bibbia. È vero che alcuni degli attributi ascritti al Brahman sono gli stessi che vengono ascritti a Geova Dio nella Bibbia. Per esempio, riferendosi al Brahman come al “Dio di tutti i deva [dèi]” la Bhagavad-gita, che si suppone sia stata scritta fra il quinto e il terzo secolo a.C., fa eco a ciò che fu scritto nel racconto biblico nel XV secolo a.C., precisamente nel 1473 a.C., in Deuteronomio 10:17: “Geova vostro Dio è l’Iddio degli dèi e il Signore dei signori, l’Iddio grande, potente e tremendo, che non tratta nessuno con parzialità né accetta regalo”.
34 GEOVA, perciò, è il nome che Dio si è dato. Per questa ragione la Bibbia attribuisce a Geova Dio l’opera creativa dicendo: “Questa è la storia dei cieli e della terra nel tempo in cui furono creati, nel giorno che Geova Dio fece la terra e il cielo”. (Genesi 2:4) Geova, quindi, è ‘Colui che ha generato i cieli e la terra’.
Fu sempre Geova a portare l’antico Diluvio, a distruggere gli empi e a salvare otto anime giuste. La Bibbia riferisce: “Dopo ciò Geova disse a Noè: ‘Entra, tu e tutta la tua casa, nell’arca, perché tu sei quello che ho visto giusto dinanzi a me fra questa generazione. Poiché fra soli sette giorni farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti; e per certo cancellerò ogni cosa esistente che ho fatta dalla superficie della terra’. E Noè faceva secondo tutto ciò che Geova gli aveva comandato”. (Genesi 7:1, 4, 5) Dato che la presente razza umana discende da quegli otto superstiti giusti, noi che siamo in vita dovremmo essere grati e, di conseguenza, imitare il buon esempio dei nostri antichi progenitori. Si noti pure che fu a Geova che quei superstiti del Diluvio offrirono sacrifici con gratitudine, una volta usciti dall’arca di salvezza. Il racconto dichiara: “E Noè edificava un altare a Geova e prendeva alcune di tutte le bestie pure e di tutte le creature volatili pure e offriva olocausti sull’altare. E Geova sentiva un odore riposante”. (Genesi 8:20, 21) Questa, perciò, è la corretta risposta all’antica domanda che troviamo nel Rigveda: “CHI È L’IDDIO AL QUALE DOVREMMO OFFRIRE SACRIFICI?”
Quando fu' iniziato a scrivere la Bibbia?
La Bibbia è composta da 66 piccoli libri, scritti da una quarantina di uomini. I primi cinque furono messi per iscritto da Mosè circa 3.500 anni fa. L’ultimo fu scritto dall’apostolo Giovanni oltre 1.900 anni fa. Comunque gli scrittori della Bibbia scrissero non i propri pensieri, ma quelli di Dio. Perciò ne è Dio l’Autore. — Leggi 2 Timoteo 3:16; 2 Pietro 1:21.