Comodo?
DUEL., 05/12/2011 15.08:
Con tutta la buona volontà, mi sembrano cavilli di comodo,
con questa modalità si giustifica tutto.
Ha ragione sea... forse devi leggere
meglio la bibia.
E' vero che organizzazioni religiose hanno abusato di questo senso dell'ubbidienza dovuta. Vedi i gesuiti, che hanno
come base prioritaria il dovere l'ubbidienza ai propri superiori.
Un cristiano testimone di Geova, si dedica a
Geova e a suo figlio
Cristo.
La quida che segue, sono le
loro istruzioni che sono date mediante
le scritture.
Geova e Cristo, per compiere il proposito che deve essere adempiuto in questo difficile tempo della fine, usano una speciale classe (gli unti) che a loro volta sono diretti da persone che si assumono le responsabilità primare per le necessarie disposizion teocratiche che consentano di adempiere
il proposito di Dio per questo tempo della fine, appunto è la classe dello "
schiavo fedele e discreto".
Il corpo direttivo, altro non fa che applicare le disposizione di questa classse. Il modo, non ci è dato dato da conoscere (voglio dire
come Geova faccia prendere le decisioni necessario), Ovvero come spinge il loro spirito ad agire, pur non "
inspirando" ciò che devono fare, come nel caso di profeti e di patriarchi antichi. Semplicemente li
induce ad agire in modo che sia fatta la sua volontà.
Noi, a questa espressa volontà che ci viene fatta conoscere, dobbiamo rispettosa ubbidienza.
Se componenti umani di tale clase errano, (o se Geova permette che errino), sono sotto la
responsabiltià di Geova stesso. Noi non possiamo porci
in luogo a Geova senza anche rischiare di
peccare contro il suo stesso spirito. Tu dici: "
comodo", nel senso che possono fare ciò che gli pare....
NO!
Fintanto, seppure con a volte decisioni non condivise personalmente da parte di qualcuno di noi, essi ci quidano in modo che possimo adempiere il proposito di Dio (perseverare, evitare il peccato, predicare la buona notizia, insegnare ad altri ciò che Gesù ci ha ocmandato), continuiamo a dargli la dovuta obbidienza, mentre per eventuali
loro errori confidiamo che a suo tempo
Geova stesso provveda mediante il suo spirito.
Se invece essi confidassero che noi gli fossimo ubbidienti mentre vengono
meno nelle essenziali cose che ti ho presentato sopra, se credi che disubbidiremmo
a Geova, per ubbidire a loro,
allora non ci conosci.
Noi ci lasceremo quidare dalle scritture in ogni caso.
In parole povere, la nostra ubbidienza a quello che tu sintetizzi con CD, è sempre
relativa (o subordinata) a quella
che è dovuta a Geova, a Cristo e a ciò che la Bibbia, come parola di Dio, ci comanda.
Ci vuole grande fede, e profonda conoscenza delle scritture per poter dare grande ubbidienza a chi ci sta guidando, anche in presenza di circostanze (secondarie) che potrebbeo farci
giustificare una defezione o di contestare
in senso che cambino per nostra specifica denuncia.
E' Geova stesso che alza e fa cadere.
Io, preferisco lasciar fare a Geova.
Se ritengo necessario dissentire, faccio
conoscere il dissenso,
ma non in senso di opposizione, o d'ìmposizione, che essi debbano cambiare
a motivo del mio dissentire.
Cambieranno perché avrannno
compreso che sia giusto così, o perché
Geova stesso li farà operare diversamente, ma
non e mai per mio potere, intento e volontà
La chiamo "
Intelligente ubbidienza", che ci distingue da bigottismo o dalla cieca credulità a ogni cosa.
Questa
consapevole condotta, richiede grande conoscenza delle scritture, maturità cristina, e
forte amore e fiducia e fede in Geova Dio e in suo figlio Gesù.
Quando queste cose, mancano, allora nasce ogni sorta d'afflizione.
Nessuno è obbligato ad accettare questi pensieri, ma di ogni nostra condotta o azione dovremo poi comunque rendere conto a Geova nostro Dio e al suo re su di noi incaricato, Gesù.
Questo io comprendo.
monseppe2